Gli AVVOLTOI del Nuovo Mondo, 3d di ®@ffstef@n ripristinata

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@nounou@
00mercoledì 25 marzo 2009 12:16
14/03/2009 17.20


IP: Nascosto

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Un carattere distintivo di molti avvoltoi è il
capo nudo, privo di piume e gli artigli che, a differenza di altri rapaci, non sono aguzzi e affilati ma ottusi e piu tondeggianti, più adatti per camminare che per ghermire le prede.

Se gli avvoltoi avessero delle piume sul capo, queste verrebbero facilmente sporcate di sangue
ed altri fluidi rilasciati dalle carcasse in cui affondano il capo quando si nutrono, e ciò renderebbe molto difficile tenerle pulite.



                                                        

"Ma vai a zappare la terra!"






 Berlusconi candida l’ex calciatore Giovanni Galli a sindaco di Firenze


Pubblicato il di Alessio in Asia


Giovanni Galli
, ex calciatore, è stato scelto da Berlusconi come candidato alla poltrona di sindaco di Firenze.


L’ex portiere della Fiorentina e del Milan è un dipendente di Berlusconi, essendo legato a Mediaset da un contratto per le telecronache e gli interventi nelle trasmissioni sportive.

Galli per ora ha rifiutato di parlare di programmi.

Forse ancora i programmi, le promesse, gli slogan, le pubblicità, non sono stati messi a punto dai maghi del marketing politico dwllo staff berlusconiano.

Per ora Galli ha dichiarato solamente: «Con Berlusconi ho parlato della determinazione che vogliamo mettere tutti per vincere e, durante l’incontro che avrò con lui, sicuramente parleremo di impegni e di programmi».

Berlusconi non è nuovo a candidature di uomini di spettacolo, della televisione o del calcio, conosciuti e amati dagli elettori-telespettatori.

Ricordiamo, tanto per citarne qualcuno, la soubrette Gabriella Carlucci, l’ex modella Mara Carfagna, l’attrice e conduttrice TV Elisabetta Gardini, l’attore Bud Spencer, l’ex calciatore e presidente della Juventus Gianpiero Boniperti, la celebre cantante e attrice Ombretta Colli e la cantante e presentatrice TV (reti Fininvest-Mediaset)
Iva Zanicchi.

A Firenze, Giovanni Galli dovrà contendere il voto degli elettori-telespettatori-tifosi fiorentini al giovane candidato del centro-sinistra
Matteo Renzi, recentemente definito dal Time “l’Obama italiano”.  





@nounou@
00mercoledì 25 marzo 2009 12:16
 
VOGLIAMO CONOSCERE  
"NOMI E CONDANNE"




Sanità, maxi-truffa a Treviso

 

Ricchi ma esenti da ticket: 157 denunce 


La Guardia di Finanza di Treviso ha smascherato una maxi-truffa al Sistema Sanitario nazionale, denunciando 157 persone.

Gli indagati, secondo le accuse, nel 2006 sarebbero riusciti a ottenere l'esenzione dal pagamento di ticket, sebbene avessero un reddito piuttosto rilevante.

A loro carico le accuse sono di truffa e falso ideologico. Le persone coinvolte sono titolari di agenzie immobiliari, professionisti, ricchi collezionisti e investitori.

Gli indagati, stando alla ricostruzione degli investigatori, autocertificavano la propria condizione di esente da ticket in quanto percettore di assegno sociale, di pensione al minimo o disoccupato, procurando un ingente danno al bilancio alla Usl di riferimento di Pieve di Soligo (Treviso).

Eclatanti i casi di titolari di agenzie immobiliari coniugate con professionisti e con redditi oltre il mezzo milione di euro, ricchi collezionisti, possessori di auto di pregio, investitori esteri e possessori di immobili di pregio.

