| | | | Post: 247 Post: 247 | Registrato il: 10/01/2007 | Sesso: Femminile | Utente Junior | | OFFLINE |
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14/05/2007 10:36 | |
E' semplice far domande, Marina, molto più difficile offrire risposte soddisfacenti...è per tutti così.
Caro Pyccolo,
dare risposte non è semplice, è vero, ma provare a farlo è necessario.....anche per se stessi.
Riporto qui di seguito il frutto delle mie ricerche e dei miei studi:
Innanzitutto ho cercato di organizzare le tue domande che, comunque, sono anche le mie, rispetto alla problematica dell' evento traumatico, raccogliendo informazioni significative e, possibilmente, chiarificatrici.
Per prima cosa, è necessario definire cosa è il trauma e su quale parte della personalità esso agisce, perchè, ed in che modo si fissa nel vissuto, determinando una modificazione della propria identità.
Ciò che andrò a scrivere è frutto di alcuni approfondimenti che non vogliono essere asserzioni assolute, ma solo cenni e proposte di discussione.
IDENTITA' E TRAUMA
Il trauma si manifesta come interruzione del senso di continuità e dell' immagine di se, degli altri e del mondo precedenti all' evento traumatico.
Esso agisce imponendo un cambiamento nella visione di se stessi e del proprio ambiente di riferimento tramite un processo attraverso il quale gli eventi traumatici vengono, inizialmente, fissati come sensazioni o stati emotivi che non è possibile sintetizzare in una forma che possa integrarsi con le altre esperienze personali.
Questo fallimento nella processazione delle informazioni, a livello simbolico, è l' elemento centrale nella patologia dello stress post-traumatico.
In esperienze normali, quando le persone ricevono imput sensoriali, questi vengono trasformati ed integrati in schemi di riferimento che determinano la percezione di se, degli altri e del mondo, diventano memorie narrative e rientrano nelle esperienze socializzabili, ed adattabili ai bisogni di chi narra e di chi ascolta.
I ricordi traumatici, invece, assumono caratteristiche diverse:essi vengono codificati in immagini, sensazioni e stati emotivi che non possono adattarsi ad essere condivisi a livello sociale.
In tutti gli individui esiste la necessità di percepire la prevedibilità e la controllabilità degli eventi.
Sperimentare l'imprevedibilità e l' incontrollabilità, disorienta la persona rispetto alla relazione con se stessa e con l' ambiente.
Durante un evento improvviso ed incontrollabile, gli schemi di riferimento vengono destrutturati ed il soggetto ha la necessità di riorganizzarsi attorno a nuove immagini di se e della realtà.
Conseguentemente a questi presupposti credo che si possa fare una prima valutazione del trauma subito che, non necessariamente, deve essere maggiore o più modesto a seconda delle caratteristiche proprie dell' evento, ma che, sicuramente, assume potenzialità variabili a seconda delle sua ingerenze sull' identità della vittima.
Esistono differenze nell' elaborazione cognitiva degli eventi traumatici: ad esempio, una persona può interpretare l' evento come un pericolo scampato, dal quale, in qualche modo, ha tratto giovamento.
Un' altra può interpretare lo stesso evento come una perdita di significato della propria esistenza.
Comunque una persona possa vivere l' esperienza, sia che si instauri una situazione patologica che, al contrario, l' individuo riesca ad integrare il vissuto traumatico, esso implica sempre una profonda trasformazione sia nell' immagine di se che nei sistemi operazionali dell' individuo.
Significativamente, esso va ad intaccare aree determinanti della struttura mentale: sicurezza, fiducia, controllo, vulnerabilità, stima di se.
Esiste, tuttavia, una differenza tra esperienza stressante ed un esperienza traumaticamente stressante.
Pur dipendendo dalle risorse che una persona ha per effettuare il riorientamento, e che possono fare la differenza nel vissuto dell' evento e nella sua elaborazione, esistono traumi che destrutturano in maniera più significativa, che richiedono una maggiore riorganizzazione e che possono, quindi, determinare più facilmente un disordine emotivo patologico.
Credo che in una situazione destrutturante e dinnanzi alla perdita dell' integrità del se, si perda l' organizzazione dei sentimenti e delle emozioni proprio perchè ci si trova di fronte ad un' impellente necessità di riorientarsi in un sistema che non si riconosce più come proprio.
Le emozioni, il senso di inadeguatezza, la vulnerabilità e la perdita di padronanza e di controllo, suscitano i sentimenti di colpa o di vergogna, cosi come quelli di rabbia o di frustrazione.
Se l' immagine integra del se, viene smembrata da un evento fuori dal nostro potere di controllo, sebbene non rientri in una nostra responsabilità, ci troviamo completamente esposti e privi di mezzi immediati per riorganizzarci.
In questo caso, il sentimento di vergogna oltrepassa le barriere di una vulnerabilità improvvisamente resa manifesta, la colpa trova motivazioni non immediatamente scardinabili dalla ragione, e così via, in un turbinio di emozioni che, essendo non riconducibili ad uno schema, si trasformano in memorie "congelate", non elaborabili.
In questo senso, non è così automatica la possibilità di smontare determinate immagini falsate, proprio per la struttura mentale che esse assumono, e che non è dipendente dalla nostra volontà nè interagente con essa.
E, sebbene, l' unica persona cui bisogna rendere conto, siamo noi stessi, proprio per la struttura dell' evento e la sua fissazione nel vissuto, ci troviamo, in definitiva, nell' immane difficoltà di recuperare un' integrità che, da qualunque parte la si possa vedere, non sarà mai più la stessa, ed una visione della nostra identità e della realtà che, in un modo o nell' altro, resterà compromessa.
Farne uno stimolo di crescita è, sicuramente, l' alternativa più costruttiva.
Ma non tutti riescono.
Alcune creature più vulnerabili risentiranno degli effetti della violenza in modo permanente e determinante.
A queste persone, noi abbiamo il dovere di garantire il nostro sostegno, perchè può anche essere che " ognuno stia solo sul cuor della terra....." ma io non ci ho mai creduto....
Marina |