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Società torre di Guardia - Egregi Signori

Ultimo Aggiornamento: 19/11/2020 19:41
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Società torre di Guardia
Via della Bufalotta 1281
0138 Roma
Baston Adriano
Piazza Annunziata 5
10078 Venaria Reale
Torino

Venaria, lì 27/09/1995


Egregi Signori,

Non sono affatto sorpreso di essere, dal tempo della mia dissociazione dai T.G. (tre anni e mezzo fa), oggetto di offese, calunnie e lettere anonime, che danneggiano la mia reputazione e quella della mia famiglia. Tutto ciò causa tristezza e profonda sofferenza. Mi dico: è la solita politica della “società” e dei suoi rappresentanti: demonizzare chiunque l’abbandona.
Padrona, ormai, della sfera psicologica dei suoi sudditi, la “Società”, non fatica ad inculcare loro, nella mente e nel cuore, la convinzione che abbandonare la soglia del portone della “Torre” vuol dire la perdita di tutto, parenti, amici ed, infine, la “disapprovazione di Geova” e la morte. Una volta che un affiliato abbandona, si avvertono i “fratelli” dicendo loro: “Vedete cosa significa uscire dall’organizzazione? Come potete osservare, vuol dire la perdizione, la rovina morale e la perdita della stessa vita”.
Ma per i veri cristiani non c’è vita senza Cristo.
Come “uscito”, a detta di molti cosiddetti “fratelli e sorelle”, (non quelli veri!, che mi hanno telefonato o che sono venuti di persona per conoscere i fatti), ora che non sono più dei loro sarei caduto nell’ ”immoralità” di ogni sorta. Le maldicenze non si sprecano: “Ha abbandonato la famiglia per convivere con un’altra donna”. A dir poco, questo è vergognoso.
Invece di preoccuparsi di me, cosa faccio o non faccio, sarebbe molto più saggio che si preoccupassero di cosa avviene moralmente nelle “loro congregazioni”. Si preoccupassero di quanto morali siano le unioni matrimoniali di “divorziati” o “separati” che si consumano all'interno dell’ “organizzazione”, con la vostra approvazione a colpi di discorsi, cantici e preghiere, ma senza l’autorizzazione di “Cesare” e, tanto meno, senza la benedizione di Dio.
Altri TdG affermano: “E’ stato espulso perché rubava”. Sulla stessa onda suonano altre maldicenze, che non menziono. Su tutto questo pettegolezzo divulgato ai miei danni e ai danni dei miei compagni d’opera, Gesù parla chiaro nella parabola degli “schiavi”: quello “malvagio” avrebbe battuto “i suoi compagni di schiavitù”. Matt. 24:48-51; Luca 12:45-46.
Mi guardo molto bene dal fornire i nomi dei “fratelli” e delle “sorelle” che gentilmente si sono prestati ad informarmi, per evitare loro le ritorsioni da parte del “corpo degli anziani” che, come sapete molto bene, potrebbero avere conseguenze drammatiche come: divisioni familiari, problemi di lavoro e tutto ciò che segue. Gli “anziani” sono purtroppo gli esecutori materiali dell’ideologia della “Società”.
Sono comportamenti che producono spinte dolorose e tragiche. Pensate: persone che una volta ti ritenevano un “amico” e un “fratello”, oggi ti vedono come un “nemico” da “odiare” e da “odiare con odio completo”. Come è possibile che persone, che si considerano le “migliori” perché “adorano Geova”, assumano un atteggiamento così carico di ostilità e disprezzo nei confronti di chi non la pensa più come loro? In questo contesto si vulnera il rapporto fraterno e civile della convivenza cristiana e umana. Avere coscienza di ciò non evita le profonde lacerazioni dello spirito di chi ne viene coinvolto. Ed è ancora più grave che lo sviluppo di questo “odio” si compia alla presenza di Gesù Cristo, l’autore della redenzione. Questo modo di agire svilisce e dissacra il Suo supremo sacrificio. L’Atto di Cristo dovrebbe indurre ognuno di noi alla più profonda sensibilità, alla presa di coscienza che siamo tutti fratelli, anche nel peccato “che facilmente ci avvince” e, come il Vangelo ci insegna, dobbiamo deporre le armi.