Coordinata dal pm Claudio Pinto, l'indagine è partita da un elenco di circa 40mila nominativi che nel 2006 avevano richiesto e ottenuto prestazioni specialistiche in totale esenzione del previsto ticket sanitario. Partendo da questi nomi, i finanzieri trevigiani hanno acquisito dall'Inps informazioni sulla condizione pensionistica di oltre 200 soggetti, verificato le situazioni di 700 nuclei familiari, vagliato le posizioni di almeno 500 lavoratori nei Centri per l'Impiego, passando i casi sospetti al setaccio dell'anagrafe tributaria.

Dopo un'attenta analisi dei dati raccolti, i militari delle fiamme gialle hanno infine estrapolando un migliaio di ricette mediche con "false" autocertificazioni e individuato i 157 truffatori.



http://www.tgcom.mediaset.it/cronaca/articoli/articolo443756.shtml





                                                     


[Modificato da ®@ffstef@n 14/03/2009 17.29]
@nounou@
00mercoledì 25 marzo 2009 12:17
Ora come la mettiamo.......

Diamogli   incentivi

Pompiamoli di euro

Sosteniamo il  datore  di lavoro

ALTRIMENTI QUESTI FUGGE



 Indesit, Calearo e Colaninno con la Merloni  


   
Roma - “È scontro nel Pd sugli oltre 600 licenziamenti in arrivo alla Indesit, per l'annunciata chiusura dello stabilimento piemontese di None.

Maria Paola Merloni, parlamentare democratica ma anche azionista e membro del cda del gruppo di elettrodomestici, non ha risposto agli appelli dei compagni di partito che le chiedono di ‘scongiurare un dramma occupazionale’ annota il CORRIERE DELLA SERA a pagina 6 - .

E Cesare Damiano, responsabile del Pd per il lavoro, è stato durissimo:
‘Un'azienda che si comporta in questa maniera, sbaglia.
E non importa a chi appartiene l'azienda.
Anche se è di una nostra parlamentare, noi abbiamo il dovere prima di tutto di tutelare l'occupazione.

Per questo abbiamo chiesto al governo di convocare un tavolo fra l'azienda e i sindacati’. Gli imprenditori eletti nel Pd, però, difendono la Merloni.

‘Si sta cercando di trovare una soluzione

— dice Massimo Calearo, parlamentare veneto e affermato industriale
della meccanica
—, ma la situazione è molto complessa.

Che ci si aspetta da Maria Paola Merloni?

È un'imprenditrice che vive di mercato e deve fare i conti con la crisi.
Altri imprenditori, in altri partiti, vivono di monopoli e tariffe e non hanno di questi problemi.

Ma se il mercato impone misure drastiche, non c'è nulla da fare’.

Secondo Calearo, non c'è alcun caso politico: ‘Se si è costruito un partito moderno, sul modello dei democratici americani, che raccoglie sindacalisti ma anche imprenditori, possono esserci situazioni di questo genere’.

E anche Matteo Colaninno, pure lui deputato e imprenditore, difende la collega:

‘Il gruppo Merloni ha sempre fatto impresa in maniera socialmente responsabile, sono sicuro che Maria Paola abbia fatto tutto il possibile per salvare lo stabilimento e i posti di lavoro ‘.

I deputati piemontesi del Pd, Piero Fassino compreso, hanno però già presentato un'interrogazione al governo chiedendo di intervenire.

E i vertici della Fiom (i metalmeccanici della Cgil) stanno cercando di fare pressing sul segretario del Pd, Dario Franceschini, affinché intervenga su Maria Paola Merloni.

Anche perché, ricordano, ‘fu proprio la Merloni a presentare meno di un anno fa una proposta di legge "Per la tutela dei prodotti italiani".

E adesso vuole chiudere
la fabbrica in Piemonte
per tenerne in funzione un'altra in Polonia’”.



In Polonia la manodopera costa meno.
Quando lo capiranno anche gli italiani ?


                       



@nounou@
00mercoledì 25 marzo 2009 12:17
VENGO ANCH'IO

 






13.03.2009,16:05

- Croazia: Benetton annuncia costruzione nuovo impianto a Osijek  
Zagabria
 
- La società italiana Benetton (abbigliamento, accessori) ha annunciato la prossima costruzione di un nuovo impianto per la lavorazione della lana.

