SOCCORSO SPIRITUALE Il primo e unico forum dedicato alle sofferenze interiori dell' essere umano

LETTERA APERTA

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    Gyanfranco
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    Utente Junior
    00 25/12/2006 15:45

    [SM=x1061975] [SM=x1061948] [SM=x1061978] [SM=x1061919] [SM=x1061969]
    Carissimi amici miei,
    voglio esprimervi il piacere personale nell’essere stato accolto, all’interno della vostra comunità di persone e di pensiero.
    Sono felice che, esista ancora, in molte persone, il piacere di relazionarsi, di conoscersi, di confrontarsi ed anche, se occorre di scontrarsi.
    Sono incantato dalla vostra delicatezza, che non mi sembra di circostanza, ma, a me sembra la normale dimensione interiore di ognuno di voi.
    Sono affascinato e stupito della Grande Fede che ognuno di voi possiede, perché è una misura che non conosco o non mi è dato conoscerla.
    Io sono credente, ma ho sempre vissuto una vita tormentata, alla ricerca della verità, in ogni cosa della vita: nella politica, nella fede, nella filosofia, nella scienza, nell’amore, nell’amicizia, nelle relazioni umane, nel lavoro, nei valori umani ed universali, ecc.
    Verità che non ho mai trovato pienamente, o, perlomeno, quella trovata non mi ha mai soddisfatto completamente.

    La domanda che ogni giorno, da molti anni, ripeto a me stesso è la seguente:
    “possibile che io sia l’unico o uno dei pochi insoddisfatti su questo benedetto pianeta”?

    Io credo di non essere l’unico, ma uno dei molti che non conosco.
    Questa insoddisfazione personale, mi obbliga ad una ricerca continua di un pensiero, di un luogo, che soddisfi il desiderio di conoscenza e di senso della vita.
    Posso io imputare al Buon Dio o agli uomini di essere gli artefici o le cause del mio malessere esistenziale?
    Possibile che la vita sia solo “questa roba qui”?
    E’ umano che alcuni uomini e donne vivano “divorati dalla febbre del sapere e del conoscere”?
    Perché una condanna così pesante, ancor prima di andare a finire all’inferno?
    La mia è una ricerca antica, sofferta, dolorosa, solitaria. Ogni giorno percorro le strade aride e desertiche della vita, alla ricerca di un oasi che mi ristori, mi dia conforto, dia un senso a questa lunga, angosciante e penosa ricerca di qualcosa, che sono certo, esiste, ma non so cosa sia e soprattutto dove sia. Una volta ho pensato che ero talmente concentrato a cercare questo qualcosa in luoghi lontani, che non mi resi conto che avrei dovuto cercare più vicino, dentro di me. Ma anche questa ricerca interiore non ha fatto altro che aumentare i miei dubbi, senza darmi le risposte di cui ho bisogno, per dare un senso vero alla mia vita.

    Diversi anni fa credevo che il denaro ed attività importanti fossero le cose che avrebbero dato un senso alla mia vita: mi sono sbagliato.
    Ho creduto che avere una moglie da amare ed una casa in cui vivere potessero bastare: mi sbagliavo.
    Ho pensato che creando Enti internazionali e relazioni istituzionali importanti, potessero dare un po’ di senso alla mia vita: mi sono sbagliato.
    Ho realizzato una Fondazione, in Romania, in cui lavorano 60 persone, abbiamo preso in adozione un orfanotrofio, creato comunità per bambini abbandonati, per ragazze madri, per alcolisti: non è bastato.
    Ho pensato che l’attività che svolgo avrebbe dato un senso alla mia vita: mi sono sbagliato.
    Ho creduto che scrivere favole e racconti, potesse dare un senso alla mia vita: mi sono sbagliato.
    Ho creduto che la carità cristiana potesse dare un senso alla mia vita: mi sono sbagliato.
    Ho pensato che l’amore per un donna potesse dare un senso alla mia vita: mi sbagliavo.
    Ho pensato che rimettere sul nido un uccellino caduto, potesse dare un senso alla mia vita: mi sono sbagliato.
    Ho pensato che viaggiare per conoscere luoghi, persone, esperienze, culture diverse potesse dare senso alla mia vita: non mi basta.

