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SOCIETÀ TORRE DI GUARDIA - LA TRADUZIONE DELLA BIBBIA DEL GEOVISMO E' COMUNICATA DA DIO?

Ultimo Aggiornamento: 03/09/2019 13:08
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ALLA SOCIETÀ TORRE DI GUARDIA
ADRIANO BASTON
VIA DOGANA VECCHIA 26
ESTE (PD)

La Traduzione della bibbia
del geovismo è "comunicata da dio"?

Il Corpo Direttivo (CD), da quando è sorto il suo movimento, si è sempre attribuito la qualifica di essere “il canale di comunicazione “ di Geova e di Gesù Cristo e nessun componente deve metterlo in dubbio, pena l’espulsione dalla Congregazione, che comporterebbe l’isolamento dagli amici e dai parenti testimoni di Geova (tdG).
Sulla Bibbia da loro prodotta e tutti gli stampati che diffondono, essi non hanno dubbi riguardo alla loro provenienza, in quanto, definendosi come canale di Dio, devono essere accettati come parola di Dio. A questo punto, non serve a nulla credere in Dio e in Gesù Cristo se non si accettano gli insegnamenti che provengono dai loro scritti. Affermano, infatti: "è ovvio che la base, per venire accettati come componenti dei testimoni di Geova, non può essere semplicemente credere in Dio, nella Bibbia, in Gesù Cristo, e così via. Per essere associati, approvati dai testimoni di Geova occorre accettare tutto l’insieme dei veraci insegnamenti della Bibbia, incluse quelle dottrine scritturali che sono proprie dei testimoni di Geova”. (TG 1-4-1986, pag. 31). Dobbiamo chiederci, allora, a che serve l’invito del Vangelo che per la salvezza si deve credere in Gesù Cristo? Essi insistono: “Lo schiavo fedele è il canale attraverso il quale Gesù sta cibando i suoi veri seguaci in questo tempo della fine. È di fondamentale importanza capire chi è. Il nostro benessere spirituale e la nostra relazione con Dio, dipendono da questo canale (TG 15-7-2013 pag. 20 § 2). Affermazione davvero sconcertante! Questo pensiero è dominante sin dai tempi del suo fondatore, il massone C. T. Russell. Infatti se il tdG non riconosce questo “canale” non può avere l’approvazione di Dio. La TG è presentata dai dirigenti come l’unica fonte della verità e per avere la corretta comprensione delle Scritture ci si deve rivolgere ad essi: “La Torre di Guardia è una rivista senza uguali sulla terra … Questo non significa dare importanza agli editori della rivista, ma attribuirla al grande Autore della Bibbia con le sue verità e le sue profezie, il quale ora ne interpreta le profezie. È lui che rende possibile la pubblicazione del materiale che viene stampato nelle colonne di questa rivista e che promette che continuerà a pubblicare le avanzanti verità fino a che essa continuerà a esistere per il servizio degli interessi del suo Governo Teocratico” (TG 15-10-1957 pag. 622).
Tutto questo, naturalmente, per i dirigenti, si tratta dell’operato di Geova che include pure la nuova traduzione della Bibbia come risultato miracoloso del suo intervento: “Il Comitato di Traduzione della Bibbia del Nuovo Mondo ha presentato l’edizione inglese riveduta della più pregevole traduzione della Bibbia disponibile. Geova ha impiegato i suoi figli generati dallo spirito per produrre l’originale Traduzione del Nuovo Mondo (Rm. 8: 15,16). Basterebbe questo a renderla speciale, non siete d’accordo?” (Annuario 2014 pag. 4). È molto strano che mentre dicono di essere i “figli generati” da Dio in possesso della verità che durante i 2000 anni passati sia stata celata a tutti quelli che si sono impegnati a tradurre e a commentare le Scritture, non abbiano compreso nulla. Perché i dirigenti che affermano di amare il loro prossimo non invitano i moderni accademici delle varie facoltà sparse nel mondo per dare loro lezione? Invece hanno preferito nascondersi dietro il paravento dell’anonimato adducendo che l’hanno fatto per dare gloria non a se stessi, “ma al divino autore delle Scritture” (TG 1-11-1988). Una bella bugia come tante altre che potevano risparmiarsi. La verità, invece, è un’altra, che nel loro gruppo di traduzione, non essendovi accademici, ritennero di non svelare i nomi del Comitato di Traduzione perché altrimenti sarebbero stati costretti a mettersi a confronto con i veri accademici delle varie scuole, cosa che hanno preferito evitare come la peste.