L'impianto sarà ubicato a Osijek (Croazia orientale), accanto alle strutture di Benetton già esistenti.

Il valore complessivo dell'investimento si aggira intorno a 4 milioni di euro.

La societa' ha iniziato le sue attivita' produttive in Croazia nel 2000 ed e' uno dei cinque maggiori esportatori croati.

Nei primi sei mesi dello scorso anno la Benetton ha investito sul mercato croato oltre 102 milioni di euro destinati all'ampliamento della rete distributiva e alla costruzione di nuovi impianti produttivi.


(ICE Zagabria)


                                                                  
@nounou@
00mercoledì 25 marzo 2009 12:18
HANNO LA FACCIA 
COME IL CULO

Padova.
Mazzetta dall'immobiliarista,
arrestato vicesindaco di Villafranca 


In casa dell'esponente di An
trovati 20mila euro ricevuti
dall'imprenditore
Adriano Rossetto, anch'egli finito in manette
    




VILLAFRANCA PADOVANA (14 marzo)
- Il vicesindaco di Villafranca Padovana, Giuseppe Conte, di An, è stato arrestato dalla Guardia di Finanza con l'accusa di corruzione.
 
L'amministratore è stato trovato in casa con 20 mila euro che gli sarebbero stati dati da un imprenditore immobiliare.

L'indagine, condotta dalla polizia tributaria della Guardia di Finanza di Padova, riguarda la procedura per la trasformazione di un terreno agricolo in area edificabile.
 

La "mazzetta" era di 40mila euro. Secondo quanto si è appreso i 20mila euro trovati in casa di Giuseppe Conte dovevano essere la prima tranche di un pagamento da 40mila euro totali.

L'imprenditore Adriano Rossetto (arrestato subito dopo il vicesindaco), dai primi riscontri degli investigatori del nucleo di polizia tributaria della Gdf, avrebbe consegnato il denaro contante al vicesindaco per agevolare il cambio di destinazione urbanistica di un terreno. 
 

Il blitz nella casa del vicesindaco. I finanziari sono entrati nell'abitazione di Conte nel primo pomeriggio, trovando nella casa i 20 mila euro. 


Espulso da Alleanza Nazionale. Conte è anche consigliere provinciale a Padova.

L'episodio di quest'oggi ha subito provocato dure reazioni all'interno di Alleanza Nazionale, tanto che il segretario provinciale di An, l'on. Filippo Ascierto, appena appreso del fatto, ha immediatamente espulso Giuseppe Conte dal partito:
«Conte è un traditore dei valori della destra. Per quanto mi riguarda è politicamente morto».
 

«Ho fiducia nella magistratura - ha aggiunto - e ringrazio le forze dell'ordine che lo hanno fermato prima che potesse fare ulteriori danni».
Ascierto ha infine auspicato che Conte si dimetta «subito» dagli incarichi istituzionali.
 


Arrestato anche l'imprenditore Adriano Rossetto. L'inchiesta che ha messo le manette al vicesindaco ha  portato all'arresto anche dell'immobiliarista che gli avrebbe consegnato la mazzetta, Adriano Rossetto. 

L'uomo, 47 anni, risiede a San Giorgio delle Pertiche (Padova), un comune vicino a Villafranca.

Entrambi sono stati portati nel carcere di Padova a  disposizione del pubblico ministero Paolo Luca, che coordina le indagini. 

  

http://www.ilgazzettino.it/articolo.php?id=50563&sez=NORDEST




COSA ACCADRA' ?

ABILI E ARRUOLATI
O
DISABILI IN PENSIONE ?



                                                                 
[Modificato da ®@ffstef@n 15/03/2009 11.51]
@nounou@
00mercoledì 25 marzo 2009 12:18
Ladri di elemosine


di Emiliano Fittipaldi

 

Alimenti comprati dal ministero e destinati ai poveri scomparsi nel nulla. O affidati ad enti inesistenti.

Risultati-choc dei controlli:
uno su due non in regola
 

  

Quando i carabinieri sono arrivati sul posto non hanno nemmeno potuto suonare il campanello.