    Eppure in ogni strada che percorro, in ogni panorama che contemplo, in ogni persona che incontro, in ogni bambino che mi sorride, in ogni anziano solo, in ogni malato che soffre, in ogni orizzonte che scruto, in ogni tramonto che contemplo, in ogni ricordo che mi assale, cerco il senso della mia vita, ma non l’ho ancora trovato.
    Non lo trovo nella vita, non lo trovo nella morte, ma devo trovarlo, perché anch’io voglio essere come tutti, voglio aspirare alla felicità che gli altri trovano nella loro vita quotidiana.

    Per favore, se qualcuno di voi ha visto durante il percorso della propria vita, un cartello che indica “Senso della Vita”, me lo faccia sapere ed avrà gratitudine eterna da parte mia.

    Grazie

    UN ABBRACCIO AFFETTUOSO



    Gianfranco
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    @irias@
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    Utente Junior
    00 25/12/2006 18:03
    ciao Gianfranco,
    "mi sono sbagliato" questa frase l'ho cancellata da tempo dal mio modo di valutare le mie scelte, ed ho smesso di cercare la verità in ogni cosa della vita

    Genesi 3:9
    Dio il SIGNORE chiamò l'uomo e gli disse: «Dove sei?»

    Sai rispondere a questa domanda?
    Quando prendo un uccellino caduto dal nido e lo aiuto a riprendere a volare sono felice perchè so che amo gli animali, so che mi piace aiutare chi ha bisogno, so che sono capace di un gesto di amore.
    Quando stringo la mano di una persona che sta per morire so che io sono il medico a cui il malato si affida nell'ultimo momento della sua vita con un gesto di estrema fiducia.
    Quando compro nel periodo dei saldi vestiti per i piccoli dell'India che un collega si occupa di portarli so che loro sono felici perchè io sono una persona generosa e amo il mio prossimo e grazie a queste mie qualità posso dare loro un aiuto.
    Quando aiuto un collega a resettare il suo PC perché è in tilt e non sa più come lavorare sono contenta perchè grazie alle mie conoscenze posso essergli di aiuto.
    Gianfranco, tu dove sei?
    Con affetto Siria
  • helenhelen
    00 25/12/2006 19:50
    Puo essere che il ''senso della vita''
    non si trovi in una sola strada da percorrere, in una sola cosa da fare, forse non ti sei sbagliato, cercando il senso della vita in tutte le cose che fai, o che hai fatto vorresti trovare una risposta soddisfacente, secondo me l'uomo non è fatto per essere ''soddisfatto'' puo darsi che il senso della vita, sia proprio avere continuamente fame di ricerca del ''senso della vita'' e comunque questa continua ricerca ha dato prosperità alle tue azioni,ha dato un senso alla tua vita malgrado l'insoddisfazione, perchè non sei soddisfatto?
    Perchè ti manca sempre qualcosa, ovunque tu vai, qualunque cosa tu faccia? forse perchè sei vivo, forse perchè non menti a te stesso, forse il tuo ''senso'' per la vita è fare tutte queste cose e avere ancora voglia di fare, di cercare, di conoscere.Non credere all'assoluta dimensione nella quale non avrai bisogno di null'altro...secondo me non funziona, quà adesso, non ci sono risposte, non ci sono dimensioni assolute di felicità pienamente appaganti e definitive.

    ciao
    un abbraccio.
    Lucy


    Modificato da helenhelen 25/12/2006 20.00
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    @nounou@
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    Utente Junior
    00 27/12/2006 00:11
    per me un cartello che porti al senso dela vita non esiste perchè l'uomo cercherà continuamente il senso della sua vita..
    con affetto [SM=x1061969]
    nounou






    Nounou
    *^*^*^*^*^*^*^*^*^*^*^*^*^*^*^*^*^*^*
    Il cuore ha delle ragioni che la ragione non conosce.
    Blaise Pascal


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    Utente Junior
    00 27/12/2006 11:13
    per Lucy
    Molto molto OK quello che hai scritto.!!!!! [SM=x1061969] omega [SM=x1061956]
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    Gyanfranco
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    Utente Junior
    00 27/12/2006 20:50
    Ciao Siria...
    scusami, per il ritardo con il quale ti rispondo; non è scortesia, ma mancanza di tempo. Ho letto con interesse le tue considerazioni, che condivido in parte. Ciò che affermi con convinzione è condivisibile, ma solo la soddisfazione personale, il piacere di aiutare, la felicità nel vedere un bambino, la sofferenza di stare accanto ad un malato non rispondono alla mia ricerca di "Senso della Vita". Il senso dela vita non è soltanto felicità o servizio verso i bisognosi, o salvare la vita di un malato, ma credo sia strettamente più legato al significato della vita quale senso universale non dipendente dalle nostra volontà. Prometto che la mia ricerca continua e farò tesoro del tuo contributo, che mi ha ricordato che dovrei essere felice delle piccole cose, che quotidianamente faccio.
    Ti abbraccio con affetto.
    [SM=x1061919] [SM=x1061967] [SM=x1061969] [SM=x1061975] [SM=x1061952]