Sin dall’inizio (1870) lo spirito che ha dominato questo gruppo è la presunzione di essere illuminato dallo “spirito santo” tanto è vero che il suo fondatore C.T.Russell si definiva “il portavoce di Dio” e il CD di oggi ne segue le orme. Per quanto essi siano convinti di questo, vengono smascherati dalla loro stessa storia che non ha nessun significato alla luce del cristianesimo sin dai tempi di Gesù. Per quanto i tdG si sforzino di dimostrare che essi siano sempre esistiti nella storia cercano di basare ciò sulla promessa di Gesù che promise alla sua comunità “io sarò con voi fino alla fine del mondo”. Questa è una mossa ipocrita in quanto è dimostrato che fino al 1870 non sono mai esistiti. In realtà essi ebbero origine dal gruppo avventista di quel tempo, per cui in nessuna parte del Nuovo Testamento è scritto che Gesù sia stato un tdG. È vero che Egli si definì il “Testimone fedele e verace”, ma testimone della verità, testimone del Padre e testimone di Dio che, anche a volerlo sottintendere, che fosse un tdG, come credono i testimoni, le cose in realtà non stanno così. È molto strano che mentre in tutta la letteratura del Geovismo ricorre la frase “Testimone di Geova”, neppure una volta Gesù si classificò testimone di Geova! Neppure i suoi seguaci erano visti come tali, in tutta la storia, sin dagli inizi del cristianesimo ad oggi sono conosciuti col nome di cristiani. Da rilevare, poi, che in nessun manoscritto del Nuovo Testamento appare il nome di Jahvè tanto meno il nome Geova che è saltato fuori nel 1500. È possibile che con la copiatura avvenuta nei primi secoli di vari amanuensi, che tra di loro non si conobbero personalmente, si siano messi d’accordo, complottando contro il nome di Dio rappresentato dal Tetragramma? Se i manoscritti sono opera dello Spirito Santo perché permise loro di cancellare ogni traccia del nome di Dio se, come dicono i tdG, è la cosa più importante? Ecco che dopo 2000 anni di buio spirituale e intellettuale, arrivano i tdG con il loro “canale di comunicazione”, “i figli generati dallo spirito”, vengono a correggere la Bibbia falsata dalla cristianità con i suoi insegnamenti ripristinando in questo modo le Scritture portandole allo stato originale. Tanto è vero che con questa nuova versione vanno a correggere le loro bibbie precedenti in italiano dal 1961 al 2017 e non ce n’è una uguale, sono tutte in contraddizione una con l’altra. Davvero è opera dello Spirito Santo? Non sarebbe ora di lasciare in pace lo Spirito Santo, che come dimostrato non ha niente da spartire con quello che sostengono i tdG? E non sarebbe, inoltre, opportuno smetterla con il giochetto delle verità progressive? Come può essere verità una cosa se viene sostituita da un’altra verità? Che senso ha questo discorso?
Riguardo al nome “Geova”, nome falso che nella loro Bibbia ha contaminato tutto il Vecchio e Nuovo Testamento, sono invitati a leggere le parole in Gv 12:37-41: "Sebbene avesse compiuti molti segni davanti a loro, essi non riponevano fede in lui. Così che si adempissero le parole del profeta Isaia, il quale disse: “Geova, chi ha riposto fede in ciò che ha sentito da noi? E a chi è stato rivelato il braccio di Geova?”. La ragione per cui non potevano credere è che Isaia disse ancora: “Ha accecato i loro occhi e ha indurito il loro cuore, affinché non vedano con gli occhi, non comprendano con il cuore, non si convertano e io non li guarisca”. Isaia disse queste cose perché vide la sua gloria e parlo di lui", cioè del Signore Gesù Cristo (Is 6: 1-10). Secondo la TNM Gesù viene chiamato Geova in base alla visione di Isaia. Allora Gesù è l’incarnazione di Dio! E non si tratta dell’unico passo; tanti altri passaggi del Vecchio Testamento di scrittori cristiani applicarono a Gesù nel Nuovo Testamento.
