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le rose di natale

Ultimo Aggiornamento: 08/05/2014 16:52
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03/04/2014 14:09
 
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iveva tanto tempo fa, in un piccolo borgo agricolo del Bresciano, una bambina molto buona di nome Anna. Il padre era il possidente terriero più facoltoso della zona; vedovo da anni, riversava tutto il suo amore su quell'unica figlia, per lui fonte ineusaribile di felicità.
Crescendo, la bimba si trasformò in una bellissima ragazza dal carattere dolcissimo e già molti si erano presentati al padre quali pretendenti alla sua mano.
Ma quale fu lo sconcerto dell'uomo quando la figlia gli rivelò l'intenzione di ritirarsi in convento!
"Tu non andrai in convento! - urlava il padre. - Molti giovanotti di ottima famiglia hanno già chiesto la tua mano e tu, entro l'anno, ti sposerai!"
Ma Anna non cedeva. Il suo più grande desiderio era diventare la sposa di Gesù.
Giunse anche la notte di Natale. Padre e figlia si stavano recando alla Messa di mezzanotte, quando il padre le disse: "Il prossimo mese inizieremo i preparativi per il tuo matrimonio col figlio del mercante!".
"Ma, padre - ribatté la giovane - come posso sposare un uomo se amo Gesù?"
"Non ti permetterò mai di farti suora! Non credo alla tua vocazione e non intendo rinunciare a te, che sei l'unica erede di tutte le mie sostanze!"
Giunti vicino alla chiesa, il padre vide un roseto secco e ricoperto di neve, e aggiunse: "Ti crederò solamente se questi rami fioriranno fra la neve!" poi entrò in chiesa, seguito dalla giovane.
Anna, entrata nel tempio, s'inginocchiò davanti al povero presepio di legno e pregò fervidamente il Bambino Gesù, affinché l'aiutasse a convincere il padre.
La sua preghiera venne ascoltata e, mentre tutti erano in chiesa, tra i rami innevati del roseto spuntarono rose bianchissime e profumate.
Quando la gente uscì nel gelo della notte, si levarono molte esclamazioni di stupore: nessuno sapeva spiegare il perché di tale fenomeno.
Solo il padre di Anna capì e, volgendo lo sguardo da quel segno miracoloso al volto raggiante di gioia della figlia, esclamò commosso: "Figlia mia, segui la tua strada! ".
Il giorno seguente, Anna lasciò la casa paterna e si ritirò in convento.



14/04/2014 14:27
 
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A prescindere da chi si fa eunuco a motivo del regno, cioè avendo la mira di dedicarsi al volontariato senza nessuna altra distrazione o meta ; è triste come storia se l'amore della ragazza sarebbe quello di realizzare come un matrimonio perfetto con un essere celeste, intendendo per matrimonio una relazione così intima di dedicazione esclusiva 24 ore su 24.,

In questo caso il significato inconscio della figura del convento equivale a volersi chiudere dentro, isolarsi. Per lo scopo di Voler vivere un rapporto unicamente in relazione con la sfera spirituale o celeste , ma questo non è realmente costruttivo, in quanto siamo di natura umana e non celeste, pertanto Cristo lo possiamo realizzare soltanto nel nostro prossimo, in chi sta male, chi soffre e ha bisogno di una parola di conforto, l'amico, il figlio, la moglie, il conoscente; ecc..In pratica per dimostrare che si ama Cristo dobbiamo manifestare amore per ciò che rappresenta spiritualmente e non oggettivamente come icona; poichè altrimenti non saremmo diversi da chi nella sua sconfitta fa: ognuno per sè ( = convento) e Dio per tutti.

Difatti la stessa preghiera deve essere una relazione pure per chiedere aiuto o guida nel voler concretizzare questo amore per lui, nella misura in cui mostriamo di relazionarci inmodo cristiano con il nostro prossimo,e con noi stessi, questo volendo fare secondo il valore della sua anima ; perciò in questo caso positivo potremmo essere chiamati cristiani; d'altronde a che gli servirebbero a Cristo le adulazioni 24 ore su 24,?? egli non è del genere egocentrico ,(quando gli dissero Maestro sei buono..Rispose : Uno solo è buono)

la gratificazione che può ottenere da noi è quando nel vissuto applichiamo il suo modo di essere, di sentire Egli è felice nella misura che viviamo la nostra dimensione umana conforme al suo essere giusto e buono.. E di questo che siamo debitori, non sterilizzando il nostro vissuto, che equivale a darsi la zappa sui piedi .

Ad esempio nei vangeli si scrive di Anna che serviva il tempio materiale giorno e notte, ma quella dimensione era l'infanzia, ma la maturità appartiene a chi affronta la realtà umana vivendola servendo in spirito la verità e la giustizia e la misericordia di Dio che è il suo tempio, quindi servendo in questo ambito giorno e notte .

Rinchiudersi in convento in senso negativo significa negare a Dio tutte le possibilità che ci mette o ci può mettere d davanti per vivere concretamente la nostra fede nella sua parola

cordiali saluti
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08/05/2014 14:39
 
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a prescindere che non si condivide una scelta almeno rispettiamo senza criticare
08/05/2014 16:52
 
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Re:
io.donna, 08/05/2014 14:39:

a prescindere che non si condivide una scelta almeno rispettiamo senza criticare



criticare??? cosa vi è da criticare? la persona o la scelta?

Ogni scelta che facciamo è giusta?? NOn va migliorata?

Esiste solo una critica negativa oppure anche una costruttiva?

almeno nelle intenzioni , come sono fallibili le scelte che facciamo, sono fallibile pure le critiche delle critiche.. dovremmo dunque guardare le intenzioni le motivazioni inanzitutto...che si celano dietro ogni parola o parabola [SM=g27998]


[Modificato da dispensa. 08/05/2014 16:53]
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