SO.SPI: UNA RISPOSTA AI TESTIMONI DI GEOVA E AGLI EX, DOPO 18 ANNI.

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parliamonepino
00domenica 24 gennaio 2010 20:41
Titolo del mio prossimo intervento, probabilmente, pubblicato domani!

Anticipo lo spirito del mio scritto con questa frase:

"Per essere veramente libero preferisco essere mille volte vittima piuttosto che una volta carnefice".



[SM=g1380307]







parliamonepino
00lunedì 25 gennaio 2010 15:40
SO.SPI: UNA RISPOSTA AI TESTIMONI DI GEOVA E AGLI EX, DOPO 18 ANNI.

PRIMA PARTE

La premessa, che segue, assume un profondo significato nel racconto della mia esperienza.
Ricordo, verso la fine degli anni ‘90, quando i miei figli erano poco più che adolescenti, parafrasando una frase di Pennac, dissi, ai miei figli:
“Quando avevo la vostra età, ero figlio di un padre ed una madre, oggi, voi siete figli di questa società e clienti di questa società”.

Al presente, i miei figli, dopo aver raccolto la mia “provocazione” come una sfida, hanno dimostrato di saper gestire la propria vita, assumendosi le loro responsabilità e pianificando i progetti desiderati secondo la propria inclinazione naturale, accettandosi per come sono, con pregi e difetti.

Mi diverte sentirli parlare dei successi, dei fallimenti, delle lotte, delle difficoltà che incontrano ogni giorno. Ammiro le loro diverse personalità, collegate fra loro con il senso dell’onore e della dignità, virtù che non devono mai abbandonarci.

Questa, la premessa!


parliamonepino
00lunedì 25 gennaio 2010 15:41
SECONDA PARTE

Fra tre mesi compio 55 anni.
Avevo 17 anni, quando intrapresi la scelta di battezzarmi come testimone di Geova, consapevole di abbandonare, per tale motivo, altre ambizioni che, all’epoca, facevano parte dei miei obiettivi primari.
Fu una svolta fulminea che sbalordì non poco la mia sfera famigliare e tutti i parenti che vedevano in me una persona dotata, per conquistare importanti traguardi nella società.

Per i miei genitori, in particolare, fu un grosso “ceffone”, perché videro un radicale cambiamento nelle mie scelte fino al punto da diventare avversari. Non riconoscevo più la loro autorità, se non subordinata ad una più elevata, quella di Dio e della sua parola scritta, la Bibbia.

Correva l’anno 1972. L’anno 1975 era additato come un periodo importante e decisivo.

Tutti i discorsi pubblici, le assemblee, le pubblicazioni dei testimoni di Geova, battevano un “ritmo di urgenza”, ognuno di noi era invitato a spendere ogni risorsa, energia e tempo a quello che era indicato come un momento storico determinante.

Il 19 settembre del 1975, avevo 20 anni, dovetti affrontare una prova durissima, quella della “neutralità cristiana”, rifiutando di fare il servizio di leva. A novembre di quell’anno (1975), fui condannato alla prigione da una Corte Marziale di Roma. Uscii, dal Reclusorio Militare di Gaeta, nel 1977.

I miei genitori mi sostennero e mi furono vicini. Accettarono le mie scelte.

In seguito, con il passare degli anni, la mia vita fu un susseguirsi di avvenimenti felici e dolorosi, mi trovai a dover fronteggiare, nell’arco di pochi anni, una serie di situazioni incredibili, in ogni campo. Da scrivere un romanzo.

Verso la fine degli anni ’80, avevo già un vissuto intenso, pensavo di aver visto tutto e di avere superato ogni tipo di prova.

Mi sbagliavo!


parliamonepino
00lunedì 25 gennaio 2010 15:42
TERZA PARTE

La mia passione per lo studio, per la lettura, per le ricerche, mi portò a pormi molte domande.

Spesso, essendo conosciuto come un testimone di Geova di riferimento nella cultura biblica, ero incaricato di incontrarmi con “avversari” religiosi, “pubbliche relazioni” da cui uscivo sempre vincente.

