| | | | Post: 2.610 Post: 1.330 | Registrato il: 08/02/2006 | Città: TORINO | Età: 69 | Sesso: Maschile | Occupazione: professionista | Utente Veteran | AMMINISTRATORE | | OFFLINE |
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28/03/2007 16:58 | |
Caro Vito,
Non hai perso.
Non si perde, quando si difende la propria dignità ed il diritto di non essere discriminato dalla comunità religiosa dalla quale sei stato allontanato.
Sei un uomo coraggioso!
Ti spiego perché.
Perché il tuo coraggio è rappresentato da una grande forza morale.
Il coraggio non ha valore morale in se, perché il coraggio non è di per se stesso una virtù morale.
Mi spiego meglio, per far comprendere la qualità della mia affermazione.
Non sto parlando di sfrontatezza, di sfacciataggine. Ci sono canaglie, assassini e terroristi che potrebbero essere coraggiosi, in questo senso. Ma si tratta di un coraggio amorale!
Nella parola coraggio, che intendo attribuirti c’è il cuore, la fermezza d’animo della persona che non si tira indietro di fronte a situazioni difficili.
Il coraggio di affrontare impopolarità, odio e disprezzo.
Il coraggio di dire, a viso aperto la verità.
Nel tuo coraggio c’è il merito di resistere ad una necessità morale sulla quale i più sono soliti, per prudenza tacere.
Questo intendo per coraggio!
Di fronte alle evidenti e comprovate dimostrazioni di lampanti ingiustizie hai detto No. No, io non collaborerò.
A questo punto, Vito, per far capire bene la tua posizione a chi legge, parlerò dei rischi a cui ti sei esposto in questa vicenda che appare complessa e dai toni pesanti:
Il rischio di essere isolato e punito.
Il rischio di essere calpestato come una pulce da un dinosauro.
Il rischio di essere mortificato, censurato, disapprovato, condannato.
Ti sei schierato ufficialmente contro l’impero ultracentenario della Torre di Guardia Spa.
Mi sembra di vedere il giovane acerbo ed esile diciassettenne Davide contro il guerriero gigantesco, il campione filisteo, arrogante e possente Golia.
La paura, caro Vito, amico di mille ore di telefonate, disperde ed isola i temerari.
Tu sai che sono al tuo fianco.
Adoro tuffarmi nelle imprese considerate impossibili da realizzare, perché, in questo modo si hanno pochi concorrenti.
Ora mi chiedo:
Ne vale la pena, muoversi in questa “palude” di contraddizioni della WTS Spa, per far valere il principio cristiano?
E’ sufficiente non pensarci, e lasciare correre?
Cosa ci guadagniamo?
Perché non dimenticare, darci agli affari e chi s'è visto s'è visto?
Invece, dopo anni di incertezza e di angoscia interiore, eccoci qua ad esporre il nostro nome e cognome e con una fionda vogliamo colpire un Golia a forma di Casa Editrice che sforna ogni anno miliardi di pagine.
Dopo 13 anni di “deserto”, approdo, nei Forum.
Il 17 di agosto, quasi due anni fa.
Mi hai contattato dopo qualche giorno.
Non sono un soggetto facile, ma dopo poche battute, ho capito che stava succedendo qualcosa che non avevo previsto.
I segnali che avevo ricevuto con e-mail private e con le tue informazioni, mi hanno disegnato un quadro dai contenuti catastrofici.
Persone private dell’identità, ferite e piene di paura, nikname che tradiscono disagi interiori disastrosi, persone che depistano con più nikname o con profili che invece di divertire, in questo contesto così serio, che tratta autentici drammi personali, diventano preoccupanti.
Scusate la franchezza, ma di fronte ad un uomo, capace di fare nomi e cognomi, assumendosene ogni responsabilità e dichiarando con assoluta trasparenza la sua identità, mi permetto di rendergli l’omaggio che si merita.
Vito Pucci si è conquistato il diritto, a pieno titolo, di essere un uomo da “trincea”, per intenderci, quello che sente fischiare le pallottole sopra la testa.
Ha non solo la mia ammirazione, ma anche la mia “fionda”.
Dobbiamo fermare questo “saccheggio spirituale”!
Non importa la disparità di forza, di ricchezza, di potenza.
La WTS Spa è un treno, che probabilmente non possiamo fermare, ma possiamo far saltare giù della gente che con coraggio vinca la paura di uscire da quella caverna platonica per andare incontro alla luce.
Forse non avremo subito dei risultati, ma la probabilità che i nostri atti di resistenza non riescano a fermare l’ingiustizia, non ci esonera dall’agire in nome di ciò che noi riteniamo essere, sinceramente e lucidamente, I veri interessi di migliaia di persone prigioniere nell’animo.
Non può essere giusto opprimere sistematicamente delle persone, spremerle per i propri interessi ed alle prime contestazioni criminalizzarle con la disassociazione.
C’è un intero popolo alle dipendenze gratuite di una “fabbrica” di riviste.
Ridotti in seguito, all’indigenza ed alla disperazione.
Tutte le lotte e le resistenze sono e devono essere concrete, perché abbiano una risonanza totale.
Non ho nulla contro i testimoni di Geova, che sono miei fratelli quanto i cattolici, i protestanti, i musulmani, i buddisti e gli atei, ma contro i soprusi, Si!
Quindi, forza Vito, non cedere al peso del tempo, alla fatica emotiva ed intellettuale.
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