Tempo perso

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helenhelen
00venerdì 3 novembre 2006 01:26
Sono Lucy ( animhatua )da oggi per postare qui userò questo nick dato che è con questo che son registrata in questo forum, penso che sia corretto o no?
Mi manca la Poesia
non ne scrivo da tempo, pero mi piace leggere quelle degli altri celebri e non... e condividerla.

Un bacio, un abbraccio, un sogno.



Tempo perso

Davanti alla porta dell'officina
l'operaio s'arresta di scatto
il bel tempo l'ha tirato per la giacca
e come egli si volta
e osserva il sole
tutto rosso tutto tondo
sorridente nel suo cielo di piombo
strizza l'occhio
familiarmente
Su dimmi compagno Sole
forse non trovi
che è piuttosto da coglione
offrire una simile giornata
a un padrone?



Jacques Prevert



Il mazzo di fiori



Che fai laggiù bambina
Con quei fiori appena colti
Che fai laggiù ragazza
Con quei fiori seccati fiori
Che fai laggiù bella donna
Con quei fiori che appassiscono
Che fai laggiù già vecchia
Con quei fiori che muoiono
Aspetto il vincitore.
parliamonepino
00venerdì 3 novembre 2006 01:48
Carissima Lucy,
Tu mi provochi!
Mi citi uno dei poeti che ho scoperto a 16 anni, ero alle superiori, fu amore a prima lettura.
Forse il più grande poeta d'amore del novecento, insieme a Pedro Salinas e Pablo Neruda!

......E sto abbracciato a te
senza chiederti nulla, per timore
che non sia vero
che tu vivi e mi ami.
E sto abbracciato a te
senza guardare e senza toccarti.
Non debba mai scoprire
con domande, con carezze,
quella solitudine immensa
d'amarti solo io.
-Pedro Salinas-

I ragazzi che si amano non ci sono per nessuno Essi sono altrove molto più lontano della notte Molto più in alto del giorno -Nell'abbagliante splendore del loro primo amore- (J.P.)
-Nella luce accecante del loro primo amore-

helenhelen
00venerdì 3 novembre 2006 07:14
Re:

Scritto da: parliamonepino 03/11/2006 1.48
Carissima Lucy,
Tu mi provochi!
Mi citi uno dei poeti che ho scoperto a 16 anni, ero alle superiori, fu amore a prima lettura.
Forse il più grande poeta d'amore del novecento, insieme a Pedro Salinas e Pablo Neruda!

......E sto abbracciato a te
senza chiederti nulla, per timore
che non sia vero
che tu vivi e mi ami.
E sto abbracciato a te
senza guardare e senza toccarti.
Non debba mai scoprire
con domande, con carezze,
quella solitudine immensa
d'amarti solo io.
-Pedro Salinas-

I ragazzi che si amano non ci sono per nessuno Essi sono altrove molto più lontano della notte Molto più in alto del giorno -Nell'abbagliante splendore del loro primo amore- (J.P.)
-Nella luce accecante del loro primo amore-




bella
hai fatto una scelta come se avessi letto nei miei sentimenti
sei una persona sensibile.
Ti abbraccio con affetto.
parliamonepino
00venerdì 3 novembre 2006 11:27
Cara Lucy,
Credo che se c'è una persona speciale e sensibile nel mondo virtuale, questa sei tu!
Sei certamente una persona da conoscere.
Chissà!
Con stima e affetto
Pino


Tu non le puoi vedere;
io, sì.
Terse, rotonde, tiepide.
Lentamente
vanno al loro destino;
lentamente, per indugiare
più a lungo sulla tua carne.
Vanno verso il nulla; non sono
che questo, il loro scorrere.
E una traccia verticale,
che si cancella subito.
Astri?