Per gli oltraggi sofferti e che tuttora subisco, avrei in mano tutti gli elementi per denunciare i colpevoli; ma in relazione alle parole di Gesù, il Maestro, che invitano al “perdono” e alla “misericordia”, mi vietano di farlo. Non lo faccio anche perché, come cristiano della diaspora, mi sforzo timidamente di realizzare, attraverso il mio bagaglio di pochezze e di conflitti interiori, qualcosa di migliore. Perché, a prescindere da alcune cose positive ereditate da “testimone”, cose che ritengo siano cristiane, mi accorgo di aver perso molto tempo e che il tempo che mi resta devo spenderlo in modo costruttivo nell'ambito del cristianesimo, facendo molta attenzione all'effimero.
Voi affermate di essere gli “unici cristiani”? Allora, incominciate a rispettarmi, a rispettare la mia famiglia e tutte le persone che non la pensano come voi. Abbiate rispetto specialmente per coloro che, convinti nella fede, con profonda carità cristiana si sacrificano per gli altri, e sono molti, come Suor Teresa di Calcutta, per esempio.
Gesù comanda a tutti i cristiani di “smettere di giudicare”, di “smettere di condannare”, e afferma: “Se amate quelli che vi amano, quale merito ne avrete?” Luca 6:32 NM.
E’ ovvio che, alla luce del Vangelo, l’organizzazione religiosa che si innalza presuntuosamente, affermando di essere la migliore moralmente, e persino si erige a giudice delle altre, va contro l’insegnamento di Cristo: si comporta da protagonista per interpretare il personaggio del “fariseo” della parabola di Gesù; a differenza del “peccatore che si batte il petto”, dice: “Non sono come lui”. Assumere questo ruolo e deplorevole e disonesto.
Non è affatto edificante puntellare la fede, la vostra fede, con pettegolezzi e calunnie, buttando fango addosso a tutti coloro che la vostra ideologia religiosa ha condannato all'apostasia.
Così, colgo l’occasione per osservare che non trovo affatto morale strumentalizzare la buona fede e l’ignoranza in fatto di fede e scienze bibliche. Non trovo neppure morale la sistematica manipolazione che la vostra “organizzazione” opera sulla sua stessa storia, allo scopo di far credere ai “fratelli” quello che vuole per “edificare” e “incoraggiare”.
Usare l’arma della manipolazione, della citazione distorta, per far dire agli autori quello che in realtà non dicono, è pure disonesto, lede e offende la loro dignità di studiosi e ricercatori della verità. C’è di che riflettere sul sistematico ricorrere a questi sotterfugi per edificare una fede precostituita!
Faccio un paio di esempi.
Nel libro “Ragioniamo” (ed. 1985) la “Società” manipolò la citazione sulla questione della “croce” tratta dal dizionario Liddell & Scott, per provare a tutti i costi la dottrina del “palo”. Scoperto il fattaccio, la casa editrice di detto dizionario costrinse la “Società” a correggere la falsificazione con una nuova edizione del libro “Ragioniamo” nel 1990. Come succede spesso, per inveterata abitudine, la “Società” con astuzia tace.
Un altro esempio. La “Società” condanna gli altri di usare, a volte, termini (tratti dall’ambiente della filosofia) inappropriati per spiegare certi passi della Scrittura. Ma lo sa che termini come “infinito”, “eterno”, “provvidenza di tutte le cose” e “onnipotente” sono stati “i Presocratici filosofi della natura, a forgiare tali categorie immaginando il loro principio materiale come fonte della vita e dell’essere”? (W. Jaeger, Humanisme et Theologie. Paris 1956, pag. 79). Visto l’origine di questi termini, perché la “Società” non li cancella dal suo linguaggio?
Compilare un elenco di citazioni manipolate dalla “Società” sarebbe troppo lungo e noioso. Comunque sia, ho fede che “non c’è nulla di nascosto che non venga alla luce”, perché la verità non può essere imprigionata, come ci assicura il Maestro.
Lasciatemelo dire: l’azione più sacrilega per raggiungere i propri fini dottrinali è la manipolazione della stessa Parola di Dio. Torcere e manipolare la Scrittura con aggiunte e tradizioni umane allo scopo di tradurre un apparato dottrinale per l’innalzamento di un Dio a propria immagine e somiglianza come ha fatto il C.D. (Corpo Direttivo), agli occhi di Dio è ripugnante e blasfemo. Specialmente quando si sa a che cosa si va incontro quando si aggiunge o toglie dalla Parola di Dio.
