IL "DIO" DELLA CHIESA E' UN FINANZIERE della MAFIA,MASSONERIA,BERLUSCONI,BERTOLASO,OPUS DEI,VATICANO e chi più ne ha

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00venerdì 5 marzo 2010 13:33
I BANDITI SONO DELL'OPUS DEI
E PURE LA MONNEZZA

BERTOLASO - L'UOMO DELL'OPUS DEI 

 

di Rita Pennarola [ 04/03/2010] 


   
Dietro fatti, misfatti e protagonisti del grande affare emergenza,
dalla Maddalena all'Aquila, passando per i Mondiali di nuoto e i rifiuti di Napoli, spuntano retroscena che riportano immancabilmente dentro le austere stanze dell'Opus Dei.
A cominciare proprio dallo stesso sottosegretario, fino ai Gentiluomini
di Sua Santita' Gianni Letta ed Angelo Balducci.

In esclusiva, ecco tutti i nomi.

Bertolaso, la mano de Dios. Parafrasando il celebre film su Maradona, raccontiamo qui le potenti protezioni di un uomo che davvero - e non per meriti sportivi - si muove da sempre a un passo da Dio. Anzi, a un passo dall'Opus Dei, stella polare della folgorante carriera di Guido Bertolaso, quell'altisonante dietro le quinte finora trapelato solo di striscio ma che adesso, alla luce dell'inchiesta giudiziaria di Firenze, la Voce porta sotto i riflettori in tutta la sua manifesta influenza.

Si', perche' la maggior parte dei protagonisti del gigantesco, illecito meccanismo descritto dal gip fiorentino Rosario Lupo nelle 126 pagine dell'ordinanza di custodia cautelare, ci riportano immancabilmente oltre Tevere e, in particolare, dentro gli austeri palazzi dei Parioli dove ha sede la piu' settaria delle consorterie religiose cattoliche: la Prelatura dell'Opus Dei.

Passiamo ora in rassegna, uno ad uno, i personaggi in odor di Opus coinvolti nell'inchiesta fiorentina ed alcuni fra i loro “santi protettori” che rivestono funzioni di governo del Paese.

BERTOLASO - Partiamo proprio da lui, il super sottosegretario alla Protezione civile e capo dell'omonimo Dipartimento.
Un decisionista spinto, l'uomo del comando nelle cui mani il premier Silvio Berlusconi aveva affidato la summa dei poteri per opere da miliardi di euro destinate a trasformare il volto del Paese. E senza alcun controllo.

Capace, navigato quanto basta lungo missioni all'estero ultradecennali, Guido Bertolaso fin dagli esordi della sua carriera ha potuto pero' contare su una credenziale di tutto riguardo: quello stretto collegamento con la corazzata della fede fondata da san Josemaria Escriva' de Balaguer che ogni porta sa aprire e, soprattutto, garantisce sulla assoluta “affidabilita'” dei suoi uomini rispetto alle linee prefissate. Quasi sempre altrove.

L'avvicinamento del giovane Guido all'Ovra - contrariamente a quanto vuole la leggenda - non comincia con la “chiamata” al fianco di Giulio Andreotti negli anni ‘80, bensi' assai prima.

Basta considerare le origini familiari del brillante ed ambizioso medico, che sono ancora oggi profondamente radicate in quell'area del Veneto bianco a cavallo fra le province di Verona e di Vicenza. Ed e' nel veronese, precisamente a Cazzano di Tramigna, 1400 anime o poco piu', che nel dopoguerra i Bertolaso sono gia' una famiglia importante.

Arrivati a inizio secolo nella zona dei mulini per impiantare un pastificio,
i nonni dell'attuale sottosegretario allevano quattro figli maschi:
il primogenito, Giorgio (padre del sottosegretario), che diventera' generale dell'aeronautica; Francesco, che sara' sindaco del piccolo comune negli anni sessanta, e poi Luciano e Stanislao, entrambi ricordati in paese per i brillanti risultati conseguiti nel ciclismo.
Mentre il ramo che fa capo a Giorgio (scomparso novantenne lo scorso anno) si era trasferito ben presto a Roma, in Veneto restava l'altro, importante nucleo della dinasty: quello che ha dato i natali a due attuali membri dell'Opus Dei, entrambi assurti a cariche ufficiali di tutto rilievo.

La prima e' Marta Bertolaso, giovane e gia' nota biologa, attualmente ricercatore al Campus Biomedico di Roma (universita'-colosso dell'Opus in Italia), nonche' presso la Fondazione Rui (altra costola dai fatturati miliardari) ma, soprattutto, nominata fin dal ‘99 membro del Consiglio della Delegazione italiana dell'Opus Dei con decreto del Prelato.

Nel 2002 tocca ad Emanuele Bertolaso, trasferitosi a Vienna, che ad ottobre viene investito della carica di membro del Consiglio regionale per l'Austria.

Lo stesso Guido Bertolaso, del resto, non ha mai mancato di far sentire,
sia pure in forma discreta e senza troppa pubblicita', la sua presenza al fianco dell'Ovra.

Il 25 luglio dello scorso anno apre ufficialmente i lavori della Summer School organizzata a L'Aquila dalla Fondazione Rui, cui prendono parte fra gli altri Claudio Sartea e Juan Andre's Mercado della Pontificia Universita' della Santa Croce ed il banchiere Ettore Gotti Tedeschi.

A novembre lo troviamo in veste di guest star, sempre alla Fondazione Rui, per spiegare agli allievi dell'esclusiva residenza romana (con diramazioni fra le e'lites studentesche di tutto il mondo) «il segreto del suo impegno professionale in seno alla Protezione civile».

BERLUSCONI - Ora che il rapporto fra il sottosegretario e l'Opus assume contorni piu' definiti, passiamo agli altri “religiosissimi” gran registi degli accordi sulle maxi opere emergenziali finite all'attenzione di ben tre Procure (oltre a Firenze, indagano infatti anche Roma e Perugia).

A cominciare, naturalmente, dal premier Silvio Berlusconi. Il quale delle sue frequentazioni ai collegi dell'Opus fin dalla “tenera” eta' non ha mai fatto mistero.

Fu proprio alla Residenza Torrescalla, sede milanese delle Fondazioni Rui, che nacque il sodalizio di ferro con
Marcello Dell'Utri e con un altro supremo vertice dell'Opus, quel reverendissimo padre Mariano Fazio che dal 2002 e' rettore magnifico della Pontificia Universita' della Santa Croce.

Non meno noto e' poi il legame fra Berlusconi e don Luigi Verze',
padre padrone di un'altra corazzata sanitaria in odor di santita' capace ogni anno di fabbricare euro a miliardi, il network delle case di cura private San Raffaele.

Se pur dal punto di vista amministrativo disgiunte dal giro d'affari opusdeista, le cliniche San Raffaele e la annessa universita' si valgono di una collaborazione costante con sigle di primo piano dell'apparato di San Josemaria, come dimostra, per fare solo un esempio, l'assidua presenza al San Raffaele di una professoressa come la numeraria (e deputata del Pd, ora Udc) Paola Binetti, docente al Campus Biomedico.

LETTA - E non e' affatto un caso che quella mattina dell'11 marzo 2008. in occasione dell'inaugurazione della nuova sede dell'Universita' Campus Biomedico di Trigoria, alle porte di Roma, si fossero ritrovati insieme il Prelato dell'Opus Dei Javier Echevarría, il segretario di Stato Vaticano Tarcisio Bertone, l'allora presidente della Regione, il “pio” Piero Marrazzo, e Gianni Letta, quest'ultimo giunto alla cerimonia non solo per i suoi incarichi istituzionali nell'esecutivo Berlusconi.

Letta infatti siede nell'advisory board del Campus, insieme al portavoce ufficiale dell'Opus Joaquín Navarro-Valls e a mister Banca di Roma Pellegrino Capaldo.

E' lui, Letta, che chiama a se' Bertolaso dopo la formazione politica sul campo che il giovane medico aveva maturato alla scuola di Giulio Andreotti (altro devoto - e conclamato - militante dell'Opus Dei).

Ne' si tratta di frequentazioni di poco conto.
Basti considerare che Letta - fra i primi a difendere a spada tratta Bertolaso dopo il turbine giudiziario di meta' febbraio - e' oggi nel ristretto novero dei Gentiluomini di Sua Santita', costola laica del ristretto entourage papale in Vaticano.

La sua investitura era stata voluta nel 2007 dallo stesso Benedetto XVI insieme, fra le altre, a quella di Leopoldo Torlonia, presidente dell'ancor piu' aristocratico Circolo San Pietro.
Assistente ecclesiastico del Circolo (vale a dire la massima autorita' religiosa prevista dall'organigramma) e' poi l' “Ill.mo e Rev.mo Mons. Franco Camaldo”, uomo da sempre vicinissimo a Joseph Ratzinger.

Il nome di monsignor Camaldo era rimbalzato nell'ambito dell'inchiesta condotta dal pm di Potenza John Woodcock su traffici internazionali di matrice massonica che aveva coinvolto, fra gli altri, Vittorio Emanuele di Savoia.

La vicenda - che in qualche modo, come vedremo, ci riporta all'inchiesta fiorentina sul G8 - e' stata ricordata nel libro “Il caso Genchi”, Aliberti Editore, scritto dallo stesso Gioacchino Genchi con Edoardo Montolli.

Il riferimento e' al procedimento disciplinare, conclusosi con un provvedimento di censura, condotto dal Csm a carico di Vincenzo Barbieri, attuale procuratore capo di Avezzano, negli anni in cui era direttore generale di via Arenula con guardasigilli Clemente Mastella.

«Barbieri - scrive Genchi - e' stato tirato in ballo da Woodcock in una brutta storia di massoneria, l'ennesima, sospettato di favoreggiamento nei confronti di un alto prelato del Vaticano su cui a Potenza si indagava: monsingor Francesco Camaldo».

Tanto la posizione di Barbieri quanto quella di monsignor Camaldo sono poi state archiviate dal gip di Potenza. Ma restano le intercettazioni nelle quali Barbieri si confida a lungo con un amico: e' Achille Toro,
lo stesso procuratore aggiunto di Roma indagato nell'ambito dell'inchiesta che ha travolto Bertolaso e per questo dimessosi, nelle scorse settimane, dalla magistratura.

BALDUCCI - La vicinanza alle alte sfere vaticane di Angelo Balducci, il presidente del Consiglio superiore dei lavori pubblici arrestato nell'ambito dell'inchiesta di Firenze, e' fuori discussione.

Non altrettanto nota, forse, e' la rete di protezioni di cui ha potuto godere nelle altolocate gerarchie dell'Opus Dei.

Se infatti, all'indomani della bufera giudiziaria, venne subito alla luce la presenza di Angelo Balducci - al pari di Gianni Letta - fra i Gentiluomini di Sua Santita', piu' in sordina arrivano invece le notizie sulla lunga collaborazione, avviata fin dai maxi appalti per il Giubileo del 2000,
fra l'ingegner Balducci, Guido Bertolaso e l'allora presidente del comitato organizzatore dell'Anno santo, il cardinale Crescenzio Sepe.
Prefetto della “Propaganda Fide”, di cui Balducci diventa “consultore”, Sepe e' fra i cardinali piu' vicini alla Prelatura. Tanto che le sue preghiere e meditazioni vengono regolarmente riportate nei siti ispirati all'opera di San Josemaria.

MASI - Capri non e' solo il nome della fiction Rai per casalinghe disperate piu' gettonata del momento, ma anche la location preferita dagli uomini della “cricca grandi lavori” passata ai raggi X dalla Procura di Firenze.
 
A settembre 2008 «per il trasferimento di Angelo Balducci da Roma a Palermo con sosta a Capri» viene noleggiato «un idrovolante per due
persone al costo di 3.800 euro piu' iva»
.

A pagare ci pensava naturalmente Diego Anemone, il trentanovenne costruttore romano che si era accaparrato la piu' grossa fetta degli appalti per i “grandi eventi”.

Ovvio percio' che quando a giugno 2009 il professor Mauro Masi, direttore generale della tv di stato, telefona ad Anemone per sollecitargli l'assunzione presso il Salaria Sport Village del giovanotto anacaprese Anthony Smit, gia' concordata con Balducci, Diego Anemone scatti sugli attenti.

Poche settimane dopo il ragazzo, fratello della fidanzata di Masi Susanna Smit, sara' assunto, con un paio di stipendi anticipati ed un appartamento in fitto nella capitale tutto per se'.

Ma anche dietro il coinvolgimento di Masi (che pero' non risulta indagato) nell'inchiesta fiorentina non poteva non spuntare lo zampino di mamma Opus.

E' infatti di novembre 2009 la nomina a sorpresa, voluta dal dg Masi, del rampante trentaduenne sanremese Marco Simeon al vertice dell'ufficio relazioni istituzionali ed internazionali della Rai.

Masi impone quella candidatura sfidando il voto contrario dei presidente Paolo Garimberti e di mezzo consiglio d'amministrazione.

L'enfant prodige Simeon proviene da quel fertile humus della Liguria che si nutre delle cure assidue di Claudio Scajola e del cardinale Angelo Bagnasco.

Il giovane si schermisce e nega di far parte dei numerari o soprannumerari dell'Opus Dei (elenchi, peraltro, tuttora coperti da assoluto segreto), ma sono tante le circostanze che riconducono di prepotenza il suo nome alle stanze della Prelatura.

Una su tutte: fin dal 2006 Marco Simeon, nemmeno trentenne, sedeva gia' ai vertici della Fondazione Carige (Cassa di Risparmio di Genova e Imperia), e non da solo. Perche' appena un gradino piu' sopra c'era anche Vincenzo Lorenzelli, docente di chimica nonche' magnifico rettore del Campus Biomedico dell'Opus Dei.

Del resto, la Fondazione Rui da molti anni riceve regolarmente finanziamenti dalla Carige. E Lorenzelli a inizio 2010 spicca il volo
- fra mille polemiche - anche in vetta al piu' importante presidio ospedaliero ligure, il Gaslini di Genova, del quale era stato nominato gia' nel 2005 commissario straordinario dal cardinale Tarcisio Bertone. Tutto in casa.

E che la longa manus dell'Ovra sia tutt'altro che estranea alle pedine da muovere sullo scacchiere della Rai non lo dimostra solo l'esempio Masi-Simeon.
 
Se infatti a Viale Mazzini i seguaci del Santo possono contare su un direttore generale tanto religioso, a Napoli dormono sonni ancor piu' tranquilli. Almeno da quando - e sono ormai quasi dieci anni - al timone del TGR di Fuorigrotta siede Massimo Milone, altra personalita' da sempre vicinissima alla Curia locale, molto attento anche alle attivita' dell'IPE, l'istituto formativo per giovani e fanciulle di famiglie bene gestito dalla sede locale dell'Opus Dei.

Fuori discussione, infine, il ruolo di Angela Buttiglione, direttore generale di Rai Corporation nonche' sorella di quel filosofo dell'Udc Rocco Buttiglione che all'Opus Dei e' a casa sua. Da sempre.


da http://www.lavocedellevoci.it/


CensuraRE  trasmissioni RAI ?

QUISQUILIE & PINZILLACCHERE
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00venerdì 5 marzo 2010 15:19
 
 
Opus Dei: La nomenklatura in Italia


Articolo di Rita Pennarola, pubblicato per la prima volta su La Voce della Campania.

Prove generali di franchismo in Italia.
A lanciare l'allarme giusto due anni fa era stata
Filorosso, associazione antirazzista veronese collegata col gruppo nazionale di Peacelink.
Una grande manifestazione contro l'integralismo cattolico alla base di violenze e razzismo: era questa la proposta di
Filorosso, che denunciava apertamente la presenza di un "laboratorio avanzato delle destre", per mettere a punto le strategie del "nuovo blocco di consenso che va dalla Lega a Forza Italia, da Alleanza Nazionale a Forza Nuova fino agli integralisti cattolici".

"Vogliamo dire con fermezza che oggi nella nostra città - aggiungevano i pacifisti - il fascismo è cosa reale e che a questa educazione al razzismo non sono estranee neppure le alte gerarchie ecclesiastiche, legate ai potentati dell'Opus Dei, che a Verona controlla la maggior parte dell'economia".

Un modello "esportabile in breve tempo anche al di fuori del nostro territorio".


A maggio 2001 quello stesso blocco di potere avrebbe trionfato alle politiche in Italia. A ottobre 2002 il fondatore dell'Opus Dei Josemaria Escrivà de Balaguer, amico e consigliere del dittatore fascista Francisco Franco, viene proclamato santo.


Quanto ha contato e quanto conta oggi la corazzata religiosa di origine spagnola negli assetti di potere del Paese?

Ma, soprattutto, fino a che punto arriva la sua trasversalità?

Fanno ancora rumore, ad esempio, gli strali lanciati su Massimo D'Alema nelle scorse settimane per la sua partecipazione ufficiale alla santificazione di Escrivà in piazza San Pietro.

Una presenza duramente stigmatizzata da Gianni Vattimo e Paolo Flores d'Arcais,
e ancor più dallo scrittore Antonio Tabucchi, il quale ricorda in un articolo sul Paìs che proprio quest'anno nelle Asturie sono ricominciate le ricerche delle fosse comuni in cui giacciono i resti di oltre trentamila dissidenti franchisti.
E che D'Alema "non poteva non sapere".

Quella del lider maximo, comunque, è stata una partecipazione tutt'altro che occasionale.

L'8 gennaio di quest'anno, infatti, ai festeggiamenti per il centenario dalla nascita del neosanto erano in prima fila pezzi da novanta dell'opposizione come Francesco Rutelli e Cesare Salvi. Con loro, il presidente Rai Antonio Baldassarre, l'opusdeista 'confesso' Alberto Michelini, e poi Rocco Buttiglione, Giulio Andreotti, Alfredo Mantovano e il leader della Cisl Savino Pezzotta, tutti habitué di analoghi appuntamenti.

