Stellar Blade Un'esclusiva PS5 che sta facendo discutere per l'eccessiva bellezza della protagonista. Vieni a parlarne su Award & Oscar!

SOCCORSO SPIRITUALE Il primo e unico forum dedicato alle sofferenze interiori dell' essere umano

"Li avete mandati al massacro in quei lager stupri e torture"

  • Messaggi
  • OFFLINE
    @nounou@
    Post: 6.742
    Post: 3.728
    Registrato il: 07/08/2006
    Sesso: Femminile
    Utente Master
    00 09/05/2009 13:35
    Il racconto. Tra le reduci del Pinar: meglio morire che tornare lì
    "Voi italiani siete buoni, come potete fare una cosa del genere?"

    Le lacrime di Hope e Florence per i disperati riportati in Libia: i nostri mesi all'inferno

    dal nostro inviato FRANCESCO VIVIANO
    ----------------------------------------

    LAMPEDUSA - "Li hanno mandati al massacro. Li uccideranno, uccideranno anche i loro bambini. Gli italiani non devono permettere tutto questo. In Libia ci hanno torturate, picchiate, stuprate, trattate come schiave per mesi. Meglio finire in fondo al mare. Morire nel deserto. Ma in Libia no".

    Hanno le lacrime agli occhi le donne nigeriane, etiopi, somale, le "fortunate" che sono arrivate a Lampedusa nelle settimane scorse e quelle reduci dal mercantile turco Pinar. Hanno saputo che oltre 200 disgraziati come loro sono stati raccolti in mare dalle motovedette italiane e rispediti "nell'inferno libico", dove sono sbarcati ieri mattina. Tra di loro anche 41 donne. Alcuni hanno gravi ustioni, altri sintomi di disidratazione. Ma la malattia più grave, è quella di essere stati riportati in Libia. Da dove "erano fuggite dopo essere state violentati e torturati. Non solo le donne, ma anche gli uomini".

    I visi di chi invece si è salvato, ed è a Lampedusa raccontano una tragedia universale. La raccontano le ferite che hanno sul corpo, le tracce sigarette spente sulle braccia o sulla faccia dai trafficanti di essere umani. Storie terribili che non dimenticheranno mai. Come quella che racconta Florence, nigeriana, arrivata a Lampedusa qualche mese fa con una bambina di pochissimi giorni. L'ha battezzata nella chiesa di Lampedusa e l'ha chiamata "Sharon", ma quel giorno i suoi occhi, nerissimi, e splendenti come due cocci di ossidiana, erano tristi. Quella bambina non aveva un padre e non l'avrà mai.

    "Mi hanno violentata ripetutamente in tre o quattro, anche se ero sfinita e gridavo pietà loro continuavano e sono rimasta incinta. Non so chi sia il padre di Sharon, voglio soltanto dimenticare e chiedo a Dio di farla vivere in pace".

    Accanto a Florence, c'è una ragazza somala. Anche lei ha subito le pene dell'inferno. "Quando ho lasciato il mio villaggio ho impiegato quattro mesi per arrivare al confine libico, e lì ci hanno vendute ai trafficanti e ai poliziotti libici. Ci hanno messo dentro dei container, la sera venivano a prenderci, una ad una e ci violentavano. Non potevamo fare nulla, soltanto pregare perché quell'incubo finisse". Raccontano il loro peregrinare nel deserto in balia di poliziotti e trafficanti. "Ci chiedevano sempre denaro, ma non avevamo più nulla. Ma loro continuavano, ci tenevano legate per giorni e giorni, sperando di ottenere altro denaro".

    Il racconto s'interrompe spesso, le donne piangono ricordando quei giorni, quei mesi, dentro i capannoni nel deserto. Vicino alle spiagge nella speranza che un giorno o l'altro potessero partire. E ricordano un loro cugino, un ragazzo di 17 anni, che è diventato matto per le sevizie che ha subito e per i colpi di bastone che i poliziotti libici gli avevano sferrato sulla testa.

    "È ancora lì, in Libia, è diventato pazzo. Lo trattano come uno schiavo, gli fanno fare i lavori più umilianti. Gira per le strade come un fantasma. La sua colpa era quella di essere nero, di chiamarsi Abramo e di essere "israelita". Lo hanno picchiato a sangue sulla testa, lo hanno anche stuprato. Quel ragazzo non ha più vita, gli hanno tolto anche l'anima. Preghiamo per lui. Non perché viva, ma perché muoia presto, perché, finalmente, possa trovare la pace".

    Le settimane, i mesi, trascorsi nelle "prigioni" libiche allestite vicino alla costa di Zuwara, non le dimenticheranno mai. "Molte di noi rimanevano incinte, ma anche in quelle condizioni ci violentavamo, non ci davano pace. Molti hanno tentato di suicidarsi, aspettavano la notte per non farsi vedere, poi prendevano una corda, un lenzuolo, qualunque cosa per potersi impiccare.

    Non so se era meglio essere vivi o morti. Adesso che siamo in Italia siamo più tranquille, ma non posso non stare male pensando che molte altre donne e uomini nelle nostre stesse condizioni siano state salvate in mare e poi rispedite in quell'inferno, non è giusto, non è umano, non si può dormire pensando ad una cosa del genere. Perché lo avete fatto?".

    "Noi eravamo sole, ma c'erano anche coppie. Spesso gli uomini morivano per le sevizie e le torture che subivano. Le loro mogli imploravano di essere uccise con loro. La rabbia, il dolore, l'impotenza, cambiavano i loro volti, i loro occhi, diventavano esseri senza anima e senza corpo.

