BASTON ADRIANO
Viale Buridani, 76
Venaria (TO)
Venaria, 15 ottobre 1997
Società Torre di Guardia
Via della Buffalotta, 1281
00138 – Roma
PER DOVERE MORALE
Cari fratelli,
Una delle più grandi delusioni sofferte, che hanno profondamente segnato il mio spirito di testimone di Geova, è avvenuta quando un “fratello” della Svizzera mi ha posto nelle mani l’annuario in lingua inglese dell’anno 1934; inutile descrivere la mia delusione.
Con grande stupore appresi come il C.D. (corpo direttivo) dei T.d.G. (testimoni di Geova) si sia compromesso in modo così grave, cercando di stringere un’alleanza con il capo del nazismo, allo scopo di ottenere la libertà di movimento e il dissequestro di tutti i beni della società “Torre di Guardia”, confiscati subito dopo l’ascesa al potere di Hitler avvenuta il gennaio del 1933.
In nome del Vangelo, il C.D. mi aveva convinto sin dall’inizio a credere che la Società nei confronti dei governi, perché satanici, si era sempre mantenuta neutrale perché essi non sono altro che l’espressione morale e spirituale di un potere invisibile avverso a Dio.
Non aveva detto satana, nelle tentazioni del deserto, che i regni della terra gli erano stati dati e che egli li avrebbe concessi a Gesù per un solo atto di adorazione?
Allora, mi sono detto: “Come poteva il diavolo, padre della menzogna, aver affermato la verità a Gesù?”
Le parole pronunciate dal diavolo non erano in netto contrasto con quelle di Gesù Cristo, che egli pronunciò prima di accomiatarsi dai suoi discepoli che ogni potere gli era stato dato in cielo e in terra? Come poteva il “padre della menzogna” aver detto la verità? Dalle vostre pubblicazioni la risposta mi sembra ovvia; diventa sintomatico chiedersi: “Come si spiega, allora, il male?”, e come si può interpretare il silenzio di Dio di fronte alle tragedie e al buio della storia?
Secondo il mio modesto parere, non si possono liquidare i complessi problemi del mondo spiegando in modo semplicistico che, i regni del mondo e i loro poteri, Dio li abbia concessi a satana per tormentare l’uomo, allo scopo di esaltare i quattro segni grafici rappresentanti il nome di Dio (JHWH).
Il problema del male è un capitolo difficile da spiegare e ogni tentativo per collocarlo e sistemarlo, come fanno i T.d.G., corre il rischio di bestemmiare Dio. Tutto questo meriterebbe una discussione che, ne sono convinto, non spiegherebbe senz’altro i motivi della sua esistenza e sarebbe, da parte mia, presunzione il voler dare una risposta.
Non si possono prendere alla lettera tutte le immagini che la Bibbia ci presenta per spiegare l’origine del male di fronte al quale si pone Dio, che è amore.
Il grido di Gesù sulla croce: “Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?” è il grido dell’umanità di fronte alla morte, è il grido di colui che si è schierato dalla parte dell’uomo.
Penso che il paradosso di Dostoevskij: “Se Cristo e la verità fossero due cose distinte sceglierei Cristo invece che la verità”, e anche l’affermazione: “Se Dio non avesse parlato dal turbinio, Giobbe sarebbe impazzito” voglia insegnarci qualcosa su Dio sommo bene e sul regno del male nel quale viviamo.
Diviene così spontaneo riflettere sulle parole della sorella di Lazzaro: “Signore, se tu fossi stato presente, mio fratello non sarebbe morto”, non sarebbe morto nel forno crematorio, non sarebbe morto nel campo di concentramento, Signore se tu fossi stato presente mio fratello non sarebbe morto nell’Arcipelago Gulag, non sarebbe morto in Ruanda, in Bosnia, a Nagasaki, nei flagelli della storia. Credete forse, leggendo alla lettera le immagini della Bibbia che trattano il problema del male, di avere trovato la risposta?
Viviamo il mistero di Dio, lo stesso mistero di fronte al quale il profeta Isaia dice: “Perché Signore ti sei nascosto ai nostri occhi?”.