Del Centro sociale assistenziale, a quel numero civico, non c'era traccia.

La struttura, secondo i documenti del ministero dell'Agricoltura, avrebbe dovuto aiutare tutti i poveri di Teora, paese di 1.570 anime vicino Avellino.

L'associazione caritatevole (in Italia ne sono accreditate 150 mila) sulla carta aveva il compito di distribuire pasta, zucchero, formaggi, salumi e alimenti vari.

Che fine hanno fatto i pacchi non è dato sapere: i registri di carico e scarico non esistevano, nessuna dichiarazione di consegna, il cibo sembra essersi volatilizzato.
Ma è certo che il codice fiscale dell'ente fantasma è identico a quello del Comune: secondo gli investigatori è stato proprio il sindaco a chiedere gli alimenti, affidandone la gestione ai vigili urbani e ad alcuni impiegati comunali.
Tranne i vigili, sono stati tutti denunciati alla Procura di Avellino.

 

I giudici irpini hanno avuto giorni pesanti.
Nel capoluogo di provincia gli uomini del Nucleo antifrodi carabinieri (Nac) hanno fatto visita anche a un asilo, la scuola materna G. Pedicini.

Incredibilmente, aveva ottenuto i requisiti per ottenere le derrate alimentari per il 2008 e 2009.

Non si sa se il cibo sia finito nei piatti dei bimbi (nessun indigente, tutti pagano la retta per la mensa), se sia stato rivenduto sul mercato o conservato nelle cucine della scuola, ma è certo che i pm hanno aperto un altro fascicolo. In cui sono finiti anche alcuni ispettori dell'Agecontrol spa, la società di controllo dello stesso ministero, che avrebbero redatto un verbale falso.

Non solo.

I carabinieri, dopo le visite all'asilo e al comune di Teora, hanno denunciato per abuso d'ufficio anche i responsabili della Croce rossa italiana di Avellino, che aveva l'incarico di vigilare le due strutture.

Delle 34 associazioni affiliate alla Cri irpina, ben 12 sono risultate prive dei requisiti per avere le derrate.

Il ministro Luca Zaia, che ha ordinato il blitz, promette di non far sconti a nessuno.

"Le indagini sono ancora in corso, è doveroso aspettare i lavori della magistratura ", dice: "Ma in un contesto dove l'11 per cento degli italiani vive con meno di 500 euro al mese, dove sappiamo che tre milioni di persone nel mondo muoiono di fame, è pazzesco che a casa nostra ci siano ancora delinquenti che speculano sul cibo.

Qui si deve buttare giù la porta a spallate e fare piazza pulita con il lanciafiamme.
Sui poveri non si specula, la tolleranza diventa a ?doppio zero?, saremo inclementi con chi verrà ritenuto colpevole".

 

I ladri di elemosina ci sono sempre stati, ma nell'anno della grande crisi sembra che le frodi, invece di diminuire, aumentino.

I risultati dell'ultima operazione dei Nac parlano da soli: cento uomini dei reparti di Parma, Roma e Salerno hanno controllato 76 strutture in dieci regioni, trovando irregolarità varie in oltre la metà dei centri.

Ora rischiano di essere sospesi dal programma alimentare dell'Agea, l'Agenzia per le erogazioni in Agricoltura.

Ogni anno l'agenzia compra, grazie a fondi comunitari, tonnellate di alimenti per il sostegno a chi ha di meno (quest'anno gli stanziamenti toccheranno i 129 milioni di euro, oltre alle 12 tonnellate di merce sequestra che Zaia ha destinato agli incapienti).

Acquisti effettuati, in qualche caso, anche per sostenere i prezzi sul mercato: ritirando grandi quantità di prodotti si aiutano quelli in crisi venduti sottocosto.
Come il Parmigiano reggiano e il Grana padano: presto l'Agea comprerà 200 mila forme del valore di 50 milioni di euro per salvare l'equilibrio tra i costi e i ricavi alla produzione, una mossa che in futuro potrebbe salvare anche l'Asiago, il Taleggio e il Pecorino.

