LA FEDE APOSTOLICA TRAMANDATA UNA VOLTA PER SEMPRE

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Adriano Baston
00domenica 14 novembre 2010 18:09
Baston Adriano
Via Trucchi, 39
10078 Venaria Reale (TO)

Al Corpo Direttivo
dei testimoni di Geova di ROMA

Venaria Reale, 2 Ottobre 2002

Vi è: << un solo spirito… una sola speranza… un solo Signore, una sola fede, un solo battesimo, un solo Dio e Padre di tutti…>>, <<fede che fu una volta per sempre trasmessa ai santi>>. (Ef. 4: 4,5; Giuda 3, T.N.M.) Se la fede è stata tramandata una volta per sempre, fede che non può essere interrotta, attraverso quale Chiesa è passata nei secoli per giungere fino a noi?


Cari fratelli,

Per decenni, per quasi tutta una vita, la mia anima è stata in ostaggio, obliata e rubata dalla Torre di Guardia (TG).

Che cosa è stato, la seduzione, il fascino del paradiso terrestre?

L’inseguimento di un sogno?

Distrutti gli orizzonti della vita, non mi resta che il futuro dell’escatologia della Torre di Guardia, un futuro fatto di illusioni.

Il <<nuovo mondo>> tanto sperato che doveva realizzarsi durante la mia vita si è rivelato soltanto una chimerica speranza, un miraggio anche per centinaia di migliaia che come me vivono ormai al crepuscolo della vita.

Come è potuto accadere?

Il Sommo mi risponde: << Non so ben ridir com’io entrai tant’era pien di sonno a quel punto che la verace via abbandonai>> (Dante)

E non soltanto la mia anima è stata rubata e in ostaggio in questa organizzazione, ma ciò avviene per più di sei milioni di altri infelici senza, purtroppo, saperlo, pescati in questo mondo dove le incertezze della vita regnano sovrane e rendono molte persone vulnerabili agli assalti di movimenti religiosi distruttivi.

Non soltanto la vita spirituale gli è stata carpita e rubata, ma anche quella fisica, se si pensa alle migliaia di persone che sono morte, prima con il divieto delle vaccinazioni e i trapianti di organi ed ora, da più di mezzo secolo, col divieto delle trasfusioni di sangue.

Da precisare che non è una scelta personale dettata dalla libera coscienza dell’individuo ma conforme ai dettami della T.G. che interpreta in modo erroneo l’uso del sangue nell’Antico Testamento e anche della sua menzione del Nuovo Testamento, perciò si tratta di una pratica confessionale.

La rivista Svegliatevi del 22/05/1994 conferma che sono migliaia, specialmente giovani, che muoiono per il loro rifiuto delle trasfusioni.

Le esperienze come quella dei poveri “Adrian”, “Lene”, “Cristal”, ecc. morti suicidi per aver rifiutato le trasfusioni di sangue, dovrebbe far riflettere la Società e domandarsi se non stia errando nei suoi ragionamenti ed insegnamenti.

E’ vero che alcuni sarebbero morti lo stesso!

Abbiano però l’onestà di dire quanti si sarebbero salvati con le trasfusioni.

Tuttora quanti “Adrian”, “Lene” sono in pericolo di vita!

Sono a rischio tutti i TdG in conseguenza del controllo mentale e del linguaggio fatto attraverso le adunanze e le migliaia e migliaia di stampati.

Ma quel che è peggio, in quanto fatto in nome di Dio, che è amore e vita, per sacrificarli a Moloc, dio di morte.

Dubito che le frasi in bocca a quegli innocenti menzionati nella suddetta rivista siano farina del loro sacco, ma anche se lo fossero, sono le solite frasette dettate dalla martellante propaganda della Società.

Con l’esca che la “fine è alle porte” e che “presto Dio restaurerà il paradiso in terra”, specialmente per le persone che vivono un momento psicologico particolare, magari di frustrazione, di delusione, di sofferenza fisica o morale, facilmente sono preda e abboccano all’amo dell’Organizzazione che si è assunta a ruolo di portatrice unica del messaggio cristiano.


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Adriano Baston
00domenica 14 novembre 2010 18:16
Per questo la T.G. si definisce come tale e assume il ruolo di “schiavo fedele e discreto” della parabola di Matteo 24:26 per “dispensare il cibo a suo tempo”.

Questo secondo loro è il tempo di avvertire le persone che il mondo sta per finire e coloro che amano la “verità”, prima che sia troppo tardi, devono schierarsi dalla parte della Società Torre di Guardia che rappresenta Geova su tutta la terra.

Con i loro insistenti avvertimenti convincono sempre di più i loro ostaggi che Dio è solo dalla loro parte.

Secondo i TdG lo “schiavo fedele e discreto” sarebbe composto dai “144.000” dell’Apocalisse il quale avrebbe come suo rappresentante in terra il denominato “Corpo Direttivo” con le maiuscole, allo scopo di cibare con le sue rivelazioni, sia il rimanente dei 144.000 con speranze celesti, e la “grande folla” di “altre pecore” con speranze terrestri; per questo deridono i cristiani cattolici e delle altre confessioni cristiane di aver rinunciato alla vita terrena dei TdG per quella celeste! “Poverini vanno in cielo”!

Intanto bisogna precisare che, quando Gesù parla in Matteo 24:45-46 circa lo “schiavo”, o meglio “servitore prudente”, si tratta di una parabola come quella espressa poco dopo e riguarda i talenti e di come usarli nella vita.

Appunto: chi è lo “schiavo” fra i molti chiamati che prende a cuore le parole del Maestro? Perciò quando Gesù verrà a giudicare il mondo, specialmente quello cristiano, chi sarà trovato fedele? “Troverà ancora la fede sulla terra?” Alla fine lo schiavo può essere trovato fedele o infedele, del resto è ciò che insegna la parabola dei talenti. Motivo per cui Gesù ha preveduto sia la fedeltà che l’infedeltà dello “schiavo”.
Chi è cristiano e ha accettato di vivere secondo i dettami di Gesù si è caricato anche dell’onere di viverli, sia come uomo sia come incaricato per il servizio divino e di essere fedele al suo incarico per aiutare il suo prossimo indipendentemente dall’etichetta che porta.

Chi giudica diversamente, Cristo invita l’individuo o il gruppo a fare la sua verifica nel Vangelo.

In più occasioni, negli ultimi anni della mia appartenenza ai T.d.G. ebbi modo di parlare con alcuni miei amici “fratelli” su questa parabola e anche su altre parole del Maestro, e ci chiedevamo chi fosse lo “schiavo” preteso dalla T.G. alla luce della storia.

Nella nostra ricerca non trovammo nessun nesso tra le parole di Gesù e le registrazioni della storia con l’insegnamento della T.G. di essere la privilegiata della nomina a unica organizzazione da parte di Dio.

E’ evidente, anche da una lettura superficiale delle parole di Gesù, che si tratta di uno “schiavo” generico come nel caso della parabola dei talenti espressa poco dopo.


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Adriano Baston
00domenica 14 novembre 2010 18:19
Non si trova nel Vangelo nessuna nomina diretta che la società T.G. sia investita di tale incarico come invece troviamo in modo lapidario la nomina da parte di Gesù in persona, la nomina degli apostoli con tanto di nome e cognome, investiti di autorità con il potere di nominare altri, come ad esempio viene descritto negli Atti degli Apostoli al cap. 6.

Tenacemente i T.d.G. insistono che il loro “Corpo Direttivo” sia riconducibile al corpo direttivo del I° secolo formato dagli apostoli e dagli anziani e che si tratti come allora di una istituzione divina.

Intanto, per quanto si legga, nel Nuovo Testamento non esiste la formula Corpo Direttivo.

Nel Nuovo Testamento è evidente, senza ombra di equivoci, che gli apostoli ricevettero autorità da Gesù in persona, pertanto la loro elezione era diretta e alla sua morte essi continuarono ad esercitarla per eleggere, a loro volta uomini qualificati dotati dei doni necessari allo scopo.

A loro volta gli uomini nominati dagli apostoli erano investiti dall’autorità apostolica di eleggere altri alla carica ecclesiastica e portare avanti così la trasmissione dell’autorità e di tutto il patrimonio religioso apostolico.

I T.d.G. credono che il “Corpo Direttivo” dei 144.000 sia stato nominato da “Geova” mediante il “suo spirito” in “questo tempo della fine” e, facendo il solito salto dalla primitiva organizzazione cristiana, pur conoscendo le vicende della storia del cristianesimo, facendo finta di ignorarla, così si qualifica la T.G. del 15/5/1972 pag. 301: <<La moderna organizzazione teocratica di cristiani Testimoni di Geova>> è formata in questi termini:<<Geova Dio, Gesù Cristo, la classe dello “Schiavo fedele e discreto”, il Corpo Direttivo, gli anziani, i servitori di ministero>>. A sua volta il Corpo Direttivo si compone in questo modo: << Comitato del Presidente, Comitato degli Scrittori, Comitato dell’Insegnamento, Comitato del Servizio, Comitato Editoriale e Comitato del Personale>> (T.G. 1/4/1977 pag. 208).

Di tutto questo discorso - pur cercando di raccogliere qualche frammento scritturale a sostegno – così come viene presentato dai T.d.G., è questo il volto dell’organizzazione della Chiesa cristiana primitiva?

Una lettera che scrissi alla Società di Roma che porta la data del 29/12/1979, conteneva tra le altre, la seguente domanda: <<Nella Torre di Guardia del 1° Settembre 1979, pag. 24, par. 16 è scritto che Gesù Cristo è stato con la sua “congregazione cristiana” rappresentata da quello “schiavo” da quando ascese al cielo fino a questo giorno. Come rispondere all’argomento che dalla morte dell’ultimo apostolo alla comparsa dei testimoni di Geova non è esistita una congregazione cristiana, né “schiavo” che la rappresentasse?>>


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Adriano Baston
00domenica 14 novembre 2010 18:28
La società due mesi dopo mi rispose in data 02/02/1980, con la sigla “F.P.A.” della persona (o personale) che ha condotto la ricerca e ha dato la seguente spiegazione:<< In Matteo 18:20 Gesù dice: “Dove due o tre persone sono radunate nel mio nome, io sono in mezzo a loro”. Come mostra la Torre di guardia del 15/7/1965 a pag. 447, le ragioni e gli avvenimenti storici, insieme a ciò che dice la parola di Dio, ci portano alla conclusione che ci sono stati testimoni di Geova sulla terra in ogni periodo della storia umana …Che Geova aveva avuto testimoni sulla terra anche dal tempo di Cristo fino ai nostri giorni sembra indicato dalla parabola del grano e delle zizzanie … dalla prima semina fino alla mietitura, vi sarebbero stati alcuni veri cristiani, ‘grano’, benché a volte il loro numero potesse essere straordinariamente piccolo. La rivista menziona, poi, vari gruppi religiosi quali i quartodecimani, i pauliciani, i valdesi e altri che avevano ripristinato in misura più o meno notevole, la purezza dottrinale evangelica, anche se poi diversi di loro impugnavano le armi per difendersi dalle crociate cattoliche>>.