    Aiutateci, aiutateli. Voi italiani non siete cattivi. Non possiamo rischiare di morire nel deserto, in mare, per poi essere rispediti come carne da macello a subire quello che cerchiamo inutilmente di dimenticare". Hope, 22 anni, nigeriana è una delle sopravvissute ad una terribile traversata. Con lei in barca c'era anche un'amica con il compagno. Viaggiavano insieme ai loro due figlioletti. Morirono per gli stenti delle fame e della sete, i corpi buttati in mare. "Come possiamo dimenticare queste cose?". Anche loro erano in Libia, anche loro avevano subito torture e sevizie, non ci davano acqua, non ci davano da mangiare, ci trattavano come animali. Ci avevano rubati tutti i soldi.

    Per mesi e mesi ci hanno fatto lavorare nelle loro case, nelle loro aziende, come schiavi, per dieci, venti dollari al mese. Ma non dovevamo camminare per strada perché ci trattavano come degli appestati. Schiavi, prigionieri in quei terribili capannoni dove finiranno quelli che l'Italia ha rispedito indietro. Nessuno saprà mai che fine faranno, se riusciranno a sopravvivere oppure no e quelli che sopravviveranno saranno rispediti indietro, in Somalia, in Nigeria, in Sudan, in Etiopia. Se dovesse accadere questo prego Dio che li faccia morire subito".

    Fonte






    Nounou
    *^*^*^*^*^*^*^*^*^*^*^*^*^*^*^*^*^*^*
    Il cuore ha delle ragioni che la ragione non conosce.
    Blaise Pascal


  • OFFLINE
    @nounou@
    Post: 6.742
    Post: 3.728
    Registrato il: 07/08/2006
    Sesso: Femminile
    Utente Master
    00 09/05/2009 13:37
    Clandestini e legge sugli immigrati Vaticano: "Violati i diritti dei rifugiati"

    La protesta del segretario del Pontificio Consiglio per i Migranti
    monsignor Marchetto: "Si criminalizzano gli emigranti irregolari"

    L'Osservatore Romano: "L'Italia preoccupa, dare aiuto a chi ha bisogno
    è priorità". La Cei: "Reato di immigrazione clandestina da rivedere"
    -------------------------------------------------------

    CITTA' DEL VATICANO - L'Italia che respinge in Libia i migranti intercettati in mare "preoccupa", perché dare aiuto a chi si trova in condizioni gravi è una priorità. La dura presa di posizione arriva dall'Osservatore Romano, dopo che contro il rimpatrio dei clandestini in Libia, che "ha violato le norme internazionali sui diritti dei rifugiati", aveva protestato già il segretario del Pontificio Consiglio per i Migranti e gli Itineranti, monsignor Agostino Marchetto. E la Cei si lancia contro il nuovo pacchetto sicurezza del governo, per l'introduzione del reato di immigrazione clandestina, che allarma i vescovi perché mette a rischio diritti fondamentali. Una norma che la Cei invita a rivedere.

    Continua...






    Nounou
    *^*^*^*^*^*^*^*^*^*^*^*^*^*^*^*^*^*^*
    Il cuore ha delle ragioni che la ragione non conosce.
    Blaise Pascal


  • OFFLINE
    parliamonepino
    Post: 8.248
    Post: 6.289
    Registrato il: 08/02/2006
    Città: TORINO
    Età: 69
    Sesso: Maschile
    Occupazione: professionista
    Utente Master
    AMMINISTRATORE
    00 09/05/2009 16:54
    Non ho motivo di dubitare che quanto riportato siano racconti veri.

    Una volta che ho letto queste cose terribili, mi rendo conto di quanto è grande la mia pochezza di fronte a tutto ciò.

    E' come osservare tutto con un binocolo e non poter "afferrare" che aria.

    [SM=x1061925]





    __________________________________________________
  • OFFLINE
    MARINICA
    Post: 96
    Post: 96
    Registrato il: 21/03/2009
    Città: TORINO
    Età: 56
    Sesso: Maschile
    Utente Junior
    00 09/05/2009 18:33
    Gli occhi disperati



    Gli occhi disperati,

    il corpo pronto a vendersi,

    ecco è così che ci volete!

    Mamma ho fame,

    tu in Italia hai da mangiare io no!

    Figlia non so se è meglio avere la pancia vuota

    o piena dal solito miserabile di turno.

    Resi delinquenti da leggi ingiuste,

    obbligati a nasconderci

    solo perché nati nel luogo sbagliato,

    ricattati, sfruttati, abusati.

    Complici con i vostri padroni,

    ci negate i crismi legali.

    Ma sempre più

    questa onda di disperazione

    si avvicina ringhiando anche a voi

    e da divertiti spettatori

    diverrete presto atterriti attori.



    Maria Dilucia, Milano


    FONTE

    [SM=x1061974]






    "Un giorno senza sorriso è un giorno perso" C. Chaplin
https://l.facebook.com/l.php?u=http%3A%2F%2Fgeo2.statistic.ovh%2Fprivate%2Fgeocontatore.php%3Fc%3D571ba8fb42f2103b751511394f01ae89%26fbclid%3DIwAR0r7ubknpxJvNKgRWBd_UPB9ZfOubxeQpv-i2MJpGY2RDbwkruldhY-eMY&h=AT1A-ID-ezFpJrlDb--v22J4bz8fxog8n34M6hmn2NBEXq8K_wHoBBwBqLESzJkYOKp7G0LLyCZhpkkarYBh3s-Liy3TRlD81_FQ5xOPGTufRz-r46tCmxAvlF_qAfClxA