00 09/08/2013 19:50
tredici anni fa partecipai ad un seminario della durata di 3 giorni.
Il seminario aveva come titolo: “Intensivo d’illuminazione”.
In quelle 72 ore, continuamente, attraverso vari metodi di comunicazione, ti è posta una domanda: “Chi sei?”.
“Chi sei?” mi si chiede.
“Sono il padre di tre figli”, risposi.
“Non ti ho chiesto di chi sei padre, ma chi sei tu”.
“Sono un professionista”.
“Non ti ho chiesto che lavoro fai, ma chi sei”.
Qualsiasi cosa rispondessi, sembrava che la risposta non fosse mai quella giusta.
“Chi sei?”
“Sono un cristiano”.
“Non ti ho chiesto di che religione sei, ma chi sei”.
“Sono un uomo che tutti i giorni si dedica ad aiutare gli altri”.
“Non ti ho chiesto che cosa fai, ma chi sei”.
“Sono Pino Lupo”.
Non ti ho chiesto come ti chiami, ma chi sei”.
Una domanda ripetuta come un martello che pianta un chiodo.
Rigore, metodo e sacrificio hanno sottolineato 3 giorni, per me, molto faticosi.
Ore e ore di concentrazione, lontano da ogni distrazione. TV, cellulari, giornali, conversazione, letture, contatti con l’esterno.
Un’alimentazione sobria e frugale.
Dovevamo essere sempre e costantemente assorti nella domanda: “Chi sei?”.
Un cammino durissimo, al limite delle forze psicologiche ed intellettuali.
Un percorso che alla fine mi ha portato alla più alta sorgente di illuminazione che mi sia mai capitata. Uno stato di grazia. Trovai la risposta che cercavo durante la passeggiata contemplativa nel parco del posto che ci ospitava.
Mi fermai davanti ad una pianta e domandai: “Chi sei?”. “Albero”, mi rispose. Ecco la risposta che cercavo!
Mi presentai e dissi: “Piacere io sono un uomo”.
Il nostro dovere è essere.
Non essere “qualcuno”, poiché è lì che si annida l’avidità e l’ambizione.
Non essere "questo" o "quello", e lasciarsi, quindi, condizionare.
Essere e basta.
Io sono, io sono un uomo ed il mio nome è Pino Lupo.

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