Ci sono ragioni storiche che dimostrano che questi gruppi religiosi erano Testimoni di Geova? Predicavano essi il nome di Geova? Predicavano essi un regno terrestre? Allora tutti i gruppi religiosi che non concordano con le dottrine della Chiesa Cattolica sono essi tutti testimoni di Geova? Che Ario e gli ariani siano citati come precursori dei T.d.G. è sintomatico, perché dovreste offendervi se vi chiamano tali?

In quel tempo ero tentato di replicare e chiedere in che misura i T.d.G. potessero accostarsi ai gruppi religiosi disseminati nella storia ed evidenziati dalla T.G. del 1965 citata con tanta soddisfazione, mi resi conto che avrei rischiato l’espulsione dopo aver subito l’interrogatorio del “Comitato Giudiziario”. Preferii, come tanti altri, per amor di pace, tacere, temevo l’espulsione che significa l’isolamento da parenti e amici: lo sa bene ogni T d G!

Per la risposta della Società mi confidai con alcuni miei amici con i quali lamentai che le argomentazioni addotte, per giustificare la presenza dei T.d.G. in tutta la storia umana, non avevano alcun fondamento, se paragonate a quello che la storia presenta con i comportamenti e gli insegnamenti della Società Torre di Guardia.

Che cosa significa “fare appello alla ragione” come base per giustificare le proprie posizioni?

Quali sono i fatti storici che danno significato perché chiariscano al di là di ogni dubbio la dottrina dei T.d.G.?

Visto che il protestantesimo non collima con tutti gli insegnamenti della Chiesa Cattolica, perché non citarlo come elemento, come fondamento e rivendicazione per l’esistenza dei T.d.G.?

Questi “molti” o questi “alcuni” chi sono, e quale professione di fede facevano?

I quartodecimani, i pauliciani, i valdesi e loro dottrine cosa hanno a che fare coi T.d.G.?

Con la menzione della parabola di Gesù del “grano” e della “zizzania”, che cosa Gesù ha voluto dimostrare?

Che il “grano” rappresenta il vero cristianesimo con la sua dottrina e la “zizzania” il cristianesimo con la falsa dottrina.

Gesù insegna che nella Chiesa da lui fondata sarebbero convissute distintamente le due piante, la “zizzania” il falso cristianesimo, il quale avrebbe tradito il suo messaggio, il vero Kerigma.

Alla sua Chiesa Gesù promise con chiarezza: “Io sarò con voi tutti i giorni fino alla fine del mondo”.

Quale gruppo religioso può vantare questa divina compagnia: i quartodecimani o i pauliciani?

E’ arbitrario l’accostamento che fate dei valdesi a questi gruppi le cui differenze dottrinali sono enormi.


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Adriano Baston
00lunedì 15 novembre 2010 09:01
Per quanto riguarda i quartodecimani essi costituiscono un gruppo, uno dei tanti che popolavano il firmamento delle sette cristiane dei primi secoli, nate nel seno del giudeocristianesimo, un movimento complesso e di non facile comprensione proprio per la sua complessità in quanto le sue dottrine sono espresse nei numerosi libri apocrifi sia nel Vecchio che nel Nuovo Testamento.

Gli scritti di Nag Hammadi e di Qumran hanno arricchito il quadro di conoscenze, ma non chiarito del tutto questo movimento.

Sul giudeocristianesimo il dotto: << Jean Danielou ha dimostrato che l’esegesi apocalittica caratterizzava le opere del G. (giudeocristianesimo) - parentesi mia –. Questo tipo di esegesi non era soltanto un genere letterario, ma permeava profondamente tutta la cultura ebraica dell’epoca; attraverso essa si esprimevano, in quadri cosmologici, la rilevazione cristiana e la historia salutis
Questa apocalittica può anche essere definita una gnosi nel senso che questa parola ha nell’Ebraismo del tempo (dah-at) una conoscenza, cioè, di tipo esoterico, le cui radici precristiane risalgono – come ha dimostrato lo Scholem – (uno dei massimi studiosi della Kabbalà e profondo conoscitore di letteratura ebraica) – parentesi mia – al giudaismo dell’epoca del secondo Tempio. La gnosi degli spazi sacri (habitat di Dio, degli angeli, dei demoni, dei morti) si associa a quella dei tempi sacri (fissati ab aeterno da Dio nei suoi Libri Celesti, con rigorosa predestinazione e pertanto conoscibili anticipatamente dai visionari, cui siano stati rivelati i segreti celesti) … Fra i temi prediletti di questa gnosi giudaicocristiana va menzionata la speculazione teologica sulla Trinità, che si elabora a partire da categorie improntate all’angeologia e l’affiorare di importanti elementi di una cristologia, ancora elementare ma di profondo significato, basata sui titoli veterotestamentari del Cristo ( il Nome, la Torah, l’Alleanza, il Principio, il Giorno). L’incarnazione è presentata come una discesa di Gesù attraverso i sette cieli e il simbolismo della Croce è contemplato in tutta l’ampiezza cosmica dell’azione di Cristo …>> (Enciclopedia delle religioni, Vallechi, Firenze 1970, vol. 3, coll. 427-433. Vedere anche l’opera di Jean Danielou, La Teologia del giudeocristianesimo, ed. Il Mulino, Bologna 1974, pag. 216-286, 501 - dove spiega come in questo ambiente siano sorti anche i quartodecimani che festeggiavano, secondo una tradizione, la Pasqua il 14 Nisan e, secondo l’altra, la pasqua del 14 Nisan veniva festeggiata subito dopo, la domenica.)

Alcuni gruppi giudeo-cristiani primitivi vengono identificati negli Ebioniti, Elcasaiti e Nazareni.

Questi gruppi avevano in comune l’accettazione del Cristo ma nello stesso tempo la loro fede restava profondamente ancorata alla legge mosaica perché la consideravano come potenza di redenzione per l’uomo.


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Adriano Baston
00lunedì 15 novembre 2010 09:03
Sul Cristo avevano però concezioni contrastanti: un gruppo credeva che il Cristo fosse figlio naturale di Giuseppe e Maria scelto da Dio per essere il Messia, un altro che nell’uomo nato da Maria fosse scesa una potenza divina, un angelo, che lo avrebbe reso il Cristo.

Tra l’altro gli Ebioniti erano costituiti di due gruppi: uno che festeggiava la resurrezione la domenica, e l’altro il 14 Nisan.

Rifiutavano le lettere di Paolo.

Il giudeo-cristianesimo considerava l’Apostolo, il nemico per eccellenza, un apostata perché abrogava la legge di Mosè e invitava gli uomini, per la loro redenzione, ad avere fede solo nel Cristo, l’unica via che aveva valore per la loro salvezza.

Esistevano anche gruppi giudeo-cristiani ellenisti che provenivano dall’ambiente dei proseliti ebrei, meno rigorosi rispetto alla legge di Mosè.

Sono gruppi che sono anche a contatto con le dottrine gnostiche di Cerinto e Carpocrate.

Tutto questo è messo in rilievo in tutta la letteratura del giudeo-cristianesimo che è nota agli studi.

Neppure in questi gruppi, pur avendo dei contatti dottrinali, i T.d.G. possono trovare tracce significative di alcuno <<schiavo fedele discreto>> e tanto meno di un fantomatico corpo direttivo della natura da loro espresso.

Sui Pauliciani la stessa opera enciclopedica spiega:<< Le dottrine dei P. (pauliciani) – parentesi mie – appaiono come un non chiaro intreccio di motivi manichei e di forme cristiane, centrandosi sulla tesi fondamentale, tipicamente dualistica, della distinzione fra Dio celeste, autore delle sostanze spirituali, e Dio Creatore del mondo terrestre e materiale. Questa tesi portò al dichiarato cristianesimo dei P. ad una concezione del Cristo quale spirito angelico, inviato nel mondo della materia e degli uomini, e quindi ad una cristologia vanificata dal punto centrale dell’Incarnazione>>.

Accettavano solo il Nuovo Testamento e seguivano insegnamenti gnostici sulla linea di Marcione (Enciclopedia delle religioni, Vallechi, Firenze 1970, vol. 4, coll. 1553). Aborrivano la croce perché strumento di morte di Gesù, non mi risulta che aborrissero il ‘palo’.

Sono questi gruppi la dimostrazione dell’esistenza dello “schiavo fedele e discreto” con il suo Corpo Direttivo vantato dai T.d.G.?

Perché non continuare con l’elenco: ebioniti, encratiti, basilidiani, sabelliani, valentiniani, ofiti, millenaristi, marcioniti, montanisti, manichei, ariani, ecc. ecc.?


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Adriano Baston
00lunedì 15 novembre 2010 09:05
Che dire dei Valdesi?

In breve, all’inizio i valdesi erano in linea con l’ortodossia cattolica.

Non era nelle loro intenzioni combattere la Chiesa Cattolica, né di proporre nuove dottrine.

Era a loro solo vietato di predicare perché semplici laici.

Avevano rinunciato a tutti gli agi che la vita offriva, vivevano di povertà.

In seguito nacquero dei contrasti tra i valdesi francesi e quelli italiani come organizzare i modi per combattere la chiesa di Roma e certi suoi insegnamenti.

Essi pensavano di essere la vera chiesa.

Nella sostanza rimasero fedeli alle dottrine fondamentali della Trinità, dell’esistenza della vita dopo la morte, della punizione dopo la morte dei malvagi e del premio del paradiso ai buoni.

In seguito si costituirono vari gruppi sparsi in tutta Europa, alcuni dei quali ebbero contatti con i catari, gli albigesi e gli ussiti.

I valdesi ebbero in seguito la loro evoluzione storica.

La grave colpa del clero è quella di averli perseguitati.

Sono i valdesi precursori dei T.d.G.?

Niente di più falso!

E’ vero, i valdesi predicavano, ma che cosa predicavano?

Un eterno paradiso terrestre?

L’eterna distruzione per chi non accetta Geova?

Andavano essi a predicare nelle case che Dio si chiama Geova?

Erano essi organizzati come sono organizzati i T.d.G.?

Predicavano anche i francescani, erano anch’essi T.d.G.?

Perché siete così ostinati nel raccontare bugie?

Non ne avete raccontate abbastanza nei 120 anni della vostra esistenza?

Perché continuate a sottrarre dalla vita reale le persone per introdurle in un mondo di illusioni paradisiache?

Cos’è? Una nuova terapia per combattere le nevrosi dei nostri tempi?

Non è sufficiente credere nel mondo spirituale promesso da Gesù?

Ma la Società imperterrita risponde con le sue promesse, con un Kerigma estraneo al Nuovo Testamento ed a una presunta e nascosta organizzazione dello “schiavo fedele e discreto” con un non identificato Corpo Direttivo!