Tu
non le puoi baciare.
Le bacio io per te.
Hanno un sapore; sanno
dei succhi del mondo:
Che gusto nero e denso
di terra, di sole, di mare!
Restano un istante
nel bacio, indecise
fra la tua carne fredda
e le mie labbra; infine
io le prendo. E non so
se erano davvero per me.
Perchè io non so nulla.
Sono stelle, o segni,
sono condanne o aurore?
Né guardando né coi baci
ho imparato che cos'erano.
Ciò che vogliono resta
là indietro, tutto ignoto.
E così pure il loro nome.
(Se le chiamassi lacrime
nessuno capirebbe)

-Pedro Salinas-
@nounou@
00venerdì 3 novembre 2006 14:58
LES ENFANTS QUI S'AIMENT
Les enfants qui s'aiment s'embrassent debout
Contre les portes de la nuit
Et les passants qui passent les désignent du doigt
Mais les enfants qui s'aiment
Ne sont là pour personne
Et c'est seulement leur ombre
Qui tremble dans la nuit
Excitant la rage des passants
Leur rage, leur mépris, leurs rires et leur envie
Les enfants qui s'aiment ne sont là pour personne
Ils sont ailleurs bien plus loin que la nuit
Bien plus haut que le jour
Dans l'éblouissante clarté de leur premier amour.
helenhelen
00venerdì 3 novembre 2006 18:50
Gazie Ragazzi, per questa boccata d'aria fresca... [SM=x1061948] [SM=x1061969]
ci voleva...
parliamonepino
00venerdì 3 novembre 2006 19:25
Prima colazione

Lui ha messo
Il caffè nella tazza
Lui ha messo
Il latte nel caffè
Lui ha messo
Lo zucchero nel caffellatte
Ha girato
Il cucchiaino
Ha bevuto il caffellatte
Ha posato la tazza
Senza parlarmi
S'è acceso
Una sigaretta
Ha fatto
Dei cerchi di fumo
Ha messo la cenere
Nel portacenere
Senza parlarmi
Senza guardarmi
S'è alzato
S'è messo
Sulla testa il cappello
S'è messo
L'impermeabile
Perché pioveva
E se n'è andato
Sotto la pioggia
Senza parlare
Senza guardarmi,
E io mi son presa
La testa fra le mani
E ho pianto.

Jacques Prévert
helenhelen
00sabato 4 novembre 2006 02:29
Re:

Scritto da: parliamonepino 03/11/2006 19.25
Prima colazione

Lui ha messo
Il caffè nella tazza
Lui ha messo
Il latte nel caffè
Lui ha messo
Lo zucchero nel caffellatte
Ha girato
Il cucchiaino
Ha bevuto il caffellatte
Ha posato la tazza
Senza parlarmi
S'è acceso
Una sigaretta
Ha fatto
Dei cerchi di fumo
Ha messo la cenere
Nel portacenere
Senza parlarmi
Senza guardarmi
S'è alzato
S'è messo
Sulla testa il cappello
S'è messo
L'impermeabile
Perché pioveva
E se n'è andato
Sotto la pioggia
Senza parlare
Senza guardarmi,
E io mi son presa
La testa fra le mani
E ho pianto.

Jacques Prévert


Accidenti, è meravigliosa, reale e surreale, in lotta con il tempo, un uomo che sa sognare e far pensare..e fa sognare...
e muore dentro del suo sogno, e anchio muoio di piacere a leggerlo.
che meraviglia
helenhelen
00sabato 4 novembre 2006 20:17
[Sull'Amore, che si dice] Amore non è amore
Amore non è amore

se muta quando scopre un mutamento

o tende a svanire quando l'altro s'allontana.

Oh no! Amore è un faro sempre fisso

che sovrasta la tempesta e non vacilla mai;

è la stella-guida di ogni sperduta barca,

il cui valore è sconosciuto, benché nota la distanza.

Amore non è soggetto al Tempo, pur se rosee labbra e gote

dovran cadere sotto la sua curva lama;

Amore non muta in poche ore o settimane,

ma impavido resiste al giorno estremo del giudizio:

se questo è errore e mi sarà provato,

io non ho mai scritto, e nessuno ha mai amato.


