BIOTESTAMENTO: LEGGE VA AVANTI, NIENTE STOP ALLA NUTRIZIONE
(di Manuela Correra)
Il temuto, quanto previsto, muro contro muro tra maggioranza e opposizione in merito al ddl sulle Dichiarazioni anticipate di trattamento (Dat) è andato in scena oggi, quando nell'Aula del Senato è 'venuto al pettine' il nodo più spinoso del provvedimento: l'articolo 3 del ddl che definisce i trattamenti di nutrizione e idratazione "sostegno vitale" e, dunque, non oggetto delle Dat. La maggioranza, su questo punto, ha blindato il testo e l'articolo è stato approvato confermando il 'no' alla possibilità di sospensione della nutrizione e idratazione artificiale. In realtà, c'é stato un momento di suspence: quando, per alcuni minuti, è sembrato che un'intesa potesse essere raggiunta su un emendamento-mediazione proposto dai cattolici del Pd.
Sulla base di una riformulazione proposta dal relatore Raffaele Calabrò, è sembrata infatti concretizzarsi la possibilità di un accordo sull'emendamento a prima firma di Dorina Bianchi (Pd), che prevedeva la possibilità di sospendere la nutrizione e idratazione in assenza di assorbimento e metabolismo da parte del soggetto.
Ma alla prova del voto, l'apparente convergenza è saltata. Una sorta di 'pasticcio' quello che ha avuto luogo in Aula: Calabrò prima approva la proposta con una riformulazione, poi, di fronte alle proteste della maggioranza del Pd, dell'Italia dei Valori e di alcuni settori del Pdl, ritira l'emendamento riformulato.
Il ministro del Welfare Maurizio Sacconi prima appoggia l'emendamento e poi si rimette all'assemblea. Il presidente del Senato Renato Schifani sospende la seduta, poi autorizza il voto. L'emendamento è bocciato. I giochi comunque, sul nodo più difficile del ddl, sono ormai fatti ed il voto dell'articolo 3 (con 152 a favore, 122 contrari e un astenuto) ha confermato la compattezza del Pdl ma anche la difficile convivenza tra le varie anime del Pd. Anche se il segretario del Partito democratico Dario Franceschini assicura: "Sul voto finale, nel Pd prevarrà il no", pur nella libertà di coscienza.
E che alla fine dovrà valere la libertà di coscienza lo ha ribadito oggi anche il presidente della Camera Gianfranco Fini: "Sulle questioni eticamente sensibili - ha detto - nessun partito può dire: si fa così". Le posizioni in campo si sono confermate dunque nette, nonostante le aperture al dialogo alla vigilia delle votazioni in Aula. La maggioranza, in sostanza, ha rifiutato qualsiasi mediazione che potesse, a suo avviso, in qualche modo 'aprire' al rischio di forme di suicidio assistito e di eutanasia: per questo, sono stati respinti tutti gli emendamenti soppressivi del comma 6 (quello relativo appunto alla nutrizione artificiale).
Ed è stato bocciato l'emendamento a prima firma Finocchiaro, che prevedeva la possibilità di sospendere la nutrizione e idratazione se tale volontà è espressa nelle Dat. Ma dall'articolo 3 sono stati cancellati (con l'approvazione di alcuni emendamenti) anche i riferimenti lessicali al concetto di accanimento terapeutico, ulteriore segnale della volontà di 'blindare' la legge contro ogni possibile deriva eutanasica. T
angibile la delusione dell'opposizione: "A questo punto non mi spetto più niente", ha commentato la capogruppo dei senatori Pd Anna Finocchiaro, puntando il dito contro un atteggiamento di "totale chiusura" della maggioranza con la bocciatura di "emendamenti-ponte" per trovare una mediazione. Immediata la replica del presidente dei senatori Pdl Maurizio Gasparri: "Il partito della morte ed eutanasia non prevale". Grande soddisfazione per l'esito del voto al Senato sul punto più cruciale dell'intero provvedimento è stata espressa dal governo, per bocca del ministro del Welfare Maurizio Sacconi: il 'no' allo stop della nutrizione, ha sottolineato, "é il cuore della legge. Con questo provvedimento non sarà più possibile un caso Englaro". Domani, secondo la tabella di marcia indicata dal presidente del Senato Renato Schifani, si arriverà al voto conclusivo sul ddl. La parola passerà quindi alla Camera.
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