Testamento biologico: resta divieto stop idratazione

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@nounou@
00mercoledì 25 marzo 2009 23:27
ultimo aggiornamento: 25 marzo, ore 20:17
Roma, 25 mar. (Adnkronos Salute) - Non passano, nell'Aula del Senato, gli emendamenti volti a sopprimere il comma 6 dell'articolo 3 del Ddl Calabrò sul testamento biologico, ovvero quel passaggio del provvedimento che vieta la sospensione dell'alimentazione e dell'idratazione artificiali, riconoscendoli come forme di sostegno vitale.

Nonostante il voto segreto, la maggioranza tiene, e gli emendamenti soppressivi totalizzano 164 voti contrari, 105 favorevoli e 9 astensioni.

A chiedere l'attenzione dell'Aula sugli emendamenti - ben quattro - che sopprimevano il comma 6 dell'articolo 3, è la senatrice radicale, nonché vice presidente del Senato, Emma Bonino, che parla di "consegna del corpo ad uno Stato" se il ddl avesse mantenuto quel comma, e di "rinuncia dell'habeas corpus".

"Una rinuncia - chiosa - non ammissibile in uno Stato democratico e personale. Mai - incalza - si dovrebbe consentire allo Stato di disporre del corpo dei cittadini, non è un problema sanitario, nè tantomeno un problema tra laici e cattolici o destra e sinistra". "Così - accusa - obbligate al sondino a vita". Tra le proposte di modifica 'soppressive', una era firmata anche dal senatore Umberto Veronesi.

Il Pd, nelle dichiarazioni di voto, non è apparso compatto. Il presidente dei senatori democratici Anna Finocchiaro ha votato a favore dell'emendamento soppressivo del comma 6, seguita da Gerardo D'Ambrosio che si è dichiarato a favore della proposta di modifica. Mentre Emanuela Baio ha dichiarato che avrebbe votato contro l'emendamento.

Fonte

ecco qua..avevamo dei dubbi? [SM=g1656378]
@nounou@
00giovedì 26 marzo 2009 12:11
BIOTESTAMENTO: LEGGE VA AVANTI, NIENTE STOP ALLA NUTRIZIONE
(di Manuela Correra)

Il temuto, quanto previsto, muro contro muro tra maggioranza e opposizione in merito al ddl sulle Dichiarazioni anticipate di trattamento (Dat) è andato in scena oggi, quando nell'Aula del Senato è 'venuto al pettine' il nodo più spinoso del provvedimento: l'articolo 3 del ddl che definisce i trattamenti di nutrizione e idratazione "sostegno vitale" e, dunque, non oggetto delle Dat. La maggioranza, su questo punto, ha blindato il testo e l'articolo è stato approvato confermando il 'no' alla possibilità di sospensione della nutrizione e idratazione artificiale. In realtà, c'é stato un momento di suspence: quando, per alcuni minuti, è sembrato che un'intesa potesse essere raggiunta su un emendamento-mediazione proposto dai cattolici del Pd.

Sulla base di una riformulazione proposta dal relatore Raffaele Calabrò, è sembrata infatti concretizzarsi la possibilità di un accordo sull'emendamento a prima firma di Dorina Bianchi (Pd), che prevedeva la possibilità di sospendere la nutrizione e idratazione in assenza di assorbimento e metabolismo da parte del soggetto.

Ma alla prova del voto, l'apparente convergenza è saltata. Una sorta di 'pasticcio' quello che ha avuto luogo in Aula: Calabrò prima approva la proposta con una riformulazione, poi, di fronte alle proteste della maggioranza del Pd, dell'Italia dei Valori e di alcuni settori del Pdl, ritira l'emendamento riformulato.

Il ministro del Welfare Maurizio Sacconi prima appoggia l'emendamento e poi si rimette all'assemblea. Il presidente del Senato Renato Schifani sospende la seduta, poi autorizza il voto. L'emendamento è bocciato. I giochi comunque, sul nodo più difficile del ddl, sono ormai fatti ed il voto dell'articolo 3 (con 152 a favore, 122 contrari e un astenuto) ha confermato la compattezza del Pdl ma anche la difficile convivenza tra le varie anime del Pd. Anche se il segretario del Partito democratico Dario Franceschini assicura: "Sul voto finale, nel Pd prevarrà il no", pur nella libertà di coscienza.

E che alla fine dovrà valere la libertà di coscienza lo ha ribadito oggi anche il presidente della Camera Gianfranco Fini: "Sulle questioni eticamente sensibili - ha detto - nessun partito può dire: si fa così". Le posizioni in campo si sono confermate dunque nette, nonostante le aperture al dialogo alla vigilia delle votazioni in Aula. La maggioranza, in sostanza, ha rifiutato qualsiasi mediazione che potesse, a suo avviso, in qualche modo 'aprire' al rischio di forme di suicidio assistito e di eutanasia: per questo, sono stati respinti tutti gli emendamenti soppressivi del comma 6 (quello relativo appunto alla nutrizione artificiale).

Ed è stato bocciato l'emendamento a prima firma Finocchiaro, che prevedeva la possibilità di sospendere la nutrizione e idratazione se tale volontà è espressa nelle Dat. Ma dall'articolo 3 sono stati cancellati (con l'approvazione di alcuni emendamenti) anche i riferimenti lessicali al concetto di accanimento terapeutico, ulteriore segnale della volontà di 'blindare' la legge contro ogni possibile deriva eutanasica. T

angibile la delusione dell'opposizione: "A questo punto non mi spetto più niente", ha commentato la capogruppo dei senatori Pd Anna Finocchiaro, puntando il dito contro un atteggiamento di "totale chiusura" della maggioranza con la bocciatura di "emendamenti-ponte" per trovare una mediazione. Immediata la replica del presidente dei senatori Pdl Maurizio Gasparri: "Il partito della morte ed eutanasia non prevale". Grande soddisfazione per l'esito del voto al Senato sul punto più cruciale dell'intero provvedimento è stata espressa dal governo, per bocca del ministro del Welfare Maurizio Sacconi: il 'no' allo stop della nutrizione, ha sottolineato, "é il cuore della legge. Con questo provvedimento non sarà più possibile un caso Englaro". Domani, secondo la tabella di marcia indicata dal presidente del Senato Renato Schifani, si arriverà al voto conclusivo sul ddl. La parola passerà quindi alla Camera.

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