William Shakespeare
parliamonepino
00sabato 4 novembre 2006 20:47
Re: [Sull'Amore, che si dice] Amore non è amore

Scritto da: helenhelen 04/11/2006 20.17
Amore non è amore

se muta quando scopre un mutamento

o tende a svanire quando l'altro s'allontana.

Oh no! Amore è un faro sempre fisso

che sovrasta la tempesta e non vacilla mai;

è la stella-guida di ogni sperduta barca,

il cui valore è sconosciuto, benché nota la distanza.

Amore non è soggetto al Tempo, pur se rosee labbra e gote

dovran cadere sotto la sua curva lama;

Amore non muta in poche ore o settimane,

ma impavido resiste al giorno estremo del giudizio:

se questo è errore e mi sarà provato,

io non ho mai scritto, e nessuno ha mai amato.

William Shakespeare



La conoscevo già, ma è sempre un'emozione leggerla!
Si tratta di poesie senza tempo, universali, che attraversano i secoli e smuovono ancora i sentimenti.
Grazie
Pino

[SM=x1061963] [SM=x1061967]
parliamonepino
00sabato 4 novembre 2006 20:55
Sull'amore

Allora Almitra disse: parlaci dell'Amore.
E lui sollevò la stessa e scrutò il popolo e su di esso calò una grande quiete. E con voce ferma disse:
Quando l'amore vi chiama, seguitelo.
Anche se le sue vie sono dure e scoscese.
e quando le sue ali vi avvolgeranno, affidatevi a lui.
Anche se la sua lama, nascosta tra le piume vi può ferire.
E quando vi parla, abbiate fede in lui,
Anche se la sua voce può distruggere i vostri sogni come il vento del nord devasta il giardino.

Poiché l'amore come vi incorona così vi crocefigge. E come vi fa fiorire così vi reciderà.
Come sale alla vostra sommità e accarezza i più teneri rami che fremono al sole,
Così scenderà alle vostre radici e le scuoterà fin dove si avvinghiano alla terra.
Come covoni di grano vi accoglie in sé.
Vi batte finché non sarete spogli.
Vi staccia per liberarvi dai gusci.
Vi macina per farvi neve.
Vi lavora come pasta fin quando non siate cedevoli.
E vi affida alla sua sacra fiamma perché siate il pane sacro della mensa di Dio.

Tutto questo compie in voi l'amore, affinché possiate conoscere i segreti del vostro cuore e in questa conoscenza farvi frammento del cuore della vita.
Ma se per paura cercherete nell'amore unicamente la pace e il piacere,
Allora meglio sarà per voi coprire la vostra nudità e uscire dall'aia dell'amore,
Nel mondo senza stagioni, dove riderete ma non tutto il vostro riso e piangerete, ma non tutte le vostre lacrime.

L'amore non da nulla fuorché sé stesso e non attinge che da se stesso.
L'amore non possiede né vorrebbe essere posseduto;
Poiché l'amore basta all'amore.

Quando amate non dovreste dire:" Ho Dio nel cuore ", ma piuttosto, " Io sono nel cuore di Dio ".
E non crediate di guidare l'amore, perché se vi ritiene degni è lui che vi guida.

L'amore non vuole che compiersi.
Ma se amate e se è inevitabile che abbiate desideri, i vostri desideri hanno da essere questi:
Dissolversi e imitare lo scorrere del ruscello che canta la sua melodia nella notte.
Conoscere la pena di troppa tenerezza.
Essere trafitti dalla vostra stessa comprensione d'amore,
E sanguinare condiscendenti e gioiosi.
Destarsi all'alba con cuore alato e rendere grazie per un altro giorno d'amore;
Riposare nell'ora del meriggio e meditare sull'estasi d'amore;
Grati, rincasare la sera;
E addormentarsi con una preghiera in cuore per l'amato e un canto di lode sulle labbra.