Alla lettura della T.G. (Torre di Guardia) 01/02/1990 pag. 22, rimasi perplesso: “Sono i testimoni di Geova che hanno obbedito alla legge dell’amore in tutta la terra. In tempo di guerra si sono mantenuti strettamente neutrali, perché Gesù disse che i suoi discepoli non dovevano far parte del mondo (…) In contrasto i T.d.G. sotto il dominio nazista rimasero strettamente neutrali e si rifiutarono di gridare “Heil Hitler”.
Mi son detto: con quale coraggio si scrissero simili parole, quando conoscevano benissimo il contenuto dei loro annuari 1934, 1975, 1976, e 1984? Vi dico francamente che nutrivo molta fiducia nella vostra proclamata trasparenza ed onestà, ma leggendo e rileggendo la vostra vecchia e nuova letteratura la fiducia venne meno; trovo assurdo, poi, alla luce di quanto avete scritto sulla dottrina della verità progressiva o quella del bordeggio; non regge neanche ad una superficiale lettura; anzi è una presa in giro per tutti i fratelli.
Non è difficile scorgere le ambiguità i giri di parole, i silenzi, le profonde contraddizioni tra una pubblicazione ed un’altra, da un anno all’altro, la demagogia presente ovunque, il delirio di molti discorsi, sempre le stesse cose propinate a colpi di minacce da parte di Dio.
Alla fine mi sono domandato: che cosa ci sto a fare qui dentro?
Si aggiunga a tutto questo il disumano comportamento riservato ai disassociati ed ai dissociati che, con un esempio banale, si possono aiutare quando bucano la ruota della macchina se per caso si trovasse a passare un T.d.G. è semplicemente ridicolo.
Per questo ed altri motivi fui indotto a riflettere e ad intraprendere la via dell’uscita da questo gruppo con la consapevolezza del significato che questa avrebbe comportato: l’isolamento ed il distacco da tutti i miei più cari amici che avrebbero continuato a vivere all’interno del Gulag, senza possibilità di comunicare con loro.
L’uscire mi è costato uno sforzo enorme; più di 40 anni non sono pochi ed è stato doloroso, non certo per aver abbandonato la vostra “verità”.
Ma la scoperta della verità è stata più forte e mi ha dato la forza, lo spirito e la spinta di uscire dalla setta. Ora capisco quelli che, all’interno, criticano l’insegnamento della Società, ma non trovano la forza di uscire perché mancano loro gli strumenti per poterlo realizzare; riesco a capire anche quelli che disassociati o dissociati dopo qualche tempo rientrano nell’organizzazione non tanto per la verità, quanto invece per l’insopportabile solitudine, l’isolamento e la crisi di astinenza; francamente dico che leggendo le pubblicazioni del tempo del T.C. Russell e di Rutherford, letteratura che non incoraggiate a leggere, mi sono sentito tradito nei miei affetti più cari, come uomo e come cristiano. Ora, non sto qui ad elencare i numerosi punti contrastanti tra loro, cosa che sarebbe interessante fare. Da queste rivelazioni divenne evidente che sono cascato in questo gruppo ingenuamente, senza preparazione alcuna sulla religione che stavo per abiurare. Della mia Chiesa, quella cattolica, possedevo una vaga conoscenza-preparazione; non conoscevo il Cristianesimo, né la sua origine. Questo, però, non mi giustifica; dovevo “accertarmi di ogni cosa”. Cosa che non ho affatto e che mi ha esposto ai pericoli delle sette.
I T.d.G. mi hanno dato solo una conoscenza parziale del cristianesimo pure addomesticato dalla loro dottrina: ma di una cosa li ringrazio, mi incoraggiarono a leggere la Bibbia; infatti, studiandola nel tempo, ho riscontrato che il suo insegnamento si ritorceva contro di loro.
Negli ultimi anni della mia appartenenza ai T.d.G. avvertivo sempre di più il peso insopportabile, l’asfissia dei discorsi sempre uguali, ripetuti fino alla nausea, tritati e ritritati fin dal 1870 che schiacciavano la mia fede, non quella in Dio e Gesù Cristo, ma la fede nella Società.
