TRISTISSIMA NOTIZIA Bari, il bimbo aggrappato alla vita

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®@ffstef@n
00venerdì 30 maggio 2008 14:33
Nasce a Foggia senza reni e i giudici minorili lo sottraggono ai genitori per fargli fare la dialisi. Ma papà e mamma lo reclamano: vogliono sapere se siano cure o accanimento terapeutico.






www.lucacoscioni.it/petizione_al_tribunale_di_bari_una_firma_pe...
=omegabible=
00venerdì 30 maggio 2008 16:53
re


FATTO !!!! Con il n°1688

omega [SM=g28000]
@nounou@
00venerdì 30 maggio 2008 17:04
n. 1691

aggiungo una preghiera per il piccolo [SM=g27998]
Max Cava
00venerdì 30 maggio 2008 17:09
Re:
@nounou@, 30.05.2008 17:04:

n. 1691

aggiungo una preghiera per il piccolo [SM=g27998]



1691 anche io, possibile? Come si fa a controllare?

Massimo
Sonnyp
00venerdì 30 maggio 2008 17:28
Fatto anch'io.
1696.

Auguri sia al piccolo che hai genitori.

Con la speranza che questa petizione porti i suoi frutti. Un caro saluto a tutti.
parliamonepino
00venerdì 30 maggio 2008 19:21
Name: Giuseppe Lupo

Commento: Con la speranza che tutto si risolva a favore di Davide e dei suoi genitori

Città: Torino


1717 Signatures Total






parliamonepino
00venerdì 30 maggio 2008 19:36
I giudici per i minori in rivolta

"Almeno altri otto casi analoghi"


L´associazione dei magistrati pronta a un documento di protesta contro le accuse.

di Mara Chiarelli

Il presidente del Tribunale dei minori
Franco Occhiogrosso



Dalle trasfusioni di sangue "vietate per religione" ai vaccini obbligatori e pur tuttavia negati. Sono decine, con una media di otto all´anno, i provvedimenti di sospensione della potestà genitoriale adottati finora dal tribunale per i minorenni di Bari a tutela di bambini in pericolo di vita. Precedenti al caso del piccolo Davide, sono passati finora sotto silenzio e non hanno riscosso l´eco mediatica provocata dalla storia del piccolo di un mese nato senza reni a Foggia.

«Ne arrivano tanti di fascicoli nei nostri uffici e spesso siamo costretti a decidere rapidamente per la vita del bambino - spiega un giudice - sostituendoci ai genitori che in quel momento incapaci di farlo». Nella maggior parte dei casi si tratta di figli di testimoni di Geova, la cui dottrina vieta espressamente la trasfusione di sangue, pur in casi gravi. E allora, tocca ai medici prima, segnalando il problema al tribunale minorile, e ai giudici poi, sospendendo la potestà ai genitori, risolvere la questione.

«Si tratta in tutti i casi di provvedimenti cautelari - spiegano i magistrati di via Fiore - che non vengono confermati nel caso in cui i genitori dimostrino di voler curare gli interessi del minore». Ed è anche successo che una mamma testimone di Geova abbia riottenuto la potestà dopo aver autorizzato la trasfusione di sangue per suo figlio, dichiarando che per salvargli la vita sarebbe andata contro la sua religione.

Ma non sempre le cose vanno in questi termini. E non è raro che i giudici debbano occuparsi anche del rifiuto assoluto, da parte di mamme e papà, di sottoporre i propri figli alle vaccinazione obbligatorie, previste dal calendario sanitario nazionale per i nuovi nati: l´antidifterica, l´antitetanica, l´antipoliomielitica e l´antiepatite virale B. Vaccini che per alcuni sarebbero molto dannosi per la salute del loro piccolo e, quindi, da evitare. Tocca quindi al tribunale per i minorenni sostituirsi ai genitori di questi bambini perché vengano sottoposti alla vaccinazione prevista dal protocollo medico nazionale.


E intanto, migliorano le condizioni di Davide, nato il 28 aprile con la sindrome di Potter (senza reni, con vescica ed ureteri poco sviluppati), ricoverato all´ospedale pediatrico Giovanni XXIII di Bari. Lì è stato trasferito per essere sottoposto a dialisi su provvedimento del tribunale per i minorenni di Bari, che ha così deciso in seguito ai referti forniti dai medici degli Ospedali Riuniti di Foggia, dove il bambino era venuto alla luce. Uno di quei referti diceva chiaramente che se il piccolo non fosse stato sottoposto a dialisi nel giro di poco tenpo, non sarebbe sopravvissuto.

E oggi, che ha compiuto un mese, il neonato lotta con tutte le sue forze: «Le funzioni vitali del bambino sono normali, compatibilmente con la sindrome di cui è affetto - spiegano ora i nefrologi pediatrici baresi - Ha ovviamente bisogno del di dialisi quotidiana, ma è un trattamento soft». I medici respingono l´accusa di accanimento terapeutico mossa dallo zio di Davide, che anche nel suo blog rimarcava il calvario dell´inserimento quotidiano di una cannula nelle piccole vene e arterie: «Non inseriamo alcuna cannula - chiariscono - Davide ha un catetere centrale, che utilizziamo anche per trasfusioni e prelievi. Il bambino sta lottando per vivere».

