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  14/03/2006 11:52 | |
Carissimo Fratello (Don) Battista,
Finalmente mi sono preso il tempo di leggere, con la dovuta attenzione, alcuni stralci dell' Enciclica di Paolo VI del 1964. Inoltre ho letto con grande piacere le tue considerazioni sul "Dialogo" e su cosa lo può ostacolare.
A distanza di settimane dall' invio di questo "speciale contenuto", ho deciso di esprimerti i miei pensieri.
Ho fatto passare del tempo per riflettere e per capire, alla luce degli ultimi avvenimenti, quali sarebbero i passi da fare per proseguire un cammino che ci aiuti a costruire non una "Torre di babele", ma una "casa accogliente del dialogo".
Le informazioni che mi hai inviato mi sono state utili per consapevolizzare sempre di più la mia coscienza cristiana. Il mio carattere, un addestramento sbagliato, la deformazione professionale dovuta ad un mestiere commerciale aggressivo, sono stati per me un ostacolo. Infatti, per quanto mi rendevo conto di quanto fosse importante il DIALOGO, non ne ho mai compreso la giusta e corretta applicazione secondo i criteri cristiani.
Ho insegnato comunicazione, per anni, senza rendermi veramente conto di quanto ero lontano dal modo di comunicare del Cristo.
La ricerca interiore di questo ultimo anno, che coincide con l' anniversario della scomparsa del nostro comune amico e fratello Saro, la lettura di alcuni suoi scritti che Renata mi ha consegnato in eredità, la costante preghiera, e la memoria delle ultime telefonate (giornaliere) con Saro, mi hanno consentito di intraprendere il cammino polveroso che porta alla strada di Damasco. Strada che più volte mi sono illuso di percorrere, per poi rendermi conto che si trattava di percorsi diversi.
Approfitto anche per dirti che ho riletto con più attenzione i tuoi libri, risultato di ricerche molto profonde, che rivelano un' azione protesa a guadagnare l' unità nel Cristo.
Caro Battista, devo dirti, che per uno strano modo di agire, Dio ha permesso che i miei contatti spirituali non terminassero con Saro, ma per dei canali che non riesco ancora a comprendere, un'altra figura si è proposta in sostituzione dell'amico Saro. Vito Pucci come una specie di paraclétos (avvocato), di soccorritore, si è affacciato nella mia vita. Vito mi ha messo al corrente di cose che in parte conoscevo, ma la cosa più significativa è che Vito Pucci è un autentico protagonista di una delle più clamorose cause intentata contro la WTS. Causa che mette in discussione i diritti universali e fondamentali dell'uomo.
Caro Battista, pensavo, in tutta sincerità che il nostro incontro sarebbe finito un anno fa con la funzione funebre di Saro. Credevo che il nostro rapporto di simpatica amicizia si concludesse a Bergamo. Il Signore non ha voluto così. Col tempo, c'è stato modo di unire gli sforzi per trovare, fra noi, il famoso dialogo. Ho voluto fortemente che tu conoscessi, l'oramai amico e fratello Vito Pucci. C'è un disegno in tutto questo! La mia valutazione si basa su delle sensazioni che non sempre sono confortate dalla ragione.
Trovo, a questo punto, necessario un incontro fra te, Vito Pucci e altri amici, che ci consenta di costruire le basi per un dialogo che faccia da modello a qualcosa di più importante.
Lo scopriremo strada facendo.
Un abbraccio con tutto il cuore
Tuo fratello
Pino
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