Ecco che cosa afferma: <<In quanto a come esattamente la classe dello “schiavo fedele e discreto” esiste e prestò servizio nel corso dei secoli dopo la morte degli apostoli del Signore Gesù Cristo, non abbiamo un quadro storico distinto. Evidentemente ogni generazione della classe dello schiavo cibò la generazione successiva. (II Timoteo 2:2). Ma nella seconda metà del diciannovesimo secolo ci furono persone timorate di Dio che amavano il cibo spirituale della Sacra Bibbia e desideravano cibarsene …>> – T.G. 15/5/1995, pag. 16 –


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Adriano Baston
00lunedì 15 novembre 2010 09:07
Spesso la Società riporta nella sua dottrina che alla morte dell’ultimo apostolo iniziò la grande apostasia, scese il buio e il cristianesimo cessò di esistere.

Il messaggio, il Kerigma genuino si smarrì e ogni ardore per la verità apostolica si spense per dare vita e storia ad un cristianesimo annacquato, adulterato dalla filosofia pagana.

Se la verità storica è questa, ci vogliono spiegare i T.d.G. quale generazione degli apostoli trasmise a quella successiva il nutrimento spirituale?

E quella successiva agli apostoli a quale altra generazione trasmise il deposito cristiano?

Volete, per amore della verità, specificare dottrina e organizzazione?

Volete indicarmi nomi e cognomi di uomini che per mano degli apostoli ricevettero la parola per trasmetterla ai loro successori?

Per esempio è detto che Policarpo fu ammaestrato dagli apostoli; a sua volta, Ireneo venne ammaestrato da Policarpo, vi è pertanto delineata storicamente come la tradizione apostolica viene trasmessa alle successive generazioni cristiane.

E’ vero che secondo la profezia del N.T. sarebbe apparsa nella storia l’apostasia e questo è registrato.

Il settarismo era già presente al tempo di Paolo col movimento giudeo-cristiano e ancor di più al tempo dell’apostolo Giovanni che col suo Vangelo e le sue lettere ha dovuto affrontare e denunciare dottrine e idee gnosticheggianti docetiste che dimostrarono che fin dall’inizio la Chiesa si è impegnata a difendere la vera dottrina.

Purtroppo qualche volta le ha difese con la forza sconfinando dai compiti proposti dal suo Fondatore.

Ma da questo a sostenere che il N.T. parli di una Chiesa nascosta tra le erbacce o la zizzania rappresentata da qualche spiga di grano sparsa qua e là ce ne corre!

Non trova nessun fondamento proprio alla luce di ciò che Gesù disse: <<Voi siete la luce del mondo…una città posta sopra un monte (alla vista di tutti)…una lampada non si mette sotto il moggio, ma sopra affinché illumini tutti i presenti.>> ( Mt 5: 13-16)

Tutti insegnamenti che dimostrano che la Chiesa è posta alla luce del mondo e che per quanto riguarda una Chiesa nascosta, non trova ragione nei discorsi né dei T.d.G., né di altri gruppi religiosi che vogliono una giustificazione storica della loro presenza nel mondo.

Dove sono i T.d.G.?

Possono essi essere rintracciati tra i padri apostolici e i padri greci?

Erano i primi padri degli apostati?

E se sì, dove allora noi cristiani dobbiamo trovare il nostro riferimento?

In Marcione, in Montano o in Valentino e nelle loro chiese?

Da quale parte mi devo rivolgere per trovare il vero intendimento per la corretta interpretazione delle Scritture?

Attraverso quale chiesa mi è pervenuto il kerygma apostolico?

Se le pone il semplice T.d.G queste ed altre domande?

Si creerebbe dei sensi di colpa perché non deve dubitare dell’onestà e della sincerità del C.D.!


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Adriano Baston
00lunedì 15 novembre 2010 09:10
Magari nascosta, ma vi è stata una successione e questo basta, lo dice la T.G. ! <<Come nel primo secolo, questo schiavo è rappresentato da un corpo direttivo (notate le minuscole) di cristiani unti ai quali Cristo ha dato autorità di prendere decisioni e nominare altri sorveglianti (Atti 6:2,3 ; 15:2).
A sua volta il Corpo Direttivo (ora notate le maiuscole per quello moderno) delega autorità ai comitati di Filiale, ai sorveglianti di circoscrizione e di distretto e agli anziani che operano in ciascuna delle altre 73.000 congregazioni dei T.d.G. in tutta la terra. Tutti questi cristiani devoti meritano il nostro sostegno e rispetto >> ( T.G. 1/7/1994 pag. 22 ).

Notate poi, oltre alle minuscole e alle maiuscole, l’indeterminativo “un” quando si parla del “corpo direttivo” del I° secolo e il determinativo “il” quando si tratta del “Corpo Direttivo” del XX secolo!

Molto più importante, è evidente, è il Corpo direttivo del XX secolo che con tutti gli sforzi per giustificarlo non trova fondamento alcuno nel Nuovo Testamento e neppure in ciò che lo segue, cioè storicamente.

Non è onesto strumentalizzare gli errori morali di alcuni della Chiesa per spiegare, in conclusione, che essa non possiede di conseguenza il vero kerygma.

La Chiesa è santa perché il suo fondatore è Gesù Cristo, il Santo. Sono gli uomini che sbagliano!

Dimenticate che Dio ha scelto il popolo di Israele al quale ha consegnato, pur essendo peccatore, la santa Torà, motivo per il quale viene chiamato popolo santo e lo ha sostenuto nonostante tutte le brutture commesse, ben documentate, nel Vecchio Testamento ed anche nel Nuovo Testamento, per essersi reso reo anche della morte di Gesù e della persecuzione dei primi cristiani, e che, nonostante ciò, l’apostolo Paolo dice di questo popolo che: ”Dio non ha rigettato il suo popolo che prima riconobbe” ( Rom. 11:1,2 T.N.M. )

Erano i primi discepoli di Gesù chiamati T.d.G.?

Come dice Gesù in Atti:” mi sarete testimoni (di Gesù) in Gerusalemme, in tutta la Giudea e nella Samaria e fino alla più distante parte della terra” (Atti 1: 8 v. T.N.M.) e ancora in Atti 11:26 i discepoli di Gesù “per divina provvidenza” non furono chiamati “Testimoni di Geova”, ma “cristiani”! E’ con questo nome che gli apostoli e altri discepoli vengono perseguitati dagli ebrei! E’ con questo nome che i discepoli di Gesù sotto l’Impero Romano vengono perseguitati! Le autorità romane a tutti coloro che, arrestati, rinunciavano al nome di “Cristiano” davano, in cambio, la vita; non era loro richiesto di rinunciare ad essere “Testimoni di Geova” è lo stesso Gesù a dirci che i suoi seguaci sarebbero stati “odiati” a causa del suo nome e non a causa del nome “Geova” (Matteo cap. 24)!

Questa è storia, non favola alla quale fa spesso ricorso la TG.

E’ vero che Gesù disse di essere “il Testimone Fedele e Verace” ( Apocalisse 3:14 ) che voi interpretate “Testimone di Geova” , (ma che in realtà significa Testimone della Verità) e quindi di conseguenza anche i suoi discepoli lo devono essere.

Ma disse: “Siate miei discepoli” e, “Come il Padre ha mandato me così io mando voi”, pertanto i mandati da Gesù sono i suoi discepoli, cristiani e la storia lo conferma al di là di ogni dubbio, che erano conosciuti come cristiani e non conosciuti come T.d.G. secondo l’erroneo insegnamento della Società.


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Adriano Baston
00lunedì 15 novembre 2010 09:12
Come la storia di Israele, quella del nuovo popolo di Dio, l’Israele spirituale, è fatta di luci e di ombre, e più volte, come nell’antico Israele, uomini preminenti di questa Chiesa, sopravvissuta alle tempeste della storia, hanno errato anche in forme molto gravi, nessuno lo nasconde, e dovranno rispondere davanti a quel messaggio che la Chiesa nel suo insieme ha portato avanti nella storia, dovranno rispondere su molti gravi peccati specialmente quelli compiuti nel nome di Cristo sfigurandone il volto. Come del resto dobbiamo, tutti, rispondere un giorno davanti a Dio dei nostri peccati.

Dio ha affidato, come al suo antico popolo, la sua parola nelle mani dell’uomo che è fragile, vulnerabile, spesso debole nelle sue scelte.

Questo è evidente anche nel Nuovo Testamento quando guardiamo al piccolo gruppo scelto personalmente da Gesù: uno ladro e traditore, uno rinnegatore e altri privi di misericordia.

Se guardiamo alla Chiesa di Corinto troviamo: divisioni, immoralità, mancanza di fede nella risurrezione.

Se guardiamo alla Chiesa di Giacomo troviamo: distinzioni di classe, guerre ecc.

Se già all’alba del cristianesimo la Chiesa presenta gravi difficoltà a vivere il messaggio cristiano, cosa si può pretendere in duemila anni di storia?

Che cosa pretendono i T.d.G, di essere meglio della Chiesa primitiva?

Pretendono di essere una “congregazione santa e pura”?

Sempre pronti a puntare il dito accusatore contro gli altri evocando di continuo gli errori altrui passati e presenti in conflitto con le parole di Gesù: <<Smettete di giudicare, e non sarete affatto giudicati>> (Lc 6:37 T.N.M. ).

Un detto di Esopo dice che quando uno nasce, nasce con due bisacce appese al collo, una davanti, colma degli errori degli altri, e l’altra di dietro, colma dei propri.

Generalmente gli uomini guardano molto di più quella davanti e poco quella dietro.

Voi, però, guardate esclusivamente quella posta davanti perché pensate di appartenere alla schiera degli eletti che si ritiene perfetta.

Vogliamo fare un piccolo prelievo della vostra bisaccia posta dietro?


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=omegabible=
00lunedì 15 novembre 2010 11:37
RE
Caro Adriano, devi convenire con me che l'"apostasia" è il più grande dono di Dio; quello che ti permette di riappropriarti di quella libertà per cui suo Figlio è morto per tutti noi!!!Sei un GRANDE!!! [SM=x1061958] [SM=g1932039]

...che nel crepuscolo della nostra vita risalti ancora di più la luce di Cristo.



omega [SM=p2321570]





Adriano Baston
00lunedì 15 novembre 2010 12:06
La storia stessa scritta da voi è un dettato, a mio avviso, poco confortante: dal 1874 ad oggi, poco più di 120 anni, narrate di avere venduto il “grano miracoloso”, di aver fatto compromessi sia nella prima che nella seconda guerra mondiale.

Avete pure tentato un compromesso con Hitler, usato denaro ed altri beni nelle attività belliche.

E, per ultimo, in modo vergognoso, per quasi 10 anni (dal 1991 al 2001) avete fatto parte dell’ONU quando nello stesso periodo si disassociavano quelli che fumavano una sigaretta, o qualcuno che faceva parte della commissione scolastica o si redarguiva pubblicamente la ragazza TdG perché fidanzata con uno del “mondo”.

Potevate risparmiarvi la giustificazione di esservi iscritti all’ONU per accedere alla biblioteca per far ricerche.