Anche con questa nuova versione ci troviamo di fronte ad una Bibbia che non scherza con i falsi anche se in alcuni casi riscontriamo la presenza di correzioni, riguardo alla lingua; tante volte vengono riportate nelle note pensieri precedenti. Ma sotto diversi aspetti questa traduzione è maggiormente saccheggiata rispetto a quelle precedenti. Questa traduzione è migliorata, per esempio sui termini “nefech” e “olam” e altri. Diciamo che finalmente il Comitato di Traduzione ora è costretto a dare ragione a quelli che avevano un tempo criticato la sua traduzione sia sotto il profilo esegetico che grammaticale; meglio tardi che mai! Per alcuni versi la loro Bibbia si è adeguata alle Bibbie tradizionali del mondo. Dispiace non si siano sbarazzati di tutti i falsi, anzi ne hanno aggiunti di nuovi. Ora che fine farà tutta la letteratura che aveva come fondamento la TNM precedente? La risposta non si fa attendere: andrà tutta al macero come è accaduto per gli scritti di C. T. Russell, loro fondatore, allora considerate verità, guai a chi metteva in dubbio questo fatto, lo stesso destino è avvenuto anche per la vasta letteratura del suo successore Rutherford e tutti i quintali di letteratura prodotta in seguito dagli altri presidenti fino ad oggi. Si tratta del risultato della sbagliata lettura dei testi letterari affrontati in modo settario, un’ermeneutica, la loro, che non ha nulla a che fare con quella dei veri studiosi che affrontano gli scritti antichi il più possibile in modo oggettivo anche se poi i risultati potrebbero contrastare con le proprie convinzioni culturali e religiose.
I tdG trascurano spesso il fatto che ogni termine contiene le sue accezioni che sarà poi il contesto a stabilire i suoi diversi significati. Gli studiosi tengono anche presente nella loro ricerca l’ambiente vitale e la storia delle forme per ottenere un più chiaro intendimento del soggetto in esame. A questo punto ora la Società libraria della TG non si fermerà qui, siatene certi, e comincerà a sfornare altre pubblicazioni che sostituiranno quelle precedenti che a suo tempo anche queste, per via delle “verità progressive”, subiranno lo stesso trattamento, è solo questione di tempo! Dunque attendiamo i nuovi libri con le loro “verità progressive” che entusiasmeranno le “altre pecore” incitandole con le contribuzioni volontarie ad acquistare con il risultato che andranno ad ingrossare le casse dello stato teocratico che renderà felice Geova! “Mi dispiace per Furuli e specialmente per Felice Buon Spirito per il lavoro che dovranno affrontare per correggere le verità del Geovismo per sostituirle con quelle nuove. La nuova versione mi ha indotto ad andare a verificare il libro di Felice Buon Spirito:
La Traduzione del Nuovo Mondo
Manipolata o tradotta fedelmente?
Scritto che dovrà essere corretto, maggiormente rispetto a quello di Furuli, su molti punti, per esempio sulle parole “nefech” e “olam”; si vedano come campionario le scritture di Gn 1: 20,21,24; 2:7 e tante altre disseminate in tutta la Bibbia che fa sparire in molti punti la parola “anima” sostituendola con “essere” o “creatura”. È sparito, pure, in molti casi “tempo indefinito” (olam), sostituendolo con le parole “eterno” o “eternità”. Si rileva dallo scritto di Felice Buon Spirito che egli ha seguito la lezione della Società che spesso non tiene conto del contesto e delle accezioni che un termine assume in un determinato discorso specifico. Su questo prendo come esempio il Vangelo di Giovanni, che il signor Felice cita a pag. 248, il più selvaggiamente bistrattato dal CD, dove Giovanni, esplicitamente ed implicitamente, dichiara la divinità del Figlio uguale a quella del Padre che è chiaramente negata dai tdG.