La “Società” sa benissimo dei suoi travisamenti. Esempio: l’aggiunta, fatta migliaia di volte, del nome “Geova” pur sapendo che è un invenzione. Si veda anche Giovanni 1:18. (Il Vangelo di Giovanni è uno degli scritti sacri più tartassati), Col. 2:9; Filipp. 2:5-8 ecc.
Così facendo, il C.D., si è creato il suo simulacro, di fronte al quale il “testimone” perde tutta la sua identità, è vinto, annichilito, è curvo davanti al suo indiscusso potere. Infatti, quale fratello oserebbe “correggere lo schiavo”?, come disse, una volta, il “fratello” Fredianelli.
Tutto questo ha del tragico, purtroppo, perché il T.d.G. non lo sa, non sa di essere vittima di una cospirazione ai danni dei suoi destini di redento. Non sa di essere uno strumento, un “esecutore” materiale e l’esatta proiezione del dio “Torre di Guardia”. “Fratello non devi dire: ‘io penso’, ma dov’è scritto nella Torre di Guardia?” E’ il motto del “sorvegliante” di circoscrizione e di distretto.
Inginocchiati in prima fila ci sono gli “anziani”. Proprio a loro per primi viene comandato di non “esitare ad applicare qualsiasi direttiva ricevano dall’ ”organizzazione teocratica di Geova” per tenersi tutti “incondizionatamente uniti all'organizzazione”. Naturalmente, uniti in dottrina, in morale e organizzazione. T.G. 01-10-1990 pag. 31; T.G. 01-05-1992 pag. 21.
Genuflettersi davanti a questo idolo ed al suo dispotico volere dovrebbe far riflettere ogni “testimone” e domandarsi seriamente se è schiavo di Dio o degli uomini. (Rom. 6:16; 1 Cor. 7:23). Questo comportamento, a mio avviso, significa idolatria, e idolatria è uguale ad ateismo, ateismo non cosciente, ma sempre ateismo (trovo strano che la “Società” non abbia ancora trovato il coraggio di chiamare idolatri i cristiani che adorano Gesù. Mi sbaglio?). Presentare, tra l’altro, il C.D. come l’oggetto che, “quando parla dice solo la verità”, sapendo che solo Gesù Cristo è la verità, è davvero blasfemo e anticristiano. (T.G. del 15/05/1962, pag. 307). Chi viene sedotto da questi discorsi è spinto verso uno dei tanti viottoli diramatori del settarismo che portano molto lontano dalla strada maestra, dalle vere aspirazioni cristiane e dalla speranza escatologica nutrita da tutti i cristiani.
A questo proposito il Maestro avverte i suoi seguaci a guardarsi da quelli che in nome suo insegnano: “questo è il tempo”, oppure “il tempo è prossimo”.
Approfittando delle umane miserie, seducono e suggestionano con false promesse sulla “presenza” di Cristo e sulla “fine” del “sistema di cose”, stabilendo perfino delle date, (la vostra letteratura ne è piena) come: 1874, 1878, 1914, 1918, 1925, 1942, 1975 e ora è “altamente improbabile” arrivare al duemila: tutto per fare discepoli! (T. di G. 15-04-1981 pag. 31).
Gli avvertimenti di Gesù ci proteggono dall'ascoltare questi visionari distillatori di illusioni e di false speranze. “State attenti”: Gesù avverte di non cedere agli imbrogli di “falsi Cristi” (il C.D. si definisce “unto”, e “unto” è la traduzione italiana di “Cristos”). Perciò, fate attenzione, dice Gesù ai falsi “unti” ed ai loro travestimenti che “vengono a voi in veste di agnello”. Il cristiano se ne sta lungi da tutti coloro che seminano menzogne ed anche chi da centovent’anni dice “tra breve”, accalappiando gli ignari come me, arruolato nel 1951 con l’ “imminente” ed il “tra breve”.
