IL MORALISMO SI TRADUCE IN DUE SINTOMI GRAVI

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parliamonepino
00martedì 8 luglio 2008 21:23

La corruzione della moralità - oggi particolarmente in voga - si chiama moralismo. Il moralismo è la scelta unilaterale dei valori per avallare la propria visione delle cose. Normalmente gli uomini capiscono che, senza un certo ordine, non si può concepire la vita, il reale, l'esistere. Ma come definiscono quest'ordine? Considerando la realtà secondo i vari punti di vista da cui partono, la descrivono nei suoi dinamismi stabili e mettono in fila un seguito di principi e di leggi, adempiendo i quali sono persuasi che l'ordine si crei. Ecco allora che si scandiscono, in ogni epoca, le varie proposizioni analitiche in cui la riflessione distende le sue pretese: “Bisogna fare così e così”. I farisei definivano l'ordine con un numero quasi infinito di leggi: da un certo punto di vista il fariseo è l'uomo affezionato all'ordine, il difensore della morale intesa come quell'ordine affermato e delineato, in quanto possibile all'uomo, secondo tutti i suoi dettagli.


Il moralismo si traduce in due sintomi gravi. Il primo è, appunto, il fariseismo. Nessuno è più antievangelico di chi si considera onesto, perchè non ha più bisogno di Cristo. Il fariseo vive senza tensione, perchè stabilisce lui stesso la misura del giusto e la identifica con ciò che crede di poter fare. Come contraccolpo, egli usa la violenza contro chi non è come lui.

Il secondo sintomo perciò è la facilità alla calunnia. Da un lato, dunque, giustificazione per se stessi. Dall'altro, odio e condanna del prossimo.

Nel Regno di Dio non c'è nessuna misura, nessun metro. “Nessuno giudichi, perchè Dio solo giudica”. San Paolo dice anche: “Io non giudico nessuno, neanche me stesso”. Solo Dio misura tutti i fattori dell'uomo che agisce e la sua misura è oltre ogni misura: si chiama misericordia, qualcosa per noi di ultimamente incomprensibile. Come l'uomo Gesù che ha detto di coloro che lo uccidevano: “Padre, perdona loro perchè non sanno quello che fanno”: sull'infinitesimo margine della loro ignoranza Cristo costruiva la loro difesa. La nostra imitazione di Lui è nello spazio della misericordia.
Per questo la moralità è una tensione di ripresa continua. Come un bambino che impara a camminare: cade dieci volte, ma tende a sua madre, si rialza e tende. Il male non ci ferma: possiamo cadere mille volte, ma il male non ci definisce, come invece definisce la mentalità mondana, per cui alla fine gli uomini giustificano quello che non riescono a non fare.

Luigi Giussani
***************************************

"Quest'uomo ingiuriava Cristo in mia presenza con i più bassi insulti,

e tuttavia non è mai stato capace

di mettere a confronto con Cristo se stesso

e tutti i progressisti di questo mondo.

Non è mai stato capace di accorgersi quanto c'era in lui stesso

di meschino amor proprio, di odio, d'insofferenza,

d'irritabilità, di volgarità, ma soprattutto di amor proprio.

Insultando Cristo, lui non si è chiesto: ma cosa metteremo al suo posto?

Non possiamo mica metterci noi stessi, che siamo così spregevoli."

Fëdor Michailovic Dostoevskij

www.karamazov.it/moralismo_morale.htm








pyccolo
00martedì 8 luglio 2008 22:28
Re:




San Paolo dice anche: “Io non giudico nessuno, neanche me stesso”.



San Paolo in 1 Cor. 5:3 :

" Quanto a me, assente di persona ma presente in spirito, ho già giudicato, come se fossi presente, colui che ha commesso un tale atto."


®@ffstef@n
00martedì 8 luglio 2008 23:13
CI SONO MORALI E DETTAMI CHE PROBABILMENTE CI SONO STATI ERRONEAMENTE
INSEGNATI E DA CUI NON SI PUO' PRESCINDERE
E DINANZI A CHI NON CONSIDERA VALIDO ALCUN VALORE INSEGNATOGLI DURANTE LA SUA ESISTENZA IO SON CAPACE DI PROSTRARMI E DA FARGLI DA SCHIAVO
MA SE CHIUNQUE DI NOI HA NELLA SUA MORALE DI CRESCITA UN'IDEALE DA DIFENDERE
CREDO CHE ABBIA ANCHE IL CORAGGIO DI FARSI SALTARE IN ARIA
PUR DA DIFENDERLO

EFFETTIVAMENTE BISOGNA PONDERARE E MISURARE SE TANTO
NON SFOCIA IN FANATISMO E/O SOLO APPARENZA CONTRAPPONENDOLO A COLUI CHE E' REALMENTE CONVINTO (ANCHE SE DI UN SOLO VALORE E ANCHE SE ERRATO)
SA METTERE A RIPROVA DELLA SUA CONVINZIONE
SUL QUEL PIATTO DI BILANCIA LA SUA STESSA ESISTENZA
Paxuxu
00martedì 8 luglio 2008 23:15
Quindi, dai vostri scritti, anche chi difende od attacca i governanti di questa Repubblica, sono moralisti?