Un giorno, l’incontro con un pastore evangelico molto preparato, mi fece riflettere.
Alcune sue osservazioni erano corrette e precise. Non gli diedi modo, in ogni caso, di avere “l’ultima parola”.
Quando tornai a casa feci le dovute indagini e non potei fare a meno di notare delle “incongruenze” sul modo di interpretare alcuni passi biblici da parte della WTS.

Quello che fino a quel momento erano sensazioni, con il tempo, divennero dubbi. Non potevo crederci. A distanza di 15 anni, qualcosa cominciava a delinearsi. In poco tempo, scoprii decine di “inesattezze”.

Era come aver scoperto che i miei “genitori spirituali” fossero degli impostori, non appartenevo più a loro. La mia fede, il mio credo, non dipendeva da loro. Fu come tranciare il “cordone ombelicale”.

Pertanto, in un certo senso, non ero più sottoposto all’autorità di mio padre e di mia madre, ma neanche della “Torre di Guardia”, che fino a quel momento pensavo fosse il “canale” di Dio.

Quello che dissi ai miei figli, qualche anno dopo, io lo avevo già fatto come esperienza in una “società” che non era quella tradizionale, ma in una comunità religiosa.

Ho permesso, per molti anni, a quelli che io consideravo i miei “genitori adottivi”, di “gestire la mia vita” come se fossi stato “partorito” da loro.

Nel 1992, dopo 20 anni di relazione “famigliare” con la WTS, dopo un tormento interiore terribile, a seguito di un Comitato Giudiziario Speciale, formato da rappresentanti inviati dalla Betel di Roma, decisi di rassegnare le mie dimissioni con una lettera piena di amarezza.

Entrai in una fase angosciante della mia vita, avevo 37 anni e non sapevo che il futuro mi riservava ancora molte “sorprese”.



parliamonepino
00lunedì 25 gennaio 2010 15:43
QUARTA PARTE

Il mio successivo stato d’animo, visto il mio distacco da un credo religioso che faceva parte del mio modo di vivere, era un susseguirsi di emozioni contrastanti, tra rabbia e delusione, sofferenza e paura, risentimento e voglia di rivalsa.

Per due anni raccolsi una serie di informazioni e di documenti che dimostravano, a mio avviso, senza ombra di dubbio, alcune interpretazioni delle Scritture, da parte della WTS.
L’insegnamento guida del Cristianesimo, comandato da Gesù Cristo, l’ultimo uomo ad avere autorità su questo pianeta, non era rispecchiato dalla WTS.
Le parole del Maestro, più dure di qualsiasi materiale, risuonano ancora inalterate da 2.000 anni, nessuno ha saputo dire di meglio, neanche la WTS, nel vano tentativo di farsi “portavoce”.

Dopo il 1994, cessai ogni rapporto con tutto quello che mi legava alla sfera dei testimoni di Geova ed ex testimoni di Geova.
Chiusi, per così dire, un libro.



parliamonepino
00lunedì 25 gennaio 2010 15:45
QUINTA PARTE

La vita, in seguito, mi riservò momenti belli e attimi difficilissimi, al limite della sopportazione.

Avevo fatto il pugile, lo spazzacamino, il postino, il capo officina, l’uomo di fatica, il manovale, il cameriere, l’aiuto cuoco, il gestore di una sala giochi, lavorato di notte dentro un frigorifero (22 mesi) di 1000 mq di latticini, carne e frutta, l’elettricista, il rappresentante, l’imprenditore, il formatore, l’insegnante.

Ma fu niente in confronto al fatto di dover vedere uno dei miei figli “sfiorare” la morte, di vivere con lui una situazione di continue scelte che potevano terminare la sua vita a soli 16 anni. Il suo cuore malato dovette subire un intervento drammatico. Dal 1995 al 1998 (17 luglio), la malattia di mio figlio fu protagonista nella mia vita.

Una vera sfida da cui sembrava non esserci via d’uscita.



parliamonepino
00lunedì 25 gennaio 2010 15:46
SESTA PARTE

Nel 2005, dopo ancora molte vicissitudini, tornai ad occuparmi del fenomeno religioso che avevo ormai quasi completamente abbandonato.