Chiunque, in nome di Dio, insegna al suo prossimo, e in tal modo lo defrauda, dottrine che trovano solo ispirazione dalle sue elucubrazioni mentali, è un falso profeta e siamo invitati dalle Scritture a non ascoltarlo. Come cristiani dobbiamo stare svegli, per evitare gli agguati di quelli che, che pur professandosi cristiani, senza pudore adulterano la verità per vendere il loro prodotto, pur sapendo che Dio punisce chi si comporta in tal modo. Guai! Chi lo fa, si rende reo di ateismo, poiché agisce come se Dio non esistesse. Il cristiano e apologeta Tertulliano giustamente avvertì: “Questi eretici non accettano alcune scritture; se ne accettano alcune, non le accettano integre, ma le stravolgono con tagli e aggiunte per adattarle al loro sistema. Se poi, fino ad un certo punto le presentano integre, ciò nondimeno le mutano, inventando delle interpretazioni opposte alle nostre. Un senso adulterato fa violenza alla verità tanto quanto una penna corruttrice: è inevitabile che delle sciocche congetture non vogliano riconoscere quelle dottrine da cui esse sono confutate, ma si appoggino su quei passi che hanno corretto e falsato e su quelli che hanno scelto a motivo della loro ambiguità”. (Sulla prescrizione contro gli eretici). Senza tema di sbagliare, su questo i T. di G. si possono definire campioni. La lezione dei Mormoni è stata davvero applicata!

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Purtroppo, la vostra “organizzazione” sin dal suo sorgere con C.T. Russell, si concesse delle libertà in materia di fede e dottrina che la porterà un giorno in giudizio davanti a Dio. E, checché se ne dica, a nulla valgono le sue pretese storiche circa le sue origini cristiane, specialmente sulla base delle parole di Gesù: “Io sarò con voi fino alla fine del mondo” o “sistema di cose”, come preferite. A questa affermazione di Cristo non seguì nessuna organizzazione denominata Testimoni di Geova con tutto il suo apparato: un presidente, un vicepresidente, un corpo direttivo, un corpo di scrittori, un tesoriere, neppure i cinquecento azionisti della S.p.A., Società Torre di Guardia di Bibbie e trattati e di tutto quello che ci sta dietro. Provate un confronto storico, se ci riuscite, con qualche gruppo organizzato del passato. Potreste reggere al confronto storico e dottrinale? Piuttosto, non sarebbe più appropriato e più coerente definire il vostro gruppo, alla luce della storia, solo e soltanto un movimento religioso sincretista?
E’ lecito ancora domandarsi: “A quale organizzazione religiosa Gesù si riferì, dicendo che la sua “Chiesa” non avrebbe visto “le porte dell’Ades”? Rispondete! Si riferiva forse alla vostra “organizzazione”, che vide la luce solo nel 1874? Sostenere, a tutti i costi, le vostre pretese, nonostante la negazione scritturale e storica, è contro la verità: mi chiedo se si possa parlare del C.D. come di uomini in buona fede.
Si impone un altro argomento legato agli altri; non si giustificano le bugie in nome della “verità progressiva”, con l’appoggio della scrittura di Prov. 4:18, che nel contesto biblico significa ben altra cosa. Nessuna “strategia teocratica” può salvare il vostro argomento. Le bugie non si possono tramutare in verità o viceversa! Solo il C.D. è capace di simili miracoli!
Spiegatemi: a chi si riferiva Prov. 4:18 e tutto il resto che voi in modo laudativo applicate alla vostra “organizzazione”, quando essa esisteva solo nel cervello del commerciante C.T. Russell? Meditate fratelli! Meditate!
Sconcertante e non nuova è la dottrina dell’ “odio” che spesso appare nella pagina della vostra rivista “La Torre di Guardia”; “odio” nei confronti dei “nemici”, invece dell’amore. Ritengo deplorevole che per sostenerlo, tiriate per i capelli la Bibbia, insegnando che il cristiano deve “odiare” e citiate le parole del profeta Davide. La Torre di Guardia sostiene: questo è “l’ “odio” che ci interessa di più ai fini dell’argomento che stiamo trattando. Racchiude il concetto di provare un tal senso di ripugnanza o forte avversione per qualcuno o qualcosa, da non volere avere nulla a che fare con quella persona o cosa. Nel Salmo 139 se ne parla come di un “odio completo….”. ‘Non odio io quelli che ti odiano…. E non provo nausea per quelli che si rivoltano contro di te? Li odio con odio completo……..’ “.