Niente di nuovo sotto il sole, comunque, per la famiglia Rutelli, dal momento che il 21 novembre del 2000 - in pieno clima preelettorale - Barbara Palombelli aveva tenuto banco all'Università Santa Croce dell'Opus Dei, nella capitale, per la presentazione del libro di Marta Brancatisano Il Vangelo spiegato a mio figlio.

Nessun problema, visto che lo stesso leader della Margherita aveva partecipato all' inaugurazione in pompa magna di un colosso universitario dell'Opus alle porte di Roma nel giugno dello stesso anno, quando era ancora sindaco della capitale.


MAI DIRE RUI

Fondata nel 1928 a Madrid da monsignor Escrivà ed assurta a prelatura personale (vale a dire che risponde esclusivamente a Giovanni Paolo II) nel 1982, l'Opus Dei rappresenta la più potente multinazionale dell'educazione religiosa e fattura - secondo stime della stampa cattolica dissidente
- non meno di 30 milioni di dollari al mese.

Lungo l'asse Spagna-Italia si muove la teoria occulta (sui nomi degli iscritti vige la consegna rigida del segreto) dei circa 84 mila aderenti all'Opus, ripercorrendo così il cammino del fondatore, che dal 1946 si era trasferito nella capitale italiana fino alla morte, avvenuta nel 1975.

Suo successore nell'imponente sede pariolina di Palazzo Tevere, in viale Bruno Buozzi, era stato monsignor Alvarez del Portillo, scomparso nel '94, cui è succeduto l'attuale prelato Javier Echevarria, 70 anni, madrileno, grande protagonista delle celebrazioni del 6 ottobre scorso per la santificazione di Escrivà.
E al gemellaggio tra le due nazioni si deve anche la presenza costante accanto al pontefice, in qualità di portavoce vaticano, del leader opusdeista spagnolo Joaquin Navarro Valls, ex torero, ex medico, poi giornalista, attraverso cui filtra qualsiasi notizia in arrivo dalla Santa Sede.

Autentico business core dell'Opus è la Fondazione Rui (Residenze Universitarie Internazionali), con le numerose ramificazioni imprenditoriali ad essa connesse nei cinque continenti (dal Faes, la potente associazione di genitori cattolici che gestisce ovunque scuole private per fanciulle, fino ad Elis e Safi, cui fanno capo centinaia di istituti di formazione professionale riconosciuti dal ministero).

Con quartier generale in via Ventuno Aprile, sempre nella capitale, ed una seconda roccaforte a Milano in via Mascheroni, Rui è attualmente diretta da un ingegnere, Alfredo Razzano, opusdeista della prima ora. Fondata a maggio 1959 su iniziativa di imprenditori italiani di grosso calibro, da Piero Lucchini a Fausto Moneta, Rui ha potuto contare fin dall'inizio su centinaia di sostenitori ufficiali tanto nelle fila del Rotary che in quelle dell'Ucid, colosso associativo di imprenditori cattolici che vede attualmente ai suoi vertici i simpatizzanti dell'Opus Alberto Falck e Pierferdinando Casini.

Sempre nel '59, a settembre, la Rui viene già eretta ad ente morale su proposta del ministero della Pubblica Istruzione con il quale, da allora e fino a tutt'oggi, intrattiene uno strettissimo rapporto. Al punto che lo Stato italiano nel 1986 emana un apposito provvedimento per dichiarare deducibili dalle tasse i contributi versati dai privati cittadini alla Rui.

Sono 12 i collegi universitari che promanano direttamente dalla fondazione opusdeista: tre nella capitale (Valle delle Palme, Celimontano ed il recentissimo Porta Nevia sulla Laurentina, che offre alle studentesse bene servizi alberghieri e di tutoraggio in un complesso residenziale dotato di aula magna da 150 posti, cinque sale studi, music room e cappella da 120 posti), due nella postazione strategica di Verona (dove ha sede anche la dinasty dei Blasi, cofondatrice della Rui ed attualmente ai vertici di Cariverona, con Paolo Blasi appena entrato nel cda di Mediobanca), uno a Palermo e Bologna, due a Genova e tre a Milano.

Sono le residenze Viscontea, Torrione e, soprattutto, la famosa Torrescalla, mitico tempio del primo sodalizio fra Marcello Dell'Utri e Silvio Berlusconi.

"Ho visto Silvio la prima volta all'università Statale di Milano nel '61", raccontava il senatore forzista qualche anno fa. A farli incontrare era stato "un amico comune, Bruno Padula, oggi sacerdote dell'Opus Dei".

Primo organismo nato dall'intesa fu una squadra di calcio: "Silvio era il presidente, io allenavo - ricorda ancora Dell'Utri - e suo fratello Paolo giocava da centravanti". "Si chiamava - conclude - Torrescalla, dal nome della residenza universitaria dell'Opus dove io vivevo, e dove avevamo messo la sede della squadra".


SILVIO VORREI CHE TU

Direttore di Torrescalla, che sorge in un parco e dispone di piscina, campi da tennis e palestra, è attualmente Renzo Arborea, coadiuvato da Marco Giorgino
ed Antonio Torello.

Fra le presenze ricorrenti in occasione di convegni organizzati dalla residenza milanese, spiccano quelle di Umberto Di Capua, numero due di Assolombarda nonché general manager di ABB Italia, ed Ettore Barnabei, ex patron della Rai ed attuale presidente di Lux Video. In prima fila per la santificazione di Escrivà, ma presenza fissa anche in occasione di analoghi appuntamenti per celebrare il fondatore, Bernabei avrebbe già in tasca l'autorizzazione per girare un film sulla vita di Giovanni Paolo II all'indomani della sua scomparsa, grazie alla perfetta intesa con le gerarchie dell'Opus: quelle stesse alte sfere che avrebbero designato da tempo alla successione di Wojtyla il neo cardinale di Milano Dionigi Tettamanzi, altra figura carismatica per i seguaci di Escrivà.

Intanto, chi non dimentica i tempi di Torrescalla è proprio lui, il premier Berlusconi, che all'inaugurazione dell'anno accademico 2001-2002 dell'elitaria location meneghina ha inviato il suo braccio destro Fedele Confalonieri, autore di un lungo intervento sul ruolo della tv privata nella formazione dei giovani all'interno della famiglia.

Con lui, al tavolo dei relatori, anche l'ex presidente della Ras Assicurazioni Umberto Zanni e la senatrice Ombretta Fumagalli Carulli,
entrambi presenze assidue alle convention opusdeiste da un capo all'altro della penisola.

Assente "giustificato" Marcello Dell'Utri, alle prese con i postumi della condanna definitiva (2 anni e 3 mesi di carcere) per false fatturazioni e frode fiscale continuata, e soprattutto invischiato nel processo di Palermo, che lo vede imputato per concorso esterno in associazione mafiosa.

Di "santa mafia" ha parlato il quotidiano il manifesto a proposito della santificazione di Escrivà, riferendosi al lobbismo della struttura ed in particolare alla segretezza sulle affiliazioni, di cui esiste traccia solo nel sancta sanctorum di Palazzo Tevere, con tanto di schede, foto, qualifica (si va dai numerari, celibi ma laici, ai soprannumerari, fedelissimi sposati e con prole, fino ai soci cooperatori, professionisti di provata fede nell'Opus).

In realtà, secondo attenti osservatori, il paragone più calzante sarebbe quello con una "santa massoneria", dal momento che assai simili, soprattutto dal punto di vista dell'elitarismo di cui è permeato il loro credo, appaiono gli ideali delle due diverse consorterie.


Una riprova arriva dalle dichiarazioni del Gran Maestro della Gran Loggia Regolare d'Italia Fabio Venzi, secondo il quale "alcuni massoni sono nell'Opus Dei e alcuni membri dell'Opus Dei sono in Massoneria", anche perché "queste organizzazioni si propongono di raggiungere pressappoco le stesse finalità". E conclude ammettendo che "esiste un dialogo tra i membri delle due organizzazioni vuoi per semplice amicizia, vuoi per questioni professionali".

Niente intrecci precostituiti, dunque, ma forti affinità, con percorsi che molto spesso s'incontrano. Nelle segrete stanze del potere. E qualche volta anche alla luce del sole.

Succede, ad esempio, durante le kermesse mondano-religiose che costellano la vita dell'Opus e delle sue attività imprenditoriali targate Rui. Fra le quali spiccano altri due incrociatori: il Campus Biomedico e la Pontificia Università della Santa Croce, entrambi nella capitale.


FRATELLO EURO, SORELLA LIRA

Partiamo dal Campus e torniamo subito alla Fondazione Rui nel segno di Vincenzo Lorenzelli, contemporaneamente rettore del primo e presidente della seconda.

Chi è Lorenzelli? Il suo nome è rimbalzato in sede parlamentare a fine dello scorso anno, quando è stato nominato presidente di Carige Nuova Vita spa.
 
Al centro della polemica, una questione di incompatibilità all'interno dell'omonimo gruppo bancario, in cui Lorenzelli rivestiva già un'altra importante carica, quella di presidente della Fondazione Carige.

Dell'affiliazione all'Opus Lorenzelli non fa mistero "ma - tiene a precisare in un'intervista a Repubblica - la Prelatura non gestisce il Campus", anche se "vigila su di esso - aggiunge - offrendo l'assistenza pastorale e l'orientamento dottrinale delle attività formative".

Senza contare la messe di convegni cultural-mondani, in cui spiccano alcuni fra i più bei nomi dell'imprenditoria nazionale: dal già citato Alberto Falck all'editore Leonardo Mondadori, entrambi presenti al Gran Galà di Villa Sormani Marzorati, organizzato due anni fa dalla contessa Maria Teresa Parea Uva per finanziare le attività universitarie dell'Opus.

E ancora, Giancarlo Elia Valori (negli archivi della Loggia P2 fu ritrovato un intero schedario dedicato all'Opus), il presidente dell'Istituto Superiore di Sanità Enrico Garaci, il numero uno Farmindustria
Giampiero Leoni e Carlo Caruso, direttore dell'ospedale San Raffaele,
tutti partecipanti alla giornata della ricerca, organizzata nel marzo scorso presso la sede del Campus Biomedico. E poi l'ex presidente della struttura, il già nominato Umberto Zanni (cui è succeduto Paolo Arullani, attualmente in carica),
il direttore del Tg1 Alberto Del Noce, corso a moderare, giusto un anno fa, il convegno dall'emblematico titolo "Il significato nel dolore nell'insegnamento del Beato Josemaria Escrivà", e perfino Alberto Sordi che, sfatando la proverbiale fama di tirchio, ha donato parte del terreno su cui è stata edificata una nuova ala del Campus in zona Trigoria, nei dintorni della capitale.

A un passo dal quartier generale della Roma presieduta dall'amico Franco Sensi.
Personaggio chiave dell'establishment opusdeista nazionale, Lorenzelli siede anche nel comitato scientifico della Pontificia Università della Santa Croce, sede a Roma in Palazzo dell'Apollinare.

Suo Gran Cancelliere è lo stesso prelato dell'Opus Di Javier Echevarria autore, nel luglio scorso, della nomina del reverendo Mariano Fazio, origini argentine, quarantadue anni, a nuovo rettore dell'ateneo. Nelle cui sale, intanto, cresce l'attesa per il prossimo 26 novembre, quando verrà conferita la laurea honoris causa in Teologia al 'papabile' per eccellenza: il cardinale Dionigi Tettamanzi.


LA COMPAGINE PARTENOPEA

"Escrivà ci insegnò che la povertà cristiana non coincide con lo squallore e che si può, si deve essere devoti, ma non guasta esserlo con la cravatta giusta, se laici; e, se preti, con eleganti gemelli ai polsini, come sempre fece egli stesso".
Parola di Vittorio Messori, tra i biografi del fondatore più accreditati nelle alte sfere della Prelatura.

Un dettato preso alla lettera dai seguaci partenopei, tutti appartenenti alle classi borghesi maggiormente elitarie e facoltose.

Noncuranti delle maldicenze sul santo (che, secondo quanto pubblicato di recente da Le Monde Diplomatique, amava "farsi trasportare in una cadillac nera" ed "aveva ottenuto dall'amico Francisco Franco il titolo di marchese di Peralta"), gli adepti nostrani continuano a flagellarsi periodicamente nell'intimo delle mura domestiche.

Non è ancora del tutto scomparso dalle loro case il cilicio: una sorta di busto metallico chiodato da applicare di tanto in tanto nel corso della settimana, a fini di mortificazione della carne, come spiegava a fine anni '80 il giornalista Maurizio Di Giacomo nel libro choc Opus Dei edito da Tullio Pironti.
 
Altro precetto in primo piano, l'assoluta esclusione di qualsiasi pratica anticoncezionale, compresi i pochi metodi ammessi dalla chiesa ufficiale.
Le loro famiglie sono generalmente popolate da un gran numero di figli, tutti pronti a frequentare, naturalmente, le centinaia di residenze, scuole ed università dell'Opus sparse nel mondo.

Partiamo dai centri scolastici che vedono in prima fila l'Istituto Belforte di corso Europa, "l'unica scuola a Napoli pensata e realizzata per la donna", recita lo slogan.
Con elementari, medie e liceo linguistico riconosciuti dallo Stato, la Belforte aderisce al Faes, la già ricordata filiazione delle Residenze Rui, ed è diretta dall'opusdeista doc Maria Ruju.

Nell'organigramma figurava, fino a metà anni novanta, anche Nober Manoukian. Rotariano, ex Ucid e direttore di un'industria di smalti nella zona di Ponte Chiasso, Manoukian rappresenta una figura mitica dell'opusdeismo nazionale, più volte celebrato anche a Torrescalla e al Campus romano.

Fedele alla tradizionale 'attenzione' per il mondo dell'informazione ("l'Opus - fanno sapere i portavoce ufficiali - controlla nel mondo 630 giornali e 52 catene tv"), anche la Belforte organizza corsi di giornalismo, cui prendono parte esponenti delle principali testate partenopee. E naturalmente, ogni anno, lo stand dell'istituto di corso Europa giganteggia in occasione di Euripe, la kermesse a carattere nazionale che si svolge in primavera a Napoli con fini ufficiali di orientamento universitario ("ma in realtà - dicono negli ambienti laici - per reclutare quanti più giovani è possibile nelle residenze della Rui o in altre strutture dell'Opus").

Ideatore di Euripe e fondatore dell'IPE, l'Istituto per le attività educative con sede al Vomero in via Luca Giordano, è l'ex presidente del Consiglio regionale della Campania, il forzista Raffaele Calabrò. Cardiologo all'ospedale Pausilipon, amico personale e collega di Paolo Cirino Pomicino (il quale, non a caso, nella sua veste di ministro del Bilancio andò ad inaugurare una struttura dell'Opus Dei a Napoli nel 1991), Calabrò può contare su una famiglia che condivide da sempre il suo ferreo credo. A partire dalla moglie Giovanna Perrone, che insegna alla Belforte, e poi la madre Elisa Calabrò, decana della compagine partenopea, la sorella Lea, insegnante e sposata col magistrato Salvatore Iovene, anche lui devotissimo:
tutti uniti nel verbo di Escrivà ed impegnati a vario titolo nel promuovere l'attività delle due residenze napoletane.

La Monterone, più antica, ha sede nel cuore della Napoli chic, in un antico palazzo di via Crispi, ed è riservata ai maschi. Diretta da Lorenzo Burdo, può ospitare fino a cinquanta studenti, in grado di pagare una retta pari a circa 13 milioni di vecchie lire l'anno.

All'inaugurazione dell'anno accademico 1999-2000 era intervenuto come relatore, accanto a Raffaele Calabrò, l'allora ministro della Pubblica istruzione Ortensio Zecchino.

Alle fanciulle è riservata invece la Residenza Villalta, poco distante dalla Monterone (è in via Martucci), inaugurata a novembre del 2001 alla presenza di autorità cittadine e simpatizzanti assidui dell'Opus, come il giudice minorile Maria Lidia De Luca, fervente seguace di Escrivà da sempre, così come il marito Raffaele Raimondi, altro magistrato, inserito nel comitato ristretto dei saggi per il Giubileo 2000.

Anche Villalta, sessanta posti letto e rette analoghe alla Monterone, è gestita dall'IPE, che attualmente è presieduto da Luigi Coccurullo e diretto da Mario Spasiano.

Intanto cresce, anche nel capoluogo partenopeo, il numero degli adepti che, dal mondo delle professioni, riescono a spiccare il volo verso quello delle istituzioni.

E' il caso di Mario Delfino, dermatologo, che dal 2001 siede in consiglio comunale a Napoli sotto le insegne, naturalmente, di Forza Italia.

A distinguersi nella schiera degli opusdeisti era stata anche sua sorella Giovanna Delfino, numero uno delle Edizioni Scientifiche Italiane, per i cui tipi era uscito qualche anno fa un libello agiografico di grande tiratura sulla vita del beato.

Restando in zona Palazzo Sangiacomo incontriamo poi un altro fervente: si tratta di Gianni Pomicino, parente dell'ex ministro ed ingegnere, che più volte ha ospitato nella sua casa del Vomero incontri aventi ad oggetto le beatitudini di Escrivà.

All'università prestava invece la sua opera Roberto Marrama, l'economista partenopeo scomparso qualche anno fa, cui recentemente l'IPE ha intitolato un concorso per borse di studio finalizzate all'accesso nel Campus Biomedico. Considerato un ideologo del pensiero di Escrivà, Marrama apparteneva infatti alla stretta nomenklatura partenopea dell'Opus.

Assai più variegato, in zona, il panorama dei simpatizzanti, che comprende anche grandi firme dell'edilizia locale come Bruno Brancaccio e Bruno Capaldo, entrambi proprietari ad Ischia di appartamenti in un complesso residenziale che ospita anche magioni estive della famiglia Calabrò.

Il nome di Capaldo, notoriamente vicino a Forza Italia, è finito nell'occhio del ciclone per una fra le più recenti tangentopoli all'italiana: quella per il tourbillon di mazzette intorno all'affare Inail di Potenza.


IN PRINCIPIO FU SUSANNA

C'è anche lei, Susanna Tamaro, la reginetta del connubio tra spiritualità & business editoriali, nel novero delle grandi firme che scrivono per Ares, la casa editrice milanese dell' Opus Dei votata a diffondere il Verbo del neo santo Escrivà de Balaguer, di cui edita l'opera omnia in un'apposita collana.