Ricerche su che cosa?

Se nella storia si trova la presenza del C.D.!?

Sulla storia del cristianesimo?

Solo le “altre pecore” vi possono credere! (Vedi annuario 1934; 1976; 1984; il quotidiano di Firenze “La Nazione” 23/11/2001 e anche Il Resto del Carlino della stessa data)

Che succederà di voi e della vostra dichiarata “purezza” tra cento o mille anni?

Gli uomini, nel loro agire, sbagliano, ma la Chiesa è Santa nel suo messaggio, che è quello tramandato dagli apostoli.

Da tener presente che non è nato il testo del Nuovo testamento per primo, ma la Chiesa e il Nuovo Testamento non è altro che il frutto e la meditazione scritta della predicazione di Gesù, senza la pretesa di essere una Chiesa fatta di uomini perfetti.

Insegnare che esista una congregazione perfetta, pura nel suo comportamento morale, è un errore, la realtà viene deformata e si dà un falso messaggio alle “pecore” TdG.

Motivo per cui si spiega lo stress psicologico di molti T d G. che si specchiano di continuo nella “congregazione santa e pura”, “Non mi sento a posto” dicono: ecco il senso di colpa che corrode lo spirito del testimone.

Si spiegano così anche i molti suicidi, alcuni di mia conoscenza, e i molti altri documentati dal dottor J. R. Bergman nel suo libro “I Testimoni di Geova e la salute mentale” (Ed. Dehoniane, Roma 1996).

Purtroppo, nel mondo nei suoi vari comportamenti, il nome di Dio è quello più abusato e neppure i TdG sono esenti da questa colpa.

Dio, come dice Martin Buber, grande pensatore ebreo, la parola Dio: << “E’ la più gravata fra tutte le parole umane. Nessun’altra è tanto imbrattata, tanto lacerata. Di generazione in generazione gli uomini hanno gettato proprio su questa parola il peso della propria vita angosciata, l’hanno stesa a terra dove ancor si trova avvolta nella polvere, sotto il peso che la schiaccia. Di generazione in generazione, con i loro partiti religiosi, gli esseri umani hanno lacerato questa parola: per essa hanno ammazzato e per essa sono morti; una parola che conserva ancora le impronte delle loro dita e del loro sangue (…). Sono uomini che dicono buffonate e che le firmano col nome di Dio; si ammazzano gli uni gli altri, e sempre in nome di Dio (…) Dobbiamo rispettare coloro che ne proibiscono l’uso, dato che intendono ribellarsi a questo modo scandaloso di giustificare i propri arbitrii in nome di Dio” >>( Walter Kasper, Il Dio di Gesù Cristo, Queriniana, Brescia, 1994, pag. 10).


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Adriano Baston
00lunedì 15 novembre 2010 12:08
Quanto sopra dovrebbe far riflettere tutti gli uomini in tutte le loro decisioni religiose e politiche.

A fronte di quanto detto, i TdG attribuiscono tutte le sventure umane, specialmente in occidente, alla Chiesa.

E’ vero che ci sono stati dei momenti bui come l’inquisizione e altre ingiustizie.

Tutto questo per essi costituisce l’apostasia.

Tanto è vero, dicono i testimoni, che il papa non scomunicò Hitler, ma mi risulta che neppure i TdG vengono scomunicati dalla Chiesa.

Mi risulta che, nella maggioranza dei casi, ci si scomunica da soli.

Quando, infatti, tanti anni fa, negli anni ’60 mio cognato ed io siamo andati dal parroco del paese dove siamo nati per farci cancellare dal registro cattolico, il parroco, molto rattristato dalla nostra richiesta, ci disse:’Non si può cancellare il battesimo, esso è stato fatto una volta per sempre. Figliuoli, state attenti a quello che fate!’.

Quando i TdG trattano i problemi della II guerra mondiale e si intrattengono sui rapporti intervenuti tra la Chiesa, il regime hitleriano e quello fascista, essi nascondono la verità.

Abbiano il coraggio, per onestà verso la storia di informare il singolo testimone che quando Hitler andò al potere il papa di allora, Pio XI, nel marzo del 1937, coraggiosamente, emanò due documenti, uno rivolto contro l’ateo comunismo, Divini Redemptoris, e l’altro per denunciare il nazismo, Mit Brennender Sorge. Pio XII, il papa che seguì alla morte di Pio XI avvenuta l’11 febbraio del 1939, assieme ai suoi collaboratori lavorò per salvare centinaia di Ebrei dall’olocausto.

<<Appena eletto egli intraprende passi per impedire una guerra ormai decisa “Nulla è perduto con la pace, tutto può essere perduto con la guerra” esclama il 24 agosto 1939 il giorno dopo la firma del patto tra Stalin e Hitler…Egli dimostra di sapere quali siano i suoi doveri nell’incendio che devasta l’umanità. “Si danno circostanze nelle quali il papa non può tacere”, ammette. E ancora: “Per queste vie diplomatiche non si vede che cosa sia possibile ancora fare”. La questione del riservo che paralizza il suo spirito si accompagna alla fiducia completa che nutre negli strumenti diplomatici: “Là dove il papa vorrebbe gridare alto, purtroppo talora gli è imposto il silenzio. Laddove vorrebbe agire e aiutare, la paziente attesa”, scrive ai vescovi tedeschi… Dopo il bombardamento americano alla vigilia del 24 luglio 1943, per essere presente fra le rovine del quartiere romano di S. Lorenzo, cratere d’una violenza che ha segnato simbolicamente la fine dell’età sacrale ad opera dell’Occidente, nel cuore della sua città più santa: la gente è accorsa intorno al papa, vestito di bianco, muto, fra i mucchi di macerie. Migliaia di visi emaciati, disperati hanno gettato la loro disperazione sulle braccia che si spalancavano a forma di croce, tendendosi verso un cielo plumbeo, fattosi improvvisamente truce, per una richiesta estrema di pietà>>, un papa che: <<Ha la consapevolezza di essere investito di una missione per la salvezza della civiltà umana e cristiana, come guida morale del mondo, defensor civitatis non solo per la sua Roma ma anche per tutto ciò che la Roma ha preso nei secoli ispirazione e che ora si trova minacciato>> (Giancarlo Zizola, Il Conclave, Storia e segreti, Newton Compton editore, Roma 1993, pagg. 210-211).


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Adriano Baston
00lunedì 15 novembre 2010 12:11
Ora mi rendo conto di tutte la calunnie, le falsità storiche, le citazioni prese in prestito nell’ambiente anticlericale che i T.d.G. hanno racimolato per buttare fango su uomini che hanno lottato e sofferto le ingiustizie politiche, sociali e anche religiose per difendere le persone bisognose e cercare di salvarle dal baratro scavato dal nazismo e dai suoi alleati.

Dovreste trovare il coraggio di leggere i libri di Rutherford: Nemici, Religione, ecc. ecc., cioè tutto quello che è stato scritto da quel tempo in poi contro la Chiesa e contro tutte quelle persone credenti, anche protestanti e ortodosse, che hanno lottato e sofferto per difendere i loro simili, vittime del nazismo e del comunismo.

Specialmente quando si odia è facile fare l’opposizione.

Difficile invece è, prendere le giuste decisioni quando è in gioco la vita di milioni di persone come nel caso di Pio XII, non solo, ma anche i destini futuri dell’umanità che erano minacciati dal terrore nazista.

I T.d.G. ricorrono spesso al cinturone delle SS che portava la scritta << Gott mit uns>>, e allora?

Che c’entra la Chiesa se le persone usano il nome di Dio in senso buono o in senso blasfemo?

Tuttora conosciamo ciò che avviene in varie parti del globo in nome di Dio, purtroppo.

Non vietate voi, in nome di Dio, le trasfusioni di sangue?

Nel nome di Dio non avete profetizzato più volte la fine del mondo o sistema di cose come per esempio per il 1975 rovinando il futuro economico di migliaia di testimoni di Geova? (vedi per esempio Ministero del Regno del giugno 1974).

Spesso si accusa da parte vostra che Pio XII abbia benedetto le armi.

Niente di più falso!

Dove sta la documentazione?

Si fa ricorso a qualche foto di alcuni ecclesiastici cattolici tedeschi, uno dei quali stringe la mano a Hitler e altri che lo salutano col saluto fascista – certamente discutibile comportamento - oppure un prete che benedice e conforta un soldato in procinto di andare in guerra: e con ciò?

Benedice egli la guerra e l’assassinio o sta piuttosto confortando l’uomo che sta vivendo uno dei peggiori momenti della sua vita?

Quando un medico, per capirci, giura col giuramento di Ippocrate giura per che cosa?

Non ha egli il dovere di intervenire sull’ammalato o sul ferito si trattasse anche del peggiore degli assassini?

Allo stesso modo il prete ha giurato a Gesù Cristo, il più grande Ippocrate, d’intervenire nell’anima ammalata dell’uomo indipendentemente da ciò che veste e rappresenta.

Il sacerdote ama l’uomo, è la sua vocazione, e soffre con lui i mali di questa vita. Gesù non ha dato la mano al centurione romano e a tutti quelli che ha incontrato sul suo cammino senza preoccuparsi della loro condizione morale?

Perché condannare il prete che cerca con le sue deboli forze, con i suoi limiti, di fare altrettanto con il suo prossimo, si trattasse anche di un militare?

Guardando quelle foto, sbandierate ovunque, siete fra quelli che giudicano le intenzioni?

Per fortuna Dio non giudica per ciò che appare agli occhi, ma dal cuore.

Questo, se non sbaglio, non lo insegnate anche voi?


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Adriano Baston
00lunedì 15 novembre 2010 12:15
Certo ci sono stati anche dei comportamenti discutibili, ma la Chiesa in quegli anni ruggenti ha dovuto barcamenarsi come meglio poteva perché la mira di Hitler era quella di distruggere la Chiesa cattolica. Hitler non era cattolico, ma membro di una setta occulta, esoterica, neopagana.

Si rimprovera a PioXI di aver chiamato Mussolini “l’uomo della provvidenza”; i testimoni di Geova devono chiedersi il perché.

Quale comportamento Mussolini aveva verso la Chiesa quando andò al potere prima del concordato?

La Chiesa ha dovuto usare “la strategia teocratica”. Non fanno così i TdG?

Lasciamo pertanto agli storici e alla loro competenza il giudizio e soprattutto a Dio.

Chi cita dalla storia i fatti a proprio uso e consumo fa un pessimo servizio alla verità col risultato che si semina solo discordie, disprezzo, sospetto e odio.

La Chiesa nel suo nascere non ci presenta un quadro unitario, sia nell’insegnamento sia nel comportamento morale.

Ma al di là del comportamento discutibile di alcuni al suo interno, ci sono stati e ci sono uomini e gruppi che fermentano tanto bene e amore verso l’uomo, basti pensare alla comunità di Origene, di S. Agostino, S. Francesco, don Bosco, dei molti missionari e missionarie che mettono a repentaglio la loro vita per aiutare i poveri in ogni parte del mondo, molti dei quali vengono assassinati, uomini e donne senza nome, cristiani per gli altri.

