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Testimoni di Geova: "Ecco, io sono con voi tutti i giorni"

Ultimo Aggiornamento: 11/08/2014 08:39
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ECCO, IO SONO CON VOI TUTTI I GIORNI
( Torre di Guardia 15 luglio 2013)
Seconda parte

Mi accingo a dare una risposta, non certo esauriente, su questo tema apparso nella Torre di Guardia(TG), a pag. 9 – 14 della suddetta edizione già presa in esame con lo scritto precedente dal titolo “Impostura smascherata”.
Il severo giudizio e il linguaggio che sarà usato nello scritto che segue, come in altri che ho steso sui tdG, è analogo a quello che essi adoperano contro i loro avversari; proviene dalla loro scuola e pertanto non dovrebbero offendersi, neppure se si aggiunge un pizzico di ironia che non guasta!
Che l’articolo sul grano e sulla zizzania non menzioni apertamente a chi è maggiormente indirizzato, appare però molto chiaro dalle illustrazione a pag.13 dove si può vedere il papa di spalle che guarda fuori della finestra accanto al quale si trova disegnato un rappresentante politico; è un’immagine che vale più di qualsiasi parola. Si tratta del solito giudizio di condanna geovista che da sempre viene usato come strumento nei confronti della Chiesa Cattolica perché vedono in essa la responsabile di tutti i mali di questo mondo. Alla luce di quanto riporterò in seguito sulle parole di Gesù “Io sarò con voi tutti i giorni”, avremo occasione di osservare le zizzanie dottrinali dei tdG, il gruppo più aggressivo tra tutte le sette, il più impegnato nello spargere il seme di questa mala erba nelle vie e nelle case di persone umili, impreparate per affrontare un discorso biblico, seme che l’avversario di Cristo cominciò a seminare fin dal tempo apostolico, e non c’è quindi da meravigliarsi in quanto Gesù l’aveva predetto in Mt 13:24-30. La loro tattica di aggredire il grano per soffocarlo, è dimostrato dagli insegnamenti esposti nella loro letteratura che lo provano senza equivoci; si tratta di letture disordinate, non soltanto sul piano biblico, ma anche su quello storico e letterario. Si rileva nell’immediato approccio con esse, il perenne conflitto con tutte le altre denominazioni religiose, nella ferrea convinzione che nasce dalla pretesa di avere comunicazione con Dio attraverso il CD, una specie di mediazione tra Gesù e la “congregazione” che vive separata da tutto l’esterno tra le mura della “sala del Regno”.
Nutriti da questo spirito diviene assai difficile per i poveri illusi estirpare la zizzania che cresce nella loro mente ed emozioni che condiziona tutti gli aspetti della loro vita.
Un fatto, però, che è apprezzabile nei tdG, è la serietà, la convinzione con la quale essi mettono in pratica quello in cui credono, e questo costituisce una vera sfida per tutti coloro che, come cristiani, trovano la fede nell’autentico messaggio del Vangelo. Il fanatismo religioso che si manifesta nel loro operare è alimentato dal loro messaggio e diventa un ostacolo alla ricerca stessa della Verità.
Un fanatismo che si può riscontrare anche in altri ambiti religiosi.

pag.1
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La pretesa di essere veri cristiani, sui quali si adempirebbero le Scritture in questo periodo, detto “tempo della fine”, che sarebbe iniziato nel 1914, con la nascita in cielo del Regno di Dio, secondo i tdG, un tempo che dura ormai da 100 anni, e altre date come il 1919, anno della cosiddetta purificazione dottrinale e le varie trombe teocratiche suonate negli anni ’20, alla luce delle Scritture è tutto privo di consistenza; in realtà è lo sforzo penoso di servirsi delle parole di Gesù a proprio uso e consumo, una rete in cui vengono impigliati come pesci gli inesperti!
Potrei fermarmi al titolo che riporta le parole di Gesù che Egli rivolse alla sua Chiesa, alla quale promise che non avrebbe visto gli inferi e che smentiscono, nel modo più assoluto, l’esistenza dei testimoni di Geova (tdG) lungo i secoli fino alla loro comparsa nei primi anni del 1870 per opera del commerciante C.T. Russell sprovvisto di ogni conoscenza delle lingue bibliche, il gruppo da lui creato. In quei primi anni il gruppo incominciò a spargere le sue prime zizzanie (Mt 13:26).
Esiste qualche notizia nella storia prima della loro comparsa come movimento religioso? La storia ci fornisce notizie di individui o gruppi che parlavano il lessico dei tdG?
Per esempio, quale gruppo di cristiani negava che Gesù non è Dio come il Padre? Quale cristiano negò l’esistenza della Trinità?
Che non esiste una vita dopo la morte? Che il paradiso è diviso in due parti e che si vivrà per sempre sulla terra ad eccezione dei 144.000 che erediteranno il Regno celeste?
Da dove è arrivata la cena del Signore secondo il metodo celebrato dai tdG?
Dove possiamo trovare notizie storiche che i cristiani predicavano il nome di Geova di casa in casa?
Dove è scritto che dei cristiani aborrissero la croce e insegnassero che il palo fosse lo strumento con il quale fu messo a morte Gesù? Una cosa è certa: non esiste nessuna testimonianza storica che provi la loro esistenza e se la cavano con la ridicola affermazione: << … non sappiamo con certezza chi abbia fatto parte della classe del grano durante questa lunga epoca >> (pag. 10).
In base alle parole di Gesù “Io sarò con voi tutti i giorni “ il CD crede e afferma che i tdG devono essere esistiti per forza anche se non possediamo nessun riscontro storico che confermi questa loro pretesa.
Ancora a pag. 10, a prescindere dal discorso dei cosiddetti “unti”, si dice che: << I cristiani sarebbero dunque stati protetti da Gesù tutti i giorni sino ad arrivare al tempo della fine >>, cioè in realtà fino alla fine del mondo o età. Astutamente i tdG si sono preoccupati di omettere di dire, in questa loro affermazione, che tutto ciò si riferisce alla Chiesa cristiana o, per far piacere ai tdG, Congregazione cristiana, in quanto Gesù disse in Mt 16:18 << Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa e le porte degli inferi non prevarranno contro di essa >>. E a questa Chiesa che Gesù disse “Io sarò con voi tutti i giorni”, non a una chiesa clandestina, anonima come i tdG vorrebbero far credere ingannando le persone sprovviste di cultura storica e cristiana.

pag.2
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I Padri Apostolici, che sono i diretti successori degli apostoli, risultano essere i diretti depositari del loro insegnamento; confrontando quello che i Padri scrivono con quello che i tdG dicono, si scopre che esiste una voragine che divide le due dottrine.
Non solo i Padri Apostolici, ma anche gli Apologeti Greci e Latini, come Giustino Martire, Ireneo e Tertulliano, per citarne solo alcuni, si impegnarono a smascherare gli errori dottrinali degli apostati. Chiediamo ai tdG: chi erano gli apostati che venivano confutati dagli argomenti scritturali degli apologeti?
Che fede professavano quelle migliaia di cristiani che furono perseguitati da Roma fino all’inizio del IV secolo?
Erano essi tdG clandestini?
Lo sanno i tdG che alcuni di questi sopravvissuti alle persecuzioni, che portavano ancora nel loro corpo i segni di quelle atrocità, parteciparono al Concilio di Nicea nel IV secolo d.C.?
Altro che dire: << Non sappiamo con certezza >> dell’esistenza dei tdG “unti”; invece sappiamo con certezza che essi non sono mai esistiti fino al 1870.
Se i tdG vogliono cercare una loro radice storica la possono trovare, sotto alcuni aspetti, solo nel terreno dell’arianesimo. Ario, l’eretico per eccellenza, aveva cercato, con l’appoggio della filosofia platonica, di corrompere il cristianesimo con il demiurgo inferiore tra Dio e il mondo.
Si trattava di un concetto filosofico che riduceva il Figlio proprio di Dio a creatura, una dottrina priva di ogni fondamento scritturale. L’inferiorità del Figlio va vista nella natura umana non in quella divina come erroneamente predicano i tdG, alla stessa maniera di Ario. Atanasio si impegnò a fondo per smascherare le fraudolenti dottrine di Ario nelle quali i tdG trovano ispirazione nei loro insegnamenti sul Logos.
Atanasio, con le Scritture in mano, attaccò con forza tutto l’apparato dottrinale innalzato da Ario che aveva la mira di paganizzare il cristianesimo e i tdG si sono inoltrati sulla stessa strada tracciata dal loro padre Ario predicando un messaggio che non ha alcun appoggio biblico in nome della Parola di Dio, e che non ha altro scopo se non quello di sedurre le anime semplici.