-Kahlil Gibran-
irias
00sabato 4 novembre 2006 21:31
Ciao Lucy,
rileggere le poesie di Prevert mi ha riportato ai tempi delle scuole medie, ai tempi del primo amore in cui i diari erano pieni dei frammenti di questi poesie, è stato bello riscoprirle.

Ciao Pino,
non conoscevo lo scritto di Gibran,
mentre in Prevert trovo molta tristezza in lui traspare l'amore che basta a se stesso e come una fiamma continua riesce a dare calore alla nostra vita,
un abbraccio a tutti Siria
[SM=x1061969]
helenhelen
00domenica 5 novembre 2006 03:57
Re:

Scritto da: irias 04/11/2006 21.31
Ciao Lucy,
rileggere le poesie di Prevert mi ha riportato ai tempi delle scuole medie, ai tempi del primo amore in cui i diari erano pieni dei frammenti di questi poesie, è stato bello riscoprirle.

Ciao Pino,
non conoscevo lo scritto di Gibran,
mentre in Prevert trovo molta tristezza in lui traspare l'amore che basta a se stesso e come una fiamma continua riesce a dare calore alla nostra vita,
un abbraccio a tutti Siria
[SM=x1061969]



Non si smette mai di credere all'amore, ne di sognare l'amore, si muore, i poeti sono quasi sempre tristi, altrimenti che poeti sono, devono farti sognare sul treno dei ricordi, della nostalgia, acuta la tua osservazione su Gibran, a me pare un po il ''prete'' della poesia [SM=x1061952] mi piace molto, questo scritto lo conosco, ma effettivamente preferisco Prevert. [SM=x1061969]
vi abbraccio .
Modificato da helenhelen 05/11/2006 4.02
parliamonepino
00domenica 5 novembre 2006 23:41
Canzone del carceriere

Dove vai bel carceriere
Con quella chiave macchiata di sangue
Vado a liberare la mia amata
Se sono ancora in tempo
L'avevo chiusa dentro
Teneramente crudelmente
Nella cella del mio desiderio
Nel più profondo del mio tormento
Nelle menzogne dell'avvenire
Nelle sciocchezze del giuramento
Voglio liberarla
Voglio che sia libera
E anche di dimenticarmi
E anche di lasciarmi
E anche di tornare
E di amarmi ancora
O di amare un altro
Se un giorno le va a genio
E se resto solo
E lei sarà andata via
Io serberò soltanto
Serberò tuttavia
Nel cavo delle mani
Fino alle ultime mie ore
La dolcezza dei suoi seni plasmati dall'amore.


-Jacques Prévert-
helenhelen
00lunedì 6 novembre 2006 01:44
Re:

Scritto da: parliamonepino 05/11/2006 23.41
Canzone del carceriere

Dove vai bel carceriere
Con quella chiave macchiata di sangue
Vado a liberare la mia amata
Se sono ancora in tempo
L'avevo chiusa dentro
Teneramente crudelmente
Nella cella del mio desiderio
Nel più profondo del mio tormento
Nelle menzogne dell'avvenire
Nelle sciocchezze del giuramento
Voglio liberarla
Voglio che sia libera
E anche di dimenticarmi
E anche di lasciarmi
E anche di tornare
E di amarmi ancora
O di amare un altro
Se un giorno le va a genio
E se resto solo
E lei sarà andata via
Io serberò soltanto
Serberò tuttavia
Nel cavo delle mani
Fino alle ultime mie ore
La dolcezza dei suoi seni plasmati dall'amore.