Non si dimentichi tutto il volontariato della Chiesa in Italia e nel Mondo.

Voi distribuite solo carta!

E dopo che è passato il missionario che ha sacrificato salute e vita per aiutare i diseredati, ecco che arrivate voi, incravattati, con la borsa piena, non piena di pane, ma di carta, chiamata La Torre di Guardia che porgete e che mettete nella scodella dell’affamato, una letteratura che bolla quel povero missionario come essere appartenente all’ “organizzazione di Satana”.

Non discuto la sincerità e lo sforzo dei TdG di comportarsi moralmente in sintonia con i principi morali delle Scritture (che è tutto da discutere), discuto piuttosto le vostre pretese di possedere la verità e di essere gli unici a rappresentarla.

Mentre, invece, essa viene contraddetta in modo anche vistoso da voi che - mentre tutte le chiese cristiane si impegnano ad aiutare i poveri come possono - offrite a questi, come già detto, solo carta con la promessa di un paradiso sempre prossimo, “intanto campa cavallo che l’erba cresce”.

Tutti i cristiani devono prestare seriamente attenzione e in modo non discriminatorio a quello che dice Gesù: “I poveri li avrete sempre con voi”.

E’ evidente dunque, che Egli non parlava solo dei poveri di Israele!

Nella Chiesa il rapporto con Dio è personale ed ognuno di noi dovrà rendere conto a Lui delle proprie azioni e colpe.

E sarà bene che ogni gruppo religioso, compresi i TdG, mediti bene sulle parole di Paolo che dicono: “Fate del bene a tutti e specialmente a coloro che hanno relazione con voi nella fede” ( Gal 6: 10).


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Adriano Baston
00lunedì 15 novembre 2010 12:17
La storia della Chiesa nasce dalle parole di Gesù che, dopo la confessione di fede di Pietro, a lui rivolge queste parole: “Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa e le porte dell’Ades non la sopraffaranno” (Matteo 16: 16-18).

Nessuno mette in dubbio che Cristo sia il vero fondamento invisibile della Chiesa e Pietro il fondamento visibile.

È evidente che non è Pietro a edificare la Chiesa, ma Cristo su Pietro.

Non ha detto: sulla tua fede io edificherò la mia Chiesa, ma “tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa”.

Pietro significa “roccia” al maschile, perciò su questa roccia io edificherò la mia Chiesa.

Neppure Gesù disse che la Chiesa sarebbe stata edificata su se stesso.

Infatti, andando a leggere Svegliatevi del 08/09/1993 sotto la guida dell’Indice delle pubblicazioni 1985-1995 si narra che un prete plurilaureato, convertito ai TdG, chiamato Alino de Santa Rita, commenta così le parole di Gesù in Matteo 16: 17-18:<<…le parole greche usate in questo brano, petra (di genere femminile), che significa ‘masso di roccia’, e petros (di genere maschile) che significa ‘frammento di roccia’, non furono usati da Gesù come sinonimi >>.

Sicché Gesù, secondo i T.d.G. avrebbe snobbato tutti i dizionari che spiegano che petros e petra sono sinonimi anche se di genere diverso.

Per esempio il Rocci alla voce petros dice che petros e petra (petra tra parentesi) sono sinonimi.

Poi c’è sasso, macina da mulino, rupe tutti sinonimi di petros.

Quel plurilaureato avrebbe anche potuto dire che petros significa ‘particella di roccia’ ma guarda caso non poteva farlo perché di genere femminile!

Il C.D. sa benissimo che molte parole pur essendo di genere diverso possono avere lo stesso significato, come: uomo e persona distinti nel loro genere ma che hanno lo stesso significato.

Oppure ‘spirito’ che in ebraico è “ruah”, di genere femminile, ma che in italiano è di genere maschile, ecc. Che un plurilaureato, con a disposizione un’immensa letteratura, non conosca queste cose è del tutto ridicolo.

Che discuta inoltre sulla gerarchia cattolica e la critichi dimostra di non conoscere quella dei T.d.G.!

Considerato l’articolo summenzionato è la dimostrazione palmare che tutto il discorso è costruito su misura e lo si capisce bene dalla terminologia usata che è quella tipica dei T.d.G.

Come il C.D. sfrutti l’ingenuità dei T.d.G. , si può dimostrare, tra gli altri, con due esempi tratti dalla stessa letteratura e sono molto significativi:<<Un bambino lavoratore. Woodcaby ha quattro anni e vive in una casa costruita con materiali poveri su un’isola delle Antille. Si alza ogni mattina alle 6 per fare i lavori domestici: cucinare, attingere acqua e pulire la casa del suo padrone. Non percepisce nessun salario e probabilmente non andrà mai a scuola. Woodcaby dice che sente la mancanza dei genitori ma non sa dove sono. La sua giornata finisce alle 9 e mezza di sera, e quando non va a letto con la fame vuol dire che gli è andata bene>>. (Svegliatevi 08/05/1994, pag. 3)

Che un bambino a quattro anni riesca a malapena ad infilarsi le scarpe o la camicetta è comprensibile, tutto il resto si commenta da sé.


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Adriano Baston
00lunedì 15 novembre 2010 12:19
Altro esempio: <<una giovane sorella della repubblica Dominicana scrive: ”quando avevo solo quattro anni stavo per completare un corso prescolastico, organizzato da religiosi, dove avevo imparato a leggere e scrivere. Come dono, diedi alla suora che mi aveva fatto da maestra il libro Potete vivere per sempre su una Terra paradisiaca con la dedica:’Le sono molto grata per avermi insegnato a leggere e a scrivere. Vorrei che anche lei capisse la mia fede e avesse la speranza di vivere per sempre su questa Terra quando sarà trasformata in un paradiso”. Per questo motivo fu espulsa dalla scuola. Otto anni dopo incontrai di nuovo questa maestra. Essa mi raccontò che, nonostante l’aspra opposizione del sacerdote, era riuscita a leggere il libro. Si era trasferita nella capitale, dove aveva potuto studiare la Bibbia con una Testimone>> (T.G. del 01/01/91, pag. 22)

Poi dicono che i TdG non credono ai miracoli!

È possibile per una bambina di 4 anni, forse capace a malapena di scrivere il suo nome e cognome e qualche piccolo pensiero, scrivere una dedica così complessa teologicamente e perfetta nella sua struttura grammaticale? Sissignori! A 4 anni aveva quasi completato un corso prescolastico iniziato appena messa alla luce! E la suora che ignorava la Bibbia? È evidente che per mangiare di questo “cibo” alla “tavola di Geova” bisogna essere di bocca buona.

Per spiegare le parole di Gesù rivolte a Pietro mi dispenso dal citare gli esegeti cattolici; citerò pertanto da alcuni dotti protestanti - che naturalmente non sono di parte - il loro pensiero sulle parole di Gesù in Matteo 16: 16-18 che sono esegeticamente significative.

R. Bultmann: <<È naturale che, col passar del tempo e con la crescita del numero dei suoi membri, la vita interna della comunità abbia avuto bisogno di una certa regolamentazione, che non poteva essere lasciata di volta in volta al collegio degli anziani; ma dalle fonti non traspare nulla di ciò. I passi di Matteo 16,19; 18,8 testimoniano che il potere di “legare e disciogliere”, cioè un potere disciplinare, fu in primo tempo in mano a Pietro, poi in mano alla comunità cioè, in pratica, agli anziani….”. “Sia Paolo che la tradizione sinottica testimoniano che la comunità primitiva ha avuto la coscienza di essere la comunità della fine dei tempi. Nel detto che la comunità mette in bocca a Gesù in Matteo 16:18 s. i discepoli di Gesù vengono designati come ‘comunità’ il cui capo possiede le chiavi del regno dei Cieli, che è dunque in qualche modo l’atrio del regno di Dio che tra breve apparirà, e che non verrà sopraffatta dalle potenze degli inferi, il cui attacco contro la comunità di Dio appartiene gli avvenimenti decretati per la fine dei tempi>>. <<Certamente dalla comunità primitiva provengono le parole con cui il Risorto, con un gesto regale, affida a Pietro la guida della comunità, chiamandola perfino la sua comunità (Matteo 16,17-19); lo stesso vale della promessa fatta ai Dodici, di essere un giorno i capi delle tribù di Israele. Mt 19, 28 e Lc22, 28-30>>. (Teologia del Nuovo Testamento, Queriniana, Brescia 1985, pagg, 69,47 e 57)


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Adriano Baston
00lunedì 15 novembre 2010 12:26
O. Culmann, altro dotto protestante. A prescindere dalle sue affermazioni di non essere d’accordo con il papato ( e ci mancherebbe altro, quale protestante) egli, tra l’altro specifica, che le parole di Gesù in Matteo 16: 16-18 sono rivolte all’apostolo Pietro e non sulla confessione della sua fede in Cristo: <<In realtà quelle parole sono state effettivamente rivolte alla persona dell’apostolo ma, appunto, a lui solo, in quanto egli è il fondamento della Chiesa gettato una volta per tutte. E il fondamento di una casa viene gettato una volta soltanto e cioè all’inizio>>. (Cristo e il tempo, Dehoniane, Bologna 1990, pagg. 205-207).

W. Pannemberg
, pure grande studioso dice: <<Il gruppo dei discepoli non è costituito come comunità, diversa dall’antico popolo di Dio, semplicemente l’ha chiamata dei Dodici ( Mc. 3,13 ss.) da considerarsi come i rappresentanti delle dodici tribù di Israele, dell’antico popolo di Dio oggetto della missione di Gesù. E meno ancora, anche se per opposte motivazioni, il ‘detto della roccia’, che Matteo (16,18 ss.), riferisce a Pietro, può essere considerato come atto costitutivo della Chiesa. Qui, infatti, già si suppone la presenza dell’ekklesia, per la quale Pietro si assegna una funzione di preminenza>>. (Teologia Sistematica, Queriniana, Brescia 1996, vol 3, pag.312)

Un’altra fonte protestante ci riferisce: <<in Matteo 16,18 Pietro viene chiamato da Gesù la “roccia” sulla quale egli intende fondare la propria comunità. Al fondo di queste parole sta il gioco di parole Petrus/petra. Secondo Mc. 3,16 e Giov. 1,42, è stato Gesù in persona a dare a Simone il soprannome di Pietro… Tanto il termine fondamentale aramaico (Kepfas=roccia, Pietro) che quello greco possono designare la roccia, e quindi petra di Matteo 16,18 si può tradurre con roccia. L’assonanza dei vocaboli porta a interpretare il nome nel senso che Pietro è “l’uomo-roccia”, il fondamento sul quale Gesù intende edificare la sua comunità… Gesù ha chiamato ‘roccia’ Pietro e non la comunità>>. (Dizionario dei concetti biblici del Nuovo Testamento, Ed. Deoniane, Bologna 1976, pagg. 1600,1601).

