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Le menzogne della Torre di Guardia, la pitonessa, che diffamano Dio

Ultimo Aggiornamento: 15/07/2014 14:07
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Giovanni 20:17

Un’altra scrittura sfruttata dai tdG per ingannare gli sprovveduti di conoscenza biblica, è il passo di Giovanni 20:17 per cercare di provare che il Figlio di Dio è di altra sostanza rispetto a quella del Padre che dice: “Io ascendo al Padre mio e Padre vostro, al Dio mio e al Dio vostro”. sempre col proposito di far pensare a coloro che leggono i loro trattati che gli studiosi di tutte le epoche non si siano preoccupati di questi passaggi, allo scopo di nascondere la verità; l’idea che trasmettono è assolutamente falsa perché come si evidenzia negli scritti di tutti quelli che si sono occupati della Bibbia non hanno trascurato nulla di essa. Ecco che cosa scrive Gregorio Magno nell’ “omelia 25 sui Vangeli” su questa scrittura: “Perché dice <<mio>> e <<vostro>> e non invece, comprendendo tutti, nostro? Distinguendo, invece, afferma di avere il medesimo Padre e il medesimo Dio, ma per titoli diversi rispetto a noi. <<Salgo al Padre mio>>, in forza della natura, e <<Padre vostro>>, per la grazia. <<al mio Dio, perché io discesi, <<al Dio vostro>>, perché voi salirete. Siccome io pure sono uomo, egli è il mio Dio; siccome voi siete liberi dall’errore, egli è il vostro Dio. In modo diverso quindi egli è Padre e Dio per me, perché mi ha generato Dio prima dei secoli e con me mi ha creato uomo alla fine dei secoli.” (Il Cristo, vol. III, a cura di Claudio Leonardi, Mondadori Editore, 1989, pag. 259-261).
Anche l’Angelico Dottore così risponde ai responsabili antitrinitari: <<Ora, come si è detto, il concetto di paternità e di filiazione si trova perfettamente in Dio Padre e in Dio Figlio: perché identica ne è la natura e la gloria. La filiazione divina, invece, che si attribuisce alle creature, non conserva la pienezza del significato, non essendo identica la natura del Creatore e delle creature, ma soltanto una tal quale somiglianza>>. E in nota viene aggiunto, citando il vol. III, q. 23, a. 2, ad 2,: <<diventiamo fratelli di Cristo, al punto di avere con lui quasi un medesimo Padre. Questi però è in modo diverso Padre di Cristo e Padre nostro; e quindi di proposito che il Signore usò espressioni distinte dicendo separatamente: “Padre mio e padre vostro” (Giov. 20, 17). Egli, infatti, è Padre di Cristo in senso proprio ed esclusivo, per naturale generazione: mentre è Padre nostro per libera volontà, in quanto ci fa dei doni particolari che appartengono a lui, al Figlio e allo Spirito Santo. Gesù pertanto non si può dire, come noi, figlio dell’intera Trinità>>. (La Trinità, pagg. 154-155, La Somma Teologica).
Sulla stessa onda suonano le parole dello studioso Robert G. Stewart: << … Egli non dice né qui né mai nostro Padre o nostro Dio, bensì mio Padre e vostro Padre; per distinguere chiaramente fra il modo in cui egli è unito a Dio, e quello in cui lo sono i credenti. I più profondi tra i Padri della Chiesa usavano chiamar l’attenzione su questo passo, come specialmente inteso a distinguere fra quello che Dio Padre è per Gesù, e quello che Egli è per noi; suo Padre per essenza, nostro per adozione; nostro Dio per essenza, suo Dio solo a motivo della relazione con noi; nostro Padre, a motivo della nostra relazione con lui, (Brown).>> (L’Evangelo secondo Giovanni, commentario esegetico –pratico del Nuovo Testamento, ed. Claudiana). La relazione con il Padre, come è evidente, di Gesù quale Figlio è assolutamente diversa rispetto alla relazione che i discepoli sono chiamati all’adozione di figli di Dio. Vi è un solo Figlio naturale ed eterno del Padre e questi è Gesù Cristo! E’ significativo lo studio dell’Angelico Dottore sulla coeternità del Figlio con il Padre: “Ora, stando a quanto si è detto sopra, è chiaro che il Padre non genera il Figlio per volontà, ma per natura. Inoltre la natura del Padre è perfettissima da tutta l’eternità. Di più l’azione con cui il Padre produce il Figlio non è un’azione che abbia uno svolgimento: perché altrimenti il Figlio di Dio sarebbe generato con uno sviluppo progressivo, e la sua generazione sarebbe di carattere materiale e soggetta a mutamento, il che è inammissibile. Rimane dunque stabilito che il Figlio esiste da quando esiste il Padre. Quindi il Figlio e coeterno al Padre: così pure lo Spirito Santo è coeterno ad entrambi … Ora la generazione del Figlio non avviene né in un istante del tempo e meno ancora nel tempo, ma nell’eternità … Si può dire con Origene che il Figlio <<perpetuamente nasce>>. Però è meglio dire, con S. Gregorio e con S. Agostino, che il Figlio è sempre nato, per indicare con l’avverbio sempre la sua permanenza eterna, e col participio nato la sua perfezione. Sicché, il Figlio non è imperfetto, né <<ci fu un istante in cui egli non era>>, come pretendeva Ario” (La Trinità, pag 314-316).
Ora passiamo all’altra affermazione della TG sulla questione che riguarda lo Spirito Santo:

