SOCCORSO SPIRITUALE Il primo e unico forum dedicato alle sofferenze interiori dell' essere umano

LA TRAPPOLA MORTALE

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    Gyanfranco
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    00 30/01/2007 22:29
    Questa nuova esperienza voglio dedicarla idealmente a tutte le donne, ma, permettetemi di dedicarla ad una donna in particolare: Elisabetta.
    Elisabetta è stata una donna che ha lasciato un marchio stampato a caratteri di fuoco, nel mio cuore.
    Ho un ricordo tenero, dolce e triste di Elisabetta, una donna delicata, soave, un fiore profumato ma con "lo stelo fragile".
    Il suo ricordo mi proietta indietro nel tempo di 25 anni, ma nonostante sia passato molto tempo, io non l'ho mai dimenticata.

    Non posso dimenticare quelli occhi azzurro chiaro, quei capelli rossi, che scendevano ad onde sulle spalle. Il suo sorriso era il mio premio consolatorio, quando affrontavo giornate più dure del solito. Lei entrava nel mio ufficio, mi guardava con i "suoi cristalli" e mi sorrideva dolcemente. Era un sorriso a cui nessun collega poteva resistere. Con la sua dolcezza riusciva a farmi sorridere, anche se non volevo. Si, non riuscivo a resistere a quella dolcezza, a quella delicatezza, a quella sensibilità.

    Elisabetta era sposata, felicemente sposata. Dal suo matrimonio erano nati 3 bambini (oramai adulti), due maschietti ed una femminuccia. Tutti e tre molto somiglianti alla madre, ma lei, la bambina è Elisabetta. Io sono certo che quella bambina sia Elisabetta. Non è in discussione che io creda o no alla reincarnazione, quanto al fatto che, Elisabetta, in questo grande atto d'amore, ha voluto trasferire tutto il suo patrimonio genetico nell'ultima nata, quasi un gesto premonitore, una sensazione che la sua vita sarebbe cambiata.

    I giorni scorrevano felici e sereni per Elisabetta. Io, ricordo, mi fermavo ad osservarla, mentre, a passo veloce, varcava la porta dell'ufficio e, trafelata, si dirigeva verso il suo ufficio. Sorrideva, Dio se sorrideva! Gli occhi erano luminosissimi, lo sguardo "forava", il sorriso demoliva, come d'incanto il mio sguardo severo. Si è proprio così, non riuscivo mai ad averla vinta con lei. Solo una volta "ho vinto", ma ho pagato a caro prezzo quella vittoria. Lei mi stava davanti, in piedi, con i capelli che le coprivano in parte quel volto dalla pelle candida.

    Lei non parlava, mi guardava fissa mentre dai suoi occhi uscivano interminabili lacrime. Quelle lacrime, allora, non le avevo, colte, comprese, interpretate ed ancora oggi non ho pace, perchè se avessi colto, capito, forse...

    Dio se le ho voluto bene!!!
    Dio quanto mi manca!!!
    Dio quante volte ti ho chiesto perchè e tu non mi hai mai risposto.
    Dopo alcuni anni ricevetti una telefonata, era la sorella di Elisabetta, Dio se ero felice di sentirla, parlai sempre io, poi mi interruppe e mi disse: "ti prego, vieni da noi domani, alle 15,00". La rassicurai che per nulla al mondo sarei mancato... al funerale di Elisabetta che si era ... in soffitta, mentre marito e figli guardavano la televisione.
    Fu uno dei figli a trovarla, non vedendola scendere...

    Io ero stordito dal dolore, dalla confusione, dallo strazio del marito, dei figli, della sorella. I suoni, il dolore erano ovvattati. seguivo attonito, per l'ultima volta Elisabetta, versando tutte le lacrime che mi erano rimaste, nella speranza che un miracolo potesse restituirla alla vita, ai suoi affetti, a me, perchè ero andato a trovarla per dirle molte cose, quelle cose che, da viva, non ha mai ascoltato, ma che ho avuto modo di raccontarle, ogni volta che sono andato a trovarla, li, dove riposa, in un piccolissimo cimitero di montagna, dove gli uccelli, ancora oggi cantano la triste storia di una giovane donna, caduta in una "trappola mortale", dalla quale ne è uscita sacrificando la vita.

    Elisabetta, sono certo che oggi, ovunque tu sia, potrai vivere gli amori impossibili che non hai avuto la possibilità di vivere sulla Terra.
    Ti voglio bene Elisabetta
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    Gianfranco
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    parliamonepino
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    00 31/01/2007 01:12
    Caro Gianfranco,
    E' inutile dire che ho versato delle lacrime per Elisabetta, che con il tuo racconto hai fatto rivivere per qualche minuto.

    Ho imparato una lezione dal tuo scritto. Quella di andare a cercare nei sotterranei interiori dei miei ricordi, per trovare il coraggio di raccontare quelle storie che possono permetterci di condividere con altri le nostre esperienze e le nostre sciagure.
    Tu sei riuscito a trovare quella forza che io, ahimé, non sempre riesco a manifestare come fai tu.
    Grazie.
    Ti voglio bene
    Pino

    [Modificato da ®@ffstef@n 27/10/2009 21:43]
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