PINO LUPO: INTERVISTA AL GIORNALISTA-SCRITTORE RICCARDO CASTAGNERI

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parliamonepino
00martedì 30 novembre 2010 23:28
La mia vuole essere una intervista da cittadino a giornalista.
Una intervista al contrario, perchè c’è sempre un rovescio della medaglia.
Ho letto il tuo libro “Oltre le stragi”.
Tenere alta la memoria è importante per uno scrittore.
Senza i dettagli narrati, dopo anni di ricerche, non ne sapremo mai abbastanza.
I giornalisti, gli scrittori servono per continuare a raccogliere le testimonianze, specie se si tratta di pochi sopravvissuti.

Domande a Riccardo Castagneri:

E’ la memoria che salverà il mondo?

“Chi tace e chi piega la testa muore ogni volta che lo fa, chi parla e chi cammina a testa alta muore una volta sola”. Sono parole di Giovanni Falcone. Non è certamente la memoria ad avere il compito di salvare il mondo, ma è componente essenziale di un meccanismo complesso che fonda sulla civiltà e legalità, concetti che nello sconcertante panorama attuale, certamente paiono desueti.

La memoria serve solo a non dimenticare?

La memoria è l’essenza stessa dell’individuo, noi testimoniamo ciò che è accaduto, sempre citando Falcone, la risposta alla domanda è racchiusa in un altro suo pensiero “Le nostre idee camminaranno con le gambe degli altri”.

Ricordare e rammentare sulla criminalità con i libri e gli articoli di giornale, è l’unico tuo obiettivo?

La denuncia ha lo scopo difficile, di smuovere le coscienze, di far riflettere, di costringere il lettore a pensare. L’impresa, ripeto è titanica, in quanto stiamo vivendo una sorta di mitridatizzazione di quanto ci circonda, la società si sta assuefacendo ai veleni.

E’ meglio la memoria o il dialogo con i tuoi lettori?

Sono sequenziali, il dialogo con il lettore è lo sbocco naturale del percorso innescato dalla consapevolezza. Il dialogo, la partecipazione interattiva è l’aspetto più gratificante per chi fa il mio mestiere. Ho incontrato scolaresche e studenti universitari in convegni e presentazioni di libri. Le loro domande si possono sintetizzare in un unico quesito “Perchè?”. Ecco, l’interesse, la voglia di capire dei giovani ti da la consapevolezza che il tuo lavoro non è inutile.

In “Oltre le stragi” c’è la memoria? O è oltre la memoria?

Oltre le stragi c’è la storia controversa del nostro paese, una storia non scritta, ma soprattutto nascosta, manipolata, una storia negata con i segreti di stato. Ci sarà bene un motivo per cui il livello dei collaboratori di giustizia ha raggiunto boss di spessore assoluto, ma i capi, i Riina, i Provenzano, Alieri, Santapaola, Bernardo Brusca, tanto per fare i nomi, non sono mai stati sfiorati dall’idea di pentirsi. Probabilmente, le loro rivelazioni sarebbero state devastanti per l’Italia. Mentre oltre la memoria non cè nulla, ma c’è molto contro la memoria.

La memoria è una idea, un discorso o una presentazione dei fatti? A chi da voce la memoria?

La memoria non è un remoto concetto intriso di idealismo, ma sta lì a testimoniare la storia che appartiene a tutti, anche a coloro che si interessano unicamente di Grande Fratello (certo non orwelliano) di tronisti e di veline, quelli che non hanno neppure avuto il bisogno di assuefarsi al veleno, ma sono nati con i debiti anticorpi e si sono rinforzati crescendo.Proprio in questo silenzio assordante cerchiamo di dare voce a chi questo scempio l’aveva previsto e cercato di contrastarlo preventivamente.

Come dovrebbe reagire una persona cui si ricorda la storia passata e presente?

Non sta certo a me dare indicazioni in tal senso. Faccio il cronista, non il grillo parlante. Però ritengo che tutti abbiamo il diritto di conoscere, di essere informati, di avere gli strumenti per riflettere e valutare. Dopodichè possiamo indignarci, dissentire, o semplicemente rassegnarci.

Ricordare la storia solo come notizia, può scoraggiare?

Perchè mai? La storia è un insieme di fatti, di notizie, la memoria è costruita sulle notizie. Le notizie sono le fondamenta del giornalismo vero, in quanto inconfutabili. In un panorama ormai saturo di colleghi opinionisti, ben venga il cronista di strada, quello che riporta le notizie. Pippo Fava, o Giancarlo Siani, non erano certo opinionisti, questi non li ammazza nessuno. Loro, e tanti altri invece sono morti perchè scrivevano quello che vedevano, facendo nomi e cognomi.


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Se siete interessati a continuare la lettura di questa intervista, questo è il link:

www.pinolupo.it

(Blog "A porte aperte")





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