    Gianfranco
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    Gyanfranco
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    00 27/12/2006 21:17
    Cara Lucy ti scrivo...
    Ci sono momenti nella vita in cui, una persona, ha anche bisogno di sentirsi dire delle cose che, anche se non risolutive, sono di grande conforto.
    Ho letto con attenzione il tuo contributo, dove, razionalmente, hai risposto ad alcuni dei mille dubbi che rendono "più difficile" la mia vita. Ti ringrazio molto, perchè nelle tue parole c'è racchiusa una buona dose di "verità umana"; che mi induce a riflettere sul senso della vita anche da altre prospettive, quali: il senso filosofico della vita, quello religioso, quello sociologico ed, in ultima analisi, il mio senso della vita. Si, è vero ciò che affermi. In qualche modo, questo continuo "travaglio" mi ha obbligato a cercare nel tempo e nello spazio le risposte ai miei dubbi ed è provato che, durante questa ricerca, ho fatto delle cose, spero importanti, non per me, ma per gli altri, in un'ottica di servizio e di condivisione umana.
    Grazie per il tuo contributo, mi è stato prezioso, soprattutto nello scoprire che, su questo pianeta, non sono l'unico a porsi delle domande sul senso della propria vita.
    Un grande abbraccio.
    [SM=x1061919] [SM=x1061967] [SM=x1061963] [SM=x1061969] [SM=x1061956] [SM=x1061971]



    Gianfranco
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    Gyanfranco
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    Utente Junior
    00 27/12/2006 21:21
    Grazie Omega
    Ti ringrazio per la condivisione espressa al contributo di Lucy. E' come se io avessi ricevuto, una lunga lettera con contenuti simili, anche da te.
    Ti ringrazio molto.
    [SM=x1061956] [SM=x1061963] [SM=x1061919] [SM=x1061952]



    Gianfranco
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    claudio.41
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    00 27/12/2006 21:28
    Caro Gyanfranco, dentro di noi c'è un "vuoto" a forma di Dio e solo Lui può colmarlo.

    Dici che sei credente, ma che sei sempre in cerca della Verità.
    Non sò se per verità, intendi la "giusta denominazione" o la giusta chiesa, ma se fosse così, ti indico, per esperienza, quel famoso cartello :

    In esso non c'è alcun nome denominazionale, ma solo c'è scritto a caratteri rossi, di Sangue : GESU' CRISTO.

    Fermati a contemplare Quel Nome, è lì, e solo lì, la Verità.

    Un abbraccio.





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    Gyanfranco
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    Utente Junior
    00 27/12/2006 21:33
    Cara Nounou ti scrivo...
    Carissima Nounou, sono certo che anche tu hai ragione. A mio modesto parere, ognuno di noi, ha ragione, o meglio, ha le sue ragioni. Il punto non è chi ha ragione o torto, ma avvicinarsi al massimo dello scibile, affinchè la vita non sia solo "questa roba qua", ma qualcosa di più. Per sapere cosa è di più, io devo comprenderne il significato, o meglio devo cercare di avvicinarmi ad esso il più possibile. Anche scrivervi mi procura piacere e soddisfazione, ma se pensassi che basta questo per essere felici, per dare senso alla vita, a me francamente non basta. Su una persona felice, quanti infelici ci sono? Tutti hanno le stesse possibilità e condizioni per vivere una vita felice? Se si, perchè? Se no, perchè?
    Non vado oltre, non voglio annoiarti con i miei dubbi e le mie insicurezze.
    Ti ringrazio ugualmente per il tuo contributo.
    Un caldo abbraccio.
    [SM=x1061919] [SM=x1061969] [SM=x1061956] [SM=x1061952] [SM=x1061967]



