Re:
Sono un padre separato anche io e ho vissuto i momenti drammatici che si vivono dopo la sconfitta di un matrimonio.
Ciao Pino.
La sconfitta di un matrimonio?
Un matrimonio non è una battaglia dove ci debba essere un vinto o un vincitore.
Un matrimonio è sacro, se vissuto con il concetto che Dio gli ha dato.
Se uno pensa che ci sia una sconfitta, penserà anche che ci siano state responsabilità, o da una parte o dall'altra, che siano state eluse, e che di fatto precludano parte di queste responsabilità, in fatti che si trasformerebbero automaticamente in colpe.
Un matrimonio è fatto da due persone che scrivono un contratto morale, e nel bel mezzo ci si ritroverebbe Dio, se proprio vogliamo dirla tutta.
Quando siamo in presenza di alcune responsabilità eluse, sempre o da una parte o dall'altra, il nostro arbitro, il nostro interlocutore, il salvatore del nostro matrimonio, dovrebbe essere soltanto Lui.
Pertanto, quale potranno mai essere le ragioni, valide ragioni, che giustifichino, fra marito e moglie, una separazione ed un divorzio, se non solo quando non sussistano più i requisiti comuni di comunione di intenti, avendo il Suo punto di vista chiaro nella nostra mente?
Se marito e moglie avranno ben chiaro nella loro mente il fine unico di Dio, non avranno mai i motivi validi per separarsi.
Solo quando uno dei due si allontana volutamente da Dio, la separazione interviene e la divisione impera.
Se si mantiene l'occhio rivolto alle cose a cui Dio dà veramente importanza, ed impareremo ad avere una visione globale delle cose, come in effetti Lui vede, riusciremo ad evitare di incentrare la nostra attenzione, primariamente solo sulle nostre cose più vicine, come potrebbe essere la nostra stessa famiglia, o i nostri cari.
"Chi ha più affetto per padre o madre che per me non è degno di me, chi più per figlio o figlia che per me non è degno di me", impariamo dalle scritture.
Che cosa significano?
Se continueremo a vedere le cose solo nel nostro orticello, e non cominceremeo a vedere il Suo punto di vista, a livello mondiale, che è molto più alto di quello nostro, correremo il rischio di pensare e credere, che il nostro prossimo, se non è racchiuso fra le nostre stesse mura di vita, dovrà restarne fuori.
Ma questo è il nostro punto di vista, non il Suo!
Se daremo quindi più importanza e metteremo al primo posto nella nostra vita, primariamente le nostre cose che ci riguardano primariamente, o penseremo a soddisfare solo i nostri ed unici desideri, ed escluderemo a priori l'importanza del Suo punto di visione globale, correremo sempre il rischio di non dare la corretta e giusta importanza alle cose di Dio, le quali dovrebbero essere messe al PRIMO posto.
Questa è la VERA differenza che separa il VERO amante di Dio da quello che non lo è!
E non è facile mettere sempre al primo posto il Suo punto di vista..........purtroppo!
Buona Riflessione.