(30 maggio 2008)


bari.repubblica.it/dettaglio/I-giudici-per-i-minori-in-rivolta-Almeno-altri-otto-casi-analoghi...


Jon Konneri
00venerdì 30 maggio 2008 19:37
Re:
parliamonepino, 30/05/2008 19.21:

Name: Giuseppe Lupo

Commento: Con la speranza che tutto si risolva a favore di Davide e dei suoi genitori

Città: Torino


1717 Signatures Total










Sono d'accordo
=omegabible=
00venerdì 30 maggio 2008 20:04
Re: Re:
Jon Konneri, 30/05/2008 19.37:




Sono d'accordo




E che numero sei????


omega [SM=x1061912] [SM=x1061912] [SM=x1061912]


@nounou@
00sabato 31 maggio 2008 20:16
«Eravamo confusi, ora vogliamo crescere Davide»
Bari La coppia cui è stata tolta la patria potestà: «Il medico ci aveva consigliato di lasciarlo morire, perciò abbiamo esitato». Il bimbo migliora

La madre: «Il medico che ha sbagliato a leggere l’ecografia si merita una lezione»

BARI — Davide è quel minuscolo lottatore con i capelli nerissimi che sta superando ogni giorno le complicazioni collegate alla sindrome di Potter con cui è nato. Non respirava da solo, ora sì. Pareva avesse i piedi torti, ora ha solo il sinistro un po’ inclinato, ma per l’ortopedico va bene. L’avevano dato per spacciato, ora è lì, nell’incubatrice del reparto di Nefrologia dell’«Ospedaletto» di Bari, dove infermieri e medici fanno a gara per occuparsi di lui, rinunciando alle ferie.

Riposa tranquillo, disteso su un fianco, un body candido indosso. Ogni respiro che lo solleva è un morso in più alla vita. Neanche ti accorgi del tubicino che passa dietro al collo, con cui per sei ore gli drenano il sangue per la dialisi. «Datemi un chilo e tra due mesi ve lo rimando a casa», dice il medico responsabile, Tommaso De Palo, finto burbero con barba sale e pepe che adesso ha un solo pallino: «Appena arriva la mamma gli farò dare il latte con il biberon, ma voglio la mamma, lo deve fare lei». Mamma Maria Rita arriverà oggi a Bari, con papà Massimo e Antonio e Martina, i fratellini, sei anni e sedici mesi: si trasferiranno da Foggia in un bell’appartamento messo a disposizione dai volontari dell’Agebeo.

Finalmente potrà prendere in braccio il suo Davide, per la prima volta, e spera di poterlo fare con il «bollino di garanzia» del Tribunale per i Minorenni, che a lei e a suo marito dovrebbe riaffidare oggi la patria potestà. «Non avremmo mai esitato ad autorizzare la prosecuzione delle cure se ci avessero dato una speranza. Sono la madre, per lui darei il mio, di rene», racconta Maria Rita sui gradini della scuola elementare dove Antonio sta facendo la recita scolastica. «Ma a noi il primario di Foggia, Rosario Magaldi, aveva detto: "Non siate egoisti, lasciatelo morire, fosse mio farei così". E già pensavamo all’espianto degli organi...».

Invece Davide voleva vivere. Così tanto che in pochi giorni non ha più avuto bisogno del respiratore. «Magaldi a bruciapelo ci disse che intendeva trasferirlo al Bambin Gesù. Ho pensato che volesse lavarsene le mani. È vero, abbiamo esitato. Ma eravamo confusi. E quella sera stessa, il 9 maggio, a casa sono arrivati i carabinieri: ci toglievano la patria potestà». Che ci fossero dei problemi, la coppia lo sapeva dal sesto mese, quando a Roma il professor Giuseppe Noia, esperto in diagnosi e terapie fetali, aveva riscontrato una carenza di liquido amniotico: «Ci suggerì un’oligo-infusione al Gemelli, in day hospital. La feci. Dopo l’ecografia ci disse che gli organi erano "strutturalmente tutti presenti"». Da qui alla sindrome di Potter, che significa nascere senza i reni e con scarsissime probabilità di sopravvivenza, c’è un abisso. Maria Rita, difesa dall’avvocato Michele Vaira, aggiunge: «Ora non ci pensiamo, ma non finisce qui. Noia deve avere una lezione».

La lezione vera, però, la sta dando a tutti Davide, il piccolo lottatore. Maria Cristina D’Amelio, dirigente responsabile dell’ospedale pediatrico dove è ricoverato il neonato, spiega: «Per poter essere candidato al trapianto deve raggiungere dieci chili e ci vorrà almeno un anno. Ma quando sarà dimesso potrà fare a casa la dialisi peritoneale. Certo, non posso escludere un’infezione. Però sono sicura che questa storia avrà un lieto fine».

FONTE
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