L'Agea, se necessario, può lanciare un bando di gara anche per le aziende trasformatrici: una volta ritirato il grano, l'agenzia ricompra la pasta o i biscotti fatti con quei cereali. L'ultima fase della filiera si chiude nei 15 mila enti accreditati (tipo Caritas, parrocchie, Croce rossa, Banco alimentare), a cui vengono inviati i prodotti debitamente marchiati.

Sono loro che provvedono allo smistamento finale, attraverso le strutture periferiche che servono circa due milioni di bisognosi.

 

È qui, ai bordi dell'ultimo miglio, che i furbi si nascondono meglio, facendo incetta di derrate a scopi che di caritatevole hanno ben poco.

Comportandosi, in qualche caso, come Robin Hood al contrario.

In Campania e in Umbria 16 strutture sulle 16 controllate rischiano di essere sospese, ma anche in Lombardia e Piemonte le irregolarità non si contano.

È importante sottolineare che i controlli straordinari, anche perché assai costosi, sono mirati: prima di mandare gli uomini dell'Arma in missione si disegna un'analisi del rischio, e la probabilità di cogliere in flagrante chi commette illeciti amministrativi o frodi da codice penale aumenta sensibilmente.

In Puglia, nella parrocchia Preziosissimo Sangue, le giacenze contabili non corrispondevano con quelle reali, a Taranto l'Associazione donne volontarie italiane non aveva mai redatto un registro di carico e scarico e le dichiarazioni di consegna.
La Caritas di Casal Monferrato usa diverse unità di misura, rendendo quasi impossibile il riscontro tra registri e buoni di consegna;
nel Lazio sembra che la cooperativa Karibù percepisca altri finanziamenti - nonostante i divieti espliciti - dal ministero dell'Interno e dal Comune di Sezze Romano per aiutare coloro che chiedono asilo politico.


In un centro i Nac hanno sequestrato Grana padano andato a male, mentre tonnellate di cibo in scadenza sono state spostate d'urgenza in enti sicuri in modo da evitare sprechi di pubblico denaro.

 

Non bisogna fare, ovviamente, di tutte le irregolarità un fascio: senza registri è impossibile sapere che fine ha fatto il cibo, ma a volte le anomalie nascondono solo superficialità di gestione.

In altri casi, però, il sospetto degli inquirenti è che i pacchi per i poveri, pieni di alimenti di primissima qualità come olio extravergine d'oliva, latte, pasta, formaggi e omogeneizzati, sia finito sul mercato o sui banconi dei negozi.

 

Non è la prima volta che la Croce rossa si trova al centro di uno scandalo per la gestione degli aiuti: nel 1993, a Teramo nove persone furono indagate per essersi appropriati di cibo e prodotti per l'igiene destinate a 360 famiglie pover.

Nel 2001, un'operazione della Digos di Agrigento portò a cinque arresti e allo smantellamento di una rete organizzata composta da decine di soggetti accusati di aver venduto le derrate a panifici e a commercianti. Un passaggio, scriveva l'Ansa, che veniva ricompensato anche con pane fresco e pizza.
Nello stesso anno la Procura di Santa Maria Capua Vetere, dopo un'inchiesta del ?Mattino? , scoprì un traffico di aiuti alimentari della Ue distribuiti a famiglie di associazioni di comodo che di ?povero? non avevano nulla. La Camera bloccò il sistema degli aiuti per settimane.

Qualche anno fa a Genova, infine, sono stati trovati pacchi di pasta non commerciabile in un China market del centro storico: ben 18 strutture subirono la revoca del permesso di distribuire il cibo sottratto ai poveri.



(19 marzo 2009)

 

                                       
Popolino di merda.  

SVEGLIA!
®@ffstef@n
00giovedì 26 marzo 2009 14:56
E' ORA DI DIRE:
BASTA!!!