Per i tipi di Ares la Tamaro ha pubblicato il suo libro più intimo, una sorta di autobiografia dell'anima intitolata Verso Casa. Fondata nel 1956 in contemporanea col decollo, in Italia, di moloch educativi coma la Fondazione Rui, anche Ares riceve subito l'imprimatur ufficiale con l'erezione ad ente morale avvenuta per decreto del capo dello Stato nel 1966.

Scorrendo la lista di coloro che hanno affidato in questi anni all'editrice dell'Opus i propri manoscritti si incontrano griffe prevedibili ed altisonanti - come quelle dei cardinali Giacomo Biffi e Joseph Ratzinger, o di Rocco Buttiglione - accanto a nomi finora mai inseriti fra i cantori delle lodi di Escrivà.

Cominciamo da Massimo Caprara. Proprio lui, l'uomo che un tempo sussurrava a
Togliatti.

Il passaggio nelle fila del Polo deve aver coinciso con la scoperta di un cuore opusdeista, sulle note del quale il Nostro si abbandona a due libri in odor di pentimento: le duecento e passa pagine di
Gramsci e i suoi carcerieri e, poco dopo, Paesaggi con figure, destinato a purgare il lettore d' ogni residuo di "totalitarismo comunista".

Restiamo sulla sponda ex
marxista e precisamente nella fu Telekabul, il Tg3: il suo vaticanista di punta, Aldo Maria Valli, pubblica per Ares ben due volumi: Affetti speciali e A noi la linea, destinati a mostrare come sia possibile trasformare la tv in un mezzo educazionale per famiglie.

Per completare l'opera, Ares pubblica il lungo racconto confessione di Leonardo Marino Così uccidemmo il commissario Calabresi: questo l'esplicito titolo "per far comprendere - scrivono gli editori nella presentazione - le ragioni della condanna di
Adriano Sofri ed Ovidio Bompressi".

Le corazzate di Ares restano comunque Studi Cattolici e Fogli, massime esternazioni del pensiero opusdeista contemporaneo.

Al primo, con cadenza mensile e diretto da Cesare Cavalleri, hanno collaborato, tra gli altri,
Gianni Baget Bozzo, Ombretta Fumagalli Carulli, Vittorio Mathieu, nonché gli stessi Aldo Maria Valli e Susanna Tamaro.



LA LISTA

MILITANTI, SOSTENITORI, SIMPATIZZANTI & C.

[LEGENDA -
MILITANTE: iscritto o comunque appartenente alla nomenklatura dell'Opus Dei; SOSTENITORE: molto vicino alle iniziative dell'Opus Dei;
SIMPATIZZANTE: assiduo alle manifestazioni organizzate dall'Opus Dei;
OSPITE: presente anche in forma occasionale ad iniziative organizzate dall'Opus Dei o da sigle ad essa notoriamente collegate]


ALBERONI FRANCESCO - OSPITE - SOCIOLOGO
ANDREOTTI GIULIO - MILITANTE - SENATORE A VITA
ANGELETTI LUIGI - SIMPATIZZANTE - SEGRETARIO UIL
ARANDA ANTONIO - SOSTENITORE - COMITATO SCIENTIFICO UNIVERSITA' SANTA CROCE
ARBOREA RENZO - MILITANTE - DIRETTORE COLLEGIO TORRESCALLA
ARMATO TERESA - SOSTENITORE - ASSESSORE TURISMO REGIONE CAMPANIA
ARULLANI PAOLO - MILITANTE - PRESIDENTE CAMPUS BIOMEDICO
BAGET BOZZO GIANNI - SOSTENITORE - EDITORIALISTA
BALDASSARRE ANTONIO - SIMPATIZZANTE - PRESIDENTE RAI
BARUCCI PIERO - OSPITE - ECONOMISTA
BELLONI PIERO - MILITANTE - VICEPRESIDENTE IST. BELFORTE NAPOLI
BOLCHI ANDREA - MILITANTE - GIORNALISTA
BERLUSCONI PAOLO - SIMPATIZZANTE IMPRENDITORE
BERLUSCONI SILVIO - SOSTENITORE PRESIDENTE DEL CONSIGLIO
BERNABEI ETTORE - SOSTENITORE PRESIDENTE LUX VIDEO
BIANCO LUCIO - SIMPATIZZANTE - PRESIDENTE CNR
BINETTI PAOLA - SOSTENITORE - CAMPUS BIOMEDICO
BLASI PAOLO - MILITANTE - BANCHIERE
BOFFI GIANDOMENICO - MILITANTE - COLLABORATORE UNIVERSITAS
BRANCACCIO BRUNO - SIMPATIZZANTE - COSTRUTTORE
BRANCATISANO MARTA - SIMPATIZZANTE - SCRITTRICE
BRUDO LORENZO - MILITANTE - DIRIGENTE IPE
BUTTIGLIONE ANGELA - SOSTENITORE - DIRETTORE TG PARLAMENTO
BUTTIGLIONE ROCCO - SIMPATIZZANTE - LEADER UDC
CALABRO' ELISA - MILITANTE
CALABRO' LEA - MILITANTE - INSEGNANTE
CALABRO' RAFFAELE - MILITANTE - CONSIGLIERE REGIONALE CAMPANIA
CAMILLERI RINO - MILITANTE - GIORNALISTA
CANIATO RICCARDO - MILITANTE - GIORNALISTA
CAPALDO BRUNO - SIMPATIZZANTE - COSTRUTTORE
CAPRARA MASSIMO - SOSTENITORE - OPINIONISTA
CARUSO CARLO - SOSTENITORE - DIRETTORE - SAN RAFFAELE
CASINI PIER FERDINANDO - SIMPATIZZANTE - PRESIDENTE CAMERA
CAVALLERI CESARE - MILITANTE - DIRETTORE 'STUDI CATTOLICI'
CERVO ARNALDO - MILITANTE - DOCENTE UNIV.
CESARINI FRANCESCO - OSPITE - PRESIDENTE UNICREDITO
CIABATTONI AMOS - MILITANTE - COFONDATORE RUI
COCCURULLO LUIGI - MILITANTE - PRESIDENTE IPE NAPOLI
COLAO VITTORIO - OSPITE - AMMINISTRATORE DELEGATO OMNITEL
CONFALONIERI FEDELE - SIMPATIZZANTE - PRESIDENTE MEDIASET
CORIGLIANO GIUSEPPE - MILITANTE - UFFICIO STAMPA PRELATURA
CORTESE ARDIAS AMELIA - SIMPATIZZANTE - PARTITO LIBERALE NAPOLI
CORTESINI RAFFAELLO - MILITANTE - CHIRURGO
COSSIGA FRANCESCO - SIMPATIZZANTE - SENATORE A VITA
CURCI BEATRICE - OSPITE - GIORNALISTA NEWSITALIA
D'AGOSTINO FRANCESCO - OSPITE - UNIV. TOR VERGATA
D'ALEMA MASSIMO - SIMPATIZZANTE - PRESIDENTE DS
D'ANGELO GUIDO - SIMPATIZZANTE - DOCENTE UNIV. NAPOLI
D'IPPOLITO SERGIO - SOSTENITORE - STAFF EURIPE NAPOLI
DE BENEDETTI CARLO - OSPITE - IMPRENDITORE
DE GIOVANNI ASTRID - SOSTENITORE - UNIVERSITA' SANTA CROCE
DE LUCA M. LIDIA - SOSTENITORE - MAGISTRATO TRIB. MINORI NAPOLI
DE MAIO ADRIANO - OSPITE - RETTORE POLITECNICO MILANO
DEL NOCE ALBERTO - SIMPATIZZANTE - GIORNALISTA
DELFINO GIOVANNA - SOSTENITORE - DIRETTORE - EDIZIONI SCIENTIFICHE IT.
DELFINO MARIO - MILITANTE - CONSIGLIERE COMUNALE NA
DELL'UTRI MARCELLO - MILITANTE - SENATORE FORZA ITALIA
DI BARI MICHELE - MILITANTE - TESORIERE - ASSOCIAZIONE TORRESCALLA
DI CAPUA UMBERTO - SIMPATIZZANTE - PRESIDENTE ABB ITALIA
DI PALMA MARIO - MILITANTE - GIORNALISTA
DIANZANI FERDINANDO - SOSTENITORE - PRESIDE FAC. MEDICINA C. BIOMEDICO
DINA' MARIO - MILITANTE - GIORNALISTA
DONATI PIERPAOLO - SOSTENITORE - COMITATO SCIENTIFICO UNIV. SANTA CROCE
ETCHEGARAY ROGER - SOSTENITORE - CARDINALE
FALCK ALBERTO - MILITANTE - IMPRENDITORE
FARRI UMBERTO - MILITANTE - PRESIDENTE IST. COOPERAZ. UNIVERSITARIA
FAZIO ANTONIO - SIMPATIZZANTE GOVERNATORE BANKITALIA
FAZIO MARIANO - MILITANTE - RETTORE UNIVERSITA' DELLA SANTA CROCE
FENU CARLO MARIA - MILITANTE - ASSOCIAZIONE TORRESCALLA
FINAMORE ROSANNA - SOSTENITORE - UNIV. GREGORIANA ROMA
FONTANA MASSIMO - - SOSTENITORE - UNIVERSITA' SANTA CROCE
FONTANAROSA ALDO - OSPITE - GIORNALISTA LA REPUBBLICA
FORLANI ARNALDO - SIMPATIZZANTE - EX PRESIDENTE DEL CONSIGLIO
FUMAGALLI ARMANDO - SOSTENITORE - UNIV. CATTOLICA MILANO
FUMAGALLI CARULLI OMBRETTA - MILITANTE - SENATORE
FUSCAGNI STEFANIA - SOSTENITORE PRORETTORE UNIV. FIRENZE
GARACI ENRICO - SOSTENITORE - DIR. IST. SUPERIORE SANITA'
GAROFANO MICHELE - MILITANTE - EX PRESIDENTE MONTEDISON
GAVAZZI FRANCESCO - OSPITE - EDITORIALISTA
GELAO SAVERIO - COLLABORATORE - EDIZIONI ARES
GHINI GIUSEPPE - OSPITE - DOCENTE UNIV. URBINO
GIACOBINI STEFANIA - OSPITE - GIORNALISTA TG3
GIORGINO MARCO - MILITANTE - COLLEGIO TORRESCALLA
GIRONE GIOVANNI - SIMPATIZZANTE - COLLABORATORE UNIVERSITAS
GROSSI GRONDI STEFANO - SIMPATIZZANTE - COLLABORATORE UNIVERSITAS
GUICCIARDI C. GIOVANNI - MILITANTE - PRESIDENTE ASS. TORRESCALLA
GUIDI ANTONIO - OSPITE - SOTTOSEGR. SANITA'
IOVENE SALVATORE - MILITANTE - MAGISTRATO
ISIDORI ALDO - OSPITE - UNIVERSITA' LA SAPIENZA
LEONI GIAMPIERO - SOSTENITORE - PRESIDENTE FARMINDUSTRIA
LO CICERO MASSIMO - OSPITE - ECONOMISTA
LOJODICE ALDO - MILITANTE - DOCENTE DIRITTO COSTITUZ. BARI
LORENZELLI VINCENZO - MILITANTE PRESIDENTE CARIGE
LUCCHINI PIERO - MILITANTE - IMPRENDITORE
MANOUKIAN NOBER - MILITANTE - EX PRESIDENTE IST. BELFORTE NAPOLI
MANTOVANO ALFREDO - SOSTENITORE - SOTTOSEGRETARIO GIUSTIZIA
MARINI CLARELLI M. VITTORIA - SOSTENITORE - UNIVERSITA' SANTA CROCE
MARRAMA TITTI - MILITANTE - INSEGNANTE
MARRELLI LUIGI - SOSTENITORE - COMITATO SCIENTIFICO UNIV. SANTA CROCE
MARZANO ANTONIO - OSPITE - MINISTRO ATTIVITA' PRODUTTIVE
MASSA CARLO - MILITANTE - DOCENTE UNIV. NA
MAURO MARIO - SOSTENITORE - EUROPARLAMENTO
MAZZETTI DI PIETRALATA CARLO - SOSTENITORE - UNIVERSITA' SANTA CROCE
MESSORI VITTORIO - SOSTENITORE - GIORNALISTA
MEZZAROMA ROBERTO - SIMPATIZZANTE - COSTRUTTORE
MICHELINI ALBERTO - MILITANTE - GIORNALISTA
MICOSSI PIERO - OSPITE - ASSESSORE SANITA' REGIONE LIGURIA
MINOLI GIANNI - OSPITE - GIORNALISTA
MONDADORI LEONARDO - SOSTENITORE - EDITORE
MONETA FAUSTO - MILITANTE - IMPRENDITORE
MONTANARI BRUNO - SOSTENITORE - UNIVERSITA' CATANIA
MUSTO MARINA - MILITANTE - UNIV. PARTHENOPE
NATALE ROBERTO - OSPITE - GIORNALISTA TG3
NAVARRO JOAQUIN - MILITANTE - PORTAVOCE SANTA SEDE
OTRANTO GIORGIO - SIMPATIZZANTE - COLLABORATORE UNIVERSITAS
PADULA BRUNO - MILITANTE - SACERDOTE PRELATURA OPUS DEI SICILIA
PALLA PIER GIOVANNI - MILITANTE - DIRETTORE RIVISTA UNIVERSITAS
PALMIERI MANUELA - SOSTENITORE - STAFF EURIPE NAPOLI
PALOMBELLI BARBARA - OSPITE - GIORNALISTA
PALUMBO GIUSEPPE - OSPITE - PRES. COMM. AFFARI SOCIALI CAMERA
PANSARELLA MICHELE - OSPITE - AVVOCATO
PAOLINI FEDERICA - SOSTENITORE - UNIVERSITA' SANTA CROCE
PEROCCO ERMINIO - OSPITE - PUBBLICITARIO
PERRONE GIOVANNA - MILITANTE - INSEGNANTE
PETRUCCI LUIGI - MAGISTRATO
PEZZOTTA SAVINO - SOSTENITORE - LEADER CISL
PINCHERA ALDO - SIMPATIZZANTE - ENDOCRINOLOGO
POLESE NELLO - SIMPATIZZANTE - EX SINDACO NAPOLI
POMICINO C. PAOLO - SIMPATIZZANTE - EX MINISTRO
POMICINO GIANNI - SOSTENITORE - INGEGNERE
PORFIRIONE M. ANTONIETTA - SIMPATIZZANTE - CAMPUS BIOMEDICO
PREDA STEFANO - OSPITE - PRESIDENTE BORSA ITLIANA SPA
PRODI ROMANO - OSPITE - PRESIDENTE UE
PUPPI GIGLIOLA - SOSTENITORE - COMITATO SCIENTIFICO UNIV. SANTA CROCE
RAIMONDI RAFFAELE - SOSTENITORE - MAGISTRATO
RASCHIELLI PAOLA - SOSTENITORE - CAMPUS BIOMEDICO
RATZINGER JOSEPH - SOSTENITORE - CARDINALE
RAZZANO ALFREDO - MILITANTE - DIRETTORE RUI
RAZZANO GUIDO - MILITANTE - COLLABORATORE UNIVERSITAS
RICCIARDI ANTONIO - MILITANTE - EURIPE
ROCCA AGOSTINO - MILITANTE - INDUSTRIALE ACCIAIO
ROMANO GIUSEPPE - MILITANTE - GIORNALISTA MI
ROMITI CESARE - OSPITE - PRESIDENTE RCS
ROVERATO GIANMARIA - MILITANTE - AMM. DELEGATO AKROS MILANO
RUGGERI COSTANZA - OSPITE - GIORNALISTA
RUINI CAMILLO - SOSTENITORE - CARDINALE
RUJU MARIA - MILITANTE - DIRETTRICE IST. BELFORTE NAPOLI
RUMI GIORGIO - MILITANTE - DOCENTE UNIV. CATTOLICA MILANO
RUTELLI FRANCESCO - SIMPATIZZANTE - LEADER ULIVO
SALVI CESARE - SIMPATIZZANTE - ESPONENTE DS
SARACENI VINCENZO - OSPITE - ASSASSORE SANITA' REGIONE LAZIO
SCAZZOCCHIO BRUNO - SIMPATIZZANTE - COLLABORATORE UNIVERSITAS
SCUDIERO MICHELE - MILITANTE - PRESIDE GIURISPRUDENZA NAPOLI
SILVESTRI LINO - MILITANTE - TRIB. ECCLES.
SENSI FRANCO - SIMPATIZZANTE - PRESIDENTE ROMA
SODANO ANGELO - SOSTENITORE - CARDINALE
SOMALO M. EDUARDO - SOSTENITORE - CARDINALE
SORDI ALBERTO - SOSTENITORE - ATTORE
SPASIANO MARIO - MILITANTE - DIRETTORE IPE NAPOLI
SPINA LUCIO - SOSTENITORE - EURIPE NAPOLI
SUNSERI NINO - OSPITE - GIORNALISTA EUROFINANZA
TAMARO SUSANNA - SOSTENITORE - SCRITTRICE
TOMMASINI ANTONIO - OSPITE - PRES. COMMISSIONE SANITA' SENATO
TONON GIANCARLO - OSPITE - VICEPRESIDENTE KERIOS
TORELLO ANTONIO - MILITANTE - COLLEGIO TORRESCALLA
TRAPATTONI GIOVANNI - SIMPATIZZANTE - CT NAZIONALE CALCIO
TRAVAGLINI ANTONIO - MILITANTE - ASSOCIAZIONE TORRESCALLA
URBANI LEONARDO - SOSTENITORE - UNIVERSITA' PALERMO
UVA ALBERTO - SOSTENITORE - IMPRENDITORE
VALITUTTI RAFFAELE - OSPITE - MINISTERO TRASPORTI
VALLI A. MARIA - SOSTENITORE - GIORNALISTA TG 3
VALLI RENATO - SIMPATIZZANTE - COLLABORATORE UNIVERSITAS
VALORI G. ELIA - SOSTENITORE - MANAGER
VANZINI GIANFRANCO - OSPITE - AMM. DELEGATO AEFFE
VESCOVI ANGELO - SOSTENITORE - RICERCATORE
VILLANI PAOLA - MILITANTE - PUBBLICISTA
VODOLA LILIANA - MILITANTE - INSEGNANTE
ZAMAGNI STEFANO - OSPITE - UNIV. BOLOGNA
ZANNI UMBERTO - MILITANTE - EX PRESIDENTE RAS
ZECCHINO ORTENSIO - OSPITE - EX MINISTRO
ZERMAN P. MARIA - OSPITE - GIORNALISTA SOLE 24 ORE


IL DESTINO DELL'ITALIA E DEGLI ITALIANI

E' GIA' STATO PROGRAMMATO.