Devo dire grazie alla vostra letteratura che mi ha dato gli strumenti necessari, i quali mi diedero la conoscenza, la forza per vedere con chiarezza che la verità stava da un’altra parte. La preghiera rivolta a Dio, poi, ha fatto tutto il resto.
Tenendo anche presente che non si può mentire a se stessi e al prossimo, la mia coscienza è arrivata al punto di non permettere di reggere di fronte all’ipocrisia e alla menzogna. “Recita bene la tua parte”, diceva l’antico filosofo; non potevo trovare più spazio.
Avevo varcato, ormai, la soglia del non ritorno; la frattura con la dottrina dei T.d.G. era avvenuta, ed il passo è stato breve. Oggi, sento più che mai nella mia vita il valore delle parole del Vangelo e del Maestro che invitano alla libertà cristiana, e delle parole dell’apostolo Paolo “siete schiavi di Dio, cessate di essere schiavi degli uomini”. Siamo tutti, infatti, chiamati alla libertà, libertà che non vuol dire licenza al peccato.
Davvero, in tempo di guerra i T.d.G. si sono mantenuti neutrali? Nell’annuario del 1975 si narra (anche se in forma striminzita, per non darsi in pasto ai nemici) ciò che avvenne subito dopo l’ascesa al potere del nazismo: l’opera dei T.d.G. fu proscritta e le proprietà, assieme alla letteratura, confiscate. Allo scopo di garantire la sicurezza delle sue proprietà la Società stese una dichiarazione chiamata Dichiarazione dei fatti, la quale doveva essere presentata all’assemblea di Berlino il 25 giugno 1933, per essere approvata e spedita ai responsabili del governo nazista.
I 7000 T.d.G. radunati dovevano, dopo la lettura di detta dichiarazione, con il loro consenso, prelevare la propria quota e spedirla a Hitler e ai capi dei Länder (stati federati della Germania). Quella inviata a Hitler veniva accompagnata da una lettera personale. Ora capisco perché alla lettura di detta dichiarazione molti fratelli abbandonarono l’assemblea. A pag. 111 dell’annuario del 1975, tra l’altro, si afferma che la dichiarazione fu una forte protesta contro il governo di Hitler. Alla lettura dell’annuario del 1934 mi risulta tutto l’opposto.
Per eliminare ogni dubbio, perché la Società non si è preoccupata di stampare integralmente il testo della dichiarazione nell’annuario del 1975? Fate affidamento che quasi nessuno possiede l’annuario del 1934 per controllare le vostre asserzioni? Chi legge la dichiarazione non può fare a meno di scorgere immediatamente che essa non fu per nulla una “forte protesta”, ma una bella serenata suonata con tutto rispetto ad un eminente rappresentante dell’impero politico di satana, una bella canzone romantica cantata al dragone.
Non ritengo neppure onesto affermare che il fratello Balzareit svigorì, nella traduzione in tedesco, la dichiarazione, cioè adulterò l’inconfondibile linguaggio della Società per accattivarsi la simpatia dei nazisti, pur sapendo benissimo che tutto questo non corrisponde a verità. L’originale in inglese dimostra al di là di ogni dubbio che il fratello Balzareit seguì alla lettera e fedelmente la traduzione in tedesco e l’inconfondibile linguaggio della Società.
Da rilevare, tra l’altro, che Rutherford, arrogante com’era, non avrebbe mai permesso che si correggessero le sue parole. Il suo carattere di esaltato, dallo spirito virulento, lo si può constatare dai sui libri, un uomo senza umiltà; e per verificarlo suggerirei di leggere, per esempio, “Religione”, “Nemici”, “Governo”, ecc. ecc..
Affermare che Rutherford fosse solo burbero, come volete far credere nella T.G., viene smentito dal suo stesso linguaggio, che lo presenta presuntuoso, arrogante, calunniatore, dispotico e pieno di orgoglio; tant’è vero che la Società evita di parlare della sua famiglia. Che fine han fatto la moglie e il figlio? I suoi discorsi sono pieni di invettive contro tutto ciò che non fa parte della società e non concorda con la sua dottrina. Le sue apologie non hanno nulla da spartire con quelle dei primi cristiani.