-Jacques Prévert-


ecco lo sapevo, i maschi pensano sempre alle tette [SM=x1061946]
Però questa è bella, è dolce...
ecco l'amore piu alto, l'amore piu ''maturo''
quello che ti fa desiderare la libertà della persona amata.
Anche se.... diciamolo...
se trovo la persona che amo al di sopra di tutto
mi faccio ''incarcerare'' a vita...dal suo amore.
[SM=x1061968]
miiii devo avere la febbre [SM=x1061976]
un bacio
ti voglio bene

Modificato da helenhelen 06/11/2006 1.54
helenhelen
00lunedì 6 novembre 2006 02:15
Sai Pino, questa ultima Poesia che hai postato di Prevert, ''Canzone del carceriere''
mi ha ricordato una canzone di Renato, sicuramente la conosci
di quell'album in cui è contenuta ''La curva dell'angelo''
è sicuramente una delle piu belle...

LIBERA

Ti lascio libera
e questo mi addolora
ti lascio libera
non sono pronto ancora
chiedimi di tenerti qui
puoi pretenderlo
slegarti è facile
difficile obbligarti
la carne è debole non voglio più ferirti
amore ti maledirò
io che perderti non so...
metto il cuore in un cassetto
per dispetto non lo indosserò mai più
un po’ testardo un po’ distratto
è già una vita che non sei più mia...
vendo rose mentre aspetto
tutto il mondo mi conosce sa di te
il cieco ambulante il pazzo
tutto il mio disprezzo libertà
ti lascio libera
tanto dovrai tornare
non puoi resistere
avrai freddo e fame amore
mai più catene giuro mai
aria e luce finché vuoi...
perdersi, dimenticarsi
non ci credo, non è giusto, non si può
non avete amato tanto
e poi non conoscete lei...
non lasciarmi in questo inferno
tutto il mondo è pronto a ridere di me
il cieco ambulante, il pazzo
perché non vuoi credermi perché...
lei mi supplicò
io la strinsi così forte
perché non fuggisse via
perché non fuggisse via
perché non fuggisse mai più via!

parliamonepino
00lunedì 6 novembre 2006 02:53
Cara Lucy,
Conoscevo la canzone/poesia di Renato Zero.
Queste parole, che quoto, mi ricordano la mia disintegrata sicurezza:

ti lascio libera
tanto dovrai tornare
non puoi resistere
avrai freddo e fame amore


Non è più tornata!
Da "cieco ambulante e pazzo", sono naufrago, senza rotta e senza spiagge!
Ti voglio bene anche io

P.S. Sono reduce dall'influenza, che mi ha ricordato, haimé, di essere imperfetto! [SM=x1061946]
parliamonepino
00lunedì 6 novembre 2006 03:08
Sabbie mobili

Demoni e meraviglie
Venti e maree
Lontano già si e ritirato il mare
E tu
Come alga dolcemente accarezzata dal vento
Nella sabbia del tuo letto ti agiti sognando
Demoni e meraviglie
Venti e maree
Lontano già si e ritirato il mare
Ma nei tuoi occhi socchiusi
Due piccole onde son rimaste
Demoni e meraviglie
Venti e maree
Due piccole onde per annegarmi


-Jacques Prévert-

Questa poesia mi ricorda tanto gli ultimi versi di una delle più belle poesie donate all'eternità, "L'infinito" di Giacomo Leopardi.

Così tra questa
immensità s'annega il pensier mio:
e il naufragar m'è dolce in questo mare
helenhelen
00lunedì 6 novembre 2006 05:44
Re:

Scritto da: parliamonepino 06/11/2006 2.53
Cara Lucy,
Conoscevo la canzone/poesia di Renato Zero.
Queste parole, che quoto, mi ricordano la mia disintegrata sicurezza:

ti lascio libera
tanto dovrai tornare
non puoi resistere
avrai freddo e fame amore


Non è più tornata!
Da "cieco ambulante e pazzo", sono naufrago, senza rotta e senza spiagge!
Ti voglio bene anche io

P.S. Sono reduce dall'influenza, che mi ha ricordato, haimé, di essere imperfetto! [SM=x1061946]


è la 'santa' umanità
così tanto amata da Cristo,
che per noi non ha voluto la ''perfezione'' altrimenti ce l'avrebbe donata a priori. Certo avrebbe potuto risparmiarci almeno il raffreddore, che io ho ancora tra l'altro...siamo nell'ordinarietà degli eventi ancora [SM=x1061976]