®@ffstef@n
00venerdì 5 marzo 2010 19:24
LA DOLCE VITA DI BERTOLASO

di Rita Pennarola [ 11/02/2010]



A giugno 2007, quando Guido Bertolaso viene nominato commissario straordinario per l'emergenza rifiuti in Campania, la Voce delle Voci ne pubblica un ritratto fuori dal coro, comprese le auree frequentazioni
romane di Mister Protezione Civile, fra i Parioli e l'Olgiata.
Un quadro che oggi, alla luce della clamorosa inchiesta di Firenze,
puo' offrire una chiave di lettura inedita. Lo riproponiamo ai nostri lettori.


E' diventato, malgre' soi, l'uomo del giorno, tutte le sante mattine
sbattuto in prima pagina sui quotidiani o nelle aperture allarmate dei tg nazionali. Eppure lui, Guido Bertolaso, catapultato alla guida dell'emergenza rifiuti in Campania (e riconfermato pochi giorni fa dal premier Romano Prodi, dopo l'ennesimo tentativo di dimissioni), di questo puzzolente pasticcio della munnezza targata Napoli avrebbe preferito sicuramente fare a meno. Ben piu' nobili le gesta immortalate
dalle cronache nel passato, dallo tsunami 2005 al conflitto irakeno,
che lo avevano visto in campo nei panni dell'eroe.


E invece eccolo qui, alle prese con montagne di ecoballe e cariche della polizia contro le popolazioni mobilitare per impedire che i loro comuni diventino sversatoi delle tonnellate di liquami che ostruiscono le strade di Napoli e provincia.
E dire che lui, il supercommissario per l'emergenza straordinaria ai rifiuti
in Campania, nonche' capo del Dipartimento per la Protezione civile, proviene da ambienti assai meno turbolenti ed “inquinati”:
quelli della Roma bene, dai Parioli all'Olgiata.

Proprio intorno a quell'esclusivo quartiere residenziale nascevano,
a fine anni ottanta, le sue ambizioni da immobiliarista.

Si chiamava infatti Immobiliare Olgiata di Francisco Papio la societa' in accomandita semplice messa su da Guido Bertolaso (socio accomandatario) con un nutrito manipolo di vip della capitale. A cominciare dalla consorte, Gloria Piermarini, apprezzata studiosa del paesaggio, e poi numerosi membri della famiglia di lei: i fratelli Francesco e Marilena Piermarini, il padre Guido Piermarini, la di lui consorte Dalis Papio, di origine colombiana, e suo fratello Francisco Papio, socio accomandatario dell'azienda, nato a Panama.

Della compagine societaria facevano parte inoltre il romano Giovanni Provenzano, classe 1953, e la quarantacinquenne Federica Messa, nota per essere stata protagonista di numerosi fotoromanzi della mitica Lancio,
da “E se domani” a “Peccati d'amore” e “I sentieri della luna”, senza contare la particina in un film di Natale dei fratelli Vanzina.

Nel mondo del cinema si e' mosso per qualche tempo anche Francesco Piermarini, che nel 2004 ha firmato - con la casa di produzione Le Grand Bleu - le pellicole “Il servo ungherese” e “Ladri di barzellette”.
Ma cio' che ancora oggi unisce strettamente Piermarini al cognato Guido Bertolaso e' l'irrefrenabile passione per il golf.

Entrambi frequentano infatti l'elitario Olgiata Golf Club, disputando tornei (sponsorizzati dalla Banca Akros) che solo lo scorso 16 aprile li hanno visti salire sul podio per un meritato terzo posto.

Altro feeling di vecchia data per Francesco Piermarini e' quello con Giovanni Provenzano, gia' suo socio dell'Immobiliare Olgiata.

Allo stesso indirizzo del quartier generale di Provenzano, in Lungotevere Flaminio 80, ha sede una delle piu' recenti creature societarie messe su negli ultimi anni da Piermarini, la srl Flumen Urbis, dedita ad attivita' turistiche, organizzazione di convegni, ma anche noleggio di imbarcazioni.

E' un'autentico pallino, quello per i corsi d'acqua, che ricorre in quasi tutte le societa' dell'arcipelago Piermarini: tre immobiliari (Adige ‘88, Piave ‘88 e Volturno ‘88, tutte oggi cessate) e la recentissima Mystic River, oltre all'impresa individuale Francesco Piermarini Sportfishing e alla gia' citata Flumen Urbis.

Provenzano, dal canto suo, insieme alla sorella Carla Provenzano,
aveva messo su un'altra immobiliare, la Torcola Decima, ora cessata.

Bei tempi, bel mondo, soprattutto se confrontato con le croci quotidiane dell'emergenza “munnezza”. Per ritemprarsi, appena puo' l'uomo della provvidenza Guido Bertolaso scappa a Roma dove, oltre al circolo del golf, frequenta anche il Rotary Club Parioli in compagnia dei suoceri Guido e Delis Piermarini.

Le cronache mondane lo hanno immortalato l'ultima volta il 27 gennaio scorso quando, accompagnato dalla moglie, «nella splendida cornice di Palazzo Rospigliosi» ha tenuto una prolusione sull'originale tema “Esperienze della protezione civile in Italia e all'estero”, durante una “conviviale con signore” organizzata da diversi circoli rotariani della capitale.

Ben piu' prestigioso l'incarico ricevuto da Bertolaso di entrare nella rosa di esperti che, con il loro prezioso insegnamento, promuoveranno la nascita del Partito Democratico: una vera e propria «chiamata alle armi», la definiscono i promotori, che vedra' scendere in campo fra i superesperti, oltre a Bertolaso (che e' laureato in medicina), big della sanita' come Umberto Veronesi e Alessandro Nanni Costa, entrambi esponenti di primo piano nel delicato (e lucroso) settore degli espianti di organi.

Ma spostiamoci nuovamente all'ombra del Vesuvio perche' e' qui che il commissario Bertolaso, dopo il meritato riposo romano dei week end, deve tornare a combattere la sua battaglia ogni giorno.

E proprio sulle pendici del vulcano si sarebbero dovute trovare le antenne radar collegate ai sommergibili nucleari che, secondo il sedicente 007 Mario Scaramella, si troverebbero nei fondali del porto di Napoli. Bum.

Assai prima che ad esplodere fosse il caso Scaramella, portando alla luce l'inquietante curriculum del megalomane “agente segreto” vomerese, il dossier contenente notizie su sommergibili nucleari di fabbricazione sovietiva inabissati fra Coroglio e Nisida era stato consegnato dallo stesso Scaramella nelle mani di Bertolaso.

«Nella nota che Mario Scaramella ha consegnato a Guido Bertolaso - specificava a marzo 2005 il settimanale l'Espresso - si da' notizia di un accordo biennale tra l'International maritime organization e l'Environmental crime prevention program per individuare quanto prima gli eventuali siluri radioattivi disseminati nel golfo di Napoli. O perlomeno, per negare a ragion veduta la loro presenza.

Intanto gli stati membri della Convenzione di Londra hanno chiesto che l'Ecpp e l'Organizzazione atomica internazionale sviluppino ulteriori indagini nel mediterraneo per verificare lo stato di salute radiologica del nostro mare». C'e' di peggio: «lo stesso Ecpp sta monitorando in questo periodo l'area davanti al golfo di Napoli non soggetta a sovranita' italiana, ovvero oltre le 12 miglia.

E la protezione civile italiana?

L'Ecpp ha chiesto a Guido Bertolaso la “definizione di un programma congiunto di monitoraggio e studi”. Attende risposta».

Le risposte, a distanza di oltre due anni, le attendiamo anche noi.

Tanto per cominciare: perche' perfino un vertice del sistema italiano di protezione come Bertolaso non avanzo', anche in quella delicata circostanza, il minimo dubbio sulla credibilita' di Scaramella e della sua fantomatica Ecpp, considerata dai magistrati italiani la sigla al centro delle attivita' criminose di cui l'ex consulente di Paolo Guzzanti e' accusato?

E come mai nessun dubbio venne a Bertolaso (che, dopo aver consegnato il dossier ai servizi segreti e alle forze armate, escluse qualsiasi rischio per la popolazione) sul fatto che la “perlustrazione” di Scaramella e dei suoi alla ricerca delle antenne nucleari era finita al centro di una cruenta sparatoria con uomini dei clan camorristici locali?

Sara' che in quel periodo, nella primavera del 2005, la Protezione civile era impegnata piu' che altro nel botta e risposta fra Bertolaso e l'allora commissario straordinario della Croce Rossa Italiana Maurizio Scelli sull'utilizzo dei 25 milioni di euro generosamente inviati via sms dagli italiani in favore delle popolazioni colpite dalla catastrofe tsunami.

A comporre la disputa arrivo' provvidenziale l'intervento dell'allora ministro della Sanita' del governo Berlusconi Girolamo Sirchia.

Lo stesso uomo che due anni prima, nel 2003, aveva investito Bertolaso
del compito di coordinatore generale per l'emergenza Sars, rivelatasi poi - almeno nel nostro Paese - una dispendiosa “bufala”, non meno di quella piu' recente dell'aviaria.

Il primo a volare in Indonesia per conto della Protezione civile era stato il medico che da sempre rappresenta l'alter ego di Bertolaso, Agostino Miozzo, tuttora responsabile delle relazioni internazionali al dipartimento. I

l nome di Miozzo era rimbalzato nel corso di due audizioni del 2004 tenute dalla commissione parlamentare sull'assassinio di Ilaria Alpi e Milan Hrovatin, presieduta da Carlo Taormina.

Ad Enrico Fregonara, tra ‘93 e ‘94 capoprogetto di Africa 70, una ong operante in Somalia, Taormina chiese dettagli sui fondi della cooperazione.

«Il progetto d'emergenza - risponde - era gia' stato finanziato dalla direzione generale per la cooperazione allo sviluppo, per cui i fondi erano stati allocati. Il tecnico era il dottor Miozzo».

Dal sud est asiatico all'emergenza discariche nel napoletano e' passata invece Marta Di Gennaro, altro camice bianco dello stretto entourage di Bertolaso, dislocata nell'epicentro di via Medina col ruolo di sub commissario.

«Da giovane il mio idolo era Albert Schweitzer», ricordava qualche anno fa con un groppo in gola Bertolaso in un'intervista concessa per rispondere alle contestazioni sulla nomina di un medico a capo della protezione civile.

Cosa direbbe oggi “il suo idolo” se potesse vederlo in trincea a combattere la spazzatura?

Sentite come lo tratta il giornalista Massimo Falcioni pochi giorni fa sul visitatissimo sito di Libero: «Bertolaso, l'ex camice bianco con il "phisique du role", il romano che deve tutto a Berlusconi premier per i grandi eventi dalla spesa facile, e' l'inutile portavoce di se stesso. Ieri sera, rimasto col cerino in mano dopo l'ok di Prodi, il Batman arrogante e litigioso dei cataclismi, strofinando la lampada come Aladino, ha sentenziato: “in dieci giorni l'emergenza rifiuti e' acqua passata”. Napolitano ha parlato di "situazione tragica". Ci pensa Bertolaso-San Gennaro».

Gia', ci sarebbe anche quell'antico feeling col Cavaliere che, pochi mesi dopo l'insediamento a Palazzo Chigi, prescelse a sorpresa l'allora oscuro medico inviato dalla Farnesina sui territori di guerra come successore di Franco Barberi sulla poltrona piu' alta della Protezione civile.

L'intesa fu suggellata quasi subito sulle macerie del sisma che nel 2002 stravolse San Giuliano di Puglia, seppellendo 27 bambini della scuola elementare e la loro maestra.

In quell'occasione Berlusconi conferi' ampi poteri per la gestione del disastro non ad un esponente locale della politica o a un prefetto, come era accaduto fino ad allora, ma al dottor Guido Bertolaso.
Sono passati quasi cinque anni. E non e' stata ancora consegnata nemmeno la nuova scuola.
 
http://www.lavocedellevoci.it/inchieste1.php?id=263
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00venerdì 5 marzo 2010 19:52
BERTOLASO/ - LA VERA STORIA DEI RIFIUTI DI NAPOLI

di Rita Pennarola [ 04/03/2010]



Esisteva nel 2008 in Italia un piano per provocare la scomparsa della sinistra radicale dal Parlamento e decretarne, di fatto, l'annientamento?

E se cosi' fosse, che parte ebbero, in quelle trame, i rifiuti di Napoli e Guido Bertolaso (consapevole o meno che fosse, il sottosegretario, del disegno in atto)?

Di sicuro l'assenza fra Camera e Senato di tenaci oppositori dell'inciucio maggioranza-opposizione (ridotti ormai a un paio o poco piu' di battaglieri esponenti dell'Idv) e' risultata, dopo due anni di governo targato Pdl, un fattore essenziale per realizzare quel rivolgimento dei principi democratici che e' sotto i nostri occhi, ma soprattutto per varare una legislatura a colpi di decreti capaci di aggirare ogni norma: la stessa procedura alla base degli intrecci illeciti oggi descritti minuziosamente nell'inchiesta della
Procura di Firenze.


Torniamo allora, per capire cosa e' accaduto negli ultimi due anni (proprio quelli al centro delle indagini), ai mesi che precedettero le politiche 2008.


Quando le cronache nazionali erano letteralmente zeppe delle immagini di Napoli e provincia sommerse da montagne di rifiuti. Eppure,«Guido Bertolaso - ha dichiarato piu' volte il presidente della Regione Antonio Bassolino - era commissario straordinario ai rifiuti anche prima che arrivasse il governo Berlusconi».

Perche' allora si riesce a fare piazza pulita solo “dopo”?
 
E che ruolo aveva in tutto questo l'allora ministro dell'Ambiente uscente, Alfonso Pecoraro Scanio?

Una fonte autorevole vicina al Commissariato per l'emergenza rifiuti offre una chiave di lettura in cui tutte le tessere del maleodorante mosaico sembrano combaciare a pennello.

«Prima di vedere in che modo sono stati “rimossi” i rifiuti,
occorre guardare a come erano stati “messi”, da chi e perche'».

Insomma, a causare il disastro non sarebbero state le inefficienze della macchina amministrativa o la tradizionale incuria dei napoletani.
Tutti fattori, del resto, ampiamente preesistenti all'emergenza di inizio 2008.

«Per chi vuole ben osservare, il sistema era semplice.
La prefettura e le indagini della magistratura parlano chiaro:
a gestire il ciclo dei rifiuti in Campania sono per buona parte imprese riconducibili direttamente o indirettamente alla camorra.

Sono loro a fare il bello e il cattivo tempo, a rallentare o incrementare la raccolta e il conferimenti in discarica, a seconda delle “esigenze” politiche pattuite dai capi».

E che le discariche fossero in quel periodo tutt'altro che piene lo confermano, fra l'altro, anche le indagini sul campo effettuate, all'indomani del suo insediamento post-emergenza, dall'assessore regionale all'Ambiente Walter Ganapini.

Quel mare di immondizia, allora, per qualcuno poteva essere molto utile. Anche come formidabile manifesto elettorale per vincere la partita e andare a governare il Paese. Mandando a casa, fra gli altri, uno fra i quattro leader della sinistra radicale, Pecoraro Scanio, con accuse sul disastro rifiuti.

Materia sulla quale il minisero dell'Ambiente, in presenza di un Commissariato alle dirette dipendenze della Presidenza del Consiglio, non ha per legge alcun potere.

Se questo fosse stato davvero lo scenario, resta da capire come si fecero sparire le tonnellate di rifiuti in pochi giorni. «E' evidente che un ruolo, nel repulisti, lo ebbero anche gli stessi soggetti che avevano provveduto a farla accumulare, quella immondizia. Di sicuro - continua la nostra fonte - il mitico incereritore di Acerra doveva ancora essere inaugurato.

Ed e' certo che tuttora funziona a scartamento ridotto: una linea su quattro». Ma dove furono smaltiti?
Nessuno ha mai fornito notizie certe in merito. Si e' saputo solo che alcune caserme - in particolare quella nella zona dell'oasi naturalistica di Persano (provincia di Salerno) - ospito' in quel periodo nel cortile centrale una piramide di rifiuti stoccati che arrivava al quarto piano.

E solo recentemente sono circolate notizie circa un patto fra esponenti dei Casalesi ed alcuni privati di nazionalita' rumena per “esportare” le valanghe di monnezza in quel Paese balcanico.

Sapeva qualcosa, il servitore dello stato Guido Betolaso, di tutto questo?

Forse un giorno ce lo raccontera'.

Per ora a noi basti ricordare lo scontro al vetriolo di quei giorni fra l'attuale sottosegretario e l'ex ministro Pecoraro Scanio.

Con una serie di particolari che oggi, alla luce dell'inchiesta fiorentina, assumono forse un nuovo significato.

A cominciare da quella audizione tenuta dinanzi alla Commissione parlamentare sul ciclo dei rifiuti ad aprile del 2007, quando la marea di monnezza doveva ancora montare.

Bertolaso deve spiegare la nomina di Claudio De Biasio quale subcommissario all'emergenza.
Arrestato in merito a quelle vicende, De Biasio proveniva dal Consorzio Eco 4 di Caserta dei fratelli Orsi, nel cui ambito si consuma, fra l'altro, l'omicidio di Michele Orsi ad opera dei Casalesi.

