Re: Re: Re:
parliamonepino, 08/07/2008 23.22:
Naturalmente c'è una situazione contestuale. In I Cor.4:3 Paolo come uno degli amministratori della fede, sebbene con una relativa autonomia, fa capire che anche lui è al servizio di Dio.
Al capitolo 5 verso terzo giudica un caso come amministratore dei beni di Dio, e non i beni suoi.
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Giovanni 12:47
E se uno ode le mie parole e non le osserva,
io non lo giudico; perché io
non son venuto a giudicare il mondo, ma a salvare il mondo.
Matteo 7:1
«
Non giudicate, affinché non siate giudicati;
Matteo 7:2
perché con il giudizio con il quale giudicate, sarete giudicati;
Giovanni 8:15
Voi giudicate secondo la carne;
io non giudico nessuno.
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E se pensassi che Paolo in 1Cor. 4:3 rammenta che, secondo Cristo, non deve giudicare nessuno e poi lo dimentica?
Nei vangeli, alla parola giudicare, provare per credere, si vieta espressamente di giudicare al presente, rinviando il giudizio al futuro per mano divina.
Se poi vogliamo far dire a Cristo una cosa ed a Paolo il contrario allora è vero, come dice Sonny e non solo, che ai testi sacri si può fare dire tutto ed il contrario di tutto.
Le interpretazioni sono sempre pericolose e fortemente inattendibili ... sono l'arma dei capi religiosi per far dire e poi ritrattarsi per poi dire in altra maniera.
Sanno che non avendo più oggi la possibilità di manipolare, omettere, aggiungere, modificare etc. l'unica arma possibile è l'interpretazione.
Ognuno, dicono, deve fare il suo mestiere ... a loro spetta interpretare ... capisci?
Poichè i vangeli vietano all'uomo espressamente di giudicare, mi chiedo su che cosa si fonda la scomunica, che richiede un giudizio ed una condanna.
Pyccolo