pag.3
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Ecco come Atanasio smaschera i ragionamenti degli apostati del suo tempo e dei loro successori: “Avete detto e pensate, su suggerimento del diavolo, che c’era un tempo in cui il Figlio non esisteva; questo è il primo velo del vostro pensiero che bisogna far cadere. Ditemi, o empi e blasfemi, cosa esisteva allora, quando il Figlio non esisteva? Se dite: << Il Padre >>, la vostra bestemmia è ancora più grande, poiché non si può dire: << Allora c’era >> o indicarlo con l’espressione << allora >>; Egli infatti è sempre, ed è anche adesso, ed è insieme al Figlio, ed Egli è Colui che è ed è il Padre del Figlio.
Se dite: << del Figlio, esisteva un tempo, durante il quale egli non esisteva >>, questa sarà una risposta stolta e sciocca.
Come, infatti, Egli esisteva e non esisteva allo stesso tempo? Stretti da queste difficoltà sarete costretti a dire: << C’era allora un tempo in cui il Logos non esisteva >>: anche il solo avverbio << allora >>, da voi proferito, indica per natura proprio il tempo.
Quanto all’altra espressione che avete posto nei vostri scritti: << Il Figlio non esisteva prima di essere generato >>, e come se diceste: << C’era un tempo in cui non esisteva >>: anche queste parole indicano che il tempo esisteva già prima del Logos.
Da dove avete tratto e inventato queste cose?
A quale scopo anche voi, come i pagani, fremeste ed avete meditato vane parole contro il Signore e contro il suo Cristo?
Nessun passo delle Scritture ha mai affermato una tale dottrina a proposito del Salvatore, ma ne ha piuttosto indicato il carattere sempiterno, eterno e coeterno col Padre.
In principio era il Logos, e il Logos era presso Dio, e il Logos era Dio.
E nell’Apocalisse afferma: Colui che è, colui che era e che verrà. A colui che è e che era, chi mai potrebbe togliere il carattere dell’eternità?
Questo carattere è sostenuto anche da Paolo, che nella Lettera ai Romani confutava i giudei scrivendo: “Da essi proviene il Cristo secondo la carne, egli che è sopra ogni cosa, Dio benedetto nei secoli;” e confutando i pagani disse: “infatti dalla creazione del mondo in poi le sue proprietà invisibili possono essere contemplate con l’intelletto nelle opere da lui fatte, come la sua eterna potenza e divinità”. Sempre Paolo ci insegna quale sia la potenza di Dio, quando dice: “Cristo è la potenza e la sapienza di Dio”. Dicendo questo, infatti, non indica il Padre, come invece avete più volte mormorato l’uno con l’altro dicendo: << Il Padre è la sua eterna potenza >>.
Ma non è così, poiché Paolo non ha detto: << Dio stesso è la potenza >>, ma: E’ la potenza di Dio. E’ chiaro a tutti che << di Dio >> non è << Dio stesso >>, ma neppure indica una sostanza estranea ad esso, bensì una che gli è propria.
Leggete dunque anche il seguito delle parole e volgetevi verso il Signore (Il Signore è lo Spirito) e vedrete che l’espressione è pronunciata in riferimento al Figlio. Sal 2, 1; Gv 1, 1; Ap 1, 4; Rm 9, 5; Rm 1, 20; ICor 1, 24” (Trattato I, 11.1, Collana di testi patristici, Antonio Quacquarelli, Città Nuova, 2003).
E’ d’accordo con questa impostazione Dante, pur essendo critico e con ragione verso la morale della Chiesa del suo tempo; non era per nulla in disaccordo col contenuto del suo messaggio.
E proprio sulla Trinità, la principale dottrina della Chiesa, così si espresse nella sua geniale forma poetica:
<< Al Padre, al Figlio, a lo Spirito Santo,
cominciò, ‘gloria!’, tutto ’l paradiso,
sì che m’inebriava il dolce canto.
Ciò ch’io vedeva mi sembrava un riso
de l’universo; per che mia ebbrezza
intrava per l’udire e per lo viso.
Oh gioia!oh ineffabile allegrezza!
oh vita intègra d’amore e di pace!
oh santa brama sicura ricchezza! >>

(La Divina Commedia, canto XXVII, 1-8)


pag.4
[Modificato da Adriano Baston 26/11/2013 15:32]
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A pag. 9 la TG afferma: << Agli inizi del II secolo “comparvero […] le zizzanie” cioè i finti cristiani (Mat 13:26) >>.
Per prima cosa: chi sarebbero questi finti cristiani che sorsero agli inizi del II secolo? Omettere i nomi non è affatto corretto ed è un’affermazione gratuita e, diciamo pure, ingenua.
Hanno i tdG a loro disposizione un qualche elemento storico per giustificare quanto essi sostengono?
Da chi sono rappresentati le zizzanie e da chi il grano?
A che serve affermare che le zizzanie apparvero nel II secolo senza presentare la differenza esistente tra i veri cristiani e i finti cristiani da documenti storici che lo possono provare?
Poi, non è vero che le false dottrine incominciarono a verificarsi agli inizi del II secolo, anzi, la stessa Scrittura ci informa che i falsi insegnamenti incominciarono ad apparire subito dopo la morte e la risurrezione di Gesù.
I primi germi li incontriamo già in Atti cap. 15, quando si discusse la controversia dei cristiani che provenivano dal giudaismo i quali volevano imporre la legge di Mosè ai neoconvertiti che provenivano dal paganesimo.
E’ stato il solerte intervento degli apostoli che scongiurò una scissione pericolosa nel cristianesimo nascente.
Dopo un’animata discussione si giunse così ad un compromesso obbligando gli etnocristiani ad osservare alcune norme della legge mosaica con il proposito di mitigare all’interno della comunità gli attriti tra i due gruppi.
Questo accordo raggiunto aveva lo scopo di non scoraggiare i cristiani giudaizzanti; per un limitato tempo questo patto aveva valore normativo, tanto è vero, che l’apostolo Paolo, in seguito, parlando ai Corinti, disse che erano liberi di mangiare la carne sacrificata agli idoli, in quanto gli idoli non avevano alcun valore. Solo dovevano fare attenzione che la loro libertà non andasse ad intaccare le debolezze nella fede del fratello che ancora non aveva raggiunto la maturità cristiana. (ICor capp. 8;10).
In questa maniera veniva a cadere la normativa di Atti al cap. 15 sulla legge di Mosè che, secondo i Giudei cristiani, doveva essere osservata anche dagli etnocristiani. Ma il problema non si fermò qui, non si risolse; il pensiero di questo gruppo di cristiani giudaizzanti si sarebbe protratto nel tempo creando gravi problemi all’interno della comunità con il pericolo che i forti dissensi divenissero causa di divisione all’interno della neonata Chiesa Cristiana.
Sia nella la Lettera ai Gàlati che nella Lettera ai Romani l’apostolo Paolo si propone lo scopo di contrastare questi problemi di natura divisiva che sorgevano dalla pretesa di alcuni che volevano a tutti i costi l’osservanza della legge di Mosè nelle nascenti comunità cristiane.
L’Apostolo, comunque, aveva a cuore l’unità dottrinale delle chiese e per questo, in un certo senso, tollerava questi modi di pensare di quei fratelli che avevano convinzioni ancora legate al Giudaismo. Questo fatto è evidente, tra l’altro, in ICor 3: 10-15: << Dio mi ha dato il compito e il privilegio di mettere il fondamento, come fa un saggio architetto. Altri poi innalza su di esso la costruzione. Ciascuno però badi bene a come costruisce. Il fondamento già posto è Gesù Cristo. Nessuno può metterne un altro. Su quel fondamento altri costruiranno servendosi di oro, di argento, di pietre preziose, di legno, di fieno, di paglia. Ma nel giorno del giudizio Dio rivelerà quel che vale l’opera di ciascuno. Essa verrà sottoposta alla prova del fuoco, e il fuoco ne proverà la consistenza. Se uno ha fatto un’opera che supera la prova, ne avrà la ricompensa. Se invece la sua opera sarà distrutta dal fuoco, egli perderà la ricompensa. Egli personalmente sarà tuttavia salvo come uno che passa attraverso un incendio >>.