«Il ministro dell'ambiente aveva indicato De Biasio - dichiara Bertolaso - ma la sua nomina poi l'ho voluta io. De Biasio e' stato arrestato?
E' colpa mia, perche' l'ho scelto io».


Ma c'e' dell'altro. Sempre in quella audizione il super eroe rivela: «nell'ambito della struttura commissariale della protezione civile disponiamo di un nucleo di poliziotti e di carabinieri. E forse avete saputo che a coordinamento di questo nucleo c'e' il colonnello Sergio De Caprio, noto ai cittadini italiani come “Ultimo”. Io a “Ultimo”, all'ufficiale di riferimento che lavora nell'ambito della struttura della protezione civile, nel corso di questo ultimo anno ho fatto fare tanta attivita' in stretto contatto con le varie magistrature di quella regione».

Peccato solo che, in quello stesso periodo, Ultimo fosse uno e trino.
Con un conflitto d'interessi grande come una casa.

Da un documento ufficiale del ministero dell'Ambiente risulta che il capitano Sergio De Caprio era stabilmente in servizio proprio presso quel dicastero, sede dell'Eur. Ma non basta. Perche' dall'inchiesta di Potenza che coinvolse Pecoraro Scanio venne alla luce che - sempre nello stesso arco di tempo - mentre era al fianco di Bertolaso commissario ai rifiuti e in servizio al ministero dell'Ambiente, Ultimo conduceva anche le indagini per conto del pubblico ministero John Woodcock.
Tutto a posto?
Di certo, un passaggio illuminante dell'inchiesta di Firenze conferma quanto fossero in odio all'attuale esecutivo certe posizioni rigorose assunte da Pecoraro Scanio al ministero dell'Ambiente.

Il 7 marzo del 2009 Gianni Letta telefona a Bertolaso.
Antonio Tajani, vicepresidente della Commissione europea - gli dice - lo ha chiamato per avvertirlo: il commisario europeo per l'Ambiente Stavros Dimas aprira' una procedura di infrazione sui lavori alla Maddalena, per i quali esisteva un'istruttoria fin dal 2008.«Mi ricordo male - chiede Letta a Bertolaso - o tu eri amico di Dimas?

Gli vuoi fare una telefonata tu o debbo attivare l'Ambiente (il riferimento e' al ministro Stefania Prestigiacomo, ndr), che evidentemente non ha saputo difenderti a dovere?».

Bertolaso risponde: «L'Ambiente non ci difende mai... E poi in ambasciata purtroppo c'e' ancora la gente che ci ha messo Pecoraro e che la Prestigiacomo ancora non e' riuscita a togliere...».

Peccato. Peccato che in ambasciata ci sia ancora “la gente di Pecoraro”. Peccato che la Prestigiacomo “non sia riuscita a toglierli”.

E che intendano continuare a lavorare in commissione europea per difendere un'isola della Maddalena devastata da scempi e corruzione.



 http://www.lavocedellevoci.it/inchieste1.php?id=275      
®@ffstef@n
00venerdì 5 marzo 2010 20:07

BERTOLASO PER IL G8 HA SPESO 370 MILA EURO PER NOLEGGIARE SEDIE E DIVANI!!

 

Aldilà delle responsabilità penali, per la vicenda Bertolaso -
Maddalena - L'Aquila ci sono responsabilità politiche che richiederebbero le dimissioni immediate di Bertolaso e di tutti quelli coinvolti.

Per il  G8 tra i soldi buttati alla Maddalena [380] e quelli per spostare il vertice del nulla a L'Aquila [altri 200 milioni], sono stati spesi centinaia di milioni dei contribuenti.

Già il solo fatto di aver spostato il vertice dalla Maddalena a L'Aquila dopo aver speso 380 milioni , senza una spiegazione plausibile, raddoppiando le spese, rendendo inutilizzabili i lavori fatti alla Maddalena che sono stati di fatto abbandonati, è da calci al culo. 

 


Grazie ad un 'inchiesta de L'Espresso  scopriamo qualche dettaglio delle spese. Capitoli di spesa, che sia per imbecillità sia per malaffare, sia per altro sono un 'offesa al buon senso.

Ad esempio sono stati spesi 12 mila euro per i toner delle fotocopiatrici, altri 12 mila per delle macchine distruggidocumneti. 373 mila euro pere la fornitura di sedie a noleggio.

Con quei soldi all'Ikea si compravano qualche decina di migliaia di sedi, divani, poltrone. 70 mila euro di fiori!!

Capisco che un minimo di decoro è necessario, ma un milione e mezzo di orpelli, cioè tre miliardi delle vecchie lire, di cose che si poteva fare tranquillamente a meno, è un oltraggio ai cittadini che faticano da mattina a sera .
E che vedono le loro tasse rapinate da profittatori ed imbecilli lo trovo intollerabile.

La cosa più terribile è che con quello che sta venendo fuori Bertolaso si permette ancora di pontificare e dare lezioni. Si togliesse dai piedi, per non dire altro.

 

Sarà anche penalmente innocente, lo stabilirà la magistratura, ma lo sperpero dei soldi pubblici è bastevole per le dimissioni.

Perchè anche se solo per mancato controllo lui è responsabile.

Uno che ha un potere assoluto, non può uscirsene da una vicenda del genere dicendo che lui non sapeva, che non si occupava materialmente degli appalti, che a massimo c'è stato qualche errore di valutazione.

Chi doveva controllare se non lui?

Troppo comodo sentirsi onnipotenti salvo poi scaricare sugli altri la responsabilità.

 
-----------------------------------


Sotto nel riquadro il dettaglio delle spese inutili, folli.

 

giuseppe galluccio

 

http://www.altrestorie.org/news.php?extend.2299

 

Foto tratta da L'Espresso  

parliamonepino
00venerdì 5 marzo 2010 21:41
In nome di Dio,
In nome del Popolo Italiano,
In nome della Repubblica,
In nome della Chiesa,
In nome dei lavoratori.

Alla fine, tutto si riduce al controllo di potere dove si può "navigare" nell'oro, si può comprare ogni cosa, si può sfidare i poteri più piccolo, si ricattare coloro che hanno ricevuto aiuti e sostegno.

La Chiesa ha il potere assoluto, per una ragione molto semplice:

HA UNA STORIA CHE GLI CONSENTE DI ESSERE LA MADRE DI TUTTI I POTERI!

DUEMILA ANNI DI STORIA FATTA DI GUERRE, CORRUZIONI, INQUISIZIONI, CONQUISTE, DOMINIO SU RE E IMPERATORI, IMPERO ECONOMICO E COMMERCIO, PROPRIETARIA DI BANCHE................2 O 3 SANTI CHE NON RISCATTERANNO MAI SECOLI DI SANGUE INNOCENTE VERSATO.

Siamo di fronte a una matassa difficile da sbrogliare, ma che prima o poi incontrerà chi è disposto a farlo!



®@ffstef@n
00sabato 6 marzo 2010 01:07
non cader in contraddizione, ma liberati dal male...amon
Carissimo Pino
Se sei convinto di quanto hai appena scritto
ti devi anche chiedere:

Si può credere nella bibbia se i "tesorieri" della stessa...(favola)
ritenendola tale, approfittano, e padroneggiano grazie all'ignoranza inculcata ai loro adepti?

CHI CONTROLLA I CONTROLLORI....

DIO E' COLPEVOLE (ammesso che esiste) ?


Riflettete.
parliamonepino
00sabato 6 marzo 2010 09:37
La Bibbia è il libro più strumentalizzato della storia.

E' stata manipolata,

E' stata proibita,

E' stata interpretata secondo i propri voleri,

E' stata affidata a difficili passaggi di teologia per pochi eletti.

La Bibbia è talmente semplice e genuina come opera che non è stata ancora compresa.

Come l'uomo è riuscito a sporcare e rovinare gli equilibri della natura, così è riuscito a rendere un libro straordinario come la Bibbia un insieme di parole prive di significato, o peggio, uno strumento di morte per uomini che ne avevano afferrato la vera forza.

Oggi, si riduce tutto:

1) all'uomo singolo che si accorge di quanto succede e cerca di mantenere una posizione integra nel rispetto dei valori umani,

2) e questa società che cerca di catturare nelle sue "comunità" quanti più "trofei" possibili.

Per molti Dio non c'è, per altri Dio non c'entra, per Dio l'uomo esiste sommerso nella confusione.

Non ci sono colpevoli, ma solo vittime della propria inefficienza e miseria spirituale.

[SM=g2133856]








®@ffstef@n
00sabato 6 marzo 2010 12:36

«Un creditore aveva due debitori; l'uno gli doveva cinquecento denari e l'altro cinquanta.


Non avendo essi di che pagare, egli condonò il debito ad entrambi. Secondo te, chi di loro lo amerà di più?».

Ungi maddalena ungi  e quando hai finito,copriti il capo

 



un appalto e così sia – gratta i “Gentiluomini di Sua Santità” e trovi IL POTERE della cricca - DIETRO LE GRANDI OPERE, dentro la “FAMIGLIA PAPALina”, CI SONO BANCHIERI, FINANZIERI, POLITICI E FAMIGLIE NOBILI - dal piduista ortolani al mionarchivo Emanuele Emmanuele, trapassando l’architetto dei servizi segreti Adolfo Salabé, famoso per lo scandalo del Sisde e per la foto con Marianna Scalfaro....

Marco Lillo per "il Fatto Quotidiano"

Ci sono il vertice del "Sistema gelatinoso" scoperto dalla Procura di Firenze, Angelo Balducci, e il referente politico della tecnostruttura della Protezione civile nel mirino dell'inchiesta, Gianni Letta. Ma anche i protagonisti dei grandi scandali del passato, dalla P2 ai fondi neri del Sisde. E ci sono soprattutto i vertici delle più grandi società pubbliche e private d'Italia.


Stiamo parlando dei "Gentiluomini di Sua Santità".


Prima dell'arresto di Balducci, in pochi conoscevano l'esistenza di questa riedizione moderna della Corte papale. Solo quando si è scoperto l'immenso potere dell'ingegnere nel decidere gli appalti delle grandi opere qualcuno ha notato la comune appartenenza di Balducci e Letta alla "Famiglia papale".


Solo dopo la pubblicazione delle intercettazioni sui suoi peccati privati (e non certo per le sue malefatte pubbliche) Balducci è stato scaricato da Oltretevere. "Fonti vaticane" hanno fatto sapere che non sarà più ammesso alle cerimonie e, dopo un certo periodo, sarà cancellato automaticamente dall'Annuario.


Il suo caso non è il primo. Umberto Ortolani, Gentiluomo-piduista fu fatto decadere quando si diede alla latitanza in Sudamerica per sfuggire al mandato di arresto (sarà poi condannato per la bancarotta dell'Ambrosiano di Roberto Calvi).


Ma chi sono i Gentiluomini e cosa fanno esattamente?



Nell'elenco pubblicato nel 2009, consultato da "Il Fatto", si contano 147 Gentiluomini (114 italiani, sette statunitensi, 5 austriaci e altrettanti spagnoli).


Si va dal patron delle acciaierie di Cremona Giovanni Arvedi (1,4 miliardi di fatturato) all'amministratore della Tirrenia, Franco Pecorini, al timone della compagnia pubblica da 26 anni. C'è il senatore Pdl eletto in Sudamerica Esteban Juan Caselli, chiacchierato per i suoi rapporti con i generali argentini e c'è anche l'architetto dei servizi segreti Adolfo Salabé, famoso per lo scandalo del Sisde e per la foto con Marianna Scalfaro.


Oggi Salabé continua a lavorare nel settore delle opere segretate mentre un suo ex collaboratore, Guido Ruggeri, è il capo cantiere dell'aeroporto di Perugia, appalto vinto da Anemone, nell'ambito delle celebrazioni del 150ennale dell'Unità d'Italia, guidate da Angelo Balducci.


È Gentiluomo anche il coordinatore dell'Udc a Roma, quel Francesco Carducci, che si è candidato insieme alla compagna Veronica con la lista della Polverini e che è anche socio del suo leader Lorenzo Cesa.
La società si chiama I borghi Srl e gestisce l'Auditorium della Conciliazione, ovviamente di proprietà del Vaticano.


Abbondano i Gentiluomini banchieri come Emanuele Emmanuele, potente presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Roma e Alfredo Santini presidente della Cassa di Risparmio di Ferrara.

I Gentiluomini sono presenti nell'elettricità con il professor Luigi Roth, presidente della società che gestisce la rete nazionale, Terna Spa, e nelle Ferrovie dello Stato, con il presidente della controllata FS Servizi Urbani, Corrado Ruggieri.


Nell'elenco ci sono anche l'ex direttore dell'Osservatore Romano Mario Agnes; Francesco Alfonso, consigliere della Corte dei Conti e molti nobili e appartenenti alle famiglie papaline di Roma, come gli Orsini, i Colonna, i Torlonia. La creazione di questa sorta di ordine risale al 28 marzo 1968 quando Paolo VI sostituì la vecchia Corte papale con la Famiglia Pontificia.


I Gentiluomini sostituiscono gli antichi Camerieri Segreti di Spada e Cappa e in fondo non hanno compiti importantissimi. Vestono in abito nero e, con le opportune decorazioni , assistono alle cerimonie pontificie e accolgono le delegazioni estere che vengono in visita al Papa. Tra di loro c'è anche un finanziere spericolato come l'austriaco Herbert Batliner.


Secondo quanto rivelato da Udo Gumpel e Ferruccio Pinotti nel libro "L'unto del signore", Batliner era lo "gnomo" delle tre finanziarie del Liechtenstein che stavano dietro la famigerata Banca Rasini.

Oltre ai rapporti con l'istituto di credito che finanziò Silvio Berlusconi, Batliner avrebbe all'attivo anche una consulenza ai narcotrafficanti latino-americani.



Nel 2007 sarebbe stato riconosciuto colpevole di una maxi-evasione fiscale in Germania. Nel 2006, nonostante non potesse mettere piede in Germania, Batliner ha avuto un permesso speciale per incontrare papa Ratzinger a Ratisbona. E donargli un organo a canne del valore di 730 mila euro.
Da vero gentiluomo.



Maddalena, Basta Ungere..Ora si munge


®@ffstef@n
00sabato 6 marzo 2010 19:40

Il Vaticano tra scandali,
pedofilia e prostituzione
+

Qualche cerchio, in Vaticano, inizia a non chiudersi alla perfezione.


Dalla crisi finanziaria che incombe sul futuro, visto che la lotta ai paradisi fiscali si fa già sentire e che dal Federalismo ne verrà un nuovo Concordato, più prima che poi, che dovrà tener conto dei trattati siglati dall'Italia nell'Unione Europea.

Se questo è il futuro, va peggio il presente, tra scandali nelle Grandi Opere (inclusi i viaggi del Papa), coristi coinvolti nella prostituzione e, dulcis in fundo, i pedofili nel coro (ci risiamo) di Georg Ratzinger, il fratello del Papa Re.


Come non restare stupiti da Karol Woytila, Papa "santo subito", di cui si viene a sapere che si flagellava e puniva quasi quotidianamente, quando ben sappiamo a cosa  la Scienza riconduce questo genere di comportamenti?

           

Certo per i Cardinali romani, di oggi e di ieri, e per i loro familiari, è più allarmante ed imbarazzante il flop della presentazione delle liste del PdL a Roma, che escluderebbe tanti loro "gentiluomini" dalla competizione elettoralex.


Oggi, purtroppo per la Corte del Papa Re, non siamo più alle Guanterigie e neanche all'Editto di Costantino; oggi, il mondo e il denaro hanno gli occhi a mandorla od indossano un turbante, mentre gli Occidentali stanno ritornando a chiamarsi Barbari.

Il Taoismo ed il Buddismo esistono da molto più tempo della Chiesa di Roma e resistono nonostante le persecuzioni e senza avere potere, finanza, organizzazione; il Confucianesimo , viceversa, si fece parte di un Impero e la Storia
l'ha cancellato.


"Non si può servire Dio ed anche Mammona (ndr. il Potere finanziario)". (Gesù, in Mt 6,24 e Lc 16,13)



Non fare ad altri ciò che non vuoi sia fatto a te.

CONFUCIO 550 a.C.


®@ffstef@n
00domenica 7 marzo 2010 11:44

Fonte: (articolo integrale)
Ultime notizie dal fronte Vaticaniota -
di Paolo Farinella, prete


Sabato 6 marzo, il papa con le scarpette rosse di Prada riceverà il volontariato che ha lavorato in Abruzzo. Guida la truppa il generale Guido Bertolaso in tuta mimetica di frodatore dello Stato e anche delle emergenze con accompagnamento di massaggiatrici brasiliane “All inclusive”, Of course!

Non si sa se ne offrirà un saggio al consesso papale, in vista del congresso eucaristico del 2011 che in quanto emergenza improvvisa è organizzato dal suddetto.

Forse porterà le foto dei suoi amici, parenti e conoscenti che hanno riso sui morti freschi del terremoto e che hanno fatto affari per conto suo e alle sue dipendenze.

Sono convinto che il Bertone abbia convinto il papa (ci vuole poco a convincerlo)
a nominare Bertolaso “gentiluomo di sua santità”, felicemente regnante.
 Ormai i “gentiluomini” li scelgono solo tra i delinquenti, cioè quelli che religiosamente possono assicurare i loro servigi con ossequio e genuflessione.
La morale sociale? Beh, di questo parleremo un’altra volta.
 I Vescovi si sono riuniti e hanno fatto un documento sul «Mezzogiorno d’Italia» e, vista l’ora, prima del pranzo hanno detto che la criminalità organizzata impedisce al Sud di risorgere.

Che parole alte, che parole nobili. Come sono profondi i nostri vescovi che riescono perfino a vedere il Mezzogiorno, all’ora di pranzo e anche la criminalità organizzata.
Bisogna essere profeti d’alto bordo per avere queste primizie eclatanti.

Peccato, però che si sono scordati di dire che la criminalità organizzata
siede in parlamento e nel governo.

Loro appoggiano un governo e una maggioranza che è tutt’uno con mafia e camorra e ‘ndrangheta.