    Gianfranco
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    parliamonepino
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    00 28/12/2006 08:54
    Caro Gianfranco,
    I temi che hai sollevato con il tuo scritto sono universali.
    Molti scrittori, filosofi e persone di ogni popolo si sono posti gli stessi interrogativi.
    L'amico Claudio41 ha proposto un atto di fede verso la figura immensa di Gesù Cristo per dare una risposta al senso della vita e per identificare la verità.
    Sembra una soluzione troppo semplice quella di Claudio41, invece, trovo che il suo contributo è illuminante, ma per innescare quei meccanismi sono necessarie delle riflessioni personali che richiedono dei tempi, che possono essere brevi o lunghi o eterni.
    Le tue esperienze personali, purtroppo, sono sotto gli occhi di tutti, molte le hai vissute direttamente e certo questo rende più amaro e terribile l'argomento diventato frequente nelle cronache di tutti i giorni.
    Il numero crescente di bambini che subiscono violenze è diventato imbarazzante, in tutti gli ambienti.
    Il bambino è una creatura innocente. Ho parecchi testi che trattano questo argomento, per essere preparato e competente nell’affrontarlo.
    Ma per sensibilizzare la gravità di queste ignobili violenze vorrei citare un passaggio di uno dei più grandi scrittori della narrativa mondiale.
    Non ci sono testi di neuropsichiatria infantile o trattati pedagogici sull’argomento che mi hanno toccato così profondamente come lo scritto che riporto.

    Tratto da “i fratelli Karamàzov” di Fedor Dostoevskij, capitolo quinto “Pro e contro”, quarto sottotitolo “La rivolta”, pag. 336-337, edizione Mondatori:
    (premetto che il dialogo si svolge fra due fratelli Karamàzov, uno ateo, Ivàn, e l’altro un novizio e prossimo prete, Alesa)

    Una bimbetta di cinque anni era odiata dal padre e dalla madre. Persone onoratissime, di ceto impiegatizio, istruite e bene educate”. (chi narra questo episodio è Ivan Fedorovic, che prima di continuare fa una considerazione). Vedi, ribadisco ancora una volta fermamente che vi è in molti uomini un’inclinazione particolare che è la passione di seviziare i bambini, soltanto i bambini. Verso tutti gli altri membri del genere umano questi stessi aguzzini hanno un atteggiamento benevolo gentile, come qualsiasi altro europeo civile ed educato, ma amano molto vedere soffrire i bambini, ed è così che concepiscono il loro amore per loro. E’ proprio l’aria indifesa di queste creature a sedurre i carnefici, l’angelica fiducia del piccino che non sa dove rifugiarsi né a chi rivolgersi, a eccitare il sangue immondo del suo aguzzino. Certo, in ogni uomo, si cela una belva, la belva dell’ira, della lussuria eccitata dalle grida della vittima; la belva che non ha più freno, che si è sciolta dalla catena; la belva delle malattie contratte nei piaceri dissoluti: podagra, mal di fegato, eccetera.
    (torniamo al racconto) Quei genitori bene educati sottoponevano la loro povera bimba di cinque anni a ogni sorta di sevizie immaginabili. La battevano, la frustavano, la prendevano a calci; senza sapere neppure loro il perché, le riducevano il corpicino ad un solo livido; e infine giunsero al massimo grado di raffinatezza: la rinchiudevano tutta la notte nella latrina, al freddo, al gelo e poiché la notte non chiamava mai in tempo, come se un bimbo di cinque anni, che dorme il sonno profondo degli angeli, potesse a quell’età imparare a chiamare in tempo, le imbrattavano il viso con i suoi escrementi, costringendola a mangiarli, ed era la madre, la madre a costringerla! E questa madre poteva dormire, mentre si udivano i lamenti della povera piccina rinchiusa in quel fetido luogo! Capisci? Un piccolo essere che ancora non è in grado neppure di capire quel che gli fanno, rinchiuso in fetido posto al buio e al gelo, si batte il petto col suo minuscolo pugno e piange lacrime di sangue, lacrime miti inoffensive, invocando ‘il buon Dio’ perché l’aiuti. Capisci questa assurdità, amico mio, fratello mio, mio pio novizio del Signore? Riesci a capire tu a che scopo questa assurdità sia stata creata e a che serva? Dicono che l’uomo non potrebbe vivere senza di essa perché non conoscerebbe il bene e il male. Ma a che scopo questa diabolica differenza fra bene e il male se si paga così cara? Tutto il sapere del mondo non vale le lacrime di quella bambina che invoca il buon Dio!


    Caro Gianfranco, ti ringrazio per la tua significativa testimonianza, questo mi ha permesso di commentare un argomento orrendo come il male su delle creature innocenti.
    Parlare di queste cose può aiutarci a trovare dentro di noi il cammino da seguire per dare la giusta risposta ai tormenti interiori con cui conviviamo!
    Un abbraccio
    Pino



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