Questa volta, la “piazza” che mi dava la possibilità di esprimere la mia esperienza durata 20 anni, nei testimoni di Geova, era internet.

Iniziai gettandomi nella mischia di chi aveva da recriminare qualcosa contro la WTS. Poi, nel giro di tre mesi, mi resi conto che non era quello l’atteggiamento giusto.

Nessuno è autorizzato ad esprimere dei giudizi fino al punto di alzare una barriera che, oltre ad impedire un dialogo, manifesta un cattivo spirito.

Ho compreso l’inutilità di schierarsi con altre comunità religiose per ostacolare i testimoni di Geova, e nemmeno con degli appoggi politici, e nemmeno con delle azioni legali, e nemmeno confutando le interpretazioni dottrinali o di comportamento.

Lo spirito che accomuna ogni essere umano, che ci rende tutti simili, è lo spirito di solidarietà, di rispetto verso il nostro prossimo, e di dare valore alla dignità dell’uomo.



parliamonepino
00lunedì 25 gennaio 2010 15:47
SETTIMA ED ULTIMA PARTE

Il “samaritano”, della famosa parabola di Gesù, quando soccorse il “giudeo”, suo nemico, che si trovava per terra denudato di ogni suo avere e massacrato dalle bastonate, per l’aggressione subita da parte di banditi, si chinò su di lui, con compassione, e gli prestò le prime cure. Lo caricò sul suo asino e lo trasportò fino ad una locanda. Lo accudì tutta la notte, poi, al mattino, lo affidò al padrone della locanda, pagando il conto con la promessa che al suo ritorno avrebbe aggiunto altro denaro se fosse stato necessario.
Il “samaritano” non chiese al malcapitato come mai non si premunì, sapendo che la strada che portava da Gerico a Gerusalemme era piena di insidie e facile per gli agguati; non chiese come mai non si erano fermati il sacerdote e poi il levita, per soccorrerlo; non chiese chi fossero i briganti che lo avevano assalito, derubato e picchiato; non chiese se voleva sporgere denuncia o se voleva vendicarsi; non chiese di che religione fosse, o se voleva far parte della sua religione, visto che lo aveva soccorso; non gli promise che avrebbe combattuto contro quei malfattori che lo avevano ridotto in quel modo; il “samaritano” provò solo compassione e si prese cura di lui.

Il 4 di febbraio 2009, quasi un anno fa, Michele, mio figlio, è stato operato per la seconda volta a cuore aperto. Gli hanno salvato un’altra volta la vita e non conosciamo il nome e cognome di tutti quelli che facevano parte dello staff medico. Non sappiamo se erano tutti di nazionalità italiana, se ci fossero atei o mussulmani, politici di destra o di sinistra, so che lo hanno sottratto alla morte e che si sono presi cura di lui fintanto che non fosse fuori pericolo. Cinque mesi fa, mio figlio si è sposato!

Concludo!

Sono passati 18 anni da, quando sono uscito dalla comunità dei testimoni di Geova. Ho avuto modo di provare due posizioni di pensiero, mentre nella mia vita accadeva di tutto.

In questi giorni, mi è stato chiesto, da più parti, quale fosse la mia attuale collocazione, in questo mondo così disorientante e sciagurato.

La mia è una risposta al singolare e, proprio per questo motivo, universale:

“Ama il prossimo tuo come te stesso”.

Sette parole, ventotto lettere!

Non ci sono altri vincoli.

La vera dignità di un uomo è la sua libertà, piuttosto vittima ma mai carnefice.

Pino Lupo


[SM=x1061918]



parliamonepino
00martedì 26 gennaio 2010 08:39
Mi permetto qualche suggerimento personale.

Svincoliamoci dalle opinioni e dalle azioni degli altri. Gli altri dicono e fanno quello che riguarda la loro realtà ed i loro sogni. Filtrare o meglio, essere immuni, da ciò che fanno o dicono gli altri, ci aiuta a non cadere vittima di inutili sofferenze.

