00 05/04/2009 14:23
Oggetto: Di Morte e di Amore in una giornata di ordinaria follia

Questa è una nota particolare, dedicata ad un amico che non conosco e non ho mai conosciuto di persona, ma attraverso Facebook. Non esporrò il nome con cui è conosciuto, lo chiamerò semplicemente Amico, lui capirà che sto parlando di lui e con lui.Questa nota tratta di morte, di desiderio di morire, di tentativi di suicidio, di sofferenza, di dolore.Caro Amico, il dolore non ha nome. Che sia fisico, psichico, mentale, noi noi abbiamo bisogno di etichette. Quelle le lasciamo ai medici che ne hanno bisogno per "curarci" fisicamente, ma tra di noi, abitatori dell'Isola della Sofferenza circondati dal mare dell'Indifferenza non servono.

Il dolore e la sofferenza ci uniscono perchè parliamo lo stesso linguaggio. Forse qui sta la differenza tra noi due...io non considero il mio dolore come quello "più forte", nè sono convinta che lo sia. Ho capito che quello che ti ha fatto star male, tanto male, è stato il mio parlare di compiere "un gesto eclatante" per attirare l'attenzione delle autorità, ma il mio parlare era dettato dalla disperazione di sentirsi inascoltata da chi, invece, avrebbe il dovere di accogliermi e di mettere in atto tutto ciò che serve a far star meglio non solo me, ma tutti quelli che soffrono.

Caro Amico, mi hai sgridata per questo, e ti ringrazio di ciò, anche perchè sei stato l'unico che ha mantenuto dentro di sè queste parole e le ha "sentite" come un pugno nello stomaco, come un "tradimento", perchè sei l'unico tra quelli che conosco che ha questo rapporto con "Sorella Morte" così prossimo, così presente..ti alita sul collo, e tu l'accogli, ti soffia tra i capelli e senti l'alito del Suo fiato, l'hai cercata tante volte e tante volte, proprio perchè tua Amica, ti ha ributtato indietro, non eri ancora pronto. Sorella e aguzzina, Serva e Padrona. Sta con Te, sempre, perchè La invoci come liberatrice del dolore lancinante che hai dentro, che ti riporta al passato, ad un presente che non senti tuo, a un Amore che non c'è più.

Mi hai implorato di non scrivere più quelle cose. Non le scriverò, stai tranquillo, ma il mio era un esempio su un fatto eclatante accaduto qualche giorno prima, una sfida, il cui guanto è stato gettato, ma dall'altra parte l'hanno lasciato cadere, vigliaccamente.

A Te, Amico mio, dedico queste parole perchè so che tu comprenderai... "Ci sono momenti nella vita che lasciano in te tracce, solchi, momenti che ti cambiano e dopo non sarai più come prima. Niente sarà più come prima.Possono essere legati ad una gioia immensa o, al contrario, ad un dolore, forte, di quelli che sono pugni nello stomaco, che ti riempiono di rabbia che sfoghi sul primo che ti dice qualcosa, qualsiasi cosa. Il primo che ti capita a tiro. A me succede. E' successo. A volte di essere parte attiva, a volte passiva.

E' giusto, non è giusto...tutti siamo bravi a dirlo, tutti sappiamo così bene interpretare e giudicare come agiscono "gli altri" ma noi...noi abbiamo sempre ragione, per un motivo o per l'altro siamo così bravi a trovarci tante scuse per essere carogne e altrettanto crudeli quando invece possiamo arrampicarci nella nostra torre e comportarci da coglioni offesi.Sarà "spirituale" coglioni? Probabilmente no, anche se penso che il Cristo, guardandoci da lassù lo pensi milioni di volte al giorno. Milioni, o sarebbe meglio dire miliardi.

Oggi è una giornata di ordinaria follia. Una fra le tante. Una peggio delle altre, o meglio, non lo so, dipende dai punti di vista. Per me una giornata indefinibile. Stamattina è morta mia cognata, sei mesi esatti dopo la scoperta del cancro. A giugno una Tac...tutto a posto. Nulla, non vi era nulla in quella maledetta Tac, nulla che potesse far pensare, mettere in guardia, nulla. A Giugno. A settembre un dolore forte alla spalla ed una debolezza enorme seguita da difficoltà respiratoria. Pleurite. Ricovero ospedale per aspirare il liquido in eccesso dai polmoni. L'analisi del liquido. La condanna, immediata, la parola che più di tutte fa paura..cancro.Con metastasi. Non ci hanno detto nulla perchè io sono malata e lei voleva evitare a suo fratello ulteriori preoccupazioni dato che ha già avuto un infarto e nel giro di poco tempo gli sono morti il padre, il fratello più giovane, la mamma, ed ora lei...l'ultimo legame con la famiglia di origine.

