L'ora intima

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speranza!
00sabato 1 luglio 2006 16:58
Respira il lago un palpito sopito
e dan le stelle battiti di ciglia
divini, appare il mito
dei monti limpido, e origlia.

Per ogni seno l'ora intima scende
dalla campana: e silenzio indi vive:
ogni cosa s'intende
tra foci errando e sorgive.

Sopra gli uomini,in vere leggi pure,
accomuna il mistero della sorte
allegrezze e sciagure:
del male è il bene più forte.
Rèbora
helenhelen
00lunedì 29 gennaio 2007 20:02
Re:

Scritto da: speranza! 01/07/2006 16.58
Respira il lago un palpito sopito
e dan le stelle battiti di ciglia
divini, appare il mito
dei monti limpido, e origlia.

Per ogni seno l'ora intima scende
dalla campana: e silenzio indi vive:
ogni cosa s'intende
tra foci errando e sorgive.

Sopra gli uomini,in vere leggi pure,
accomuna il mistero della sorte
allegrezze e sciagure:
del male è il bene più forte.
Rèbora



un lutto orlava ogni mio gioire:

l'infinito anelando, udivo intorno

nel traffico e nel chiasso, un dire furbo:

Quando c'è la salute c'è tutto,

e intendevan le guance paffute,

nel girotondo di questo mondo.



Che dire cara, hai postato una bella poesia ti ringrazio, perchè non conosco questo poeta, e sono stata così spinta ad andare a cercarmi qualche suo accenno biografico. Lo riporto più sotto,
Grazie per questa bella poesia. [SM=x1061918]

''Un intenso bisogno di partecipazione lo spinge verso l’impegno sociale, mentre collabora, con articoli di argomento scolastico, alla "Voce", presso la quale esce, nel 1913, la raccolta dei Frammenti lirici.

Nato nel 1885 a Milano, vi compì gli studi e si laureò in Lettere, dedicandosi poi all’insegnamento nelle scuole tecniche inferiori e in quelle serali. Partecipa alla guerra in qualità di sottufficiale, ma, per un trauma nervoso, viene congedato; dell’esperienza militare resterà l’atroce testimonianza in alcune delle Poesie sparse, scritte fra il 1913 e il 1918. Prosegue intanto nella sua ricerca di certezze spirituali, capaci di dare un senso alla propria vita, appagando l’intenso desiderio di una solidarietà universale; dapprima è attratto da Mazzini, individuando nel suo pensiero una sorta di evangelismo laico e populista; si avvicina poi alle religioni orientali e al misticismo buddista; aderisce infine alla fede cattolica trovando in essa l’appagamento a lungo ricercato. Il travaglio di questo percorso è documentato dai Canti anonimi, composti fra il 1920 e il 1922. L’approdo alla religione si conclude con l’ingresso nell’ordine rosminiano e l’ordinazione a sacerdote, nel 1936. Per l’intensa attività pastorale l’esercizio della poesia si fa sempre più sporadico( otto Poesie religiose, nel periodo 1936-1947). Una più intensa ripresa(Canti dell’infermità, 1955-1956) coincide con la paralisi e l’aggravarsi della malattia, che lo condurrà alla morte( avvenuta a Stresa, nel 1957).

Anche per la poesia di Rebora il problema essenziale è costituito dalla ricerca di una verità capace di dare risposta ai più urgenti e inquietanti problemi dell’uomo. Di qui il carattere di un impegno totale che i Frammenti Lirici vengono a sollecitare, accompagnandolo ad una sempre vigile attenzione filosofico-morale; questa si esprime attraverso la tensione di un linguaggio in cui la cruda concretezza dei riferimenti subisce spesso un processo di distorsione e deformazione espressionistica, come segno di un rapporto sofferto e tormentato con la realtà. Il poeta cerca un accordo con la frenetica e turbinosa vita cittadina, che attribuisce significato e scopo all’atto stesso di esistere. Ma anche la poesia rischia di essere soffocata, in un mondo dove, "anelo, ciascun dalle piazze alle case,/ per l’imminente pungolo/ del travaglio si sfa " (Città). E’ questo uno dei motivi dominanti della raccolta, che presenta anche una dura critica nei confronti del progresso, nella moderna società capitalistica e industriale. Dall’indagine sulla natura dell’uomo, risolta in una serie di ritratti negativi, emerge la solitudine del poeta (Solo), mentre" la labile storia del mondo" viene assimilata al frangersi tanto violento quanto inutile dei flutti (Marina). L’inafferrabilità del presente, che delude le speranze in una rinnovata solidarietà umana, comporta la tensione metafisica verso un altrove ( Sempre più in là) che offra risposte ai dubbi e alle angosciose incertezze.

Gli orrori della guerra contribuiranno ad acuire il conflitto , che si propone come ulteriore ricerca nei Canti Anonimi, lasciando intravedere una possibile soluzione. Nelle Poesie Religiose la conquista della fede appare finalmente in grado di comporre il dissidio dell’uomo. Ma che non si tratti di una fede supinamente accettata è confermato dai Canti dell’Infermità, sollecitati ancora una volta dall’urgenza di un tormento non solo fisico (la malattia) ma interiore, cui il contrasto fra la sofferenza umana e l’amore divino conferisce un’intima drammaticità.

Gaggioli Fabrizio
altri accenni biografici:

http://www.letteratura.it/rebora/
parliamonepino
00lunedì 29 gennaio 2007 21:52

del male è il bene più forte.



Interessante, non ricordo di aver letto nulla di questo poeta!

Grazie, Lucy!

Pino
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