''Non è piu tornata''...io non sono stata ''fermata'' quando me ne sono andata, che voi fà, non ci meritavano, [SM=x1061969] certo me ne sarei andata uguale [SM=x1061952]
è inutile trattenere/restare quando l'amore è diventato un calesse o forse lo era già come sospettava Troisi, ma sai nella vita c'è sempre una e piu di una porta aperta...
ti abbraccio con affetto.
parliamonepino
00giovedì 9 novembre 2006 21:10
Potessero le mie mani sfogliare

Potessero le mie mani sfogliare
Pronunzio il tuo nome
nelle notti scure,
quando sorgono gli astri
per bere dalla luna
e dormono le frasche
delle macchie occulte.
E mi sento vuoto
di musica e passione.
Orologio pazzo che suona
antiche ore morte.

Pronunzio il tuo nome
in questa notte scura,
e il tuo nome risuona
più lontano che mai.
Più lontano di tutte le stelle
e più dolente della dolce pioggia.

T'amerò come allora
qualche volta? Che colpa
ha mai questo mio cuore?
Se la nebbia svanisce,
quale nuova passione mi attende?
Sarà tranquilla e pura?
Potessero le mie mani
sfogliare la luna!


Federico Garcia Lorca

parliamonepino
00sabato 11 novembre 2006 02:57
Che siano i lettori a dare un titolo

Di nascosto
per paura di me stesso
andai a trovarla al cimitero
per dirle ciò che mi aveva impedito
il coraggio...di entrare
nella sua timidezza
aggressiva nelle difese

Il nostro fu un amore intenso
fatto di silenzi
di gesti
di sguardi
da interpretare
che fondevano le anime mute

Non ci fu mai dialogo verbale
nemmeno in sogno
mai un abbraccio
una carezza
un bacio
magari coperti da un saluto

Apparentemente morì prima lei
nell'anima non so
non lo saprò mai

Giunto nel luogo
dove finiscono le pene
vegliata da un cipresso
con la schiena piegata
come a tendere un orecchio
e dar conforto al lungo sonno
vidi la sua foto
sulla ceramica cotta
a mille gradi

Dalla scrittura qualunquista
qui riposa....
due solchi mi riportarono ai suoi occhi
lo scavo di due lacrime mai interrotte

Intatto era rimasto il dolore
mi guardò con sospetto
......e io cercai di parlarle
ma la bocca non rispose

Intorno vidi altre lapidi
coi volti sereni
come a invogliarmi a rimanere
ma proprio accanto a lei
non c'era altro posto
per dormirle accanto

Me ne andai con passo leggero
..notai una caverna scura nel petto
lasciata dal mio cuore

Io unico morto
che camminavo seguito da un'ombra
che al mio voltarsi si dileguò
nel silenzio eterno dei respiri
-

Dal volume: Soste precarie -

Michael Santhers
helenhelen
00domenica 12 novembre 2006 16:11
Re:

Scritto da: parliamonepino 11/11/2006 2.57
Che siano i lettori a dare un titolo

Di nascosto
per paura di me stesso
andai a trovarla al cimitero
per dirle ciò che mi aveva impedito
il coraggio...di entrare
nella sua timidezza
aggressiva nelle difese

Il nostro fu un amore intenso
fatto di silenzi
di gesti
di sguardi
da interpretare
che fondevano le anime mute

Non ci fu mai dialogo verbale
nemmeno in sogno
mai un abbraccio
una carezza
un bacio
magari coperti da un saluto

Apparentemente morì prima lei
nell'anima non so
non lo saprò mai

Giunto nel luogo
dove finiscono le pene
vegliata da un cipresso
con la schiena piegata
come a tendere un orecchio
e dar conforto al lungo sonno
vidi la sua foto
sulla ceramica cotta
a mille gradi