Attenzione!
Le parole colorate in
rosso
(se cliccate)
indirizzano a link di approfondimento


Transatlatico dei furbetti, ditelo a Debora Serracchiani: Bersani incassa, Berlusconi tra i poveri e le elezioni gratis

Pubblicato da Eleonora Bianchini, Blogosfere Staff alle 10:42 in In evidenza

 

 E' proprio vero che la classe politica è lo specchio del paese.
Le dichiarazioni dei redditi di deputati, senatori e ministri 2008
sono la cartina tornasole di un paese che fa della furbizia l'asso nella manica, del denaro pubblico il trofeo di guerra e spaccia per ingenuità la buona fede degli elettori che dai loro rappresentanti, magari, si aspetterebbe un atteggiamento più trasparente.

Ma guai a invocarlo, potreste passare per giustizialisti o peggio ancora per bigotti moralisti.

Veniamo ai fatti.

Su Repubblica un'interessante classifica dei parlamentari più ricchi: in testa Silvio Berlusconi che, dai conti del 740, risulterebbe il nuovo povero.
Povero premier, anche lui falcidiato dalla crisi? Niente affatto: a fargli le pulci è Franco Bechis che in prima su Italia Oggi spiega come il premier abbia in tasca ben 719 milioni di euro, tra dividendi (ovvero il patrimonio netto che va agli azionisti), riserve straordinarie e disponibilità liquide. Il conteggio può essere fatto fino al centesimo: 719.007.355,74 è la cifra esatta di cui dispone il Cav. e anche i figli non sono da meno (su canisciolti trovate i dettagli del reddito).
E uno lo abbiamo smascherato.

I furbetti del Transatlantico, tra cui si nascondono anche
alcuni nullatenenti, riducono all'osso anche le spese elettorali e oggi apprendiamo con stupore che manifesti, biciclettate e pranzi in trattoria, sono gratis.
Con qualche eccezione. 

Pierluigi Bersani ha speso 65.000 euro e ne ha raccolti ben 169.500 dai suoi sostenitori. La differenza a buon rendere, visto che non li ha versati al partito.
Al contrario
Su-Dario (come è stato rinominato da Dagospia) ne raccoglie
67 mila, ne spende 18 mila e il resto lo versa al partito.
Diligente.



Visti i conteggi torna profetica l'arringa di
Debora Serracchiani su Scheggedivetro che spiega al suo segretario Dario Franceschini:
non possiamo evitare di tassare i ricchi solo perché rappresentano lo
0.32% della popolazione italiana.
Intanto cominciate da loro.
E qualche centinaio in Parlamento, c'è. Un breve excursus a sinistra:
Walter Veltroni dichiarava nel 2007 477.778 mila euro, dovuti in gran parte ai diritti dei libri; il vice la metà, 220mila;
Antonio Di Pietro 218 mila più 6 fabbricati tra Bergamo, Roma e Montenero; Pierferdinando Casini 142mila;
Umberto Bossi 134mila e Gianfranco Fini 105mila.

Oltre alle cifre alte che non rispecchiano l'operosità della classe politica, in Parlamento
si fa del nero e si omettono costi, ricavi e guadagni.
Così anche Berlusconi risulta più povero e con la campagna elettorale più leggera della storia della Repubblica.

Poi ci sono le curiosità:

Il fatto è che, scorrendo i faldoni pubblicati da Montecitorio e Palazzo Madama, ci si imbatte in tante curiosità, se proprio le si vuole definire così. Si prenda il caso di Massimo Nicolucci, napoletano Pdl. Risulta nel cda de "Il Domenicale" di Dell'Utri, proprietario di un'Alfa 147, una Multipla, una Yamaha e di un box auto e ha dichiarato 215 euro.

Se è per questo, al Senato stanno ben altri ex indigenti, da Barbara Contini (Pdl) e Mirella Giai (Udc), reddito zero nel 2007, come alla Camera la new entry berlusconiana Nunzia De Girolamo da assistente universitaria si era fermata a 5.899 euro.
Provvidenziale, in questi casi, l'elezione dell'anno scorso.



A quota "0" risulta anche il ministro degli Esteri Frattini, ma solo perché nel 2007 era commissario Ue e non faceva dichiarazione in Italia.
E che dire di Elio Vittorio Belcastro, Mpa, che ha dichiarato poco di più
(9 mila euro) ma vanta 9 proprietà tra terreni e fabbricati, 4 auto e il 50% di uno studio legale associato?