Tutto ciò che si legge in voi dà l’impressione che la verità non sia la vostra virtù migliore. Lo dimostra, per esempio, l’annuario del 1975 pag. 112: “Nel 1918 il presidente della Società e sette membri del Consiglio dei Direttori furono condannati in America a 80 anni di prigione per la ragione che il presidente si era rifiutato di far usare in America due riviste da lui dirette nella propaganda bellica contro la Germania”.
Chiedo: davvero i capi della Società furono imprigionati per quel motivo? Tuttavia, tutti i T.d.G. sono al corrente, perché dichiarato innumerevoli volte, che i responsabili della Società non furono incarcerati perché rifiutarono di esprimersi contro la Germania ma a causa della pubblicazione del libri: “Mistero compiuto” (opera postuma di Russell) il quale denunciava la coscrizione militare, condannava gli Stati Uniti d’America e tutte le religioni alla distruzione totale in quel tempo; furono accusati di cospirazione contro lo stato e condannati.
Non mi risulta che, nel Vangelo, Gesù parlasse contro i militari; anzi guarì il servo di un centurione; né parlò contro Cesare, altrimenti la sua persecuzione non sarebbe avvenuta per motivi religiosi, ma per ragioni politiche come succede per i T.d.G., infatti, Gesù “era senza macchia”.
Comunque, Rutherford e compagni non furono liberati da Geova, come falsamente afferma la Società in “Vicina la salvezza dell’uomo”: “Geova Iddio non doveva nulla a Babilonia la Grande o ai governanti del mondo …. merito della loro liberazione nel 1919 spettava solo a Geova” (pag. 156-157).
Pure nel libro “Babilonia la Grande è caduta” viene sottolineato: “…nel marzo del 1919 le porte della prigione furono forzatamente aperte ai Testimoni di Geova ed essi uscirono e rimasero fuori …. L’Agnello di Dio… aveva svolto il suo ruolo di liberatore” (pag.56).
Invece, dovevano molto ai “governanti del mondo” perché ad aprire “forzatamente le porte” della prigione non fu il miracolo di Geova, come nel caso dell’apostolo Pietro, ma il miracolo del denaro che, come si suole dire, “apre tutte le porte”. Non fu, perciò, “l’Agnello”, ma un ingente somma di sonanti 80.000 $ l’oggetto della loro “liberazione”.
Grossa somma per quel tempo; come svela “Il millenario regno di Dio”: “Le pag. 117 e 118 della Torre di Guardia del 15 aprile 1919 annunciarono il rilascio, dietro cauzione di 10.000 dollari per ciascuno, degli otto uomini accusati falsamente e la grande accoglienza che fu fatta loro nella casa Betel di Brooklyn da centinaia di conservi cristiani” (pag. 192). Inoltre, strapparono da “Mistero compiuto” le pagine compromettenti, cantarono l’inno nazionale in tutte le sale del regno per la vittoria degli USA contro la Germania, acquistarono marche belliche e molti loro giovani di leva indossarono la divisa militare.
Neutralità cristiana? Non direi proprio. Così si esprime l’annuario del 1976 pagg. 117-118: “Un compromesso era stato quello di tagliare le pagine del “Mistero compiuto”, per far piacere a quelli che avevano assunto la posizione di censori. Un altro si ebbe quando la Torre di Guardia del 1° giugno 1918 dichiarò: “Secondo la risoluzione presa dal Congresso il 2 aprile, e secondo la proclamazione fatto l’11 maggio dal Presidente degli Stati Uniti, si suggerisce che in ogni luogo il popolo del Signore faccia del 30 maggio un giorno di preghiera e supplicazione”. Successivi commenti lodarono gli Stati Uniti e non furono in armonia con la posizione di neutralità cristiana. - Gv 15:9 – Giac. 4:4.
Durante la prima guerra mondiale sorsero tra gli studenti biblici domande sull’atteggiamento da avere riguardo al servizio militare. Alcuni si rifiutarono di partecipare in ogni modo, mentre altri accettarono servizi sedentari. Sorsero domande circa l’acquisto di obbligazioni e marche belliche. Chi non le acquistava era, a volte, sottoposto a persecuzione, perfino a brutale trattamento”.