Lo sanno che stanno facendo le fusa a Casini che è quello che fatto fare senatore un certo Cuffaro che si onora di essere devoto di non so quale Madonna ed è stato condannato per concorso in mafia?

Lo sanno che il presidente del consiglio con cui vanno a colazione e fanno feste e balli
ha ospitato un mafioso a casa sua e che tramite lo Ior ha messo in piedi un impero economico con il quale ha foraggiato istituzioni ecclesiastiche ricevendone appoggi e sostegni «a prescindere».

I vescovi sanno che tutti i cattolici che si vantano di esserlo sono impegnati a quattro palmenti nel partito di Berlusconi?

Che hanno votato tutte le leggi immonde che costui ha preteso per se e i suoi famigli?.

I vescovi sanno che Casini per cinque anni ha fatto da spalla a Berlusconi e al malaffare istituzionale garantendone stabilità e contribuendo  direttamente allo sfacelo della democrazia?

Perché i vescovi accettano i 150 milioni dello scudo fiscale per le scuole private?

Sono soldi che provengono dalla prostituzione, dalla droga, dalla riciclaggio, da quel mezzogiorno senza risurrezione di cui adesso si vogliono fare paladini.

I vescovi sanno che ricevendo Bertolaso, il papa di fronte alla gente lo assolve e lo santifica per le sue illegalità e soprusi di stampo mafioso?

Non sarebbe stato più sensato dirgli: “Se ne stia a casa, quando tutto sarà risolto, allora si vedrà».
 
Invece quella presenza in Vaticano è un fiore all’occhiello di Berlusconi e Letta e Bertolaso che così possono farsi vedere fotografati e ripresi da tutto il mondo dall’omino vestito di bianco e con le scarpette rosse: se anche il papa li riceve, è logico che il
Minzo Scodinzolini dica fischi per fiaschi.

Allegria! La vita continua e l’Italia langue. Peggio per lei che ha voluto quello che si merita.

Non piangete su di voi, ma piangete sui vostri figli ai quali avete preparato un futuro senza futuro, uno Stato senza Istituzioni, una democrazia senza «demo» e senza «crazia».

Berlusconi impera su un Italia corrotta e una Chiesa ba-ba-ba-al-bu-ziente.! Amen.

Io comunque resisterò fino a tre giorni dopo la loro caduta e voglio inebriarmi di sole, di luce e di acqua (sono astemio) perché è certo: il male ha i piedi di argilla.

[ ]



Paolo Farinella, prete
®@ffstef@n
00domenica 7 marzo 2010 13:41
Guardate e ascoltate attentamente questo filmato



parliamonepino
00lunedì 8 marzo 2010 08:44
Re:
®@ffstef@n, 07/03/2010 13.41:

Guardate e ascoltate attentamente questo filmato






Sembra una puntata fuori programma della "Piovra", questo film "Segreti di Stato".

Ci sono ipotesi e storia ben documentata.

I "complotti" sono tanti e diversi. Difficile fare chiarezza su decine di personaggi che hanno ruotato nel potere e sottopotere.

Ormai, neanche chi fa parte o ha fatto parte di questi intrighi ci capisce qualcosa.

Va da sé che ci sono molti tradimenti privati con svolte a zig zag, fulminee e senza controllo.

Di istruttivo non c'è nulla, solo vecchie e polverose carte di un mazzo mescolato che va riposto nella custodia e bruciato nel camino della storia.

Questo tipo di "archivi" non danno più nessuna certezza, per quanto le ricerche siano state lunghe e piene di carte da ramino.


E adesso, cosa bolle in pentola?

®@ffstef@n
00mercoledì 10 marzo 2010 09:30
Opus Dei, governo ombra del Vaticano  
Un potere occulto, si nasconde fra le stanze affrescate della Santa Sede. Le verità universali che dovrebero agire come catalizzatrici del cambiamento vengono coperte da logiche di sottomissione dettate da un codice religioso non "ispirtato" ma terreno.
  
I giudici più spietati, gli accusatori e gli assassini più crudeli,
i vari Torquemada dell'Inquisizione, sono di nuovo fra noi?
Sembrerebbe proprio di sì!
 


Chi sono, dove sono, dove si nascondono gli odierni Torquemada?

Quali oscuri disegni dittatoriali occultano?
 
Certamente l'Opus Dei ha tutte le caratteristiche di una "facciata" capace di nascondere ben altro che una semplice organizzazione religiosa.
Per questo, in certi ambienti, la si definisce con il termine inglese Octopus, cioè: Piovra! Effettivamente, con il tempo, ha assunto quest'aspetto con i suoi tentacoli che si estendono un po' ovunque, da quando il suo fondatore Josemarìa Escrivà de Balaguer la costituì nel 1928, appena ventiseienne.

Questa organizzazione si comporta come una setta, con tanto d'approvazione del cattolicesimo.

La dottrina del suo fondatore recita: "Donami tutti i tuoi beni, io ti proteggerò e ti garantisco il Paradiso".

È opinione diffusa e ci sono riscontri da più fonti che l'Opus Dei, già da molto tempo, tenga in mano il Vaticano. Al cui interno, in stanze riservate, laici, sacerdoti ed alti prelati s'incontrano per decidere le operazioni a sostegno del Governo Ombra.

Il Cattolicesimo, nella sua versione più conservatrice, quella che oggi si impone sulle altre, è uno dei pezzi forti del Governo Mondiale.

L'Opus Dei è diventata un vero e proprio Governo occulto in tutto il Cattolicesimo.

L'organizzazione dichiara di sostenersi finanziariamente con le donazioni ma, a partire dagli anni Settanta, essa inizia a creare associazioni, società amministrative, centri residenziali e beni immobiliari: oggi gestisce un giro d'affari che si aggira, mensilmente, intorno ai trenta milioni di dollari.

Gli amici dell'Opus Dei sono persone note e molto influenti.

La grande maggioranza della gerarchia cattolica non immagina neppure la metà dell'influenza di questa organizzazione su di un certo tipo di stabilità mondiale.

Neppure il crimine rappresenta un ostacolo: essa ha una vera e propria rete di spionaggio, un esercito segreto che si serve della fede religiosa come leva di manipolazione.

Alcuni anni fa, con lo scandalo dello IOR (Istituto delle Opere Religiose), emersero alcuni loro coinvolgimenti con Enti, Logge, Banche e, non ultimo, il fatto che la Chiesa di Roma contribuisse finanziariamente alla fabbricazione di armamenti!

Dove sono il giusto e l'ingiusto, il vero e il falso?

Che fare, che dire di tutte queste legittimazioni del crimine organizzato e dell'inganno che si ammanta di fede?

Da tempo si parla degli archivi segreti del Vaticano, archivi che custodiscono verità sconvolgenti per tutti noi che siamo stati ingannati.
Un alto prelato dell'Opus Dei, non solo
conosce l'accesso segreto a questi registri, ma anche le ragioni politiche di una quantità di canonizzazioni e i coinvolgimenti di uomini d'affari, in odor di Mafia, del Vaticano (lo stesso fondatore dell'Opus è stato canonizzato il 17 Maggio 1992). Conosce anche le menzogne dei primi Padri della Chiesa (vedi il Concilio di Costantinopoli nel 400 d.C.) e i tanti assassinii ordinati in nome di Dio.

Partendo dalla sede di Roma, si scopre una vera e propria geografia dell'Opus Dei che si estende in Europa, America Centrale e Meridionale, Africa, Asia e Oceania: globalmente, l'Opus Dei conta su un organico di circa 1.500 sacerdoti e 79.000 laici. Anche un giornale del Quèbec, l'"Actualitè", già dall'Aprile 1993 forniva dati significativi sull'organizzazione
.


Tratto da: www.universosenzafrontiere.it/

®@ffstef@n
00venerdì 12 marzo 2010 00:44
®@ffstef@n
00sabato 13 marzo 2010 12:44
Magna Magna si diventa Magnacci -

Roma museo fantasma in vaticano



®@ffstef@n
00domenica 14 marzo 2010 14:06

Fonte:
Bertolaso&c, l'affare emergenze
ecco la fabbrica degli stipendi d'oro


Boom di gettoni straordinari, spesi 10 miliardi in nove anni

di PAOLO BERIZZI

 
 
ROMA - Ci sono eventi e eventi, nell'Italia dell'emergenza continua e delle ordinanze a pioggia. Alcuni calamitosi. Altri che non lo sono per niente. Ma che, per la Protezione civile, erano e sono da ritenersi "grandi eventi".

Gare ciclistiche, regate, mondiali di nuoto, beatificazioni,
visite pastorali, convegni eucaristici, vertici politici e militari, pellegrinaggi.

Per legittimarli, e per assegnare un compenso "aggiuntivo" ai
"soggetti attuatori", ai commissari delegati e a quelli straordinari che li gestiscono - quasi sempre Guido Bertolaso - a palazzo Chigi è sempre pronta una disposizione urgente. Che in molti casi stabilisce un gettone: dal 3,75% al 50% del "trattamento economico complessivo in godimento".

Sono 628 le ordinanze straordinarie dal 2001 a oggi.

Un diluvio di procedure "ad hoc" che hanno permesso al dipartimento di Protezione civile della Presidenza del consiglio di bruciare, in nove anni, oltre 10 miliardi di euro.

Più di un miliardo all'anno.
Settanta milioni al mese.
Quasi 3 milioni al giorno.


Un sistema che ha ingrossato i conti delle centinaia di ditte appaltate a trattativa privata. O con gare-lampo sottratte alle regole di assegnazione e controllo della Corte dei Conti. O - vedi Abruzzo - "sulla base di criteri di scelta di carattere fiduciario".

L'Italia che emerge dalle ordinanze di Protezione civile è un paese a rischio ininterrotto. Pronto a sprecare. Calamità naturali, certo. Terremoti, alluvioni, smottamenti. Mettiamoci pure il traffico di una mezza dozzina di città, i rifiuti sotto il Vesuvio, le gondole e i vaporetti che assediano Venezia e "l'eccezionale afflusso turistico" nelle isole Eolie.

Ma in un fritto misto di sacralità, agonismo e alta diplomazia istituzionale, a Bertolaso&co sono state affidate anche: le visite pastorali del Papa
(800 mila euro stanziati nel 2008 per gli spostamenti di Benedetto XVI, ogni volta che il pontefice supera le sponde del Tevere il governo concede la dichiarazione di "grande evento");

i mondiali di ciclismo di Varese (71 milioni)
e quelli di nuoto di Roma (60 milioni);
i congressi eucaristici di Bari (2005, 3 milioni)
e Ancona (2011, 200 mila euro per ora);

le Olimpiadi di Torino e i vertici internazionali come il Nato-Russia del 2002 a Pratica di Mare (5 milioni solo di telecomunicazioni).
E ancora: il semestre italiano di presidenza europea, la firma della Carta di Roma, il doppio G8 Maddalena-L'Aquila - quello della "cricca" costato 500 milioni - , la Louis Vuitton trophy. E, trattata come "un evento calamitoso di natura terroristica",

l'influenza suina: 24 milioni di vaccini acquistati dalla casa farmaceutica Novartis; ne è stato usato uno solo, gli altri 23 sono andati in malora.

In tutto una quarantina di eventi. Almeno tre - secondo le procure di Roma, Firenze e Perugia - hanno prodotto la "gelatina" della corruzione, il reato di cui è ac-cusato il capo della Protezione civile.


Il dipartimento al tempo di super Guido è una macchina del potere.
La più veloce, ricca e meno controllata dello Stato.

Un pozzo di San Patrizio che in meno di un decennio - da quando nel 2001 Berlusconi ne ha fatto un dipartimento della presidenza del consiglio - si è trasformato in un grande ente appaltatore. In spregio alle norme sugli appalti e le assunzioni. Tutte per chiamata diretta, senza concorso (l'ultima infornata ne ha prodotte 200). Gli stipendi, poi. Dal capo ai funzionari, ce ne sono molti che lievitano grazie alle indennità: non solo per le emergenze e le missioni, anche per i grandi eventi.

È qui il nocciolo del potere della Protezione civile. Decreto varato da Berlusconi il 7 settembre 2001, articolo 5 bis comma 5. La "carta" estende il potere di ordinanza "alla dichiarazione di grandi eventi (...) diversi da quelli per i quali si rende necessaria la delibera dello stato di emergenza".

Tradotto: una frana è come il G8, il terrorismo in Iraq come il ciclismo in Insubria. La canonizzazione di Padre Pio e Josè Maria Escrivà come i tuffi al Foro Italico e la preregata dell'America's cup.
Risultato: centinaia di milioni che fanno felici gli amministratori locali. E non solo.

"È un'anomalia istituzionale -
tuona il senatore del Pd Mario Gasbarri - .
Le ordinanze le propone Bertolaso, Berlusconi le firma e le emana.

In ogni ordinanza si nomina Bertolaso commissario.
E in queste ordinanze lui riceve un compenso aggiuntivo.
Bertolaso, insomma, decide quanti soldi deve prendere Bertolaso".

Il capo della Protezione civile guadagna 236 mila euro (lordi).
Più di ogni altro capo dipartimento.
La sua retribuzione va in deroga alle leggi vigenti (pubblico impiego e contratto nazionale di lavoro del personale dirigente).

Nel 2008 ha dichiarato un reddito imponibile di 1 milione e 13mila euro (quarto più ricco nel governo), a fronte di uno stipendio di molto inferiore.

"Emolumenti episodici relativi ad attività svolte negli anni precedenti",

ha spiegato in una nota la Protezione civile.

Già. Ma qual è il compenso "aggiuntivo" di cui - documenti alla mano - Bertolaso pare aver beneficiato in questi anni?


Per quanto Repubblica ha potuto sin qui verificare, ci sono una serie di ordinanze, almeno 12, emanate dalla Presidenza del consiglio tra aprile 2002 e giugno 2009, nelle quali è indicato un compenso extra per il commissario degli eventi. Che risponde quasi sempre al nome di Bertolaso. Lo "scalino" standard ammonta al 3,75%. Da calcolarsi sul "trattamento economico complessivo in godimento".

Esempi. Il G8, il 50° anniversario della firma dei trattati di Roma, il congresso eucaristico di Ancona (in programma l'anno prossimo e già affidato al sottosegretario B.). In altri casi, come per il pellegrinaggio a Loreto del 2007, palazzo Chigi elargisce ai soggetti attuatori un'indennità pari al 50% del "trattamento economico". "Vorremmo capire se il compenso per Bertolaso è cumulativo o se lo è stato - ragiona Antonio Crispi, funzione pubblica Cgil - , lo chiederemo al segretario generale della presidenza del consiglio dei ministri". È un ginepraio il sistema di ordinanze di Protezione civile. Spesso, a un certo punto, la traccia che indirizza ai cachet si perde.

Ecco alcune procedure urgenti.
Emergenza terrorismo internazionale (2003, ancora in vigore, "retribuzione da determinarsi con successivo provvedimento del ministro dell'Interno);
le frane di Cosenza (dal 2005 al 2010, compenso che Repubblica ha potuto stimare in circa 32 mila euro per il solo 2009 a favore del commissario straordinario);
anniversario della firma dei trattati di Roma (2006, 3,75%);
G8 (2007, 3,75%);
congresso eucaristico di Ancona (2008, 3,75%).

"Più ordinanze propone e più Bertolaso guadagna?", attacca Gasbarri.

Che con le ordinanze si sia fatto prendere un po' la mano, del resto, lo ha ammesso lo stesso sottosegretario. "Forse il ricorso ai poteri di emergenza è stato un po' eccessivo" ha detto a Panorama il 25 febbraio scorso.
 
"Purtroppo, da servitore dello Stato, ogni volta che mi hanno sottoposto un problema, io sono intervenuto. Mi sembrava il modo migliore per fare andare avanti il paese". 800 dipendenti, una rete di 1milione e 300mila volontari, ultimo bilancio 2 miliardi e 72 milioni di cui 1,2 miliardi destinati ai mutui accesi per i lavori di ricostruzione e solo 31 milioni all'attività di "previsione e prevenzione" (la ragione sociale della Protezione civile).

Uno "Stato nello Stato", lo definisce Manuele Bonaccorsi in "Potere assoluto".
Con i piedi ben piantati nei grandi eventi.
Meno sulla salvaguardia dell'ambiente.
"Se non tuteli il territorio non tuteli la vita umana, di cui sei diretto responsabile - dice ancora Antonio Crispi - .

Bisogna togliere alla Protezione civile i grandi eventi, cambiare il sistema". Quello che munge milioni allo Stato anche per un pellegrinaggio o una gara di ciclismo. "Emergenze" che per molti funzionari valgono il 30% in più dello stipendio. E altri cotillon.

Lo dice chiaro l'ordinanza per i campionati di ciclismo di Varese:
"Ai componenti della struttura commissariale", oltre all'indennità di missione, "spettano 100 ore mensili di straordinario forfaittario".
 
Jon Konneri
00domenica 14 marzo 2010 15:06
Viva Giuseppe Mazzini è la giovane Italia [SM=x1061909]
®@ffstef@n
00mercoledì 17 marzo 2010 09:08
...[ ]

I Cattolici, al catechismo insegnano che,

TUTTI gli uomini hanno gli stessi diritti a prescindere
dall’estrazione sociale e dal colore della pelle!?


Poi arrivano i leghisti VERDI PADANI che, insegnano di pulirsi il culo con il tricolore, consigliano di cambiare l’inno di Mameli con il Va pensiero e organizzano le RONDE PADANE per rimandare in Libia a calci nel culo i negri !?