pag.5
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Pertanto, secondo il pensiero che Paolo rivolge ai Corinti, è evidente la tolleranza nei confronti dei costruttori del messaggio cristiano sull’unico fondamento, Gesù Cristo, messaggi dalle connotazioni diverse tra di loro, differenti da quello proclamato dall’apostolo Paolo paragonato all’oro e all’argento, pur tuttavia chi ha costruito dottrinalmente in modo diverso da quello di Paolo con materiali infiammabili, al giudizio di Dio, la persona sarà ugualmente salva. Non si spiega però chiaramente come sia possibile che qualche anno prima della Lettera ai Corinti egli si sia espresso in modo completamente differente e, in termini inequivocabili, egli abbia detto agli avversari: << … Esistono solamente alcuni che vi confondono le idee. Essi vogliono cambiare il Vangelo di Cristo [proprio come usano fare i tdG!]. Ma sia maledetto chiunque vi annunzia una via di salvezza diversa da quella che io vi ho annunziato: anche se fossi io stesso, o fosse un angelo venuto dal cielo. Sì! L’ho detto e lo ripeto: chiunque vi annunzia una salvezza diversa da quella che avete ricevuto, sia maledetto. >> (Gal 1: 6-9; interconfessionale). L’Apostolo, per esprimersi in questo modo, deve essersi trovato di fronte a problemi teologici che erano in forte contrasto con il suo messaggio rispetto a quelli contrastanti della I Lettera ai Corinti. Grazie a questo spirito di tolleranza, che caratterizzò il cristianesimo di Paolo negli anni 50 d.C., a mano a mano che il messaggio autentico di Gesù proseguiva il suo cammino nella storia, i cristiani acquistarono sempre di più consapevolezza dell’uomo Gesù Cristo, per cui la tolleranza andò ad attenuarsi sensibilmente al punto che nelle Lettere Pastorali tracciarono una linea di demarcazione chiara, tra ciò che era verità da ciò che era falsa dottrina.
Com’è dimostrato dall’autore Paolo della I Lettera aTimoteo 4:1: << Lo Spirito parla chiaro: ci dice che negli ultimi tempi alcuni abbandoneranno la fede, seguiranno maestri di inganno e dottrine diaboliche. Si lasceranno trascinare da ipocriti e imbroglioni che hanno la coscienza segnata con il marchio a fuoco di criminali. Questa gente insegnerà che è proibito sposarsi e che non si devono mangiare certi cibi. >>.

pag.6
[Modificato da Adriano Baston 26/11/2013 15:46]
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L’apostolo Paolo quando parlò che negli ultimi giorni falsi maestri avrebbero proclamato di non sposarsi, egli pensa agli ‘encratici’ e naturalmente queste espressioni dell’Apostolo vanno indirizzate anche a coloro che, credendo di essere negli “ultimi giorni di questo sistema di cose”, consigliano di non sposarsi per dedicarsi pienamente alla divulgazione del loro messaggio, anche se espressamente non vietano il matrimonio, c’è però una forte spinta ad evitarlo!
Sempre nella stessa lettera vien detto in modo esortativo: << Timoteo, custodisci con cura tutto quello che ti è stato affidato. Evita le chiacchiere contrarie alla fede, le obiezioni che vengono da una falsa conoscenza [proprio come si riscontra nella letteratura dei tdG]. Alcuni hanno preteso di avere questa conoscenza, ma poi si sono allontanati dalla fede >> (ITim 6: 20-21 interconfessionale).
Nella II Lettera a Timoteo viene fatto notare con lo stesso spirito di condanna del falso insegnamento dottrinale: << … Evita le chiacchiere inutili; chi le fa, si allontana sempre più da Dio, e insegna dottrine malsane, che si diffondono come cancrena in una ferita. Così hanno fatto anche Imenèo e Filèto. Essi si sono allontanati dalla verità, ed ora mettono in difficoltà la fede di altri insegnando che la nostra risurrezione è già avvenuta >> (II Tim 2: 16-18).
Questo discorso che Paolo rivolge a Timoteo costituisce un avvertimento contro coloro che insegnano dottrine diverse da quelle credute tradizionalmente; una di queste è l’insegnamento che la risurrezione si era verificata in quel tempo ed è lo stesso insegnamento che a tutt’ora possiamo riscontrare nella dottrina dei tdG che stabilisce che la risurrezione degli apostoli e di altri appartenenti ai 144.000 sarebbe avvenuta nella primavera del 1918, dottrina che si diffonde “come cancrena”, parola di Geova!
Si raccomanda secondo la Lettera a Tito 3: 9-11 che il vescovo deve allontanare dalla comunità cristiana colui che diffonde tra i fratelli false dottrine: << Evita invece le questioni sciocche, le genealogia, le discussioni e le polemiche a proposito della legge di Mosè sono inutili e vane. Dopo averlo ammonito una prima ed una seconda volta schiva chi è fazioso; tu sai che questa gente si è allontanata dalla giusta strada, continua a peccare e si condanna da sé >>.
Nella teologia dei tdG si usa interpretare il NT alla luce del VT, il contrario di quello che fanno i veri cristiani. Questo metodo di interpretazione viene reso espressamente anche nelle pagine di una recente pubblicazione: “Dio ci parla per mezzo di Geremia” (2010), un’opera che si prefigge il compito di dimostrare che lo scritto che porta il nome di Geremia si “sta” adempiendo nel nostro giorno. Secondo i sacerdoti di Brooklyn gli scritti dell’AT sono profetici e annunciano cose a venire che hanno relazione con la nostra vita presente, anzi essi sostengono che questi libri contengono più adempimenti, un gioco di prestigio nelle mani dei favolieri! Il NT viene nella gran parte citato come appendice, come supporto all’AT. Non manca inoltre, il solito giudizio avverso contro coloro che non accettano il messaggio geovista, un tema molto sentito dal santo padre CD!
Il soggetto persegue anche il proposito di intimidire i poveri tdG, una minaccia a non abbandonare il gruppo perché sarebbe fatale per la loro salvezza.
Peccato che, proprio in riferimento all’AT, gli scritti del NT ci dicono questo in modo categorico: “Dio, che anticamente parlò in molte occasioni e in molti modi, ai nostri antenati, per mezzo dei profeti, alla fine di questi giorni ha parlato a noi per mezzo di un Figlio che ha costituito erede di tutte le cose …”! (Eb 1:1,2; TNM). A prescindere dal fatto che Gesù Cristo non è “un” “Figlio” tra i tanti, quando si tratta invece dell’Unico Figlio di Dio, generato da Lui stesso. Al di là del discorso che gli scritti dell’AT ci possono essere d’aiuto osservando le esperienze di coloro che le hanno vissute in quel tempo, per vivere in modo corretto, il nostro presente, però, e questo futuro, non si trovano di fronte all’AT, ma tutto esiste alla presenza del NT, lo scritto dei nuovi profeti composto sotto la guida di Gesù Cristo. L’AT ci parla, sì, ma non nel modo in cui vogliono far credere i tdG, i quali astutamente hanno trasformato gran parte del contenuto storico, in profezia che viene collocata nel nostro tempo e che ora si trova in via di adempimento.

pag.7
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La stessa sinfonia viene suonata in altre stampe come si rileva dal libro: “Viviamo avendo in mente il giorno di Geova” (2007), il cui titolo viene preso da Sofonia 1:14 per far credere che non si tratta del giorno al tempo del profeta, ma di quello a venire; è una specialità del mistico CD, a fare di ogni erba un fascio!
E’ detto che: “Quel giorno si sta avvicinando rapidamente”, si tratta infatti del solito “rapido” sul quale sono saliti i tdG sin dai primi anni del 1870, un “rapido” che, ad ogni tappa profetica fragorosamente fallita, fa salire gli inesperti.
Se tutta la nostra esistenza presente e futura era già stata espressa nell’AT, cosa è venuto a fare Gesù Cristo?
Che importanza può avere allora che Dio ci parli attraverso il Figlio? Cosa vuol dire che Cristo sostituisce i profeti dell’AT?
Il Geremia che parla ai cristiani non è forse Gesù Cristo? Considerando le vicende dell’AT, per nostra fortuna, le nostre sorti non sono legate ad esso, anche se in qualche forma ci possono essere utili nel darci lezioni di comportamento nella nostra vita, ma è nel Vangelo la vera fonte, la linfa vitale che dà energia alla fede del cristiano, e lì che egli ha il dovere di specchiarsi e non nella storia dell’AT.
E’ proprio questo che la Scrittura annuncia: “Quindi se uno è in Cristo, è una creatura nuova; le cose vecchie sono passate, ecco, ne sono nate di nuove” ( II Cor 5:17).
Tra le cose vecchie si trovano pure il vissuto del popolo di Israele, ma che secondo la Nuova Alleanza, il secondo Adamo inizia il nuovo Eone con la riconciliazione che Dio ha compiuto con il mondo.
Pertanto è per mezzo del Figlio che oggi Dio parla e non attraverso gli antichi profeti.
Ecco perché l’apostolo Paolo invita i cristiani a evitare le “questioni sciocche”, cioè quelle interpretazioni umane che riguardano l’antico popolo di Dio.
Da ciò che traspare dagli scritti apostolici emerge che il ruolo dell’AT è subordinato a quello Nuovo, non il contrario; è il NT che getta luce e valorizza quello che ha attinenza col messaggio cristiano.
Paolo ha confutato i tdG ante litteram!
Verso la fine del I secolo l’apostolo Giovanni con i suoi scritti non farà altro che smascherare l’ambiente gnostico, specialmente il docetismo, la cui dottrina negava la venuta nella carne del Logos, Figlio di Dio, insegnando che Egli si manifestò con corpo apparente. Con questa filosofia si veniva a vanificare la redenzione del mondo operata da Dio con l’incarnazione del Logos nell’uomo Gesù Cristo.
Tra verità e menzogna la divisione non poteva essere più netta: << Sono usciti da noi perché non erano dei nostri >> disse l’apostolo Giovanni.
Da quel tempo in poi fino ad oggi la Chiesa Apostolica si è impegnata a difendere il messaggio originale del Vangelo dagli assalti degli apostati, tra i quali anche da quelli chiamati testimoni di Geova, la più aggressiva tra le sette; la loro letteratura ne è la testimonianza inoppugnabile: si tratta di un linguaggio contro la Chiesa Cristiana che non si riscontra in nessun altro gruppo cristiano dissidente.

pag.8
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Eucaristia o “commemorazione” dei tdG!
Cosa distingue i veri cristiani?