Tra questi odiati, come primi della lista, ci sono gli ecclesiastici della cristianità e poi l’anatema per tutti quelli che hanno abbandonato la “Società”, i cosiddetti “apostati”. T. di G. 15/07/1992 pag. 9-14.
Citare come argomento, per sostenere la propria dottrina, l’odio di Davide, il quale trattava il nemico a colpi di spada, come volontà di Dio, significa “stabilire la propria giustizia a quella di Dio” e questo non si addice al vero cristiano. E’ un vangelo diverso dal Vangelo dell’ “amore” e della “misericordia” incarnati da Gesù (Rom. 10: 1-4; Gal. 1: 8-9). Davide appartiene alla cultura del suo tempo.
Lo sapete benissimo che Davide nella Bibbia è descritto anche come “uomo di sangue”, uomo “valoroso in guerra”, uomo che dice: “felice sarà chi afferrerà e in effetti frantumerà i tuoi fanciulli contro la rupe”, uomo che riguardo al suo nemico prega che: sua moglie sia vedova. E senza fallo i suoi figli vadano vagando; e devono chiedere l’elemosina. E devono cercare (il cibo) dai loro luoghi desolati” Sal. 137:9; 109:10; TM.
Non bisogna essere dotati di intelligenza superiore per capire che tutto ciò che è scritto nella Bibbia non è tutto pensiero di Dio. Il profeta lo sa benissimo: “i miei pensieri non sono i vostri pensieri” dice Dio. Ma il C.D. fa finta di non saperlo, non ha nessun interesse ai fini della sua dottrina dell’ “odio”, non è nella sua natura distinguere l’errante dall’errore. Se facesse questa distinzione non potrebbe evitare i contatti con chi è uscito dalla “Società” e ciò sarebbe molto fastidioso alla sua dottrina.
Al contrario di Davide, Gesù comanda ai cristiani di “deporre la spada” di “amare i nemici”, addirittura di dar loro da mangiare e da bere se necessitano di queste cose. Egli ordina di fare del bene a tutti anche ai “persecutori”. L’apostolo Paolo insegna, come il Maestro, di fare del bene a “tutti”. A differenza dei T. di G. l’apostolo Giovanni insegna che “chiunque odia il suo fratello è un omicida” e “nessun omicida erediterà il regno di Dio” Gal. 6:10; I Giov. 2: 9-11; 3:15; 4:16; Apoc. 21:8; 22:15.
Di nuovo Gesù Cristo, a differenza di Davide, che dice di “frantumare i fanciulli contro la rupe”, insegna: “Lasciate che i fanciulli vengano a me”; e: “se non vi convertite e non diventate come questi fanciulli non erediterete il regno”.
Anche il discepolo Giacomo, come il profeta Isaia, insegna che “la vera religione” consiste nell'avere cura delle “vedove e degli orfani nella loro povertà” (Giac. 1:27; Is. 1:17). Leggere con più attenzione il Vangelo eviterà al C.D. fastidiosi errori dottrinali. E’ un gravissimo sbaglio filtrare il cristianesimo con la legge mosaica; si insulta colui che afferma “ma io vi dico”.
Ciò che Gesù abbatte, la “Società” raccoglie per erigere di nuovo il “muro” Ef. 2:14-15. Purtroppo, essa strappa dalla croce il “documento di inimicizie” inchiodato assieme a Gesù Col. 2:14.
Se la “Società” è incapace di distinguere la parola di Dio da quella dell’uomo c’è davvero da preoccuparsi; anche perché una lettura letterale della Scrittura potrebbe correre il rischio di rasentare il fondamentalismo religioso con tutte le conseguenze che questo comporta come: danni morali, fisici e psichici. Per una migliore conoscenza sarà utile consultare delle buone opere esegetiche e di altre discipline scientifiche per una maggiore comprensione dei testi biblici. Lo sapete benissimo che la Bibbia non è arrivata miracolosamente dal cielo in italiano con tanto di note e spiegazioni in calce. Valga anche per i testi critici prodotti dai “malvagi della cristianità” dei quali fate anche cattivo uso.
Desidero sottolineare: se vi ritenete “i veri cristiani” allora sarà molto meglio che sin d’ora la smettiate con le bugie, con le falsificazioni e le calunnie ai danni di persone di altre religioni. Offese molto pesanti disseminate in tutta la vostra letteratura per la sola colpa di appartenere ad un altro gruppo religioso.