Troviamo sempre il coraggio di fare domande per esprimere le nostre perplessità e quello che crediamo sia giusto sapere. Comunichiamo con gli altri quanto basta per essere più chiari possibile, evitando malintesi, tistezza e drammi.

Sii te stesso, in ogni occasione e trasforma, quando lo ritieni opportuno, la tua vita.

Pino

[SM=g1380307] [SM=g1660863]




parliamonepino
00mercoledì 27 gennaio 2010 23:03
Ancora due frasi che ritengo degne di essere valutate:

Nella vita non dobbiamo sopravvivere ma restare umani.

Fare delle scelte non significa tradire.

Pino
[SM=g1380307]


parliamonepino
00venerdì 29 gennaio 2010 09:18
Aggiungo che il nostro più forte desiderio, per sgombrare la nostra mente dai condizionamenti e dalle costrizioni, deve essere orientato verso la ricerca della libertà individuale e dello spirito, sperimentando i risultati positivi di tale libertà: una cosa, purtroppo, inconcepibile per chi vive una situazione voluta di "totalitarismo".

[SM=g1380307]

primomartino
00sabato 30 gennaio 2010 15:42
CONDIZIONAMENTI
Signor Giuseppe, lei dice: "dobbiamo sgombrare la nostra mente dai condizionamenti.." Beh, io vedo che tutto il mondo cerca di condizionare le mente della gente - a partire dalle religioni, partiti politici o governi, imprese comerciali, persino lo fanno i padri e le madri, anche la scuola, non parliamo poi delle agenzie pibblicitarie, i media e anche  tra di noi cerchiamo di persuadere altri ad accettare la nostra particolare opinione. E questo succede anche tra me e mia moglie.
Insomma, io credo che tutto il mondo fa il "matto" per qualcuno! Sta poi ad ognuno di noi [SM=x1061927] a scegliere per chi vogliamo farlo. Vedo che non è semplice sapere chi sta dietro a tutto questo "gioco" della vita.

  un caro saluto a lei e tutto il forum.
parliamonepino
00sabato 30 gennaio 2010 18:49
Re: CONDIZIONAMENTI
primomartino, 30/01/2010 15.42:

Signor Giuseppe, lei dice: "dobbiamo sgombrare la nostra mente dai condizionamenti.." Beh, io vedo che tutto il mondo cerca di condizionare le mente della gente - a partire dalle religioni, partiti politici o governi, imprese commerciali, persino i padri e le madri lo fanno, anche la scuola, non parliamo poi delle agenzie pubblicitarie, i media e anche  tra di noi cerchiamo di persuadere altri ad accettare la nostra particolare opinione. E questo succede anche tra me e mia moglie.
Insomma, io credo che tutto il mondo fa il "matto" per qualcuno! Sta poi ad ognuno di noi [SM=x1061927] scegliere per chi vogliamo farlo. Vedo che non è semplice sapere chi sta dietro a tutto questo "gioco" della vita.

  un caro saluto a lei e tutto il forum.



Caro Primo Martino,

I condizionamenti, di cui parlo io, non sono gli stessi da te menzionati.

Ci sono gli opportunisti, che approfittano della loro posizione per rubare le energie degli altri, fra questi, gli stessi genitori verso i figli, o viceversa.

Alcuni usano la persuasione per vendere un prodotto.

Altri ancora, spettacolarizzano la comunicazione per un uso commerciale.

Il condizionamento mentale è un'altra cosa. E' una forma di delinquenza spirituale che paralizza le facoltà mentali o le dirotta verso un canale obbligato in cui l'individuo viene proiettato in una dimensione diversa dalla realtà. Per cui si parla di qualcosa che può essere applicato collettivamente seguendo un programma tecnico pianificato, dove la comunità è controllata nel seguire un metodo didattico basato principalmente sulla paura e sui sensi di colpa. Applicato su larga scala, questo metodo si chiama totalitarismo che, apparentemente, porta dei benefici ma in seguito ti "incatena" e non riesci più a farne a meno.

Pertanto, caro Primo Martino, apprezzo il tuo sforzo nell'esprimere la tua opinione ma temo non sia consona all'argomento da me trattato.