Oltre alle dottrine che distinguono i tdG dalla vera Chiesa, sopra menzionate, è rimarchevole la differenza tra la cena del Signore tramandata dalla Chiesa fino ad oggi e quella propugnata dai tdG che essi chiamano ‘commemorazione’ della morte di Cristo.
Si danno due visioni diverse e opposte tra loro di ciò che Gesù disse in Mt 26: 26-29: << Mentre stavano mangiando, Gesù prese il pane, fece la preghiera di ringraziamento, poi spezzò il pane, lo diede ai discepoli e disse: “Prendete e mangiate; questo è il mio corpo”. Poi prese la coppa del vino, fece la preghiera di ringraziamento, lo diede ai discepoli e disse: “Bevetene tutti, perché questo è il mio sangue, offerto per tutti gli uomini per il perdono dei peccati. Con questo sangue Dio conferma la sua alleanza …” >>.
Gesù Cristo, nel pronunciare queste parole, non ha per nulla inteso di offrire ai presenti la sua carne e il suo sangue letteralmente, come falsamente i tdG interpretano le parole della Chiesa, ma che Cristo sarebbe stato presente misteriosamente nel pane e nel vino consacrati nell’epìclesi.
I tdG, negando questa realtà, chiamano il pane e il vino “emblemi” quindi simboli rappresentativi, per cui, per due volte hanno falsato le parole di Gesù traducendo: << Questo significa … >> al posto di: << Questo è … >> come recita il testo greco.
Non solo hanno falsato il testo di Matteo, ma anche quello di Marco, Luca e persino nella I Lettera ai Corinti, quando Paolo riprende dalla Tradizione le parole dell’epìclesi: << Questo è il mio corpo … Questo è il mio sangue … >>(traduzione interconfessionale).
Quella dei tdG è una falsificazione molto grave perché va a correggere le stesse parole di Gesù traducendo appunto il verbo essere con “significa”. L’opera di falsificare è lo sport preferito dal CD.
Ma da dove i tdG hanno tratto la lezione?
Certamente non dalla Bibbia, né dalla Tradizione Apostolica, né dalla Chiesa per la quale Gesù disse che le porte degli inferi non l’avrebbero inghiottita. Invece i tdG preferiscono seguire il pensiero di riformatori protestanti i quali rifiutavano la misteriosa presenza reale di Gesù durante l’epìclesi del pane e del vino; essi usarono una loro interpretazione, cioè “significa”.
Ecco dove i tdG presero lezione: da Swingli e da Calvino, ma questa interpretazione troverà l’opposizione di Martin Lutero che parlerà invece di “consustanziazione”.

pag.9
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Proprio riguardo all’Eucaristia, la dottrina più importante della Chiesa Cristiana tra le altre dottrine, siamo in possesso di autorevoli testimonianze storiche dove ci viene comunicato come si svolgeva la funzione eucaristica fin dagli albori del cristianesimo. Di fondamentale importanza è la testimonianza che ci offre il filosofo pagano Giustino Martire, che si convertì al cristianesimo e che visse tra il 130 e il 165.
Scrisse due Apologie in difesa della fede cristiana dove egli spiega, tra l’altro, il significato dell’Eucaristia contro le dicerie popolari che nelle loro assemblee domenicali si facessero atti di cannibalismo proprio sulla questione che i cristiani dicevano che nel pane e nel vino vi era la presenza misteriosa del loro Maestro Gesù Cristo.
I pagani, non comprendendo il discorso, divulgavano, inconsapevolmente, una falsità.
Sicché Giustino per difendersi da quelle dicerie, per chiarire il problema, si espresse in questi termini di fronte alle autorità romane: << Questo cibo è chiamato da noi “Eucaristia” e a nessun altro è consentito di parteciparne eccetto a colui che crede essere vere le cose insegnate da noi e a colui che si sarà bagnato nel lavacro per la remissione dei peccati e per la rigenerazione e che vive nel modo che Cristo ha insegnato. Non infatti come cibo comune, né come bevanda prendiamo queste cose, ma nel modo in cui Gesù Cristo, nostro salvatore, incarnatosi per mezzo del Verbo di Dio assunse corpo e sangue per la nostra salvezza, allo stesso modo quel cibo su cui si è reso grazie con la parola di ringraziamento da parte dello stesso (Gesù) e del quale (cibo) anche il sangue e le carni sono nutrite per la nostra trasformazione, ci fu insegnato essere carne e sangue del Gesù incarnato. Gli apostoli infatti nelle memorie da loro lasciate e che si chiamano “Vangeli”, così tramandano che a loro è stato comandato e che Gesù, prendendo il pane, rendendo grazie, disse: “Questo fate in mia memoria, questo è il mio corpo”, e allo stesso modo, prendendo il calice e rendendo grazie disse: “questo è il mio sangue” e a loro solo ne fece prendere parte >> (I Apologia, 65, 1-5; 66, 1-4; 67, 1-7).
Questo rito si svolgeva non una volta all’anno com’è solito fare da parte dei tdG, ma ogni domenica che a quel tempo veniva chiamata ‘giorno del sole’.
Come è dimostrato da Giustino Martire l’Eucaristia del suo tempo era la stessa fino ad ora, naturalmente come rito prima di lui e dopo di lui.
Essa si celebra nella Chiesa Cristiana in tutto il mondo con le stesse modalità e significato nel suo complesso.

pag.10
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La testimonianza resa da Giustino è preziosa e di fondamentale importanza per capire la verità sul significato e la vera comprensione che veniva attribuita in quel tempo alla cena del Signore o memoriale della morte di Gesù.
Come si può rilevare dalla sua testimonianza e del carattere sacro dell’Eucaristia, non ci sono dubbi: essa si fonda sulle stesse parole di Gesù.
E, a tutt’oggi, nella Chiesa Cristiana, nella sostanza, non si riscontrano differenze significative di metodo e di significato.
Ciò che sostiene il nostro autore non è altro che la dimostrazione di seguire la Tradizione Apostolica per cui, sulla base di questo, certamente non è da attribuire a Giustino la formazione di questa dottrina e sulle modalità che vengono seguite nella funzione della messa.
Ma prima ancora di Giustino, cosa più importante, abbiamo le parole dell’apostolo Paolo anche se non spiega tutti i particolari sullo svolgersi dell’Eucaristia; il suo fondamentale significato dice di averlo ricevuto direttamente dal Signore Gesù Cristo: “Io ho ricevuto dal Signore ciò che a mia volta vi ho insegnato: nella notte in cui fu tradito, Gesù il Signore prese del pane. Ringraziò Dio, spezzò il pane e disse: << Questo E’ il mio corpo che è dato per voi. Fate questo in memoria di me >>. Poi, dopo aver cenato, fece lo stesso col calice. Lo prese e disse: << questo calice E’ la nuova alleanza stabilita col mio sangue. Tutte le volte che ne berrete, fate questo in memoria di me >>…
Perciò, chi mangia il pane del Signore o beve il suo calice in modo indegno, si rende colpevole verso il corpo e il sangue del Signore. Ciascuno perciò prima esamini se stesso, e poi mangi di quel pane e beva da quel calice. Perché, chi mangia del pane e beve dal calice senza discernere il corpo del Signore, mangia e beve la sua propria condanna” (I Cor 11:23-30).
Si noti che secondo il pensiero dell’apostolo Paolo vengono specificate le parole di Gesù: “Questo E’ il mio corpo”, in gr. Estin = è, che sono le stesse espressioni che in seguito si troveranno nei Vangeli Sinottici.
E’ significativo il fatto che Paolo esorta il cristiano a riconoscere nel pane e nel vino “il corpo del Signore”, e chi non discerne che nel pane e nel vino vi è la presenza di Gesù, mangia e beve la propria distruzione.
Non era questa l’occasione di spiegare ai Corinti che Gesù con l’espressione “questo è il mio corpo” intendeva dire “questo significa” come traducono erroneamente i manipolatori della Parola? Certamente Gesù non ha voluto dire che Egli offrisse letteralmente agli apostoli la sua carne e il suo sangue come fossero dei cannibali, come intesero i Giudei e oggi i tdG e come viene narrato da loro nel capitolo 6 del vangelo di Giovanni.
Ecco come si svolse l’episodio: << “Come può quest’uomo darci da mangiare la sua carne?” Quindi Gesù disse loro: verissimamente vi dico: Se non mangiate la carne del Figlio dell’uomo e non bevete il suo sangue non avrete vita in voi. Chi si nutre della mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna e io lo risusciterò nell’ultimo giorno: poiché la mia carne è vero cibo, e il mio sangue vera bevanda. Chi si nutre della mia carne e beve il mio sangue rimane unito a me e io unito a lui … Questo è il pane che è sceso dal cielo … >> (Giov 6:48-60, TNM).
Parole, come è evidente, che sono sfuggite all’occhio del falsario di Brooklyn: “questo è il pane”!