Dalla scrittura qualunquista
qui riposa....
due solchi mi riportarono ai suoi occhi
lo scavo di due lacrime mai interrotte

Intatto era rimasto il dolore
mi guardò con sospetto
......e io cercai di parlarle
ma la bocca non rispose

Intorno vidi altre lapidi
coi volti sereni
come a invogliarmi a rimanere
ma proprio accanto a lei
non c'era altro posto
per dormirle accanto

Me ne andai con passo leggero
..notai una caverna scura nel petto
lasciata dal mio cuore

Io unico morto
che camminavo seguito da un'ombra
che al mio voltarsi si dileguò
nel silenzio eterno dei respiri
-

Dal volume: Soste precarie -

Michael Santhers



Bella...molto bella...
suppongo che il titolo si a proprio questo ''Che siano i lettori a dare un titolo''
emblematico, le cose dell'anima si sentono, cose che la muta anima percepisce come il radar.. in una dimensione che non ha bisogno di parole, non ci sono parole per un sentire impronunciabile, poi magari diventano parole, poesie stupende come queste, sebbene nemmeno avvicinabili... se dovesse dargli un titolo, per la delicatezza del sentimento esposto la chiamerei... mi senti? ''Mi dispiace...''
grazie per questa poesia... [SM=x1061919]
parliamonepino
00domenica 12 novembre 2006 23:05
Posso scrivere i versi...


Posso scrivere i versi più tristi stanotte.
Scrivere, per esempio. "La notte è stellata,
e tremano, azzurri, gli astri in lontananza".

E il vento della notte gira nel cielo e canta.

Posso scrivere i versi più tristi stanotte.
Io l'ho amata e a volte anche lei mi amava.

In notti come questa l'ho tenuta tra le braccia.
L'ho baciata tante volte sotto il cielo infinito.

Lei mi ha amato e a volte anch'io l'amavo.
Come non amare i suoi grandi occhi fissi.

Posso scrivere i versi più tristi stanotte.
Pensare che non l'ho più. Sentire che l'ho persa.

Sentire la notte immensa, ancor più immensa senza di lei.
E il verso scende sull'anima come la rugiada sul prato.

Poco importa che il mio amore non abbia saputo fermarla.
La notte è stellata e lei non è con me.

Questo è tutto. Lontano, qualcuno canta. Lontano.
La mia anima non si rassegna d'averla persa.

Come per avvicinarla, il mio sguardo la cerca.
Il mio cuore la cerca, e lei non è con me.

La stessa notte che sbianca gli stessi alberi.
Noi, quelli d'allora, già non siamo gli stessi.

Io non l'amo più, è vero, ma quanto l'ho amata.
La mia voce cercava il vento per arrivare alle sue orecchie.

D'un altro. Sarà d'un altro. Come prima dei miei baci.
La sua voce, il suo corpo chiaro. I suoi occhi infiniti.

Ormai non l'amo più, è vero, ma forse l'amo ancora.
E' così breve l'amore e così lungo l'oblio.

E siccome in notti come questa l'ho tenuta tra le braccia,
la mia anima non si rassegna d'averla persa.

Benchè questo sia l'ultimo dolore che lei mi causa,
e questi gli ultimi versi che io le scrivo.


Pablo Neruda
@nounou@
00lunedì 13 novembre 2006 11:30
E' OGGI


E' oggi: tutto l'ieri andò cadendo
entro dita di luce e occhi di sogno,
domani arriverà con passi verdi:
nessuno arresta il fiume dell'aurora.

Nessuno arresta il fiume delle tue mani,
gli occhi dei tuoi sogni, beneamata,
sei tremito del tempo che trascorre
tra luce verticale e sole cupo,

e il cielo chiude su te le sue ali
portandoti, traendoti alle mie braccia
con puntuale, misteriosa cortesia.

Per questo canto il giorno e la luna,
il mare, il tempo, tutti i pianeti,
la tua voce diurna e la tua pelle notturna

Neruda

buona settimana [SM=x1061969]
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