Non voglio dimenticare, e questo è riconosciuto da tanti altri, che qualche volta anche i T. di G. sono stati calunniati e perseguitati, ma ciò non basta a giustificare il vostro “odio” nei confronti degli altri credenti. Diversamente da come dice la Torre di Guardia, non esistete solo voi nel mondo dei perseguitati, le sole vittime della guerra e di campi di sterminio (tace, però, la “Società” dei suoi intrighi e compromessi con questo mondo; e, se ne parla qualche volta, lo fa sempre in sordina, sminuendo naturalmente il più possibile, con giri di parole, le gravità dei fatti, fatti documentati dalla sua stessa letteratura).
L’onestà impone di dire la verità anche sui vari Romano Guardini, sui vari Dietrich Bonhoeffer, sui milioni di Primo Levi, sulle migliaia di sacerdoti, di suore, di evangelici, di battisti e di altre tante vittime del male, credenti nella chiamata agli altri destini del cristianesimo rivelati da Gesù. Il cristiano da corpo alle parole di Gesù nell'amore e nel sacrificio; invoca la misericordia come Gesù la invocò sul Golgota per i suoi assassini. A questo Dio ci ha chiamati, non importa dove o quando nella nostra vita di “mendicanti”.
Non si dimentichino neppure gli altri uomini e donne che, credenti o no, forti e convinti degli alti valori di libertà e giustizia si sono immolati per essi. Tanto è vero che anche voi non disdegnate affatto di usufruire, a piene mani, dei privilegi che la libertà dalle oppressioni comporta. Libertà che è stata pagata a caro prezzo, col sangue del vostro prossimo. Naturalmente, come cristiano credo in una libertà superiore, la “libertà” di Cristo, pagata col Suo prezioso sangue. Sarà Dio, e non la “Società”, a giudicare l’operato di tutti gli esseri umani quando compariremo davanti al suo supremo tribunale.
Abbia il coraggio la “Società” di parlare anche degli altri “martiri” di tutte le latitudini, passati e presenti. Purtroppo, non lo può fare, perché? Perché è fondamentalmente una setta rinchiusa nel suo lager “Torre” impegnata nella preparazione di “succulente” diete, vecchie e nuove, ricette studiate per alimentare i suoi prigionieri. Sempre vigile col suo grosso “orecchio di Dioniso” ai bisogni richiesti “a suo tempo”. Pronta ad accogliere ogni bisbiglio, ogni sussurro che inavvertitamente nella sua solitudine al prigioniero potrebbe sfuggire. Questo sussurro sarebbe molto sgradevole all’ “orecchio” del “grande fratello” (Orwell). La “purga” attende al varco chi viene sorpreso. L’interdizione con tanto di etichetta: “apostata”.
I reclusi della “Torre” vengono con premura perennemente “sorvegliati” e “incoraggiati” a cibarsi solo alla “tavola di Geova”. Tutte le altre tavole contengono cibo avariato, tossico; è “cibo di satana”; ma nello stesso tempo non disdegnano di servirsene e mangiarlo quando fa loro comodo.
Cibarsi alla “tavola di Geova” in realtà è la dieta del C.D., incarnazione della “volontà di Geova”, il “canale di comunicazione di Geova”, i “gloriosi”, i “principi”, i “preminenti” e via dicendo. Non importa se la “tavola di Geova” è “imbandita” di “bordeggi” e di mutevoli insegnamenti discordanti tra loro. Meno ancora si preoccupano quanto i loro insegnamenti contrastano con il testo greco ed ebraico della vera Bibbia. Quello che conta, in verità, è che il recluso sia in continua contemplazione davanti al suo simulacro: “La Torre di Guardia”, la sua ancora di salvezza, senza la quale è impossibile capire la Bibbia ed ottenere scampo da questo mondo. Infatti, l’umanità ha dovuto attendere, per capirla, il commerciante C.T. Russell. Prima che arrivasse lui e che creasse la sua organizzazione nessuno dalla morte dell’ultimo apostolo Giovanni aveva capito la Scrittura. Vi rendete conto?