pag.11
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Come Gesù possa essere presente alla consacrazione del pane e del vino nell’epìclesi è un mistero.
Il cristiano viene invitato ad accettare, con fede vera, l’evento della presenza di Gesù che è sotto le apparenze del pane e del vino, anche se non riesce a comprendere appieno.
Il pane e il vino nella celebrazione della Messa vengono offerti a Dio Padre come un sacrificio per l’espiazione dei peccati del mondo. Inoltre l’apostolo Paolo in I Cor 10:16,17, riguardante il memoriale, interviene con questo discorso: “Il calice della benedizione, non è forse comunione con il sangue di Cristo? Il pane che noi spezziamo, non è forse comunione con il corpo di Cristo?” i cristiani dunque riuniti in assemblea vengono ad essere in comunione con Gesù per formare con Lui un solo corpo. Ciò che avviene nel memoriale è un atto sacramentale, un rito santo, non si tratta di un semplice ricordo, paragonato ‘all’anniversario del matrimonio’, come usano spiegare l’evento in queste occasioni i tdG.
Oppure accostare ciò all’anniversario di qualche ricorrenza nazionale, come per esempio, l’anniversario della liberazione dal nazifascismo. Se si tratta solo di ricordare la “commemorazione” della morte di Gesù a che servono gli emblemi del pane e del vino?
Forse che il Presidente della Repubblica nel commemorare la liberazione trova necessario avere davanti un fucile?
Non basta il solo discorso per ricordare?
C’è poi da rilevare che in nessun passo della Scrittura è detto che la santa cena deve avere luogo una volta l’anno.
Il fatto che Gesù istituisca il memoriale nella sera di Pasqua, non vuol dire che essa si debba celebrare una sola volta l’anno, come usano fare i tdG.
Gesù per la nuova alleanza non stabilisce nessuna regola come avveniva per la Pasqua ebraica.
Semplicemente Egli dice “ogni volta che lo fate in ricordo di me” senza stabilire il tempo del suo svolgersi.
Anzi, la Scrittura e la storia che segue evidenziano che l’Eucaristia veniva celebrata molte volte durante l’anno.
In Atti 2:42; 20:7,46,47 è detto che i cristiani (e non i tdG che non esistevano) si riunivano per “spezzare il pane” il primo giorno della settimana, giorno che in seguito sarà chiamato domenica o giorno del Signore, in ricordo della resurrezione di Gesù.
Lo “spezzare il pane” che Gesù compie come atto sacro nell’ultima cena è lo stesso rito sacro che in seguito compirà la Sua Chiesa nella celebrazione della Messa.
Non si tratta di una merenda, come credono i tdG.
La Scrittura ci dice: “clasei tou artou” cioè spezzare il pane e non “prendere i pasti” come fraudolentemente traducono i falsari di Brooklyn.
Questo modo di tradurre la TNM dà del falsario a chi ha tradotto, secondo il testo greco “spezzare il pane” al posto di “pasti”.
Sì, perché quando si fa un invito a pranzo, secondo le menti eccelse di Brooklyn, sarebbe scorretto usare l’espressione vieni a“spezzare il pane!”.
Falsificare le Scritture è la peculiare vocazione dei dirigenti geovisti!

pag.12
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In seguito alle testimonianze scritturali si conta anche quella della Didachè che fu composta, secondo il gruppo di studiosi più accreditato, nel 70 d.C. circa, durante la composizione dei Vangeli Sinottici.
Si osservi anche da questo scritto il rito dello “spezzare il pane” che è conforme a quello operato da Gesù, lo stesso che ricorre negli Atti degli apostoli: “Per l’Eucaristia ringraziate così prima del calice: << Ti ringraziamo, o Padre nostro della santa vite di Davide tuo servo che a noi rivelasti per mezzo di tuo Figlio. A te la gloria nei secoli >>.
Per il pane spezzato: << Ti ringraziamo Padre nostro, per la vita e la conoscenza che a noi rivelasti per mezzo di Gesù tuo figlio. A te la gloria nei secoli. Come questo pane spezzato era sparso sui colli e raccolto divenne una sola cosa così la tua chiesa si raccolga dai confini della terra nel tuo regno … >>” (IX, 1-4).
L’eucaristia infatti è visto come un sacrificio offerto a Dio: “Riuniti nel giorno del Signore (cioè la domenica ndr), spezzate il pane e rendete grazie quando avete confessato i vostri peccati, perché sia puro il vostro sacrificio”(XIV,1).
Un altro testimone che ci offre la funzione eucaristica tramandata da Gesù Cristo, attraverso gli apostoli, è Ignazio di Antiochia, martirizzato, secondo lo storico ecclesiastico Eusebio di Cesarea, nel 107 d.C..
Ecco come egli ci riporta le sue interessanti parole indirizzate agli Smirniesi: “Stanno lontano dall’eucaristia e dalla preghiera perché non riconoscono che l’eucaristia è la carne del nostro Salvatore Gesù Cristo che ha sofferto per i nostri peccati e che il Padre nella sua bontà ha risuscitato” (VII, 1).
Un’ulteriore testimonianza su questo rito viene comunicato da Ireneo cresciuto alla scuola di Policarpo discepolo dell’apostolo Giovanni.
Infatti, egli ci dice: “Esortando i suoi discepoli ad offrire a Dio le primizie delle sue creature, non perché ne avesse bisogno ma per non essere loro né sterili né ingrati, prese il pane che proviene dalla creazione e rese grazie dicendo: << Questo è il mio corpo >>.
E similmente dichiarò che la coppa, derivante dalla creazione di cui noi siamo parte, è suo sangue ed oblazione nuova della nuova alleanza; quell’oblazione che la chiesa ha ricevuto dagli apostoli e in tutto quanto il mondo offre a Dio, che ci dà il nutrimento, come primizia dei suoi doni nella nuova alleanza.” (Contro le eresie, IV, 17,5).

pag.13
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Il contenuto del significato ed il sistema della celebrazione dell’eucaristia che i documenti storici ci tramandano, confutano in modo palese le asserzioni dei tdG che la “commemorazione sia soltanto il ricordare con un discorso e che essa si svolga solo una volta l’anno: è tutto falso e dimostra al di là di ogni dubbio che i tdG non sono mai esistiti fino al 1870!
Questa è la verità, una verità che in malafede i dirigenti geovisti hanno tutto l’interesse di nascondere ai semplici componenti del gruppo: ci sono di mezzo le proprietà (le sale del Regno) ed il denaro da salvaguardare, e non è poco!
Possibile che il tdG non chieda dove esistano i dettagli storici della più importante dottrina della vita religiosa del cristianesimo?
Se sia giusta la celebrazione della “commemorazione” da loro condotta? Infatti, non se lo domanda, ha piena fiducia nei suoi capi, fiducia assoluta in quello che insegnano, non ha dubbi: << Non esiste altro avvenimento simile per importanza, scopo o procedura … Tuttavia la “commemorazione” è stata celebrata molte volte dal 33 E.V. >> (Esaminiamo le scritture ogni giorno, 20,24 marzo 1986).
In questo senso il CD stabilisce con certezza l’esistenza nella storia del sistema celebrativo della sua “Commemorazione”.
Ciò però è vanificato in quanto la storia la ignora completamente. Essi, pertanto, dovrebbero chiedersi: “Celebrata molte volte” da chi? E come? Dai tdG che non esistevano prima del 1870?


Smascherato l’inganno geovista delle due speranze!