Appunto il signor Felice a pag. 248 del suo scritto, alla frase evangelica secondo cui è possibile la traduzione “e la Parola era un dio”(dio minuscolo secondo i tdG), tra gli altri ricercatori, si rifà all’opera degli studiosi J. Mateos e J. Barreto “il Vangelo di Giovanni, analisi linguistica e commento esegetico” (1982) Cittadella Editrice dove cita le parole: “ La frase, pertanto, si può tradurre: e un Dio era il progetto” con un’interpretazione molto superficiale e senza badare che si tratta di una traduzione alternativa. Ma che significato assume la frase nel contesto del discorso? Intanto segnalo al signor Felice che gli autori sopra citati, a pag. 35, così traducono Gv 1:1 “Al principio la Parola già esisteva e la Parola si rivolgeva a Dio e la Parola era Dio”, come fa la maggioranza delle Bibbie di tutto il mondo che segue la frase degli studiosi che il signor Felice ha menzionato, essi spiegano cosa si intende traducendo come alternativa “e un Dio era il progetto”.
Ecco il testo a pag. 50: "Nel prologo Gv evita accuratamente l’uso del verbo “fare/creare”(poieô), in quanto un essere divino non può venire creato; la metafora che usa è quella del “nascere/generare” (1, 13.18), che indica comunicazione della vita propria di colui che genera (Dio). La vita divina che si comunica sarà designata come “gloria/amore e lealtà” (1, 14), “lo Spirito” (1, 32s, che sarà la sua presenza in lui, cfr. 4, 24). Gesù sarà la piena realizzazione del progetto (1, 14) e per questo sarà il Dio generato (1, 18). Attraverso di lui, partecipando della sua pienezza (1,16), gli uomini potranno “nascere da Dio” (1, 13, per il dono dello Spirito (1, 33), e saranno così in grado di “diventare figli di Dio" (1, 12), realizzando in se stessi il progetto divino. Ogni ideale di uomo che ne rimanga al di sotto mutila il progetto di Dio su di lui.
Sarà la misconoscenza assoluta del progetto divino, cioè dell’amore di Dio per l’uomo, a portare i dirigenti giudei a voler uccidere Gesù, accusandolo di bestemmia, in quanto si faceva uguale a Dio (5,18) e si faceva Dio (10,33)".
Come sia ulteriormente mutilata la citazione fatta dal signor Felice è evidente ancora alla lettura delle parole degli stessi studiosi Mateos-Barreto riportate a pag. 62: "Per la prima volta appare quale sia la meta della creazione di Dio, meta cui pende tutta la sua opera; lo manifesta l’Uomo che incarna il suo progetto: raggiunta la pienezza umana (infatti tale era il progetto di Dio), portare l’uomo alla condizione divina (si noti la traduzione alternativa di 1, 1c Lett.: e un Dio era il progetto). L’Uomo-Dio è presente sulla terra, è lui la presenza del Padre fra gli uomini (12, 45; 14, 9), il Dio generato (1, 18) per la piena comunicazione della vita del Padre. A questa espressione il “progetto/Parola fatta uomo” corrisponderanno nel corpo del Vangelo due espressioni: “il Figlio dell’uomo” (=l’Uomo; 1, 51 Lett:), che denota l’Uomo nella sua pienezza, il modello di Uomo e “il Figlio di Dio” (3,18; 5, 25, ecc.), colui che ha ricevuto la pienezza di vita divina e che, pertanto, è Dio. Sono due aspetti della stessa realtà, l’uomo infatti non arriva ad essere pienamente tale fino a quando non sia figlio di Dio, ricevendo la comunicazione della vita divina. Entrambe le denominazioni sono compendiate in un’altra : “il Figlio” (3, 17.35s; 5, 21-23; 6, 40, ecc.), che denota al tempo stesso l’origine umana (il Figlio dell’uomo) e quella divina (il Figlio di Dio) di Gesù".
Sullo sfondo delle suddette analisi si viene a comprendere, tra l’altro, quanto questi studiosi analizzano Pr 8: 22-24 in relazione alla “Sapienza”, cavallo di battaglia del CD, per provare nello sforzo penoso che il Figlio di Dio è creatura tra le “altre”. Ecco come viene espresso il pensiero dei due ricercatori spagnoli: "Gv dichiara l’esistenza di una realtà anteriore al principio descritto da Gn: “Al principio Dio creò il cielo e la terra” (1, 1). Anteriormente alla creazione stessa, esisteva una parola divina che doveva guidare e realizzare l’intera creazione. Gv assume l’idea espressa nel libro dei Proverbi (LXX) riferendosi alla Sapienza: “Il Signore mi stabilì come principio delle sue vie per (realizzare) le sue opere, mi costituì al principio prima che esistesse il tempo, prima di creare la terra” (8, 22-24). “Quando collocava il cielo, lì stavo io con lui” (8, 27). Secondo questo libro la Sapienza precedette la creazione, accompagnava Dio nella sua opera, fino a completarla con l’esistenza degli uomini (8, 31). La conseguenza morale proposta dall’autore è che l’uomo deve uniformare la sua vita a questa sapienza primordiale, deve ascoltarla per avere vita; chi la odia ama la morte (8, 32-36).