Un'altra fonte non cattolica spiega Matteo 16: 16-18 nei seguenti termini: <<Già nel gioco di parole, evidente a sufficienza anche nel testo greco, è posta chiaramente un’identità sostanziale tra PETRA e PETROS, che risulta anche dal fatto che non è possibile separare nettamente il contenuto semantico dei due termini. La definitiva identità, formale e sostanziale, di PETRA e PETROS ci è però confermata soltanto nella forma aramaica, presupposta dal logion che si può ricostruire con provata certezza: PETRA = KEFA = PETROS. In nessun altro passo del N.T. il singolo cristiano è chiamato PETRA; il credente è piuttosto LITHOS nell’edificio spirituale, nel corpo di Cristo (1 Peter. 2,5…). In senso proprio soltanto Cristo è PETRA. Se perciò Mt. 16:18 ci costringe ad assumere un’identità formale e sostanziale tra PETRA e PETROS ciò mostra fino a qual punto l’apostolato (e in particolare la posizione di Pietro) appartenga intimamente alla rivelazione del Cristo e sia per natura incluso in essa. PETROS in persona, e non già la sua confessione di fede o la sua fede (….), è tale PETRA. Certamente PETROS è PETRA soltanto perché è quel Simone che il Cristo conduce per mano, come avviene ad es. nell’episodio di Gesù che cammina sulle acque; ma proprio in questo senso si tratta veramente e concretamente della persona di PETROS. Ora, se Cristo vuole costruire su questa PETRA un edificio spirituale, la EKKLESIA, vuol dire che proprio PETROS in persona è il fondamento di questa EKKLESIA, voluto e posto dalla parola di Cristo : “Tu sei Pietro”. Ma dobbiamo pure notare la eminente storicità di questo fondamento: la conclusa unicità sia dell’apostolato sia della posizione che Pietro assume in esso>>.


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Adriano Baston
00lunedì 15 novembre 2010 12:30
<<Pietro, roccia su cui si fonda l’edificio, ricevendo le chiavi del regno dei cieli direttamente da Cristo, il padrone di casa (Is. 22,22; Apoc. 3,7), è il mediatore umano della risurrezione al quale compete di fare entrare il popolo di Dio nel regno della resurrezione. Gesù stesso gli ha dato il potere di aprire l’ingresso del veniente regno di Dio e di far così il contrario dei farisei che, con la loro missione, “chiudevano la porta del regno dei cieli” (Mt. 23,13)>>.

<<Così ciò che fa Pietro ‘in terra’ avrà effetto ‘in cielo’ (…). Questo potere è espresso dai due verbi ‘legare’ e ‘sciogliere’ (…), i quali significano che Pietro ha la potestà di rimettere i peccati, benché non si possa escludere del tutto anche il secondo significato possibile, cioè che l’apostolo ha l’autorità di fissare delle norme …. Si viene ora ad aggiungere l’altissimo ufficio della remissione dei peccati, che fino ad ora era riservato a Cristo, ma che questi adesso consegna a Pietro in vista della costituzione del popolo di Dio sulla terra…Certamente Pietro divide con gli altri apostoli il potere di ‘legare’ e di ‘sciogliere’.>>

<<Nella letteratura rabbinica ‘legare’ e ‘sciogliere’ si riferiscono quasi esclusivamente alle decisioni dottrinali della halaka…Così anche in Mt 16, 19 il potere di legare e sciogliere è da intendere come un potere giudiziario, come il potere di pronunciare il giudizio sugli infedeli e di aggiudicare la remissione dei credenti. Concludendo possiamo dire: la potestà delle chiavi è il potere di amministrare la parola del giudizio e della grazia>>. (Grande lessico del Nuovo Testamento, Paideia, Brescia 1975, Vol. X, Coll. 119,120,145,146; vol. V, coll. 566, 567).

Quando Gesù disse: “Io sarò con voi tutti i giorni fino alla fine del mondo” - al di là di quello che potevano comprendere in quel momento, come spiega Bultmann gli apostoli, che avevano coscienza di vivere gli ultimi giorni - Gesù non intendeva che Pietro e gli altri apostoli sarebbero rimasti fino al suo glorioso ritorno, ma che Egli sarebbe stato con loro intendendo assieme ai loro successori.

Il N.T. ci offre una significativa dimostrazione circa l’adempimento della parola di Gesù nella storia della successione apostolica; le Scritture non consentono proprio di dimostrare il contrario, sulla scorta sia del N.T. che dall’esame dei fatti provveduti dalla storia, anche se non del tutto esaurienti, ma sufficienti per la nostra conoscenza della successione apostolica.

A chiare lettere è scritto che Gesù disse a Pietro: <<Tu sei Pietro e su questa pietra io edificherò la mia chiesa e le porte dell’Ades non la potranno sopraffare>>.

E’ evidente, anche da fonti protestanti di insigni studiosi, che Gesù non disse:<< Tu sei Pietro e sulla fede che tu hai confessato io edificherò la mia Chiesa>>, ma <<Tu sei Pietro e su questa pietra io edificherò la mia Chiesa>>, cioè su questa “roccia” su Pietro cioè nella sua persona sarebbe stata edificata. Così con Pietro si è iniziato il cammino storico, <<io edificherò>>, come disse Gesù, l’edificio della chiesa cristiana, un cammino fatto di luci e di ombre.

Naturalmente la fede cristiana espandendosi necessitava di conseguenza di guide spirituali, quella dei vescovi (episkopos), di presbiteri (presbiteros), di diaconi (diakonos) per edificare, servire e istruire la comunità nel suo insieme perché testimoniasse la sua fede nel Cristo, il Signore e Salvatore.


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Adriano Baston
00lunedì 15 novembre 2010 12:33
Con la direttiva dei responsabili all’inizio nominati direttamente da Gesù e poi dai successori degli apostoli, nominati dagli apostoli.

Un significativo resoconto proviene proprio dalla Scrittura quando l’apostolo Paolo a Timoteo dice: <<per questo motivo ti esorto a ravvivare il dono di Dio, che è in te per l’imposizione delle mani>> (2Tim. 1:6)

Pertanto l’apostolo con la <<imposizione delle mani>> elegge Timoteo a episkopos.

A sua volta, Timoteo, con l’autorità conferita dall’apostolo Paolo, elegge altri allo stesso incarico, come descritto in Tim. 5:22.

Lo stesso avviene per Tito: <<Ti ho lasciato a Creta perché tu metta ordine in quel che rimane da fare perché tu stabilisca dei presbiteri in ogni città secondo le istruzioni da me ricevute. Bisogna che l’episkopos, come amministratore di Dio, sia irreprensibile…>> (Tito 1:6-9)

Non tutti i cristiani erano apostoli o avevano da parte di Dio l’incarico di profeti e di maestri, di presbiteri, di episkopos e altre responsabilità.

Ognuno aveva il suo dono allo scopo di usarlo nella Chiesa per il suo ammaestramento come spiega l’apostolo Paolo in 1Cor 12:4-28, in Tim 4:14 e in Tito 5:13.

Specialmente l’episkopos aveva il compito di sorvegliare tutte le attività della comunità che gli era stata affidata da Cristo in relazione alla spiritualità dei suoi componenti, intervenire nei bisogni contingenti, bisogni morali e spirituali.

Operare insomma per la loro salvezza come spiegano con chiarezza le lettere apostoliche.

Il modo in cui subito dopo gli apostoli si sia svolta la successione apostolica lo rende evidente Eusebio di Cesarea, storico ecclesiastico che visse tra il terzo e il quarto secolo D.C. (Storia ecclesiastica, Rusconi, 1976).

Naturalmente, evito di dire E.V. (Era Volgare) (che sostituisce per i T.d.G. A.C. D.C.), che segue la tradizione ebraica giustificata dal fatto che non crede in Cristo.

Addirittura perfino gli storici atei dicono A.C. e D.C.; ma i T.d.G. dicono no, perché si sentono più cristiani per aver cancellato A.C e D.C. per A.E.V. E.V.! (Avanti Era Volgare – Era Volgare).

Cos’è più moderno?

E’ il rispetto verso Cristo!?

Ebbene, l’analisi storica di Eusebio di Cesarea, specialmente come storico, riveste un’importanza rilevante ai fini della comprensione degli avvenimenti cristiani avvenuti fino a quel tempo e, se egli è per i T.d.G. un apostata, perché cattolico, i T.d.G., per onestà, farebbero bene a non citarlo nei loro scritti e a battere altre strade che non siano quelle della patristica.


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Adriano Baston
00lunedì 15 novembre 2010 12:35
Perché per rivendicare da parte del C.D. un ruolo dottrinale col sostegno dei primi Padri non trova - proprio per il suo carattere dottrinale espresso - alcun sostegno, pertanto le strade sono altre e sono quelle già battute in ambienti settari le cui propaggini sono giunte fino a noi.

Eusebio di Cesarea, così registra dopo il martirio di Pietro e Paolo avvenuto a Roma: <<Lino fu il primo a ottenere l’episcopato di Roma. Scrivendo a Timoteo da Roma, Paolo lo ricorda nel saluto alla fine della sua lettera (II Tim. 4,21)>> (pag.160-163)

E citando da Ireneo dice:<<dopo avere fondato ed edificato la Chiesa, i beati apostoli trasmisero a Lino il ministero episcopale; (poi ad) Anacleto,Clemente, Evaristo, Alessandro, Sisto, Telesforo, Igino e Pio al quale seguì Aniceto, regge ora l’episcopato Eleutero, al dodicesimo posto a partire dagli apostoli. Nello stesso ordine e nello stesso insegnamento sono giunte fino a noi la tradizione apostolica e la predicazione della verità>>.(pagg. 283, 284)

Seguono poi: Vittore, Callisto, Urbano, Pontiano, Antero, Fabiano, Cornelio, Lucio, Stefano, Sisto, ecc.

Proseguendo nella sua analisi storica e della presenza e martirio degli apostoli Pietro e Paolo a Roma, così Eusebio ci narra: <<Così, primo fra tutti ad essere nemico di Dio, egli si levò al massacro degli apostoli.

Narrano, infatti, (i predecessori di Eusebio) che durante il suo regno Paolo fu decapitato proprio a Roma e Pietro ci fu crocifisso: il racconto è confermato dal nome di Pietro e Paolo che è ancora oggi conservato sui loro sepolcri in quella città.

Altra conferma ci viene da un uomo della Chiesa di nome Gaio, vissuto a Roma al tempo del vescovo Zeffirino.

Egli, in uno scritto contro Proco, capo della setta dei Catafrigi, dice a proposito dei luoghi dove furono deposte le sacre spoglie degli apostoli: “io ti posso mostrare i trofei degli apostoli. Se andrai in Vaticano o sulla via Ostiense, troverai i trofei dei fondatori della chiesa”.