Il CD dice che gli “emblemi”, il pane ed il vino, non sono sacri, ma è sacro ciò che essi simboleggiano o rappresentano cioè il corpo ed il sangue di Gesù.
Ma dove è scritta una tal cosa?
Con certezza né dalla Bibbia né dalla storia del cristianesimo ci viene proposto questo insegnamento. Se ben guardiamo il Vangelo ogni gesto di Gesù che Egli compie nell’ultima cena è sacro, ed è proprio questo che poi si compirà all’interno della sua Chiesa come abbiamo visto.
Invocare la storia da parte dei tdG per dare continuità al loro sistema presentandola come verità, come è stato dimostrato, si tratta invece di un grosso inganno che non porta nulla di buono, questa è la verità.
Pur tuttavia, consapevoli di questo, continuano ad insegnare ai loro aderenti che la “commemorazione” è stata celebrata “molte volte dal 33 E.V.”.
Che poi siano beneficiari i soli appartenenti ai 144.000 mentre tutti gli altri fanno solo la presenza, è del tutto da dimostrare.
Su questi punti, dove si parla di “unti” e di “altre pecore” di serie B? Perché i primi destinati al cielo, mentre gli altri, i passivi nei confronti degli emblemi, destinati alla terra, i quali, (questi secondi), per concessione del papa Ruterford ispirato da Dio, apparvero nel 1935 come seconda classe?
Non disse Gesù che dei due ovili, quello ebraico e quello dei popoli gentili, avrebbe fatto un solo gregge ed un solo pastore? (Giov 10:16).
Come possono permettersi allora i tdG di dividere ciò che Gesù ha unito opponendosi in questo modo al suo insegnamento?
Com’è possibile parlare di un unico gregge dal momento che i tdG propongono come dottrina che una parte di esso (144.000) sia destinato al cielo dove, come ricompensa, riceveranno l’immortalità e l’altra parte restante alla vita eterna sulla terra soggetta alla legge del tempo e della materia?
Due realtà completamente opposte come possono formare un unico gregge? E’ come dire che angeli e uomini che popolano la terra formino un solo gregge! Naturalmente se esiste un solo gregge, vi è pure un solo ovile.

pag.14
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Che i due ovili formino un solo gregge o popolo, principio stabilito da Gesù, segue il discorso dell’apostolo Paolo con le parole: << Egli infatti è la nostra pace, colui che ha fatto dei due un popolo solo, abbattendo il muro di separazione che era frammezzo … per creare in se stesso, dei due un solo uomo nuovo, facendo la pace, e per riconciliare a sé tutti e due con Dio in un solo corpo … >> (Ef 2:14-16).
Che sia proprio questo il vero annuncio della salvezza, che le Scritture ci annunciano, viene ancora una volta sottolineato più avanti nella stessa Lettera quando l’Apostolo parlando dell’unica speranza ci dice in modo molto chiaro questo: << Un solo corpo, un solo spirito, come una sola è la speranza alla quale siete stati chiamati, quella della vostra vocazione; un solo Signore … una sola fede, un solo battesimo … >> (Ef 4: 4,5).
Si noti la frase categorica di Paolo: una sola è la speranza. Sono forse queste le parole della Scrittura che ci spingono a credere sull’esistenza di due speranze come fraudolentemente insegnano i tdG?
E’ proprio nella realizzazione del piano di Dio di formare un unico popolo-gregge, Ebrei, Gentili, che in Cristo trovano un’unica salvezza: << Non c’è più Giudeo né Greco; non c’è più schiavo né libero; non c’è più uomo né donna, poiché tutti voi siete uno in Cristo Gesù … >>; non c’è: << … circoncisione o incirconcisione, barbaro o Sciita … , ma Cristo è tutto in tutti >> (Gal 3:28; Col 3:11).
Come è evidente da ciò che abbiamo letto, le Scritture ci annunciano che vi è una sola speranza di salvezza per tutti gli uomini ed è “anatema”, come dice l’Apostolo, per coloro che annunciano un Vangelo diverso.
Per spiegare, da parte dei tdG, la loro dottrina dei 144.000, fanno riferimento anche a Lc 12:32, quando Gesù dice: << Non temere piccolo gregge >> che si accostano alle parole riportate nel capitolo 7 dell’Apocalisse riferendosi ai 144.000, visto come piccolo gruppo rispetto alla “grande folla”; questo è completamente errato e fuori luogo per due semplici ragioni.
1. Il contesto ci dice con chiarezza che il “piccolo gregge” è riferito in quel momento ai pochi discepoli di Gesù appena raccolti attorno a sé, ai quali dà loro specifiche istruzioni di comportamento.
2. A Luca era estraneo il numero di 144.000 in quanto l’Apocalisse non era stata ancora scritta; è uno scritto peraltro in gran parte arcano e simbolico, e qui si aprirebbe un’altra considerazione, un altro capitolo da scrivere.

pag.15
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Si chiede ai tdG di fornire le prove bibliche di questo teorema come quello degli “unti” del IV secolo!
A fronte di questo, rendendosi conto delle enormi difficoltà nelle quali sono inciampati, preferiscono rispondere alle numerose domande che suscitano le loro affermazioni, che non sanno “con certezza” dell’esistenza storica dei tdG!
Alla verità preferiscono le favole!
Nel loro maldestro tentativo di una loro legittimità storica e cristiana, proveniente dalle origini del cristianesimo, trovano che l’unica via da seguire sia quella di proporre ai componenti del gruppo l’illusione di una collocazione storica del movimento geovista, ma si tratta di una presenza che non c’è, come è evidente.
Non si comprende di quale utilità possa essere, ai fini della verità storica, affermare a pag. 10, tema che stiamo trattando sul grano e sulle zizzanie, proposte dai tdG, che le parole di Gesù: << Fanno capire che dal I secolo ad oggi ci sono sempre stati sulla terra alcuni cristiani (cioè i tdG! N.d.r.) simili a grano >>, che sarebbero “stati protetti” dallo stesso Gesù.
Alla storia si rende un cattivo servizio dal momento in cui essa ignora completamente la loro presenza.
Ma è possibile che più di 1700 anni, dalla morte dell’ultimo apostolo Giovanni, il santo padre CD non sia riuscito a fornire una prova di un piccolo gruppo, di un individuo che abbia le caratteristiche dei tdG? Come ci dicono le Scritture, non doveva essere ben visibile per sempre la vera Chiesa di Gesù simile a grano?
Non aveva detto espressamente l’apostolo Giovanni, prima della sua morte, che le tenebre passano “e già risplende la luce?” (I Giov, 2:8).
Non aveva detto il Maestro che la sua Chiesa posta sul monte avrebbe illuminato ogni luogo?
E’ vero che nella storia della Chiesa ci sono stati periodi bui, delle atrocità sono state commesse nel nome di Dio, che hanno tradito il messaggio di Gesù, ma la storia di Israele, pure popolo di Dio, non fu migliore.
Purtroppo, ci sono momenti che la sua parola viene imbrattata dal comportamento, dal peccato che alberga nel cuore degli uomini. Pertanto il futuro giudizio di Dio incomincerà dalla sua casa dove convivono per ora schiavi buoni e cattivi, grano e zizzania fino alla loro separazione nel futuro escatologico.

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E’ presunzione bella e buona, quella di insegnare, a pag.5 che ad Armaghedon solo il popolo di Geova “sarà salvo”, “nel suo insieme”, mentre tutti gli altri: “ … gli ex aderenti alle organizzazioni religiose, verranno distrutti nella parte finale della grande tribolazione: Armaghedon. (Mal, 4:1)”. Bambini compresi che soffrono il dolore innocente! Si tratta del Dio geovista che non tiene conto di quello che disse l’apostolo Giovanni che: “ … Gesù Cristo il giusto. Egli è la propiziazione, per i nostri peccati; non solo per i nostri (come credenti N.d.r.), ma anche di quelli di tutto il mondo” (I Giov, 2:2). Cioè salvezza per tutto il mondo, perché perdonare vuol dire amare: “Dio è amore”.
Sarebbe il più grande paradosso che Dio condannasse all’interdizione perpetua il genere umano già di per sé crocifisso nel suo esistere fiaccato dal dolore e dall’altra parte venire a spiegarci che “nessun omicida erediterà il Regno di Dio”, rendendosi con questo egli stesso colpevole di sterminio umano non geovista, compresi appunto, come detto, gli innocenti.
E’ una crocifissione, quella dell’uomo, che avviene fin dalla sua nascita, con tutte le conseguenze che la morte porta con sé nel suo inesorabile cammino che tutti ben conosciamo; se questa è la colpa, secondo la sentenza del Dio geovista, allora suonano le parole: “Tu uccidi un uomo morto”.
A fronte di quanto detto, alla luce del Vangelo che è amore e comprensione delle sofferenze umane, la dottrina praticata dai tdG, nel suo complesso, è una religione (sarebbe più opportuno chiamarla “setta”) che è già scesa agli inferi dal suo nascere!