Allora, ci possiamo mettere anche i fedeli delle varie religioni e gli atei?

E che dire, di coloro che ammazzano i Miei Fratelli Animali? Anche LORO sono moralisti?


Paxuxu



parliamonepino
00martedì 8 luglio 2008 23:22
Re: Re:
pyccolo, 08/07/2008 22.28:





San Paolo dice anche: “Io non giudico nessuno, neanche me stesso”.



San Paolo in 1 Cor. 5:3 :

" Quanto a me, assente di persona ma presente in spirito, ho già giudicato, come se fossi presente, colui che ha commesso un tale atto."





Naturalmente c'è una situazione contestuale. In I Cor.4:3 Paolo come uno degli amministratori della fede, sebbene con una relativa autonomia, fa capire che anche lui è al servizio di Dio.

Al capitolo 5 verso terzo giudica un caso come amministratore dei beni di Dio, e non i beni suoi.





pyccolo
00mercoledì 9 luglio 2008 11:06
Re: Re: Re:
parliamonepino, 08/07/2008 23.22:



Naturalmente c'è una situazione contestuale. In I Cor.4:3 Paolo come uno degli amministratori della fede, sebbene con una relativa autonomia, fa capire che anche lui è al servizio di Dio.

Al capitolo 5 verso terzo giudica un caso come amministratore dei beni di Dio, e non i beni suoi.




-----------------
Giovanni 12:47
E se uno ode le mie parole e non le osserva, io non lo giudico; perché io non son venuto a giudicare il mondo, ma a salvare il mondo.

Matteo 7:1
«Non giudicate, affinché non siate giudicati;

Matteo 7:2
perché con il giudizio con il quale giudicate, sarete giudicati;

Giovanni 8:15
Voi giudicate secondo la carne; io non giudico nessuno.
----------------


E se pensassi che Paolo in 1Cor. 4:3 rammenta che, secondo Cristo, non deve giudicare nessuno e poi lo dimentica?

Nei vangeli, alla parola giudicare, provare per credere, si vieta espressamente di giudicare al presente, rinviando il giudizio al futuro per mano divina.

Se poi vogliamo far dire a Cristo una cosa ed a Paolo il contrario allora è vero, come dice Sonny e non solo, che ai testi sacri si può fare dire tutto ed il contrario di tutto.

Le interpretazioni sono sempre pericolose e fortemente inattendibili ... sono l'arma dei capi religiosi per far dire e poi ritrattarsi per poi dire in altra maniera.
Sanno che non avendo più oggi la possibilità di manipolare, omettere, aggiungere, modificare etc. l'unica arma possibile è l'interpretazione.
Ognuno, dicono, deve fare il suo mestiere ... a loro spetta interpretare ... capisci?

Poichè i vangeli vietano all'uomo espressamente di giudicare, mi chiedo su che cosa si fonda la scomunica, che richiede un giudizio ed una condanna. [SM=x1061927] [SM=x1061977]


Pyccolo






parliamonepino
00mercoledì 9 luglio 2008 11:38
Re: Re: Re: Re:
pyccolo, 09/07/2008 11.06:



-----------------
Giovanni 12:47
E se uno ode le mie parole e non le osserva, io non lo giudico; perché io non son venuto a giudicare il mondo, ma a salvare il mondo.

Matteo 7:1
«Non giudicate, affinché non siate giudicati;

Matteo 7:2
perché con il giudizio con il quale giudicate, sarete giudicati;

Giovanni 8:15
Voi giudicate secondo la carne; io non giudico nessuno.
----------------


E se pensassi che Paolo in 1Cor. 4:3 rammenta che, secondo Cristo, non deve giudicare nessuno e poi lo dimentica?

Nei vangeli, alla parola giudicare, provare per credere, si vieta espressamente di giudicare al presente, rinviando il giudizio al futuro per mano divina.

Se poi vogliamo far dire a Cristo una cosa ed a Paolo il contrario allora è vero, come dice Sonny e non solo, che ai testi sacri si può fare dire tutto ed il contrario di tutto.

Le interpretazioni sono sempre pericolose e fortemente inattendibili ... sono l'arma dei capi religiosi per far dire e poi ritrattarsi per poi dire in altra maniera.
Sanno che non avendo più oggi la possibilità di manipolare, omettere, aggiungere, modificare etc. l'unica arma possibile è l'interpretazione.
Ognuno, dicono, deve fare il suo mestiere ... a loro spetta interpretare ... capisci?

Poichè i vangeli vietano all'uomo espressamente di giudicare, mi chiedo su che cosa si fonda la scomunica, che richiede un giudizio ed una condanna. [SM=x1061927] [SM=x1061977]


Pyccolo










Sono perfettamente d'accordo!
[SM=g1601787]



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