Che entrambi subirono il martirio nello stesso tempo è attestato poi da Dionigi, vescovo di Corinto, che così scrive ai Romani: <<”Con una tale ammonizione voi avete fuso le piantagioni di Roma e di Corinto, fatte da Pietro e da Paolo, giacchè entrambi insegnarono ciascuno nella nostra Corinto e noi ne siamo i frutti, e ugualmente, dopo aver insegnato insieme anche in Italia, subirono il martirio nello stesso tempo…”. Queste testimonianze sono state riportate a ulteriore conferma dei fatti narrati>> (pagg. 155, 156)


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Adriano Baston
00lunedì 15 novembre 2010 12:38
Eusebio riporta anche i successori - a parte quelli di Roma - di Gerusalemme, Antiochia e di altre città.

Quelli di Alessandria: dopo Marco l’evangelista succedono: Anniano, Acrilo, Cerdone, Primo il quarto a partire dagli apostoli, Giusto succedette a Primo, a Primo Eumene poi Marco, Celadione Agrippino, Giuliano, ecc.

Ad Antiochia Eusebio così specifica la successione apostolica: <<Nella Chiesa di Antiochia Teofilo è nato come sesto a partire dagli apostoli, poiché Cornelio fu eletto quarto dopo Heros, ed Eros gli succedette nell’episcopato al quinto posto…(e) Massimino settimo a partire dagli apostoli>> (249,254,255)

Mi voglio anche soffermare brevemente sulla successione apostolica di Gerusalemme che così Eusebio ci trasmette: <<Dopo il martirio di Giacomo, Simone gli succedette. Dopo il martirio di Simone, Giusto ne prese il posto>>.

Poi Narciso e, durante la sua assenza, Dios e poi Germanione e dopo la sua comparsa Narciso, il quale venne di nuovo eletto.

Ireneo (170 d.C.) prima di Eusebio di Cesarea così narra la successione apostolica e l’autorità ecclesiastica di Roma: <<Ma poiché sarebbe troppo lungo in quest’opera enumerare le successioni di tutte le Chiese, prenderemo la Chiesa grandissima e antichissima e a tutti nota, la Chiesa fondata e stabilita a Roma dai due gloriosissimi apostoli Pietro e Paolo. Mostrando la Tradizione ricevuta dagli Apostoli e la fede annunciata agli uomini che giunge fino a noi, attraverso le successioni dei vescovi, confondiamo tutti coloro che (Testimoni di Geova compresi, ancora da venire) in qualche modo, o per infatuazione o per vanagloria e per cecità e per errore di pensiero, si riuniscono oltre quello giusto. Infatti, con questa Chiesa, in ragione della sua origine eccellente, deve necessariamente essere d’accordo ogni Chiesa, cioè i fedeli, che vengono da ogni parte in essa nella quale per tutti gli uomini sempre è stata conservata la Tradizione che viene dagli Apostoli>> (Ireneo di Lione, Contro le eresie, Jaka Book 1997, III, 3,2, pag.218).

Su questo argomento di rilevante importanza riveste anche il discorso di Tertulliano (secondo-terzo secolo): <<Coraggio, dunque! Se vuoi esercitare meglio la tua curiosità nel negozio della tua salute, passa in esame le Chiese apostoliche presso le quali tutt’ora le cattedre degli apostoli si conservano al posto di presidenza nei luoghi di raduno; là dove si leggono proprio le lettere autentiche loro scritte dagli apostoli, nelle quali ancora vibra la eco delle loro voci e vive l’aspetto di ciascuno.
Sei vicino all’Acaia? Hai Corinto.
Se non sei lontano dalla Macedonia, hai Filippi e Tessalonica.
Se puoi recarti in Asia, hai Efeso.
Se ti trovi nei paraggi dell’Italia hai quelli di Roma, quanto è beata! Furono gli apostoli stessi a versare a lei il loro sangue, la dottrina tutta quanta. È la Chiesa, dove Pietro è parificato, nella passione, al Signore; dove Paolo è coronato del martirio di Giovanni; dove l’apostolo Giovanni è immerso nell’olio bollente per uscirne illeso e venir quindi relegato su un’isola… La stessa dottrina è insegnata da tutte le Chiese dell’Africa>> (Tertulliano, La prescrizione contro gli eretici, Città Nuova, Roma 1967, pag. 208,209)

Questa è la storia e non fantasia!

Si parla di Chiese cristiane e non di sale del regno dei testimoni di Geova!

La propaganda per altre cose, prive di ogni fondamento storico e scientifico, certo non depone a vostro favore.


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Adriano Baston
00lunedì 15 novembre 2010 12:40
Anche i protestanti non riconoscono e non sono d’accordo in tutti gli aspetti degli insegnamenti della Chiesa di Roma o con quella ortodossa, pur tuttavia riconoscono i concili dei primi secoli indetti proprio dalla Chiesa di Roma.

Del resto anche le chiese protestanti riconoscono la necessità storica di avere al loro interno una successione di Pastori o di Vescovi.

Anche i T.d.G., checché ne dicano nella loro breve storia, hanno avuto i loro successori a cominciare dal <<Pastore>> T.G.Russell.

Dov’è il predecessore del primo presidente?

A quale organizzazione faceva parte T.G. Russell prima di fondare la sua religione?

Da quale <<schiavo fedele e discreto>> egli provenne?

Di quale C.D. egli faceva parte?

I T.d.G. che criticano, anche in modo violento, la Chiesa Cattolica e le altre Chiese, di avere una gerarchia, hanno prima guardato in casa loro ciò che avviene?

Non tutti i T.d.G. sono presidenti o sorveglianti di distretto, di circoscrizione o anziani di congregazione.

Se poi un Testimone di Geova proclamatore critica un anziano o il presidente della società, ecc. che cosa succede!

Essi dicono che chi critica il Corpo Direttivo è come se criticasse Mosè o Gesù Cristo che lo ha costituito, e la persona viene convocata davanti al <<comitato giudiziario>> della congregazione per essere redarguita, messa alla prova e, se non si pente delle sue critiche, viene inevitabilmente disassociata.

Si provi un semplice proclamatore a criticare un anziano!


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Adriano Baston
00lunedì 15 novembre 2010 12:42
A chi è sottoposto l’anziano di congregazione e il sorvegliante di circoscrizione nella scala gerarchica del potere, come lo chiamate voi “teocratico”, che parte dall’alto e va verso il basso al semplice proclamatore?

Lo sa Alino de Santa Rita?

Si potrebbe continuare con pagine e pagine a trattare la storia della Chiesa dalle origini fino ai nostri giorni e sarebbero da parte mia sempre insufficienti e presuntuose, lascio ai T.d.G. il privilegio di studiare le innumerevoli opere che trattano la storia della Chiesa e del suo insegnamento e sviluppo.

Affidiamoci a Gesù Cristo che promise alla sua Chiesa che Egli sarebbe stato presente nella storia, sulla base della sua promessa: io la “edificherò” con l’assistenza dello Spirito Santo, il Paraclitos.

Lo capiranno i T.d.G.?

Credo di no, accecati come sono dall’odio contro la Chiesa e i suoi insegnamenti.

Non si dimentichi che sono degli ostaggi la cui anima gli è stata rubata e perciò ogni forma di resistenza gli è stata annullata, distrutta; di conseguenza diventano refrattari ad ogni richiamo alla realtà, avvolti come sono da una nube di incomprensione al vero messaggio cristiano, alla “parola che è stata tramandata una volta per sempre”, alla “Chiesa che è sostegno e colonna della verità” e che, come Chiesa e sostegno della verità, non può venir meno, ma è sopravvissuta alle intemperie della storia; la sua sorte è infatti legata alle promesse di Gesù, che l’abisso non avrebbe avuto il potere di inghiottirla e che Lui, come fondatore, sarebbe stato con i suoi apostoli tutti i giorni fino alla fine dei secoli.

I T.d.G. sono sordi ad ogni richiamo del puro Vangelo, anzi, la Società, per evitare il vero senso biblico, anche il contatto e il dialogo, perfino il salutare coloro che l’abbandonano, erige purtroppo, un muro altissimo di dottrine e insegnamenti; delle barriere impenetrabili contro le quali, nella maggioranza dei casi, le forze liberatrici del bene si infrangono.

Con tanti saluti fraterni e sinceri.
Adriano BASTON


P.S. Vi sarei molto grato se vorrete inviarmi l’indirizzo del plurilaureato Alino de Santa Rita, perché vorrei scrivergli. Se non vorrete farlo, vi prego di inviargli questo scritto.


FINE


=omegabible=
00sabato 20 novembre 2010 13:13
RE x Adriano

Riporto anche qui quello postato sul forum Macchè.

=omegabible=, 20/11/2010 13.08:



Caro Adriano, concordo con quanto hai scritto fino al post del 15/11 ore 12,17.
Il problema nasce quando citando Mt.16:16-18 si vuole far apparire la CCR la prosecuzione di quella chiesa che Gesù fondò,con quella su Pietro che addirittura lo tradì tre volte, più che sulla confessione che lui fece prima:"Tu sei il Cristo, il Figlio dell'Iddio vivente."

Questa è la chiesa che Cristo fondò e che poggia sulla enunciazione sopra detta.
La CCR non esisteva prima di questo episodio e quindi non può testimoniare un bel nulla; ma fu susseguente a manipolazioni, interpolazione di uomini che per dominio di coscienze fecero la loro buona parte.
I famosi "Padri" citati molto spesso non sono altro che la punta di quell'iceberg che ebbe origine già viventi gli apostoli, di quell'iceberg che si chiama apostasia e che è contestuale alla creazione della chiesa.
Cosa fecero costoro?
Introdussero i loro pensieri e le loro riflessioni, le loro deduzioni, le loro frustazioni psicotiche,e tu sai di
chi parlo, e altro ancora a sostegno di una Scrittura che invece veniva seppellita da queste esternazioni, a volte vere e proprie cagate.
In questo frattempo veniva sempre più ad autoreferenziarsi la CCR e il cosidetto Magistero.
Il famoso orinale dei Padri prese appunto il nome di "tradizione apostolica". Ma dove? e con quale autorità???
Così fu a consumazione dei secoli.
Iddio ci ha dato la Scrittura non per discuterla ma per applicarla senza tante segate mentali!!!
Leggo i pareri di Culmann e Pannenberg, illustri "protestanti" nel senso corrente del termine.
Preciso che non sono un protestante ma solo un "ringraziante" nel senso che lo spirito di verità mi ha consentito di capire dove è allocata.
Tutte o quasi tutte le teologie e le esegesi fanno in modo di interporre una istituzione gerarchica, una organizzazione,e qui casca l'asino,fra la grazia di Dio e l'uomo.
E questo è, a mio avviso, addirittura blasfemo.
Queste organizzazioni diventano distributrici della grazia e della misericordia di Dio e l'uomo,cioè senza di esse io non ho accesso alla stessa!!!
Questo è fuori da ogni testo e contesto.
Questa dipendenza crea schiavitù e non libertà, la quale è e risiede solo in Cristo.
Gia.1:5 = E se qualcuno manca di sapienza, la chiegga a Dio che dona a tutti liberamente senza rinfacciare e gli sarà donata."