ADRIANO BASTON

pag.17 -fine
21/03/2014 21:28
 
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Egregio ho letto i suoi post , e mentre leggevo non ero daccordo con diversi aspetti delle sue interpretazioni, cosa che lei come persona mentalmente elastica penso mi perdonerà certamente se gli dico pure che dal mio punto di vista lei si perde un pò in inutili formalismi

le faccio un esempio tra i tanti .Secondo lei oggi è fondamentale ad esempio sapere o credere che la parola di Dio prima non esisteva e poi venne alla esistenza sotto forma di suoni, vocali, aria??

Cioè se io credo che la parola venne alla esistenza come carne e suono ma che prima non esisteva come tale, io sarò distrutto da Dio?? Sono malvagio per questo motivo, sono immorale per questa mia credenza?


I tg avranno i loro torti, come tanti altri anche molto più grave di quello di asserire semplicemente che solo i tg si salveranno.. in realtà i tg credono a una risurrezione di giusti e ingiusti, quindi potremmo pure perdonarli su questo dire, per una simile balordaggine contraddittoria, tanto è che il tg si crede pure che Dio potrà salvare pure coloro che ignorano il loro messaggio perchè non lo hanno mai sentito, questo forse gli è sfuggito?? .

In ogni caso Mi sorge il dubbio se lei non sia stato un tg, e che nel suo dire non vi sia un certo che di rancore , in quanto dal mio umile punto di vista lei è troppo lesto a sentenziare giudizi .

ossequi .



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Re:
dispensa., 21/03/2014 21:28:



Egregio ho letto i suoi post , e mentre leggevo non ero daccordo con diversi aspetti delle sue interpretazioni, cosa che lei come persona mentalmente elastica penso mi perdonerà certamente se gli dico pure che dal mio punto di vista lei si perde un pò in inutili formalismi

le faccio un esempio tra i tanti .Secondo lei oggi è fondamentale ad esempio sapere o credere che la parola di Dio prima non esisteva e poi venne alla esistenza sotto forma di suoni, vocali, aria??

Cioè se io credo che la parola venne alla esistenza come carne e suono ma che prima non esisteva come tale, io sarò distrutto da Dio?? Sono malvagio per questo motivo, sono immorale per questa mia credenza?


I tg avranno i loro torti, come tanti altri anche molto più grave di quello di asserire semplicemente che solo i tg si salveranno.. in realtà i tg credono a una risurrezione di giusti e ingiusti, quindi potremmo pure perdonarli su questo dire, per una simile balordaggine contraddittoria, tanto è che il tg si crede pure che Dio potrà salvare pure coloro che ignorano il loro messaggio perchè non lo hanno mai sentito, questo forse gli è sfuggito?? .

In ogni caso Mi sorge il dubbio se lei non sia stato un tg, e che nel suo dire non vi sia un certo che di rancore , in quanto dal mio umile punto di vista lei è troppo lesto a sentenziare giudizi .

ossequi .






Presto la risposta di Adriano!





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ADRIANO BASTON
VIA TRUCCHI 39/A
VENARIA REALE (TO)


