Questi giorni mi hanno reso protagonista di una serie di eventi "difficili" che mi hanno portato ad essere silenzioso con il mondo esterno e comunicativo con il mio "mondo" interiore.
Ogni tanto dobbiamo fermarci per discutere con noi stessi, per fare in modo di non essere travolti dagli affanni della vita e per capire se dobbiamo modificare la nostra direzione.
Qualche giorno fa, mentre guardavo chiudere la bara dove era riposto il corpo senza vita di Rosetta Lupo, mia zia, mi ricordavo, in quell'istante, che 50 anni prima mi teneva in braccio e mi sorrideva............
Il volto dei miei parenti, una volta giunti al cimitero, era rassegnato e rigato dalle lacrime.
Sono tornato a casa e mi sono accorto che non riuscivo a riprendere il ritmo incalzante imposto da questa vita così velocizzata. Il moltiplicarsi degli impegni ed obblighi che abbiamo con il lavoro e le cose da fare, ad un certo punto, sembravano lontani come un sottofondo musicale.
Mi sono sentito come un giocatore di calcio che invece di correre nel campo dietro ad un pallone si trova seduto in panchina ad osservare gli altri che sono concentrati nel campo per competere con gli avversari.
Più provavo ad alzarmi per riprendere la partita, più mi sentivo trattenere da una forza interiore. Ero l'avversario di me stesso.
Ma di questo parlerò domani.......