Caro Pino Lupo,
Ti scrivo questa pagina di amaro sfogo perché mi sono messo di fronte allo specchio per constatare per l’ennesima volta che il mio limite è la famosa “connessione emozionale”, cioè l’affrontare in modo emotivo situazioni che andrebbero affrontate in modo razionale e deciso.
L’approccio emozionale ti rende più sensibile, più profondo, più estetico, più artistico, ma in situazioni di lotta ti rende più debole, più fragile, più sconfitto.
Stamattina mi sono ripetuto la frase di Che Guevara.
“Se combatti puoi perdere, se non combatti hai già perso”.
Ma io, purtroppo, oggi mi sento come uno che indossa il vestito sbagliato ad una festa, con la tuta da meccanico e le mani sporche di unto.
E forse il sentirmi perdente fa riaffiorare diversi drammi della mia vita, che in realtà io non ho mai digerito.
Tante sono state le situazioni da cui sono uscito sconfitto.
Con grande dignità, mi sono "rialzato", ho subito per anni il dolore e il peso di aver perso molte cose.
Più volte, mi sentivo circondato da gente che non capiva il mio dolore.
E forse ogni volta che mi sento trattato ingiustamente, rivivo il dolore della sensazione di impotenza, mi chiudo in me stesso e mi sento avvilito, paralizzato dall’incapacità di reagire.
Certe ferite, ogni tanto, riaffiorano come quando cambia il tempo.
Un vecchio guerriero sa portarle con onore.
Ferite e medaglie sono l’ornamento di un’esistenza piena.
Ma ho imparato a riconoscere pure le mie debolezze.
Stavolta capisco che in una sintesi estremamente razionale i problemi con le persone più care, ogni volta mi rendono più vulnerabile all’ingiustizia per l’approccio infantile di chi non vuole credere che un amico, o una persona cara, ti possa fare un gesto che tu mai faresti a lui.
E alla fine mi metto in un angolo e faccio il broncio, mi sento avvilito come un bambino che fa il muso, mi isolo e solo per orgoglio mi rialzo, ma la ruggine rimane e mi fa deteriorare dei rapporti senza avere in realtà spiegato le ragioni.
Altre volte, invece, mi capita sul lavoro di confondere i rapporti e le situazioni personali con le scelte di tipo razionale, e magari mi offendo e passo per permaloso.
Con l’uso della razionalità e la padronanza di me riuscirei a vivere meglio.
Occorre mettersi l’abito giusto in ogni situazione, ed io nei momenti di maggiore fragilità alle volte sono colto impreparato dalle situazioni, e mi sento debole, timido, fragile ed incapace, quale in realtà non mi reputo.
Forse l’unica soluzione è staccarsi dal quotidiano, prepararsi alla battaglia ed indossare la corazza giusta, scegliendo il momento opportuno, soprattutto senza paura.
Pino Lupo
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