SI PUO' MORIRE DI SILENZIO

Il silenzio è certamente un momento di intimità e di purificazione dei pensieri, può essere un momento di elevazione spirituale divina.
Ma, a volte, stare zitti può significare complicità, paura, interesse, ignoranza, ipocrisia.

Lo scrittore Enzo bianchi scrive ( www-1.monasterodibose.it/bianchi-work/s20060219.html ) :

"Vi è, infatti, un silenzio chiuso, impermeabile alla comunicazione, gestito come ostilità, usato come strumento per creare distanza: in questo caso il silenzio diventa un muro, una fortezza che respinge tutto quanto incontra....................................... Il mutismo non è silenzio: ......... Molti concepiscono il silenzio come condanna imposta loro dagli altri che si rifiutano di ascoltarli, che li escludono con il non prestar loro attenzione. Allora il silenzio può divenire luogo di disperazione, mancanza di elementi vitali: si può morire di silenzio come si muore di fame, di sete, di fatica, di dolore. Chi infatti è solo, isolato e vive nell’angoscia, diviene avido di rumore, brama il suono di una voce conosciuta, insegue tutto ciò che rompe la monotonia della giornata.
A volte chiamiamo silenzio il mutismo di chi si trincera dietro il rifiuto di comunicare, la chiusura di chi non può o non vuole parlare della propria sofferenza, il quotidiano negarsi all’altro anche nell’intimità familiare, il progressivo smarrimento della fiducia reciproca: sono I piccoli e grandi silenzi di morte. Ma non è certo di questo silenzio che abbiamo bisogno, non è questo il tesoro perduto di cui abbiamo nostalgia."

Ho riportato queste parole del priore della comunità di Bose, perchè meglio non si può spiegare l'altra faccia della medaglia del silenzio, che non sempre è motivo di pace interiore, ma per molti individui è motivo di sofferenza e dolore interiore.

Una giovane creatura di 15 anni, Rachele, si è suicidata, in un piccolo paese della Sicilia, lanciandosi nel vuoto, dal 5° piano, precipitando nei profondissimi silenzi del buio.
Il silenzio angosciante di questa ragazza è proseguito anche dopo la sua morte.
Nessuno ha parlato di questa terribile e assurda tragedia, nessun commento. Un maledetto ed inspiegabile silenzio. Ogni giorno, compreso oggi, si parla di morti per suicidio, cercando le ragioni che possano spiegare il perchè di questo male di vivere.
I telegiornali nazionali ne parlano, ne parlano anche articoli fiume sui giornali, ma su Rachele non è stato detto o scritto nulla.
Il silenzio e l'indifferenza che l'hanno portata all'insano gesto, continua anche adesso che non c'è più, la stessa indifferenza, lo stesso silenzio.
"Riposa in pace", "povera piccola", "chiudiamoci in un rispettoso silenzio", "Il Signore possa accoglierla nella sua casa", "preghiamo per I suoi genitori", "preghiamo per la piccola Rachele"................frasi cotte e stracotte nel brodo dei ceci.
Invece di gridare, urlare al mondo quello che è successo, dare voce a quel silenzio straziante, raccontare quanto sia stato bestiale per quella ragazza vivere in un modo che l'ha portata a non trovare soluzioni alla sua voglia di vivere secondo i suoi desideri, invece di denunciare all'opinione pubblica che di persone con questi disagi ce ne sono a migliaia, ci limitiamo a osservare un rigoroso ed opportuno silenzio di rito.
Vi dico la verità, è così che continuano le carneficine.
Le parole che concludono una poesia di Ignazio Buttitta, nato a Bagheria, vicino a Palermo, recitano così: "Non mi manca niente, non desidero niente; solo una corona per recitare il rosario la sera, e non c'è nessuno che me la porti di filo di ferro per impiccarmi a un palo!

Quando una persona dice che tutto è perduto e si uccide, muore due volte!

Saluti
Modificato da parliamonepino 28/09/2006 2.29

Bel commento Pino!
Io per giorni ho ascoltato i telegiornali in attesa che qualcuno raccontasse di Rachele!Invano...
Oltre dei gravi problemi internazionali ed interni, si trova il tempo per parlare in un telegiornale, di gossip, di come sta bene una salsina sulla carne, di una separazione "Vip", di una litigata sull'isola dei famosi, degli strafalcioni di alcune ochette giulive abbinate ad altrettanti secchioni, ma della piccola Rachele che si butta dal quinto piano dopo un'adunanza nella sala del regno dei Testimoni di Geova, nessuno ha il tempo di parlarne!