Non è nulla, non si capisce bene, vado al San Luigi di Orbassano perchè la ragazza di mio figlio è medico in medicina generale, così mi segue lei e sono tranquilla. Tranquilla...chissà cosa aveva dentro, lei, il marito, il figlio. Tranquilla. Ho un tumore, inizio la chemioterapia. I capelli cadono subito dopo la prima, anche le ciglia. Ma le analisi di controllo vanno bene, la chemio funziona, sono solo molto debole. Bugia.E noi a domandarci perchè non si riusciva bene a capire molto, dicevano e non dicevano, e più domandavano e più erano evasivi.Questo fino a ieri. Perchè ieri è cambiato tutto. Drammaticamente è cambiato il finale. La telefonata arriva all'ora di cena "Sta male", "Ma quanto male?" "Tanto, tanto male, stiamo cercando morfina" e noi "ma che è successo, l'ultima tac evidenziava che ai polmoni era fermo!" "Ai polmoni, si, ma è salito all'encefalo". Gelo. Ghiaccio. Incredulità. Facciamo fatica a capacitarci di quello che ci viene detto. Questo ieri sera. Questa mattina è morta.

Siamo andati a trovarla oggi. E' morta in casa perchè adesso, quando sei alla fine, ti mandano a morire a casa tua perchè per il malato è meglio, dimenticandosi di dire che, oltre a quella, nobile, di motivazione ve n'è un'altra molto meno nobile e che rappresenta il grande inganno.Se muori a casa tua, non rientri nella contabilità del reparto, faccio un esempio: su 1.000 ricoverati a fine anno di morti in reparto ne hanno avuti 500.Caspita...hanno il 50% dei successi, ottimo reparto. No, cari signori, la realtà è che vi mandano a morire a casa, e se presi dal panico perchè sentite gridare il vostro caro e non sapete che fare chiamate il 118 questo vi porterà all'ospedale più vicino, che, salvo poche eccezioni, non è mai quello in cui siete stati presi in cura.

Era dentro la bara, il viso spaventosamente gonfio, una innaturale parrucca in testa di un colore e una acconciatura che lei non avrebbe mai portato. Curioso...penso all'acconciatura...o forse no...ho bisogno di distrarre l'attenzione dagli occhi segnati, dalle mani gelide che ho accarezzato. Come è fredda la morte. Come diventa innaturale quella rigidità quando l'ultimo batto d'ali, il sospiro finale, abbandona il corpo. Una carcassa senza più nè anima nè spirito.

Ecco la fine che faremo tutti, tutti quanti. Stesi in una innaturale posa dentro una cassa di legno. E penso...ci starò io dentro? La stessa domanda che mi pongo ogni volta che devo entrare dentro il loculo della risonanza. Ci passo al filo, strusciando tutta contro le pareti e per tutto il tempo sto a pensare se riuscirò ad uscire da lì. La mente corre, pensa. Mi siedo sulla poltrona vicino a lei, e la guardo. Non riesco a piangere. Se piango per lei in realtà piango per me e non voglio rubarle la scena, Quest'ultimo atto della commedia della Vita è tutto suo.Non so che dire.. Non riesco a dire nulla. Guardo e osservo. E prego, prego in silenzio.Poi dopo un tempo interminabile rientriamo a casa.

Chiara ha bisogno di scarpe nuove, più primaverili. La vita continua. ..dopo la morte il supermercato, il centro commerciale, strabordante di gente, ragazzi, famiglie con bambini capricciosi che urlano peggio che antifurti impazziti.Il ritorno a casa. Domani ci sarà uno di quei momenti che non scordi, mai.Nostro figlio si sposa alle 11. Lo stesso orario del funerale. Uno andrà da una parte uno dall'altra.Gioia e dolore. Dolore e gioia. Mia nuora è incinta e di nuovo vita e morte, morte e vita in un intreccio senza fine. Non so come mi sento, mi sento e basta. Quasi in catalessi. Ho strappato il cerotto di morfina che bruciava terribilmente, ma ora sono senza copertura. Le dita delle mani sono gonfie come palloncini ed ho male dappertutto. Che strana giornata è la vita. Una incredibile giornata di comune follia.

La Vita continua perchè tende a replicare sè stessa. Il dolore o la gioia sono stati mentali, certo, ma anche fisici. Di dolore si può morire, di Amore si può morire come vivere la Gioia più immensa, puoi toccare il cielo o sprofondare negli abissi. Quello che fà la differenza è la "comprensione" il prendere in sè. Comprendere che tutto ha un senso anche se a noi manca. quel senso, sul momento siamo troppo coinvolti e non in grado di vederlo. Ma il tempo ci porterà a comprenderlo se solo avremo occhi ver "vedere" e orecchie per "sentire".

Quando mi si dice che "pensando" di star bene il dolore svanisce rispondo che il "Cristo" sulla Croce ha avuto un momento di debolezza legato al dolore, che nel nel Getsemani sudò sangue pensando a cià che lo attendeva, perchè era qui incarnato, e la nostra carne viene ferita, colpita, oltraggiata.Ma come la carne anche i sentimenti vengono feriti, colpiti, oltraggiati. E' un lavoro grande quello di riuscire a comprendere il perchè di quello che ci sta accadendo, che cosa ci sta insegnando, che sia Vita o che sia Morte.Perchè ogni cosa ci parla, ogni avvenimento, ogni accadimento porta con sè la lama che forgia e che provoca dolore o le braccia che ci cingono le spalle e ci donano Amore, siano esse di un compagno, di un amante, di un figlio, di un'amico.

Gabry Fogli
Asti




__________________________________________________