Non vedo intermediari nelle Scritture fra Dio e l'uomo se non Cristo Gesù.

Ecco allora il Vangelo che libera diventa vangelo di costrizione.
E ancora in 1°Tim.2:5 "Vi è un solo Dio ed anche un solo mediatore fra Dio e gli uomini, Cristo Gesù uomo, il quale......."".
E potrei citare ancora moltissimi versetti ma non sono qui per fare polemica spicciola, ma per inculcare il metodo di ricerca di una verità spirituale.
Ecco perchè non posso accettare nè il cattolicesimo,nè il protestantesimo,nè ovviamente altre associazioni paraculreligiose che vanno contro i principi biblici da me enunciati.
Caro Adriano,sai cosa si insegna nei seminari cattolici?
Un pò di Scrittura ad arte interpetrata ma sopratutto gli "atti del magistero". La storia di loro stessi!!!!
Infatti hanno creduto bene di fare il "Catechismo cattolico",interi manuali di comportamento e di spiegazioni.
In parole crude: i preti,futuri pastori del gregge,studiano quelle 4 stronzate che dei rincoglioniti vestiti di rosso fanno a Roma guidati da un collega vestito di bianco!! E anche nelle altre confessioni + o - è la stessa cosa.
Basta un solo jota della Scrittura per annullare tutto ciò.
E si permettono di lanciare anatemi,essendo loro stessi anatema: il cieco dice all'altro cieco:"tu non vedi!"
Comico direi! Però la gente ingoia.
Al di la di queste semplici amare riflessioni rimane sempre il libero arbitrio,giudice di ognuno di noi, nel senso che ognuno, individualmente, risponderà di se al Supremo Giudice in quel giorno.
Ebr.13:20 " Or l'Iddio della pace che in virtù del sangue del patto eterno.........A Lui sia la gloria nei secoli dei secoli."


omega

[SM=p2321570]


Siate come l'uccello posato per un istante su dei rami troppo fragili, che sente piegare il ramo e che tuttavia canta sapendo di avere le ali.






parliamonepino
00sabato 20 novembre 2010 23:15
Caro Omega, ho letto il tuo commento, per telefono, ad Adriano e so che sta preparando una risposta adeguata alle tue osservazioni.

Personalmente, caro Norberto, ho apprezzato quelle che sono le tue considerazioni. Non ci trovo nulla di polemico e, conoscendo Adriano, penso che la sua risposta sarà uno scambio di opinioni nel rispetto delle proprie scelte.

Vorrei permettermi, nel frattempo, di dire le cose che penso al riguardo, da uomo di forti passioni, oscurato dalle mie debolezze e con pochi momenti di vera illuminazione. La ricerca della verità è un sacrificio, perchè intanto che la cerchi e la insegui, la vita passa con le sue meschinità e i suoi affanni, però, ci sono momenti di studio personale e riflessione che, ogni tanto mi danno la gioia di crescere interiormente.

Credo ci sia differenza tra Giuda Iscariota e Pietro. Giuda tradì Gesù Cristo per trenta denari. Pietro negò di essere uno dei suoi discepoli. In seguito, è Gesù stesso che gli dice "pasci le mie pecorelle", mentre Giuda fece un'altra fine.

Con questo, non voglio sostenere nulla, prendo solo atto di ciò che rivelano le Scritture.

Dopo aver studiato a lungo, in decenni, la figura di Gesù Cristo, non credo che nel corso della storia ci sia stato qualche uomo che abbia potuto prendere il suo posto, o che si sia avvicinato a un personaggio che ancora adesso trovo talmente immenso da confondermi.

"Nessun uomo ha mai parlato come questo" dissero due militari romani che dovevano catturarlo!

Gli insegnamenti del Maestro, la verità che rivela, il suo modo di insegnare, la profondità delle sue idee, non sono mai state eguagliate da nessun essere umano nel corso dei secoli che ci separano da Gesù.

Tutto della vita di Gesù è sorprendente, dalla nascita alla morte!

L'insegnamento di Cristo si è impadronito della mia persona, ma rimango sconcertato perchè i miei limiti sono tantissimi fino a non trovare ancora spiegazioni per me comprensibili.

Ho letto molto, ho fatto molte esperienze nella vita, ho conosciuto molte persone, ma chi ha rivoluzionato la mia vita interiore è stato Gesù Cristo. Tutta la sua vita è inaspettata, incontenibile, irresistibile, persino la sua morte e sofferenza. Molti uomini sono morti da saggi, da martiri, da eroi, da rivoluzionari, da presidenti, da santi. Gesù è morto da Dio!

Non c'è opera di uomo che può sostenere il suo confronto.

Nessuno, oggi può rappresentare Gesù, come successore o come suo portavoce.

Pino Lupo



[SM=g2093951]



Adriano Baston
00domenica 21 novembre 2010 19:17
PER L’AMICO OMEGA


Ho letto con partecipazione le tue valutazioni, il tuo pensiero sullo scritto “La fede fu tramandata una volta per sempre”, dove credo tu abbia potuto osservare che mi sono soffermato, più che sul comportamento morale degli uomini religiosi, sul messaggio cristiano che non è morto con l’apostolo Giovanni, ma che continuò e solcò i secoli giungendo fino nel nostro tormentato tempo, tempo di divisione e di odio.

Oggi, secondo me, ha poco senso la formula “La religione è l’oppio dei popoli”.

Nel nostro orizzonte esistenziale è necessario coniare una nuova formula: La politica è l’oppio dei popoli. Una nuova formula religiosa che avvilisce sia moralmente che fisicamente i popoli che subiscono il martirio giornaliero.

Ma, il messaggio di Gesù, che è amore per tutti gli uomini, non è per nulla compromesso dai comportamenti umani, per cui, chi ha gestito in modo immorale il suo alto messaggio dovrà, a suo tempo, rispondere davanti al suo “tribunale” (II Corinti 5:10)

Sotto alcuni aspetti, mi ci ritrovo nel tuo discorso ma ancora di più nel giudizio avverso di Dante contro uomini come Nicolò III e Bonifacio VIII, un’invettiva alla corruzione: “ io userei parole ancor più gravi; / chè la vostra avarizia il mondo attrista, / calcando i buoni e sollevando i pravi. / di voi pastor s’accorse il Vangelista, / quando colei che siede sopra l’acque/ puttaneggiar con i regi a lui fu vista;” (Canto XIX)

Dante non scende nella critica del messaggio cristiano che egli accetta come verità, ma muove la sua violenta critica contro il comportamento di uomini che come i pastori dell’antico Israele venivano meno all’alto incarico di rispettare il deposito divino.

Pure Gesù, durante il suo soggiorno terreno, non era contro il deposito dei pastori d’Israele, perché altrimenti non avrebbe detto ai suoi discepoli nei confronti dei farisei, questo: “Quanto vi dicono, fatelo e osservatelo, ma non fate secondo le loro opere perché dicono e non fanno” (Matteo 23:3)

E’ evidente da ciò che Egli condannava il loro comportamento morale che contrastava con la legge di Mosè.

Se osserviamo con attenzione, neppure la primitiva comunità cristiana è esente da peccato.

Già nel suo nascere constatiamo nel piccolo gruppo dei dodici, dove si trova un traditore e un rinnegatore e alla fine anche gli altri componenti del piccolo gruppo, abbandonano il Maestro lasciandolo solo al suo destino di morte.

Eppure, Gesù, nonostante tutto, dopo la sua resurrezione, nel suo incommensurabile amore perdona e, all’apostolo che lo aveva rinnegato, per tre volte le disse: “Pasci le mie pecorelle” (Giov. 21:15-17)

Infine, sotto alcuni aspetti, mi trovo in sintonia con il pensiero del grande scrittore Lev Tolstoj, che dopo la crisi spirituale trovò ispirazione e forza proprio nel messaggio evangelico che ci fu “tramandato una volta sempre”: “Sono approdato al cristianesimo non attraverso ricerche di carattere teologico o storico, ma bensì per il fatto che all’età di 50 anni avendo interrogato me stesso e tutti i saggi del mio ambiente su che cosa io fossi e in cosa consistesse il senso della mia vita, ed avendo ricevuto la risposta: <<Sei un concatenamento accidentale di particelle, la vita non ha alcun senso ed è essa stessa un male>>, avendo dunque ricevuto una simile risposta, io fui assalito dalla disperazione e dal desiderio di suicidarmi; ma rammento che prima, quando, durante l’infanzia, io credevo, la vita per me aveva un senso, e che gli uomini intorno a me che credevano, la maggioranza degli uomini incontaminati dalla ricchezza, credevano e vivevano di una vita autentica, io cominciai a nutrire dei dubbi sulla veridicità della risposta che mi aveva fornito la saggezza degli uomini del mio ambiente e mi sforzai di comprendere quella risposta che da il cristianesimo agli uomini che vivono di vita autentica. E cominciai a studiare il cristianesimo e a studiare nella dottrina cristiana ciò che guidava la vita degli uomini. Cominciai a studiare quel cristianesimo di cui vedevo l’applicazione nella vita e mi misi a raffrontare tale applicazione con la fonte di essa. Fonte della dottrina cristiana erano i Vangeli, e nei Vangeli io trovai la spiegazione del senso che guidava la vita di tutti gli uomini che vivevano di vita autentica. Ma nello studiare il cristianesimo, trovai, accanto a questa fonte di pura acqua vitale, della sporcizia e della melma ad essa illegittimamente mischiata, la quale bastava da sola ad offuscarmi quella purezza; accanto alla sublime dottrina cristiana io trovai, associata, ma estranea ad essa, una scandalosa dottrina giudaica ed ecclesiastica. Mi trovavo nella situazione di un uomo che ha ricevuto un sacco pieno di fetida immondizia e che soltanto dopo aver lottato e faticato a lungo, proprio in questo sacco stracolmo di immondizia, ci sono, in effetti, delle perle di inestimabile valore, e si rende conto che non è colpa sua che quella sporcizia puzzolente li ripugna, così come non hanno nessuna colpa ma anzi sono degni di amore e di rispetto quegli uomini che hanno raccolto e conservato queste perle insieme con l’immondizia; e tuttavia non sa che cosa debba fare di questo tesoro che ha trovato mischiato all’immondizia. …”. (Il Vangelo di Lev Nicolaevic Tolstoj)

L’esperienza di Tolstoj è davvero illuminante e, pertanto, al di là delle divergenti opinioni ci si deve considerare fratelli con tutti: credenti o no.

Un Saluto fraterno
Adriano Baston


=omegabible=
00domenica 21 novembre 2010 19:44
RE X Adriano Baston

=omegabible=, 21/11/2010 19.38:


Caro Adriano,ti ringrazio della risposta particolarmente apprezzata.
Ma avrai anche capito che io ho tolto da quel sacco di immondizia quelle perle e mi ci sono fatto una collana che porto sempre al collo.
E ho buttato via la spazzatura.
Un caro abbraccio.

omega [SM=g7426]


[SM=j2321528]




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