Modificato da Dario.from.CS 28/09/2006 12.33

Come il parlare può essere fecondo e positivo, infecondo e negativo, così il silenzio può essere di segno positivo o negativo ( + - ).

Facciamo alcuni esempi di segno positivo, graditi al Signore:
+ Quando il silenzio è usato come puro strumento di ricerca di verità spirituali e di Dio;
+ Quando il silenzio è usato come mezzo di comunione fra gli uomini altrimenti lontani e non comunicanti;
+ Quando il silenzio è adottato in luogo di parole di calunnia, di giudizio, di condanna, di insulto, di odio, di invidia, di scoraggiamento;
+ Quando il silenzio non è assenza di parole ma rinuncia a parole che non portano come il vento semi di vita.
Il silenzio non è gradito a Dio quando lo si adotta così:
- Per non dire il vero;
- Per non dare un'informazione preziosa;
- Per non salvare una persona in pericolo;
- Per non testimoniare contro un potente;
- Per viltà come nei casi di omertà;
- Per lavarsi le mani di un problema complicato;
- Per coprire l'egoismo, il falso, la corruzione e così via.

E tu, hai deciso quale segno vuoi che abbia il tuo silenzio durante tutta la tua vita ?

Tratto da: http://www.quaker.org/melodia/signore/

Non è mia intenzione addossare delle colpe a nessuno, Rachele, probabilmente è stata vittima dell'ignoranza, del fatto che certe regole le soffocavano gli entusiasmi di quell'età ancora così acerba e curiosa di scoprire la vita.
Solo che, trovo strano che ieri hanno parlato del suicidio di una donna brasiliana, non ricordo di quale città, 5 giorni fa hanno parlato di quel muratore exstracomunitario, morto soffocato sotto le macerie, dopo un crollo, nello stesso paese di Rachele, a Licata (AG), ma di una ragazza di 15 anni non si è spesa neanche una parola.
Non è mia intenzione addossare delle colpe a nessuno, Rachele, probabilmente è stata vittima dell'ignoranza, del fatto che certe regole le soffocavano gli entusiasmi di quell'età ancora così acerba e curiosa di scoprire la vita. Solo che, trovo strano che ieri hanno parlato del suicidio di una donna brasiliana, non ricordo di quale città, 5 giorni fa hanno parlato di quel muratore exstracomunitario, morto soffocato sotto le macerie, dopo un crollo, nello stesso paese di Rachele, a Licata (AG), ma di una ragazza di 15 anni non si è spesa neanche una parola. Tu, non lo trovi strano? Io non voglio accusare nessuno, ma non voglio neanche stare zitto, in silenzio! L'invito alla prudenza può essere una cosa saggia, ma quando succedono cose di questo tipo, scusa la franchezza, ma la "prudenza" suona come un "non possiamo farci niente", "un laviamocene le mani", "nessuno sa nulla, quindi stiamo in silenzio".
Rachele, la ragazza di cui parliamo, è stata vittima del silenzio, silenzio che non è stato interrotto neanche dopo la sua scomparsa.
Non accuso nessuno, ma mi pongo mille domande!
Nessuno ha protetto Rachele o si è sentito di dire parole indagatrici per capire, per sapere cosa ha innescato un pensiero di morte ad una bimba di 15 anni.
Ma con che razza di società abbiamo a che fare, che sommerge un fatto così grave?
Non lo trovate strano?
Non voglio accusare nessuno, ma non voglio neanche stare zitto, in silenzio!
L'invito alla prudenza può essere una cosa saggia, ma quando succedono cose di questo tipo, scusate la franchezza, ma la "prudenza" suona come un "non possiamo farci niente", "un laviamocene le mani", "nessuno sa nulla, quindi stiamo in silenzio".
Rachele, la ragazza di cui parliamo, è stata vittima del silenzio, silenzio che non è stato interrotto neanche dopo la sua scomparsa.
Non accuso nessuno, ma mi pongo mille domande!
Nessuno ha protetto Rachele o si è sentito di dire parole indagatrici per capire, per sapere cosa ha innescato un pensiero di morte ad una bimba di 15 anni.

Ma con che razza di società abbiamo a che fare, che sommerge un fatto così grave?

Saluti

Grazie, Siria, solo una donna con la tua sensibilità nella capacità di espressione poteva aggiungere, a questa vicenda, le parole più adatte a completare il mio pensiero.

Con grande affetto

Riesumo questo Tread perchè domani, 22 settembre 2007, fa 1 anno che Rachele Scicolone se ne è "andata".
Oggi, avrebbe quasi 17 anni!
Domani scriverò un articolo doveroso alla memoria!
Saluti
Pino

un pensiero ed un fiore per questa ragazza e la sua famiglia..