Atti 2: 1-4, 17


Su queste espressioni di Atti circa la discesa dello Spirito Santo i geovisti pontificano: <<Lo spirito santo non è parte di una Trinità. E’ la forza attiva di Dio>>. Diciamo subito che i tdG cadono sempre nello stesso errore, quello di affermare che lo Spirito Santo non è una <<parte>> della Trinità. Poiché appunto si tratta di una forza; e poi quale studioso che abbia affrontato lo studio delle Scritture seriamente ha mai detto che la Trinità si componga di parti? Concordemente tutti, quando spiegano la dottrina e come è stata formulata a Nicea e prima, non parlano in termini di “parti”, ma di un Dio in tre Persone della stessa natura ed essenza, indivisibili, come è dimostrato ampiamente nel Nuovo Testamento, anche se il termine Trinità non ricorre nelle sue pagine, ma esistono senza dubbio le categorie che la compongono. Pertanto le Persone sono unite nella sostanza e nella natura anche se i tdG negano questa realtà.
E’ vero che nella Bibbia la parola “spirito” (ebr.ruàh, gr. pneuma) spesso è indicato come una forza operativa in modo speciale nel VT, a volte è pure personalizzato, ma non sempre come vuole sostenere il CD prefiggendosi lo scopo, con i suoi sofismi sul termine, di ingannare le persone che ignorano queste cose. Al di là, però, di questi significati attribuiti allo Spirito vi è pure quello di persona che egli assume come Paraclito, come lo era Gesù nel NT che è un passo avanti rispetto al Vecchio che vedeva generalmente lo Spirito come l’azione di Dio tra gli uomini.
I tdG inoltre adducono, tra l’altro, che lo Spirito Santo, essendo la <<forza attiva di Dio>>, non è possibile essere una persona, perché non può essere <<versata>>, o una persona non può essere<<piena>> di un’altra persona. Ciò è quello che pensano i veggenti di Brooklyn! Essi credono che il termine persona che si attribuisce all’uomo abbia lo stesso significato che la parola assume anche in Dio, ma questo è un errato pensiero in quanto Dio è al di là di ogni schema umano. Ecco come l’Angelico Dottore parla di Dio come Persona e il significato che il termine assume in Dio: << Perciò, la persona, in qualsiasi natura significa ciò che è distinto in quella natura: così nella natura umana questa carne, queste ossa, quest’anima, che sono principio di individuazione per l’uomo; le quali cose, pur non facendo parte del significato di persona tuttavia fanno parte di quello di persona umana. Ora, come si è già detto, la distinzione in Dio non avviene se non per le relazioni di origine. E tali relazioni in Dio non sono come accidenti inerenti al soggetto, ma sono la stessa essenza divina: perciò essi sono sussistenti come sussiste l’essenza divina. A quel modo dunque che la deità è Dio, così la paternità divina è Dio Padre, il quale è persona divina. Perciò la persona divina significa una relazione come sussistente>> (Trinità, vol. III pag. 90). Pertanto il significato di persona che il termine assume in Dio non è legato alle categorie umane come pretende il materialismo dottrinale geovista. Il fatto che i cristiani furono <<pieni di Spirito Santo>> non significa per nulla escludere la personalità dello Spirito. Anche di Gesù Cristo è detto, come per lo Spirito Santo in Ef. 4:10 che la sua presenza <<riempie>> tutte le cose: <<Colui che è disceso è il medesimo che anche ascese al di sopra di tutti i cieli per riempire ogni cosa>>. Lo stesso pensiero viene espresso nel capitolo 1:23: << … la pienezza di colui che riempie tutti sotto ogni aspetto>> (Garofalo, vol. III, Marietti). In nota a questo versetto viene sottolineato che: <<Cristo riempie di sé e con i suoi doni tutti i membri della Chiesa sotto ogni aspetto>>. Quindi lo Spirito Santo riempiendo di sé i membri della Chiesa dona loro i suoi vari doni come per esempio quello di profetare e di parlare in lingue. Se lo Spirito Santo non è una persona, come viene negato dai tdG, non lo è neppure Gesù che riempie tutte le cose!

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