Infine, chiedo perdono a Dio e a tutti quelli che in nome della “Società” ho avvicinato a questa ideologia. Nello stesso tempo lo ringrazio di tutto cuore di avermi aperto, dopo più di 40 anni, gli occhi, su una organizzazione senza il vero Cristo. Poiché, dove non regna e non si edifica amore verso amici e nemici Dio è morto.
Quello del Cristo, invece, è un amore cosmico, universale, perché non è solo mediatore dei “144.000”, come insegna la Torre di Guardia, ma il Redentore di tutta l’umanità, a cominciare dal peccatore Adamo. Pur tuttavia, la “Società”, imperterrita, continua nel suo annunzio di morte per gli oltre sei miliardi di persone che non “conoscono la destra dalla sua sinistra”; “tra breve”, perché Geova ha deciso così. (tra breve da 120 anni). L’umanità “non adora Geova”, perciò, affermano i T.d.G, “sarà distrutta” entro la “generazione del 1914”. Non si sa, poi, quanto abbiano deciso debba ancora durare questa generazione. Tutto avverrà per la sola colpa che, come individui di questa umanità peccatrice, non si è riusciti a capire il “messaggio” della “santa” Torre di Guardia.
Credetemi, sono estremamente tentato di continuare ad esaminare la vostra dottrina più a fondo, ma mi accorgo che il discorso mi porterebbe troppo lontano dallo scopo che mi ero prefissato all'inizio. Farlo, capisco, sarebbe anche un discorso buttato al vento, come immagino sarà destinato questo scritto. Il vostro verdetto lo conosco già e non serve parlarne. Non è possibile nessun contatto con l’esterno. Al prigioniero è comandato che con l’esterno non “deve avere nulla a che fare”, il confine è invalicabile. Lo sappiamo, voi siete “i santi”, noi di fuori siamo i peccatori, i “pagani”, gli “increduli”, i “traditori”.
Per affetto verso gli amici sarei potuto restare nella “organizzazione”; ma, alla fine mi sono reso conto che l’amore verso la verità prescinde l’amicizia ed è più importante della stessa vita. Ciononostante, credo fermamente che “l’amore non viene mai meno”. (I Cor. 13:18). Purtroppo, quando guardo la mia esperienza e quella di tanti altri fuoriusciti, per i T.d.G. l’amore di questa natura è sconosciuto. Tanto è vero che persino mi viene negato il semplice saluto “Ciao”, contrariamente all'insegnamento di Gesù che comanda: “Se salutate solo i vostri fratelli, che fate di straordinario? Non fanno la stessa cosa anche le persone delle nazioni?”. (Matt. 5:47-48; NM). Allora si verifica anche per me che: “Chiunque avrà lasciato…….fratelli o sorelle, o padre o madre……per amor mio”, troverà altri fratelli, altre sorelle, altri padri, altre madri e altri amici, cristiani autentici pronti a dividere il tozzo di pane, anche con chi non la pensa come loro. Matteo 19:29.
Qualcuno dei Testimoni di Geova mi ha invitato a rientrare nell’ “organizzazione”, ma un rientro significherebbe “ritornare al proprio vomito dottrinale”. Facendo mie le parole di Dostoevskij non accetto più il dio del vostro “mondo”, non accetto più il dio della vostra “armonia”. Se devono pagare milioni di “innocenti” per salvare i pochi milioni di Testimoni di Geova, se “questa è la verità”, allora la “verità” non vale tale “prezzo”. “Il prezzo è troppo alto…..gli restituisco il biglietto d’entrata, rispettosamente.
Ora, sono fuori dall'isolamento farisaico nel quale, per tanti anni, ero caduto senza saperlo, a causa della mia profonda ignoranza religiosa. Ora sono al di là, “libero”, grazie al Signore Gesù Cristo. Ho saltato il “muro”.
Per quello che ho scritto, i T.d.G. potrebbero offendersi, ma non ho fatto altro che esprimere il pensiero della Bibbia.
Pregherò, per tutti voi, il Signore perché vi conceda il suo Spirito Santo; perché vi dia comprensione della Sua parola.
Pregherò che vi conceda la Sua luce affinché vi convertiate a colui che ha in sé, “corporalmente”, dice il testo greco, “tutta la pienezza della Divinità o “Deità” (non le “qualità divine”!). Col. 2:9.


Senza rancori, con affetto fraterno vi saluto

Adriano Baston

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