Gradirei, per poter comunicare meglio con la tua persona, se tu ti identifichi e mi dici quali sono le tue personali convinzioni e qual'è lo scopo del tuo dialogare.

Grazie.

Saluti
Pino Lupo

[SM=g1660863] [SM=g1380307]




primomartino
00domenica 31 gennaio 2010 21:01
CONDIZIONAMENTI
A ragione, non avevo letto bene l'argomento della sua esperienza di vita con i t.d.geova. Io stavo sull'argomento che "nessuno è un isola" e che tutti abbiamo influenza sia in bene che in male.

Sul fatto della mia entità non vorrei entrare nei particolari (essendo su internet) e non essendo per niente pratico della rete, non mi fido di parlare di me specificamente. A parte che sono del 1956, mi piace condifidere le mie personali opinioni con gli altri, cercando di non offendere e soprattutto imparando quello che c'è da imparare di chi ne sa di più in saggezza; ed è per questo che mi sono inscritto da voi.

Grazie caro Pino e tutti del gruppo Socc. spirituale. [SM=g1660863]
parliamonepino
00domenica 31 gennaio 2010 22:17
Re: CONDIZIONAMENTI
primomartino, 31/01/2010 21.01:

Ha ragione, non avevo letto bene l'argomento della sua esperienza di vita con i t.d.geova. Io stavo sull'argomento che "nessuno è un isola" e che tutti abbiamo influenza sia in bene che in male.

Sul fatto della mia identità non vorrei entrare nei particolari (essendo su internet) e non essendo per niente pratico della rete, non mi fido di parlare di me specificamente. A parte che sono del 1956, mi piace condividere le mie personali opinioni con gli altri, cercando di non offendere e soprattutto imparando quello che c'è da imparare di chi ne sa di più in saggezza; ed è per questo che mi sono iscritto da voi.

Grazie caro Pino e tutti del gruppo Socc. spirituale. [SM=g1660863]



Io non mi fido di quelli che non si fidano!

Scusa la franchezza.....

Saluti
Pino
[SM=g1635844]




®@ffstef@n
00lunedì 1 febbraio 2010 00:08
CONFIDO NELLA VOSTRA SAGGEZZA
AFFINCHE NON SI SUPERINI I LIMITI DI VELOCITA'

RIDO' IL BENVENUTO A primomartino
VISTO CHE SIAMO COETANEI
Kalos52
00martedì 7 settembre 2010 21:14
Re: CONDIZIONAMENTI
primomartino, 31/01/2010 21.01:

A ragione, non avevo letto bene l'argomento della sua esperienza di vita con i t.d.geova. Io stavo sull'argomento che "nessuno è un isola" e che tutti abbiamo influenza sia in bene che in male.

Sul fatto della mia entità non vorrei entrare nei particolari (essendo su internet) e non essendo per niente pratico della rete, non mi fido di parlare di me specificamente. A parte che sono del 1956, mi piace condifidere le mie personali opinioni con gli altri, cercando di non offendere e soprattutto imparando quello che c'è da imparare di chi ne sa di più in saggezza; ed è per questo che mi sono inscritto da voi.

Grazie caro Pino e tutti del gruppo Socc. spirituale. [SM=g1660863]







"Sono disposto ad imparare, non che qualcuno mi insegni"!

I forum non sono campi da tennis, che costringono a rinviare la palla.

Si può stare alla finestra (consuetudine di molti) limitandosi a leggere.

La lettura è anche istruzione e crescita culturale.

Non è necessario, se non lo si desidera, parlare di sè nè entrare nel dettaglio con il "timore" d'essere identificati.

C'è chi usa un nick in linea con la propria personalità, chi si spaccia per credente e non lo è, chi afferma d'essere donna ed è invece un uomo.

il virtuale lo consente.

Personalmente non mi turba nè mi disturbano tali comportamenti.

coloro che partecipano attivamente sono solo la "classica punta dell'iceberg" ed è un "peccato", equivale a mangiare senza offrire mai, prendere senza dare, arricchirsi senza contribuire.

Massimo rispetto però per chi vuol tutelare la propria riservatezza e per chi, per scelta, non posta.

Kalos
[SM=g1660863]
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