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I frati estorsori di Mazzarino
 Estorsione e racket
Strano ma vero
Crimine nella storia
Truffe e raggiri
 


La Sicilia, sul finire degli anni cinquanta è una terra che non possiamo neanche immaginare.

In quello scenario si muovono tre “religiosi” decisamente sui generis: Frate Carmelo, Padre Venanzio e Padre Agrippino.

I tre infatti erano, come dire, più fedeli alla lira, che alla parola di Cristo; già, perché chiedevano il pizzo.

E a chi non pagava, mandavano un paio di sgherri a sparare.

Il primo ad essere oggetto delle loro attenzioni fu un superiore,
Padre Costantino, provinciale dei francescani, che pagò.
Seicentomilalire dei tempi, non proprio uno scherzo.
Il secondo a cui andarono a batter cassa fu Angelo Cannata,
un proprietario terriero che si rifiutò di pagare.

E loro, visto che “dio perdona, ma io no” replicarono a colpi di doppietta.

I tre singolari uomini di fede vennero processati e condannati,
in un dibattimento che appassionò l’Italia dei tempi,
manco ci fossero di mezzo villini in Val d’Aosta o
villette a Garlasco.

Solo Padre Venanzio e Padre Agrippino scontarono tutti e tredici gli anni cui furono condannati.

Frà Carmelo morì il 12 dicembre 1964.
 

  La terribile storia dei frati di Mazzarino

Una storia terribile ai limiti dell'inverosimile. Il 16 febbraio 1960 la Procura di Caltanissetta emette l'ordine di cattura per quattro frati del convento francescano di Mazzarino: estorsioni, violenze. omicidi, simulazione di reato per dei frati che avevano fatto voto di povertà, di castità e obbedienza. Con loro sul banco degli imputati quattro laici, quattro balordi. Tra questi uno strano personaggio l'ortolano del convento, un certo Lo Bartolo che prima del processo farà una brutta fine.

  
I diavoli nel convento


La terribile storia dei frati di Mazzarino
 


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