..[ ]


http://www.reset-italia.net/


®@ffstef@n
00mercoledì 17 marzo 2010 11:03


Trani, l’arcivescovo corre a difendere Berlusconi


di Alessandro D'Amato


La Chiesa scende in campo (come al solito ®) nell’inchiesta che coinvolge il premier, Minzolini e Innocenzi.
Monsignor Pichierri, arcivescovo di Trani:
“Non mi sembra uno scandalo se un uomo di responsabilità pubbliche chiede maggior pluralismo

“Chiunque, specie se occupa posti di responsabilita’ nella scala sociale, ha il diritto ed anche il dovere di badare a che si seguano linee rispettose della dignita’ delle persone nella informazione, di imparzialita’ e pluralismo. Questo non mi sembra uno scandalo, tanto meno qualche cosa che va contro l’etica“:

monsignor Giovanni Battista Pichierri, arcivescovo di Trani, dice la sua sull’inchiesta di Trani che coinvolge il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, il commissario dell’AgCom Giancarlo Innocenzi e il direttore del Tg1 Augusto Minzolini, in un’intervista al sito Pontifex, famoso per riportare dichiarazioni spesso polemiche degli uomini di Chiesa.


NIENTE MERITO, SOLO METODO
- “Non entro nelle vicende giudiziarie. Ma secondo legge naturale se un uomo di responsabilita’ pubbliche richiama qualche incaricato a maggior serenita’, credo che agisca nell’esercizio delle sue prerogative e del bene comune, se segue la legge“, dice Pichierri, confondendo un po’ la vicenda: l’uomo pubblico (Berlusconi) non ha richiamato l’incaricato (Santoro) a maggiore serenità, anche perché queste sono cose che accadevano più che altro in Unione Sovietica.

Il presidente del Consiglio ha chiamato un componente di un’Autorità che vigila sulle televisioni (anche sulle sue) per dirgli di attivarsi per trovare un cavillo per far chiudere una trasmissione. (Bavaglio ®)

“Le trasmissioni televisive e in genere le informazioni devono essere orientate alla ricerca del bene comune e del progresso (Invenzioni trascendentali ®)
e dunque rispettose della dignità delle persone. (plagiate ®)

Se poi sono ideologicamente orientate o prevenute questo é un errore che va corretto. (rogo e SANTA INQUISIZIONE®) 
 
In effetti ultimamente qualche volta si é esagerato con programmi evidentemente tendenziosi dimenticando che in politica il bene non sta tutto da una parte e neanche il male“, (la verità rende liberi ®) 
ha poi continuato il Monsignore: anche qui, è difficile comprendere se il religioso auspichi un intervento divino, oppure un putsch squadrista.
(io vengo presto...e la maria è rimasta incinta®)

E I PRETI PEDOFILI? – A una domanda sul celibato dei preti, poi, Pichierri risponde parlando dei pedofili nella Chiesa:

“Se qualcuno di noi ha sbagliato compiendo crimini orrendi paghi. (EURI? ®) 
Si abbia misericordia del peccatore, ma si deve essere fermi contro il peccato, come del resto fa il Papa e trovo ridicolo che qualche bello spirito voglia fare testimoniare il pontefice. (nulla vidi, nulla saccio e niente sentii ®)

La pedofilia non ha nulla a che fare con il sacerdozio, (libero arbitrio®)
e i pedofili stanno dappertutto. (legittimati-fatti a immagine e somiglianza ®) 

Oggi si vuole attaccare la chiesa e basta“.  Amen.

<<Matteo 16-23. ®>>

®@ffstef@n
00sabato 20 marzo 2010 13:17

Fonte:
Il Dio cattolico e' il piu' bravo di tutti, mafiosi, primi ministri,assassini ne sono molto devoti.

 
Enrico De Pedis ha ricevuto una sepoltura del tutto inusuale per un comune cittadino, che risulta ancora più sorprendente trattandosi di un criminale: la sua tomba infatti si trova all'interno della
cripta della basilica di Sant'Apollinare a Roma; solo alla moglie viene consentito l'accesso.
Tale sepoltura contrasta addirittura con il
Diritto canonico, che sancisce che "Non si seppelliscano cadaveri nelle chiese, eccetto che si tratti di seppellire il Romano Pontefice oppure, nella propria chiesa, i Cardinali o i Vescovi diocesani anche emeriti." (Can. 1242)[7]
.


Una bara d'oro per il figlio del boss.

Quando la bara di Nicolò Nick Rizzuto jr. è entrata nella Chiesa di Notre Dame a Montreal, portata a spalle da otto uomini vestiti di nero, con gli occhiali scuri e il Borsalino in testa, dalla folla dei fedeli s’è levato un lungo applauso di ammirazione.

Il sacerdote dall’altare ha detto in italiano «fate largo al nostro Nick», raschiando un po’ le labbra sul microfono.


http://www.lastampa.it/redazione/cmsSezioni/esteri/201001articoli/50957girata.asp



Enrico De Pedis componente della Banda della Magliana, Nik Rizzuto jr. mafioso.


Ci credo che Silvio, la P2, mafia, camorra ed assassini vari siano tutti timorati di Dio e considerati dal Vaticano, sono gli unici garantiti che avranno l'anima salva, piu' bianca che non si puo'.

Bene, io non credo in Dio ma, dato che coltivo l'arte del dubbio, mi tengo un proposito.

Quando verra' la mia ora, mi tocco e spero il piu' tardi possibile, se caso mai mi trovassi a considerare di avere sbagliato tutto non credendo in Dio, in un Dio qualsiasi e mi trovassi di fronte a Lui, spero di avere il tempo, prima di andare all'inferno, di sputargli in un occhio.

Non venitemi a dire che Dio e' perfetto, innocente, assolto.

Se Dio esistesse avrebbe fatto morire, in nome della giustizia divina, tutti i Papi, tutti i bastardi che usano impropriamente il Suo nome, tutti i pusillanimi timorati di Dio.

Il dio potere, il dio denaro.
 
®@ffstef@n
00domenica 21 marzo 2010 18:43

Echi e orgasmi dal San Raffaele



E’ da anni e sempre più insistentemente che i Media mettono in circolazione lettere di don indignati, ne avevo letta una a metà febbraio , su Facebook, di un don che sta per esplodere come De Capitani . Si ci si avvia alle urne, a quella guerra incivile come tutte le civilissime guerre, più amate dagli italiani.

Scampanellate indignate condite da Alti Richiami all’obbedienza, come l’ultima lanciata dal capo di stato del Vaticano, Joseph Ratzinger: “Obbedienza è una parola che non piace in questo tempo, sembra una cosa servile, mentre l’autodeterminazione sarebbe la vera dimensione umana..non è cosi, la parola libertà e l’obbedienza vanno insieme: solo essendo conformi alla volontà di Dio non siamo alienati, al contrario lo siamo se cadiamo nel vuoto distaccandoci da Lui..la vera libertà è nella perfetta obbedienza”.

Parlo di quei campanacci soft, che si chiamano sempre con davanti il don, anche se ce ne sono di buonissimi e di strada, costellata a sinistra,quella dell’opposizione, che continua la campagna della Legittimazione sancita in alte uniformi, dalle piu alte cariche dello stato e papaline rosse come per l’anniversario dei Patti Lateranensi, che campano in sintonia perfetta con Napolitano.

Avevo messo da parte una segnalazione di un articolo di Dagospia che è a pagamento, si avete letto bene, andai allora all’ articolo leggibilissimo e di un grosso quotidiano a cui si richiama il Dago,  Fazio e la villa d’oro  scritto da Marco Lillo, per l’Antefatto il 12 gennaio, sottotitolo Dieci milioni per l’acquisto di un immobile di Don Verzé messi a disposizione dal ministro.

L’articolo come altri che menziono, può essere letto integralmente.

Altro non è che la dimostrazione di “Una serie di collusioni fra Luigi Verzé e un rappresentante del SISMI, Pio Pompa…riscontrate all’interno di un’indagine giudiziaria a carico di quest’ultimo e Nicolò Pollari.

Dalle carte risulta che Pompa teneva costantemente al corrente Verzé di quanto accadeva in ambito politico ed istituzionale, affinché Verzé stesso potesse sfruttare le suddette informazioni in modo da ottenere particolari vantaggi per le sue attività
imprenditoriali.”

Don Verzè, meglio detto, Luigi Maria Verzè, nato a Illasi il 14 marzo 1920, imprenditore, sacerdote della diocesi di Verona e accademico italiano, fondatore dell’Ospedale San Raffaele, presidente della Fondazione Centro San Raffaele del Monte Tabor e attuale rettore dell’Università Vita-Salute San Raffaele.

Precisavo per l’Orgasmo del San Raffaele scritto da me il 5 luglio 2008 che l’ospedale San Raffaele Resnati, accreditato nel 1999 come Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico (I.R.C.C.S.), fu fondato nel 1969 da don Luigi Maria Verzé, che ne è tuttora presidente. L’ inno ufficiale dell’ospedale è la canzone “Angelo Raffaele”, scritta e incisa da Al Bano Carrisi,  amico del don Luigi Maria Verzé, che scrisse al momento della nascita dell’Ospedale: « Carissimi, voi siete ospiti del San Raffaele, Tempio della Medicina e della Sofferenza. Siate Benedetti! ».

Inizia l’articolo così: “Non è più possibile girarsi dall’altra parte.
La magistratura romana e il Copasir, il Comitato di controllo dei servizi segreti devono accendere un faro sugli affari del Sismi con i “raffaeliani”, gli uomini di don Luigi Verzé che hanno scalato le istituzioni.
 
Personaggi come l’ex funzionario del Sismi Pio Pompa, che dopo aver servito per anni la causa del prete-manager ha continuato a lavorare per il sacerdote amico di Berlusconi anche dagli uffici del servizio segreto militare diretto allora da Nicolò Pollari.

Ma anche ministri come Ferruccio Fazio, che a don Verzé deve molto, e ha firmato nel 2009 un decreto che ha permesso al suo ex datore di lavoro di incassare 9 milioni di euro….

Il San Raffaele aveva comprato nel 1994 due complessi residenziali a Mostacciano.

Uno più grande composto di due villini è stato affittato al Sismi di Pollari nel dicembre 2001 per farne la sede segreta della divisione economica del servizio. Il canone di 10 milioni di vecchie lire mensili non è esorbitante ma si spiega nell’ottica (dichiarata da Pompa in un appunto scritto a don Verzé) di una cooperazione tra i “raffaeliani” e i “Pollariani” per sviluppare il business del San Raffaele.

Poi c’era una seconda villa, più “piccola” (ma comunque dotata oggi – dopo la ristrutturazione – di 24,5 vani catastali su quattro livelli con parco e piscina) che è stata ceduta dallo stesso San Raffaele nel luglio 2005 a Pollari e alla moglie, privatamente, per 500 mila euro, meno della metà del prezzo di acquisto.

Ora Il Fatto Quotidiano ha scoperto anche cosa hanno fatto i “raffaeliani” della villa più grande, quella affittata al Sismi dal 2001 al 2007. Il 21 luglio del 2009 il San Raffaele ha venduto i tre villini all’IFO, l’ente regionale che gestisce l’ospedale Regina Elena che si trova lì accanto. Il prezzo è di 9 milioni più imposte… Villa Pollari dal 1995 al 2005 dimezza il suo valore.

Quella dell’Ifo comprata con i soldi pubblici invece lo raddoppia dal 1994 al 2009.

Questa storia dovrebbe esser chiarita dalle autorità anche perché è densa di conflitti di interessi per i troppi raffaeliani coinvolti.I milioni pubblici per comprare la villa più grande di don Verzé sono stati messi a disposizione dal ministero della salute con un decreto firmato nel marzo scorso dall’attuale ministro Ferruccio Fazio,che è un “raffaeliano” di ferro.

Quando è stato nominato nel 2008 a capo della Sanità (prima sottosegretario e ora ministro) era direttore dei servizi di medicina nucleare e di radioterapia al San Raffaele di Milano, presidente del Consorzio del Laboratorio del San Raffaele di Cefalù.Socio della Tecnodim che ha sede nel San Raffaele e si occupa di progettare reparti avanzati (anche nel settore della tomografia).

Il ministero precisa che “l’iter amministrativo per l’acquisto delle villette era cominciato nel 2004 con un decreto ministeriale che stanziava 7,2 milioni di euro per ‘acquisto immobili e terreni confinanti con l’Ifo per funzioni di supporto all’attività ospedaliera del San Gallicano’”.



La storia apparentemente complicata, nei fatti solo un’infame storiaccia di soldi e affari loschi, in strutture per malati, spesso terminali, continua così:” Spiegano al ministero della Salute che la rimodulazione del finanziamento è stata chiesta dal direttore generale dell’Ifo, Francesco Bevere, nominato da Piero Marrazzo.

Quanto al prezzo pagato: “nella documentazione trasmesa dall’Ifo è citata la perizia dell’Agenzia del Territorio di Roma del 13 gennaio 2009 che giudica congruo il prezzo di 9 milioni”...il 26 marzo del 2009 il sottosegretario Ferruccio Fazio ha stanziato 10 milioni e 260 mila euro (poi utilizzati al 95 per cento) per pagare due ville al suo ex datore di lavoro.

Pompa, preveggente, scriveva a don Verzé nell’estate del 2001, per convincere il prete amico di Berlusconi a perorare la nomina dell’amico Pollari a capo del Sismi.
“Caro Presidente, Le invio un report inerente le iniziative sulle quali potremo intervenire, con maggiore e puntuale efficacia, immediatamente dopo la nomina dell’amico N.”



Senza andare a fare dietrologie complottistiche si legge in chiaro che costui, il don, conobbe Silvio Berlusconi, all’epoca imprenditore e proprietario di Edilnord, da cui “il sacerdote” aveva acquistato un terreno di 46 mila metri quadri – con l’idea di costruire quello che sarebbe poi diventato il “San Raffaele” – vicino all’area che sarebbe poi diventata “Milano 2″, il complesso residenziale realizzato poi da Berlusconi

Intanto il 4 gennaio Germano Milite aveva scritto Appalto per bouvette e mensa affidato alla Gemeaz. Un socio di Don Luigi Verzè vince la gara d’appalto per il ristorante del Senato..

Un affare che frutterà alla Gemeaz quasi 12 milioni di euro (la Ladisa sarebbe costata circa un milione in meno) e che và ad aggiungersi all’altro appalto da 280 milioni sonanti vinto dalla ditta sempre nel mese di dicembre e collegato alla gestione delle mense delle FS.


“ Finendo poi a Sud, in Puglia, arriva l’altro titolo: Taranto, ospedale privato di don Verzé coi soldi pubblici.
E’ l’8 gennaio 2010 e lo scrive Cesare Bechis.
Dulcis in fundo “ Anche Vendola in soccorso dei preti San Raffaele, tutto pronto per l’accordo Ma Sinistra radicale e Pd sono contrari – Corriere del Mezzogiorno e stavolta la firma è un generico Redazione il Corriere.it del Sud

TARANTO -Rimangono inalterate superfici e volumetrie. Fintecna, in base alla delibera che il Consiglio comunale è chiamato ad approvare lunedì, realizzerà a proprie spese nella zona detta “emiciclo” in via Nenni un’area a verde attrezzato del valore di 425 mila euro come opera di riqualificazione di una zona degradata.

La delibera fissa, inoltre, due punti irrinunciabili per il Comune.
Uno, l’amministrazione si impegna a variare gli strumenti urbanistici sul Paolo sesto però l’area occupata oggi dall’ospedale Santissima Annunziata, al centro della città, resta destinata a distretto socio-sanitario o a residenze per anziani, dotandola anche di verde e parcheggi pubblici;
due, nel caso in cui il “San Raffaele del Mediterraneo” non dovesse più essere realizzato il Comune conserverà la titolarità dell’area ceduta da Fintecna al Paolo sesto.
Si tratta, in totale, di 32 ettari.
Dodici sono destinati al polo scientifico- tecnologico che sorgerà, con finanziamento di Srea Vasta, di fronte al Politecnico;
venti servono al San Raffaele e sono nell’area adiacente alla Cittadella della carità.

La delibera delega, infine, il sindaco Stefàno a sottoscrivere l’accordo con Fintecna e il successivo accordo di programma tra Regione, Comune, Asl, Fondazione San Raffaele.

Tutta la vicenda, e gli accordi che presuppone prima di arrivare al via libera definitivo, è stata sin dall’inizio criticata da Rifondazione, Pdci, Verdi e Pdl.
 
Alle ragioni di natura tecnico-sanitaria, le varianti urbanistiche, l’operazione immobiliare, un ospedale privato pagato dai soldi pubblici, i criteri di nomina dell’amministratore unico del nuovo ospedale, si sono aggiunte strada facendo anche le questioni più strettamente politiche legate alle prossime elezioni regionali.

L’operazione San Raffaele ha avuto la benedizione del presidente uscente Vendola e poi del sindaco Stefàno.
Oggi i rapporti con la sinistra radicale non sono più idilliaci come un anno fa mentre il pdl ha sempre contestato l’intera operazione.
Cesare Bechis, 8 gennaio 2010

E la Redazione del Corriere.it del Sud il 16/02/2010 titola: Regionali. Don Verzè grande sponsor di Vendola: «Vengo in Puglia perchè terra di un sant’uomo come Motolese – dice don Verzè – e per trovare un amico: Vendola. Che è persona trasparente, emerge per quello che è, non per quello che vorrebbe apparire. Questo gli da entusiasmo. Nichi, fossero come te tutti i politici. Non dovrei parlare di politica ma ve lo confesso: Silvio Berlusconi è entusiasta di Vendola».
 
A dirlo don Luigi Verzè, il Presidente del San Raffaele di Milano, in occasione della conferenza stampa di presentazione a Taranto del San Raffaele 2, il più grande ospedale oncologico pediatrico di tutto il Mediterraneo.”


E’ in allarme il porporato, con Bagnasco in testa
.
Sono tornata dopo otto giorni da Marsiglia, non ce la faccio a commentare le notizie mai lette e ora appena guardate.

Certe campane hanno sfondato non solo i timpani e non si può spiegare a chi vive fuori dall’Italia:va vissuto quest’ inferno, queste maledizioni del potere politico…”le radici della malattia”.

Chi vuole ci si curi con tanta medicina benedetta, la medicina di Dio…. voti, ex voti.