Seguendo la linea di Proverbi, Gv colloca l’esistenza del Logos prima dell’effettiva creazione. … La Parola creatrice del Gn (1, 3.6.9, ecc. .: E Dio disse), letteralmente personificata nella letteratura targumica, quella che realizza il progetto divino.
… Nel Principio assoluto, accanto a Dio, esiste pertanto la sua Parola che è il suo progetto formulato.…" (pag. 48,49). Il signor Felice dopo questa spiegazione ben circostanziata, che confuta in modo serio la dottrina del geovismo che nega che il Figlio di Dio sia della stessa natura del Padre, per coerenza non avrebbe dovuto citare questi autori svilendone la trattazione. Riguardo alla divinità di Cristo, per evitare una qualsiasi confusione, Gv non usa i termini “Theotetos” né “Theiotes”, pur essendo questi termini attestati nelle Scritture in Col 2:9 e Rm 1: 20. Anche se grammaticalmente per mancanza dell’articolo davanti a Dio che può indurre a tradurre: “la Parola era divina , o “essenza divina” o “era un dio” non rende la Parola inferiore alla natura del Padre. I tdG confondono la Trinità con il sabellianesimo o modalismo, cioè tre modi di essere di Dio. Dio sarebbe la persona che si manifesta prima come Padre, poi come Figlio e infine come Spirito Santo.
Non si offenda il signor Felice se gli dico che il suo volume, purtroppo, è un groviglio di citazioni che mancano di linearità, è confuso e spesso caratterizzato da citazioni che si confondono tra di loro e tratte fuori dal loro contesto letterario. Quello che mi sconcerta, pur di portare acqua al proprio mulino, è quello di abbinare, riguardo al discorso di Plinio il giovane, a pag. 248 del suo scritto, l’espressione “un dio” alla frase di Gv “e la Parola era un dio” (TNM) parlando dei cristiani dell’Asia Minore che venivano arrestati a causa del loro credo (siamo nel 110 d.C.). Egli scrive all’imperatore dicendo che i cristiani cantavano “inni a Cristo come a un Dio”. Il signor Felice crede che Plinio il giovane abbia detto “un dio” nel senso in cui lo dice Gv secondo la TNM. Quello che invece di grande valore e molto importante non è il fatto che Plinio abbia detto, parlando di Gesù, definendolo “un dio” che da pagano intendeva un dio dell’Olimpo, ma sul fatto che i cristiani cantavano inni a Cristo in adorazione considerandolo “Dio”, pensiero comune dei cristiani fino ad oggi. Contrariamente invece ai tdG che non considerano Gesù Figlio Unigenito di Dio, della sua stessa natura divina.
Tra la Babele delle citazioni riportate dal signor Felice sulla divinità di Gesù salta fuori anche il nome di L. Tolstoi che a pag. 252 del suo scritto si afferma: “Se dice che nel principio era la comprensione o parola, e che la parola era presso Dio, o con Dio, o per Dio, è impossibile proseguire dicendo che essa era Dio. Se essa era Dio, non poteva essere in nessuna relazione rispetto a Dio”. I tdG per sostenere il proprio credo sono disposti a sostenerlo con autori con una cultura a volte dissacrante, non ha importanza! Tolstoi, è vero, è stato un grande scrittore che fu molto critico della religione ortodossa e durante la sua vita creò una sua religione. Fece nei confronti dell’eucaristia una critica spietata sulle parole di Gesù quando disse: “mangiate, questo è il mio corpo” ritenendole blasfeme. La sua frase che Gesù non fosse Dio viene distrutta dalle stesse parole di Gv: “e Dio era la Parola” secondo il testo greco.