Hitler non era così sprovveduto per non sapere certe cose sul conto dei T.d.G. avendo anche in mano molta letteratura della Società; non trovava difficile venire a conoscenza della loro politica e del loro comportamento nel passato. Poteva conoscere benissimo come per molti anni avevano sostenuto in modo favorevole il ritorno degli Ebrei in patria.
Si può riscontrare questo fatto anche dalla pubblicazione “Conforto per il popolo” diffuso in migliaia di copie. Su questo argomento, sia Russell che Rutherford avevano fatto ampia pubblicità. Poi fecero il voltafaccia, lo fecero, guarda caso, con l’avvento del nazismo.
Non credo, neppure, che Hitler ignorasse che la Società aveva sostenuto con le marche belliche l’America e cantato l’inno nazionale per la vittoria degli Stati Uniti contro la Germania, e perciò niente affatto estremamente amichevole verso la Germania, come vuol far credere lo stralcio della lettera inviata al Führer e riportata nell’annuario del 1975 pag. 112 (già citata). Quindi, per colpa della Società, tutto questo scatenò il furore di Hitler contro i poveri fratelli verso i quali, come per tutte le altre persone, mi sento di condividere le loro scelte morali.
Non tutti i T.d.G. sottoscrissero quella dichiarazione, perché dopo la sua lettura in molti abbandonarono l’assemblea delusi e addolorati in quanto non si aspettavano un discorso del genere. Quello che udirono non era una forte protesta contro il governo di Hitler, ma un discorso pseudo cristiano dai contenuti politici, che evidenziavano la volontà e lo spirito di voler accattivarsi, a tutti i costi, la simpatia del governo nazista.
L’annuario del 1934, tutt’altro che una condanna del nazismo, riportava un discorso impegnato politicamente che esaltava gli alti ideali del governo nazionale del Führer, il quale si era apertamente schierato contro gli Ebrei, la Lega delle Nazioni, gli Stati Uniti e l’Inghilterra ecc. ammiccando per l’oppressa Germania a causa dell’alta finanza ebraica.
Sotto il profilo politico, la dichiarazione, si presenta come un capolavoro, un’invocazione divina perché la Germania si liberi dall’oppressione dei suoi nemici, a cominciare dagli Ebrei, la cui alta finanza da loro gestita, minaccia la sicurezza della nazione.
Ecco alcuni inequivocabili stralci della “Dichiarazione dei fatti”, con il testo in inglese, che allego:
“L’impero più grande e oppressivo della terra è quello angloamericano. Vale a dire l’impero britannico, del quale gli Stati Uniti d’America fanno parte. Sono stati gli affaristi ebrei dell’impero britannico-americano che hanno costituito l’Alta Finanza allo scopo di sfruttare e opprimere i popoli di molte nazioni. Questo è vero in modo particolare per le città di Londra e di New York, le fortezze dell’Alta Finanza. Questo fatto è così noto in America che vi è un proverbio riguardante la città di New York che dice: “Gli Ebrei la possiedono, i Cattolici irlandesi la governano, e gli Americani pagano i conti.”
“L’attuale governo della Germania si è schierato apertamente contro gli oppressori dell’Alta Finanza e contro la perniciosa influenza religiosa che viene esercitata nelle vicende politiche della nazione. Questa è esattamente la nostra posizione.”
“Invece di essere contro i principi che sono propri del governo tedesco, noi ci schieriamo decisamente dalla loro parte e sottolineiamo che Geova Dio per mezzo di Gesù Cristo porterà alla piena realizzazione di tali principi e darà al popolo pace e prosperità che sono il desiderio più grande di ogni cuore sincero.”
“Non è vero, quindi, che la nostra letteratura e la nostra opera costituiscano una minaccia per i principi dell’attuale governo; viceversa, noi siamo i più accesi sostenitori dei suoi nobili ideali.”
“Adesso, siccome sembra che la Germania possa fra breve liberarsi dall’oppressione ed il suo popolo essere sollevato, ecco che Satana, il grande nemico, si adopera con tutte le sue forze per distruggere tale opera benefica in questo paese.”
Annuario 1934, pagg. 134-135-136-137-138
CONTINUA......
[Modificato da Adriano Baston 20/10/2020 21:20]