Doriana Goracci

Salvatore Viglia - politicamentecorretto 20/3/2010


STRAPPATE
BRUCIATE
LE SCHEDE
ELETTORALI
®@ffstef@n
00martedì 23 marzo 2010 14:26

Fonte:
Le disgustose sinergie tra
il clero e il puttaniere



 La Chiesa cattolica, pur travolta dallo scandalo pedofilia, ha dato una chiara indicazione di voto per il partito di quello che la moglie ha pubblicamente accusato di frequentare minorenni, accusa peraltro confermata da almeno una delle minorenni.

Quello che va con le minorenni ha sentitamente ringraziato e ha dato la sua solidarietà al Papa sotto scacco,
affermando che la lettera di mezze scuse con la quale ha fatto infuriare gli irlandesi "e' solo l'ultimo esempio di questo suo grande carisma", che il Papa impiega per difendere la Chiesa da chi la vorrebbe distruggere.


Il solito osceno balletto, con il quale due poteri con grosse responsabilità e colpe si sostengono a vicenda e si atteggiano a vittime, colmando con l'arroganza e la sfacciataggine la mancanza di argomenti utili a deflettere accuse pesantissime.


Peccato che proprio ieri il capo della conferenza episcopale tedesca abbia
ammesso che il Vaticano sapeva delle gesta dei preti pedofili e ha insabbiato per anni.

In un sermoncino durante una conferenza stampa, monsignor Bagnasco
ha dichiarato che  è il no all'aborto è "uno dei valori -non negoziabili- in base al quale i cattolici devono votare nelle prossime regionali".

Una chiara indicazione di voto che non c'entra neppure con le elezioni regionali, visto che le regioni non hanno potestà in materia. Un doppio inganno, visto che nella realtà nemmeno all'interno del PDL esiste una maggioranza disposta ad immolarsi contro l'aborto.



Si tratta solo del perfezionamento di un do ut des che ha compreso anche una parte della torta degli stanziamenti per il terremoto de L'Aquila, soldi alle scuole private sottratti a quella pubblica e il rinnovo dell'esenzione dall'ICI per gli immobili della chiesa.
Dopo l'aggressione squadrista a Boffo l'accordo tra i due poteri è stato trovato a spese dei contribuenti italiani, come sempre Berlusconi ha fatto la mossa dell'uomo ricco con i soldi degli altri.

Quella di Bagnasco è una clamorosa ingerenza nella politica italiana, un'uscita alla disperata che getta una chiara luce sulla complicità tra il centrodestra del puttaniere e la Chiesa che ha protetto i preti pedofili e ora rifiuta di pagar dazio, evitando di assumersi responsabilità ormai evidenti a tutti.

Scuse pietose senza alcuna assunzione di responsabilità quelle di Ratzinger e non è andata meglio a quei porporati che hanno provato a esercitarsi con ipotesi di complotti o dando la colpa all'omosessualità.


Responsabilità gravi, perché si parla di un fenomeno che ha mietuto migliaia di vittime tra i bambini in giro per il mondo, ovunque ci fossero preti o suore con la responsabilità di educare dei minori.

Vittime violentate attraverso i decenni, se non i secoli, e orchi in tonaca protetti dai superiori e dalla Chiesa di Roma, l'ultimo scandalo di omertosa protezione di un prete pedofilo è cosa di pochi giorni fa, nella vicina Bologna, e ancora
la curia locale si batte fieramente per difendere il prete già condannato.

Non stupisce nemmeno il plauso di Gasparri a Bagnasco.
Feroce con il questore di Roma al quale ha dato dell'ubriaco per aver smentito il fantascientifico milione di intervenuti alla manifestazione per Silvio, untuoso e servile con le tonache complici dei pedofili, se uno non ha una dignità è difficile che riesca a darsela in occasioni del genere.



Manca meno di una settimana alle elezioni e già siamo arrivati ai toni da crociata, anche se è difficile credere che iniziative come queste possano servire a portare al voto gli elettori del centrodestra, scioccati dall'inarrestabile catena di arresti e di orrori emersi dalle indagini negli ultimi mesi o quelli dei cattolici timorati di Dio.

Difficile anche credere che qualcuno possa votare Berlusconi perchè dal palco ha gridato che sconfiggerà il cancro, verrebbe semmai da ritenere il contrario, ma in un paese nel quale tutta la classe dirigente, dai politici, agli industriali fino ai vertici della Chiesa cattolica, sguazza in una tale miseria morale, non si può davvero escludere nulla.



Bonus Game

Chi si fosse innervosito con la lettura può rilassarsi giocando a "Operazione pretofilia", un edu-game di Molleindustria sul tema, che è sopravvissuto al tentativo di censura da parte dei soli noti.
 
®@ffstef@n
00domenica 18 aprile 2010 20:09
®@ffstef@n
00domenica 18 aprile 2010 20:47

Fonte:
Un dio ad-personam per Silvio Berlusconi

 

 



Prendete e mangiatene tutti, disse una sera Gesù Cristo. La chiesa, con apposito Decreto Interpretativo, riformulava successivamente per impedire categoricamente ai divorziati risposati di fare la comunione. 
Così è, se vi pare, per chiunque sia caduto nel peccato mortale, avendo divorziato ed essendosi successivamente risposato.


 Silvio Berlusconi ha sposato Carla Elvira Lucia Dall'Oglio nel 1965 e in seconde nozze, nel 1990, Miriam Bartolini - in arte Veronica Lario -, dopo averla tra l'altro scritturata per il ruolo di amante dal 1980 al 1985, quando finalmente divorziò dalla Dall'Oglio.

 Dev'essere quindi un dio ad-personam quello che, sabato, gli ha concesso il privilegio di ricevere la comunione, ai funerali di Raimondo Vianello, in barba alla rigida ortodossia di papa Ratzinger, per il quale vige la norma ferrea che "
solo i puri possono ricevere la comunione". Basti pensare che ai fedeli comuni che siano incorsi nello stesso peccato è vietato persino fare il padrino o la madrina di una nipotina o cantare nel coro della chiesa.

 Leggi ad-personam, reati ad-personam, parlamentari ad-personam, ora anche un dio ad-personam.
 
A quando un carcere ad-personam?
parliamonepino
00domenica 18 aprile 2010 21:06
Si sono dimenticati di mettere le due monete negli occhi per pagare Caronte, il traghettatore del fiume Acheronte, trasportava le anime verso il regno dei morti.

“Ed ecco verso noi venir per nave
un vecchio, bianco per antico pelo,
gridando: “Guai a voi, anime prave!”

E ‘l duca lui: “Caron, non ti crucciare:
vuolsi così colà dove si puote
ciò che si vuole, e più non dimandare”

(Dante, La Divina Commedia)





®@ffstef@n
00lunedì 3 maggio 2010 00:46

Cricca continua: quelle case d'oro agli amici del Salaria Club


Per i pm era il prezzo che l'imprenditore pagava a politici
e finanzieri - Al centro delle verifiche i passaggi di soldi e le finanziarie legate al centro sportivo (e salta fuori anche un "incarico" alla moglie di Scajola come "esperta d'arte")




(di Corrado Zunino - Repubblica/Roma)



I nuovi filoni dell'inchiesta sulla Protezione Civile confermano che Roma è il centro della ragnatela di corruzione intessuta dalla cricca Anemone.

Sono quattro gli immobili comprati a "personaggi sensibili" con i soldi del gruppo edile.

Innanzitutto "casa Scajola", acquistata dal ministro dell'Industria in via Fagutale: nove vani e mezzo con vista Colosseo
, Lory Del Santo vicina d'attico e Raoul Bova sulla stessa colonna.

L'ampio appartamento sarebbe costato 1,7 miliardi. Novecentomila euro, secondo la Procura di Perugia, sono provviste del costruttore Anemone girate ai venditori dall'architetto Angelo Zampolini, l'uomo della contabilità in nero.

Poi, le due case acquistate da Diego Anemone per i figli del generale della Finanza Francesco Pittorru. La prima, affaccio su via Merulana, sarebbe costata 285 mila euro.

La seconda, in via Poliziano, una traversa, 529 mila euro. In entrambi i casi metà del prezzo sarebbe stato versato in nero. Poi c'è l'appartamento in via della Pigna per Lorenzo Balducci, attore, figlio del presidente del Consiglio superiore dei Lavori pubblici.

L'immobile, vicino a Largo Argentina, è costato 435 mila euro. Li avrebbe versati, dicono i pm, Anemone attraverso il solito Zampolini.

Per comprendere le reciproche utilità tra il ministro Scajola e il costruttore, gli investigatori hanno ripreso in mano la storia del palazzo della Propaganda Fide in piazza di Spagna del Vaticano, che Angelo Balducci voleva far ristrutturare dalla Protezione Civile. Monsignor Crescenzio Sepe si adoperò per far entrare nel comitato scientifico della Fondazione, come esperta d'arte, la moglie del ministro Scajola.

Tra l'altro, agli atti dei pm di Perugia c'è una lettera inviata dagli uffici del ministero dell'Industria alla polizia tributaria: chiedevano notizie sulle irregolarità "eventualmente accertate a carico di Stube e Fidear". Sono le due fiduciarie alla base del Salaria Sport Village di Settebagni, riconducibili a Diego Anemone e Filippo Balducci, l'altro figlio dell'alto funzionario arrestato.
 


Se l'italia non fosse una nazione di imbecilli
che si rinchiudono all'asinara..
quegl'imbecilli avrebbero già preparato le forche

 
parliamonepino
00lunedì 3 maggio 2010 07:43
Una volta queste cose non si sapevano ed i corrotti la passavano liscia.

Oggi le cose si sanno ed i corrotti continuano a passarla liscia.

In che mondo viviamo se chi opera il bene si trova nei guai e chi opera il male gode nel benessere?

[SM=g27993]

®@ffstef@n
00lunedì 3 maggio 2010 16:35
                                     

DON BANCOMAT
– ERA UN SACERDOTE DI 83 ANNI LA BANCA OCCULTA DEL ’SISTEMA ANEMONE’ – PER I PM DON BIASINI CUSTODIVA PER L’IMPRENDITORE CONTANTI E CONTI CORRENTI “CIFRATI” - SORGE SPONTANEO IL DUBBIO:
DIETRO, BALDUCCI-ANEMONE, CI SONO PER CASO GLI INTERESSI DELLA SANTA SEDE CHE METTEVA A DISPOSIZIONE IL DENARO PER ACQUISIRE CASE DA GIRARE A CHI CONTA?...


Gian Marco Chiocci e Massimo Malpica per "Il Giornale"

Nel «sistema Anemone», quello messo in piedi dal giovane imprenditore romano per conquistarsi una posizione di privilegio nel circo dei appalti milionari per grandi eventi e grandi opere, la circolazione del denaro era ovviamente un ingranaggio decisivo. Gli accertamenti delle Fiamme gialle di cui si parla in questi giorni - per intenderci, quelli relativi agli appartamenti che secondo i magistrati di Perugia Diego Anemone avrebbe acquistato nell'interesse del ministro Scajola e dello 007 Pittorru - mostrano una modalità di operazioni di «copertura».A dar retta ai pm umbri, dunque, Anemone si sarebbe appoggiato a due professionisti - il commercialista Stefano Gazzani e l'architetto Angelo Zampolini - come «riciclatori del denaro provento dei delitti contro la pubblica amministrazione» e «come soggetti intermediari per la dazione del denaro oggetto della corruzione».Un filone ancora tutto da accertare. Ma, soprattutto, solo uno dei vari meccanismi che l'imprenditore avrebbe perfezionato per «nascondere» i flussi finanziari. E la parte dei fondi neri da utilizzare per le spese correnti non ufficiali, a cominciare dalle mazzette.


CASSA CONTINUA NEL NOME DEL SIGNORE... ANEMONE...

Tra gli altri, infatti, c'è la «banca in clergyman» che, secondo gli inquirenti, risponde al nome di don Evaldo Biasini. Il religioso ciociaro di 83 anni, economo della Congregazione dei missionari del Preziosissimo sangue, aveva infatti con Anemone un legame decisamente insolito.
Tanto da guadagnarsi tra gli investigatori l'appellativo di «don Bancomat».

In pratica il prete avrebbe custodito somme sia in contanti sia nei conti correnti intestati a lui o alla congregazione che appartenevano di fatto ad Anemone. Che poteva quindi contare su una fonte di prelievo «sicura» e irrintracciabile, con un giro di denaro valutato in circa 4 milioni di euro. Di questi «sottoconti», don Evaldo teneva meticolosi rendiconti contabili su cui registrava movimenti di dare e avere con il facoltoso amico.

     
      
DON EVALDO BIASINI


SOTTOCONTI CRIPTATI: «DANE» E «MANNEO E»...

Il religioso sarebbe arrivato, a fine anno, a riconoscere ad Anemone un interesse sulle somme informalmente «depositate» sui conti in subaffitto. Conti che don Bancomat «cifrava» chiamandoli con nomi come «Ad» (iniziali di Anemone) «Dane» (acronimo di Diego Anemone) o «Manneo E» (anagramma del cognome dell'imprenditore). È la perquisizione nei confronti del religioso a scoprire le carte, altrimenti inaccessibili persino agli accertamenti bancari più accorti e minuziosi.

A incastrare il sodalizio tra i due era stata la rete di intercettazioni telefoniche lanciata dagli investigatori per svelare i rapporti tra l'imprenditore e la «cricca» della Ferratella. E a far incuriosire gli inquirenti, in particolare, è la richiesta di denaro contante che Anemone rivolge a don Evaldo mentre viene intercettato, il giorno prima di un incontro (mai riscontrato dai carabinieri del Ros) con il capo della Protezione civile Guido Bertolaso. Gli uomini dell'Arma ritengono che Anemone voglia una «mazzetta» da recapitare a mister emergenza. Non ne trovano traccia, ma in compenso risalgono a una fitta serie di contatti tra l'imprenditore e il sacerdote, che sembrano sempre finalizzati a prelievi di somme.



OFFERTE PER L'AFRICA E PER L'AMICO DIEGO...

Si parla di una «cassaforte», e salta fuori una somma - «cinquantamila» - destinata all'«Africa», che don Evaldo però è disposto a concedere all'amico Diego. Quando a febbraio viene interrogato dai carabinieri, proprio l'economo in clergyman chiarisce che sì, si trattava di 50mila euro raccolti con le offerte per i bambini aiutati dalle missioni in Africa. «Li avrei dati ad Anemone - spiega don Evaldo - con l'accordo che me li avrebbe restituiti prima di partire per l'Africa, oppure li avrei detratti dal suo deposito fiduciario di cui vi ho fornito il rendiconto».

C'è da dire che non sono solo i soldi a legare i due. L'impresa di Anemone, infatti, si occupa anche di una serie di lavori di ristrutturazioni per edifici di proprietà della congregazione del Preziosissimo sangue.
In parte «certificati» dall'emissione di fatture, in parte, invece, lasciati scoperti. L'idea degli inquirenti è che l'imprenditore non si facesse pagare tutto, creando un «fondo» a cui poi attingere, e che talvolta rimpinguava direttamente con versamenti in contanti, che con i lavori non avrebbero nulla a che vedere.

«ENTRATE» E «USCITE» LE CIFRE SEGRETE SUL C/C...

Quanto ai rendiconti, quelli in cui il nome di Anemone viene ingenuamente «cifrato» dal religioso, l'ultimo (quello intestato a «Manneo E») arriva a certificare i movimenti fino al 31 dicembre dell'anno scorso.
E riporta un saldo attivo per l'imprenditore di quasi mezzo milione, 475.410,48 euro, per la precisione.

Per capire la frequenza delle «operazioni», basta scorrere la lista movimenti relativa al 2008.
L'anno inizia con l'apertura del conto per un controvalore di 183mila euro.
Poi, in primavera, il denaro si muove vorticosamente. Il 19 marzo Anemone deposita 158mila euro.
Il 7 aprile 99mila. Il 9 aprile altri 61mila.
L'11 dello stesso mese ancora 36mila.


Quindi partono i prelievi. Trentacinquemila euro «cash» il 23 aprile, 50mila sempre in contanti una settimana dopo. Il 7 maggio altro prelievo per 15mila euro, otto giorni più tardi passa la segretaria di Anemone, Alida, e va via con 20mila euro in tasca. Due giorni dopo sempre Alida ritira 30mila euro, e altri 50mila euro tornano ad Anemone il 26 maggio. Alla fine dell'anno, don Bancomat annota zelante anche l'ammontare degli interessi, pari a 7.553,74 euro. Che Anemone «ritira x bambini Africa cash».
 Insomma, c'è persino spazio per la beneficenza.

Tornando alla cassaforte, gli uomini del ros ci trovano una sorpresa. Una serie di assegni circolari intestati a una certa «A. S.», figlia di un italiano e una finlandese, che i carabinieri annotano essere «emigrata dal 10.7.2009». In realtà gli investigatori sospettano che quei titoli di credito siano legati a una visita che don Bancomat aveva ricevuto il 21 gennaio 2010 nella sede della congregazione.


ASSEGNI PER 300MILA EURO DA DELLA GIOVAMPAOLA...

Quel giorno Anemone aveva portato con sé Mauro Della Giovampaola, il funzionario di via della Ferratella. E don Evaldo racconta al ros che Della Giovampaola «gli ha consegnato assegni circolari per un importo di circa 300mila euro, in parte successivamente versati sul conto n. 1562 della Banca (intestato alla congregazione, ndr), e in parte ancora custoditi all'interno della cassaforte presso la sede della congregazione».


Il giorno dopo la perquisizione è lo stesso don Evaldo che, ormai pienamente collaborante, avvisa gli inquirenti di aver trovato altri dieci assegni circolari, per circa 120mila euro di controvalore, sempre appartenenti al «pacchetto» di Della Giovampaola, non ancora depositati da un suo assistente.


Forse, ritengono gli investigatori, anche il collega di Balducci voleva aprire un conto nella privatissima banca «inventata» da Anemone.
    

                                                                    



CARCERE A VITA
®@ffstef@n
00lunedì 3 maggio 2010 16:49
 BOMBAROLO DECIMO SESTO














BOMBAROLO DECIMO SESTO

SVEGLIA CHE L'ASSUNTA

HA FATTO GLI GNOCCHI CON IL.....
       PREZIOSISSIMO
           SANGUE
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