I tdG non riescono a comprendere che il subordinazionismo di Gesù è legato alla sua umanità, il Logos si è fatto carne e come tale inferiore agli angeli. La dottrina della Trinità nella sua formulazione anche se non del tutto intelligibile alla nostra mente è molto chiara, ma i tdG pretendono di capire tutto. La Trinità spiega che in Dio ci sono tre distinte persone: il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo che non vi sono tre dei, ma un unico Dio. Non sono “parti” di Dio come erroneamente credono i tdG. Si può fare l’esempio per cercare di capire il concetto trinitario che il sole è fuoco, luce e calore distinti come elementi, ma inseparabili come Padre, Figlio e Spirito Santo. In Dio tutto è eterno, la sua parola, la sapienza, la potenza. In terra Gesù era Dio e uomo. Se parliamo della parola di Dio non si può pensare che sia simile a quella dell’uomo. Dio non è dotato di “corpo”, come in modo ridicolo credono i tdG. Non cambia nulla anche se lo definiscono “corpo spirituale”. Essi credono che quando la Bibbia dice che Dio abita nei cieli sia un luogo letterale, tanto è vero che al tempo di C. T. Russell e Rutherford insegnavano alle “altre pecore” che Dio abitava nelle Pleiadi e poi sul “Circolo della terra”. Ora non si sa dove egli abbia traslocato!! Comunque sia, egli ha “un luogo nei cieli in cui abitare”, dicono! Visto che Dio ha creato lo spazio in cui vive, avrebbe egli creato qualcosa più grande di Lui. E già, si è costruito la casa! La loro mentalità materialista non può accettare che Dio sia in ogni luogo e che sia, proprio per la sua natura al di là del tempo e dello spazio. Si sbaglia a parlare di cielo in senso spaziale.
Il signor Felice, quando la Scrittura afferma che la creazione è avvenuta per “mezzo” della Parola, contesta il fatto che voglia dire anche “la causa”. Il “dia”(=mezzo) in greco viene usato in senso strumentale e come causa, come viene evidenziato dalle parole di Gv 1: 3,4. Proprio su questo si faccia attenzione a Rm 11:34-36, dove appare il “di” (=mezzo), a chi viene applicato: “… chi ha conosciuto la mente di Geova”, o chi è stato suo consigliere? … Ogni cosa infatti, è da lui, mediante (di” gr.) lui e per lui. A lui vada la gloria per sempre. Amen” (TNM). Se si considera “mezzo” in senso strumentale, come è uso fare dei tdG e dal signor Felice, di chi è strumento Geova? Attendo la risposta! La Parola eterna di Dio, che esce da lui, è espressa quando la Scrittura dice: “e Dio disse” (Gn 1:1-3) come causa del tutto.
Mi domando a questo punto: come mai i cosiddetti “esegeti” che hanno avallato il libro del signor Felice Buon Spirito, non hanno corretto il suo scritto riguardo l’opera di Mateos/Barreto che non è stata citata correttamente come la maggioranza delle altre citazioni?
Ci sarebbe molto da dire sulle frasette che il signor Felice ha citato quasi sempre estrapolate dal loro contesto specialmente per quanto riguarda la divinità di Gesù riportata nel Vangelo di Gv che nonostante molte espressioni che esulano dal contesto, non sostengono per nulla la teologia dei tdG. Ora avrà un bel fare a correggere il suo libro, anzi chiedo: “che fine farà?” Alla luce della traduzione della Bibbia del 2017 han pensato bene a distruggere lo scritto di Felice Buon Spirito. Tanta fatica di anni buttata al vento col danno anche di quelli che l’hanno acquistato!
E pensare che tanti anni fa un amico, tdG, in confidenza mi aveva avvertito: “Adriano non fidarti della Società, un giorno ti accorgerai dove siamo cascati”. Si tratta, infatti, di un infortunio che per molti aspetti ci costò la perdita di molte cose, come la rinuncia di proseguire gli studi universitari, lavori impegnativi e soprattutto la perdita dell’identità personale e la libertà di pensiero, quest’ultima ripresa dopo tanta fatica; siano rese lode e grazie a Dio.

ADRIANO BASTON
ESTE 28/08/2019
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