Signor Dispensa,
dopo la lettura degli scritti <<IMPOSTURA>>, <<Ecco io sarò con voi tutti i giorni>>, mi spinge a dirle in primo luogo, che capisco il suo disagio, il suo sfogo e disappunto; francamente mi aspettavo da parte sua una confutazione degli argomenti trattati, e invece mi trovo di fronte ad un discorso che in ultima analisi si manifesta incapace, privo di consistenza ai fini di una dimostrazione pratica sostenuta scritturalmente e, naturalmente, anche con l’appoggio di una documentazione storica interessata a sostenere le idee geoviste sulle parole di Gesù che Egli rivolse alla sua Chiesa, quando i testimoni di Geova (tdG) non esistevano affatto.
Il suo intervento è un debole tentativo che si propone di contrastare gli argomenti degli scritti da me stesi e da lei esaminati. Trattandosi di conoscenza dottrinale geovista, il suo discorso si è rivelato, mi perdoni l’espressione, un balbettìo. Dalle sue parole emerge, questa è la mia impressione, di non conoscere adeguatamente gli scritti dei tdG che essi hanno divulgato nel corso della loro storia dal primo decennio del 1870.
Esaminando i loro scritti si riscontrerà che i veri nemici dei tdG non sono “gli apostati della cristianità”, neppure da parte di coloro che abbandonarono il gruppo come erroneamente scrivono i dirigenti dei tdG. In realtà la verità è un’altra, sono gli stessi scritti da essi propagati i veri nemici in quanto rivelano, alla loro lettura, le profonde contraddizioni che a ragione <<gli apostati>>, come li definiscono i tdG, mettono bene in risalto con i loro errori e le loro menzogne. Consapevoli di questo i responsabili degli scritti, nello sforzo penoso di mascherare questa verità agli occhi dei loro fedeli, astutamente hanno coniato lo slogan: non sono contraddizioni, piuttosto sono <<verità progressive>>. Per una mente, la cui capacità critica gli è stata annullata dai discorsi del Corpo Direttivo (CD), è difficile convincerla e farle comprendere che si tratta invece che detta frase è un imbroglio! Una verità non può essere cambiata, una volta provata, una verità può progredire e non smentire se stessa dicendo il contrario!
In secondo luogo la letteratura da lei segnalata dai miei scritti che riguardano i tdG, come per esempio quelli che hanno attirato la sua lettura, deve sapere che non sono di mia produzione, pertanto, invece di prendersela con me, farebbe molto meglio che si rivolgesse, per lo spirito anticristiano che contengono, ai legittimi autori, <<i santi>>, <<gli unti>> (i cristi!), che officiano i loro riti religiosi nel tempio di Brooklinn: Watch Tower Bible and Tract Society of Pennsylvania!
In terzo luogo la informo, se non sia già a conoscenza, che tutti gli stampati divulgati dal nascere di questa setta, espressamente e anche velatamente le espressioni ivi riportate, senza dubbio danno ad intendere e di far credere alle <<altre pecore>> che solo il popolo di Geova, ad Armaghedon, troverà la salvezza, evento questo, dicono <<Siamo vicinissimi>>! (TG 3-15, 2009, pag. 16). Le dirò ancora di più, nel “Ministero del regno” di marzo 2014 alla pag. 2 viene affermato questo: <<Questa commemorazione sarà l’ultima per noi? (1 Cor 11:26). Non lo sappiamo. Sappiamo però che quando sarà passata, sarà passata anche una straordinaria opportunità per manifestare gratitudine …>>. E così, come al solito, le <<altre pecore>> abboccano con fibrillazione!
Le consiglio, per essere adeguatamente informato, di andare a leggere o rileggere la TG in questione, cioè quella del 2013, 15 luglio, dalla pag. 3 in poi, gli articoli che contengono e rendono evidente che le <<pecore>> alla destra di Gesù, alla sua venuta escatologica, non sono i cristiani che compongono la cristianità, ma i tdG, cioè gli appartenenti ai 144 mila assieme ai loro compagni di fede naturalmente tutti i tdG che fanno parte delle <<altre pecore>>! <<Dal 1919 gli unti vengono radunati nella congregazione cristiana purificata>> (pag. 12). Chi sarebbe questa congregazione cristiana? Gli evangelisti? La Chiesa cattolica? La Chiesa ortodossa? La Chiesa protestante? Sono i componenti di queste chiese tutti immorali e delinquenti per essere condannati alla morte eterna? E’ vero che ci sono persone nel mondo che conducono una vita moralmente discutibile, ma è pur vero che la maggioranza delle persone fanno del loro meglio per vivere una condotta ineccepibile agli occhi di Dio. Questo modo di essere lo è pure per la maggioranza degli atei che pur non credendo nel trascendente conducono una vita coscienziosa. Ma qual è, purtroppo, il loro destino prossimo assegnato dalla Torre di Guardia? <<Durante la grande tribolazione, dopo che tutta la falsa religione organizzata sarà stata distrutta, i suoi ex aderenti fuggiranno, ma non troveranno nessun posto sicuro in cui nascondersi>> (pag. 13). E’ detto in parole molto chiare che solo i tdG troveranno la salvezza. Infatti, commentando la scrittura di Isaia 26:20: << “Va, popolo mio, (alludendo ai tdG!) e chiudi le tue porte dietro di te. Nasconditi per un breve momento finché la denuncia sia passata …” Oggi le “stanze interne” di questa profezia potrebbero essere strettamente legate alle più di 100.000 congregazioni di tdG in tutto il mondo. Queste congregazioni hanno un ruolo importante nella nostra vita, e continueranno ad averlo attraverso la “grande tribolazione”, (Riv. 7:14) al popolo di Dio (i tdG) è comandato di entrare nelle proprie “stanze interne”>> (TG 15-5, 2009, pag. 8). E’ evidente dunque che a chiunque si trova all’esterno delle congregazioni geoviste è preclusa, da parte di Geova, ogni possibilità di salvezza, nessuna via di scampo! <<Pertanto gli ex aderenti alle organizzazioni della falsa religione verranno distrutti nella parte finale della grande tribolazione: Armaghedon (Mal 4:1)>> (TG 15-7, 2013). Come si può notare Armaghedon è l’ossessione della TG che agita gli spiriti e li tiene avvinti in modo ferreo alla congregazione. E’ lo spirito che domina ogni singolo tdG, la fede professata e pure di coloro che sprovvisti di conoscenza biblica ne vengono coinvolti. Contrariamente a questo insegnamento così truce e sconvolgente non ha nulla a che vedere con il Dio del Vangelo il cui volto è l’amore! I tdG, purtroppo dicono di tutto e il contrario di tutto per tenere legati a sé i loro aderenti, e se ne ha la voglia, sig. Dispensa, potrei dimostrarlo attraverso la loro stessa letteratura che il sottoscritto possiede sin dai tempi di C. T. Russell, il fondatore della setta. La prego di non offendersi per questo, perché fu proprio lo stesso Russell a definire il proprio gruppo “una setta”.
Riporto qui brevemente una delle ultime contraddizioni: da una parte la Società TG afferma che Gesù Cristo al comando delle sue forze armate, gli angeli e gli “unti”, una parte che si trova già in cielo, infliggeranno tra breve la distruzione eterna a tutti gli abitanti del pianeta ad eccezione, come rilevato nei loro scritti, dei tdG! I sacerdoti di Brooklyn, facendo riferimento ad Apoc 2:26, 27 - dicono: <<Che meraviglioso privilegio! Questa autorità degli unti vincitori ricevono alla loro risurrezione (avvenuta nella primavera, secondo loro, del 1918, mia la parentesi), significa brandire insieme a Gesù Cristo la “verga di ferro” della distruzione contro le nazioni ribelli (che non ascoltano il verbo geovista, ndr) ad Armaghedon. Nella migliore delle ipotesi gli ordigni nucleari di quelle nazioni scoppietteranno come mortaretti bagnati quando Cristo frantumerà i suoi nemici come fossero vasi di argilla. (sal 28:9; Rivelazione 16:14, 16; 19:11-13, 15>> (Rivelazione: il suo grande culmine è vicino! Ed. 2006, pag. 53). E a pag. 281 dello stesso libro si annuncia che: <<Senza dubbio, quando giungerà il tempo, quei fratelli di Cristo (cioè gli “unti”) che sono già in cielo, avranno una parte nel pascere uomini e nazioni con quella verga di ferro>>. La medesima zuppa viene offerta anche nella TG 15-9, 2010 alla pag. 28: <<Ben presto, però, Cristo renderà manifesta la sua presenza eseguendo i giudizi di Geova contro i vari elementi del sistema delle cose di Satana … l’annientamento della parte più riprensibile di Babilonia la Grande, sarà il preludio della distruzione totale di questo malvagio impero della falsa religione … >>. Chi eseguirà questo tremendo giudizio contro i frequentatori delle varie chiese cristiane, delle varie moschee e dei vari templi buddisti, ecc.? Secondo i tdG, essendo questi fuori della loro congregazione, saranno tutti degni di morte da parte di Geova, <<la virile persona di guerra>> che userà i suoi “mortaretti”(!). Su queste forze belliche, tracciate a pag. 29 della stessa rivista, si specifica questo: <<Alla testa di un esercito di potenti angeli, e certamente anche dei suoi fratelli risuscitati, egli distruggerà l’intero sistema politico, militare e commerciale di Satana sulla terra. (Riv. 2:26,27; 19:11-21) La vittoria di Cristo raggiungerà il suo coronamento quando egli distruggerà il sistema malvagio di Satana … >>. Tra questi risuscitati ci saranno naturalmente tutti i presidenti della TG; e significativa è la notizia che riguarda la menzione di uno di questi, voce di tutti gli altri, è il defunto nel 1992, presidente Frederick William Franz; si disse infatti di lui: <<E’ un annuncio triste in quanto riguarda la fine dell’attività terrena ( grassetto ndr) di un servitore di Geova molto amato e particolarmente fedele. E al tempo stesso un annuncio gioioso in quanto al caro fratello Franz si applicano ora le parole di Rivelazione 14:13: “Felici i morti che da ora in poi muoiono unitamente al Signore. Sì, dice lo spirito, si riposino delle loro fatiche, perché le cose che fecero vanno direttamente con loro”. Il fratello Franz era un uomo modesto ed umile, un ministro operoso assai produttivo che Geova Iddio ha impiegato con potenza quale membro della classe dello “schiavo fedele e discreto” … >> (TG 15-3, 1993, pagg. 32 e 31). “Impiegato con potenza”: mica male come elogio funebre! Una specie di Cristo?! Come si può notare dall’elogio funebre per Franz, il CD ha pensato bene di collocarlo assieme a Gesù Cristo e ai suoi angeli per lo sterminio di questo mondo. In questo modo è andato a raggiungere i suoi predecessori e anche naturalmente gli apostoli risuscitati intenti ad affilare le armi, i coltelli da macellaio assieme a Gesù Cristo e ai suoi angeli, attendendo con trepidazione di ricevere da un momento all’altro, l’ordine da parte di Geova, “la virile persona di guerra” l’ordine per iniziare la mattanza gettandosi come avvoltoi per “sgozzare” tutti gli abitanti del pianeta piccoli e grandi, ad eccezione dei tdG il popolo eletto di Geova, per una distruzione eterna, una mattanza che non ha l’eguale in tutte le storie del mondo”.
Di fronte a questa sinistra prospettiva non gli è sufficiente per questo mondo soffrire la fame, le malattie, la morte con tutte le sue conseguenze, il dolore innocente, le umiliazioni più infauste e la tirannia dei suoi governanti, vi si mette ora di mezzo pure Geova a rincarare la dose intervenendo, “tra breve”, con i suoi mezzi spietati, come dicono i “miti tdG”, così terrificanti che le armi umane per la distruzione di massa, al confronto con quelle di Geova, sono “come mortaretti bagnati”! Si può pensare a un Gesù Cristo del genere? Per i tdG nessun problema! Si può pensare in questo scenario di dolore e morte gli Apostoli, i Padri Apostolici, i Padri Greci e tutti coloro che per amore del loro Maestro Gesù Cristo incontrarono il martirio dediti alla macellazione? Peccato che il vero Cristo ci abbia insegnato invece un’altra verità, quella autentica, “Amate i vostri nemici”, “Le prostitute e gli esattori delle tasse andranno davanti a voi nel Regno di Dio”, “Io sono venuto non per i sani, ma per gli ammalati”, “Amatevi gli uni gli altri come vi ho amato io”, “I primi saranno gli ultimi e gli ultimi saranno i primi”, ecc.
Ciò che sostengono i tdG sono le conseguenze di prendere alla lettera le parti apocalittiche della Bibbia come sistema da essi usato e dalle altre sette millenariste, lesivo per le menti deboli impreparate biblicamente e storicamente e corrono il rischio di aderire ad una fede che si fonda più sulla paura che sulla fede in Cristo che rende liberi.
Dopo questa indigestione di distruzione e morte di cui gli stampati dei tdG sono zeppi, ora vengono a dirci il contrario di quanto rilevato sulla fine tragica di questo mondo che: <<Geova odia la morte, la considera un nemico (Corinti 15:26). ‘Brami’ sconfiggere questo nemico: intende cancellare la morte tramite la risurrezione … ) (Dal volantino: I morti possono tornare a vivere? 2013). Si noti l’enorme contraddizione tra la distruzione dell’intera umanità tanto divulgata e l’atteggiamento reale dell’amore di Dio, nel quale io credo come tutti i cristiani, che Dio per natura essendo amore, logicamente odia la morte. Quest’ultima affermazione dei tdG annulla totalmente la montagna di scritti che danno risalto in modo ossessivo all’Armaghedon quale evento “prossimo”!
Il Dio vero è colui che “fa sorgere il sole sui buoni e sui cattivi” ed è appunto colui che come dice l’Apostolo Paolo: <<Dio ha rinchiuso tutti gli uomini nella disobbedienza per concedere a tutti la sua misericordia>>!
Testimoni di Geova <<la verità vi farà liberi>> lo dice Gesù!
Un saluto fraterno
Adriano Baston
[Modificato da Adriano Baston 19/04/2014 19:44]
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