E del leghista Luciano Dussin, 22 mila euro, ma con Bmw, Volkswagen, Alfa spider, Mercedes e moto Bmw?
Cose che succedono.
Come può succedere che Nicola Cosentino, sottosegretario all'Economia Pdl, chiamato in causa nei mesi scorsi da pentiti di Camorra, risulti proprietario e comproprietario di 84 immobili tra Casal di Principe (suo paese di origine), Aversa, Gaeta, Roma e Caserta e di tre auto.



Infine ecco i nuovi ricchi:


Ma di ricchi con voglia di ostentare in Parlamento ne siedono tanti. Drappello guidato dagli avvocati, a cominciare da quelli più vicini al premier: Gaetano Pecorella (15 fabbricati tra Milano e Cuneo)
e Niccolò Ghedini (1,2 milioni, 44 fabbricati e un caicco in Turchia).
Mentre all'imponibile da 1 milione della finiana Giulia Bongiorno nel 2007 hanno concorso oltre alle ricche parcelle pure la comproprietà di 4 fabbricati a Palermo e la proprietà piena di altri 5 tra Roma e Cefalù, con un'Audi A2 e un motorino Liberty che fa sempre molto chic.

Giorgio Stracquadanio e Vincenzo Gibiino, entrambi Pdl, viaggiano invece in Ferrari.
Il tesoriere e sottosegretario forzista Rocco Crimi in Jaguar XJ,
la moglie in Jaguar XType 3000.
Altri in Porsche.


Buon divertimento.


 

®@ffstef@n
00domenica 29 marzo 2009 11:56
ITALIA IMBAVAGLIATA

Postato il Sabato 28 Marzo 2009 (19:00) di davide  

       
DI CARLO VULPIO
carlovulpio.it 

"Il Governo manovra per piazzare uomini di fiducia a capo dei giornali di maggior prestigio Il cataclisma finanziario, la crisi pubblicitaria, l’adattamento all’universo digitale e i licenziamenti dei giornalisti sono temi comuni a tutti i giornali del mondo.

Molti esperti, e non pochi lettori, temono che tale situazione incida sulla qualità della stampa.

In Italia, forse il paese europeo insieme alla Russia in cui il controllo politico dei media è meno discutibile, l’inquietudine è doppia.

Al duopolio televisivo, o più semplicemente monopolio assoluto, formato da Mediaset e RAI, potrebbe aggiungersi molto presto una sorta di rivoluzione della stampa.


Dietro a questo movimento tellurico in elaborazione risuona il solito nome:
Silvio Berlusconi, magnate dei media e primo ministro, il cui nuovo obiettivo sono le due testate giornalistiche milanesi di maggior prestigio, Corriere della Sera, il più importante quotidiano italiano, e Il Sole 24 Ore, il principale giornale economico nazionale.


“Questa volta Berlusconi non farà prigionieri, vuole controllare tutto e lo farà”, dice Giancarlo Santalmassi, giornalista RAI dal 1962 al 1999 e direttore di Radio24 fino a quando, l’autunno scorso, fu allontanato dopo essere stato dichiarato nemico ufficiale del Governo del Cavaliere nel 2006.
  

Enzo Marzo, storico giornalista del Corriere, è pienamente d’accordo con Santalmassi; giovedì scorso, nel corso di un dibattito sulla libertà di stampa che si è svolto presso la sede della Commissione Europea a Roma, ha affermato che la battaglia per la direzione del giornale è già iniziata.

Il nucleo dirigente del gruppo RCS (editore di Unedisa in Spagna) e proprietario del Corriere, spiega Marzo, ha ritirato la fiducia al direttore del quotidiano, Paolo Mieli, e sta valutando due sostituti: il primo, Carlo Rossella, sponsorizzato da Berlusconi e il secondo, Roberto Napoletano, direttore de Il Messaggero che, come ricorda Marzo, “divenne famoso durante l’ultima notte elettorale perchè fu pizzicato da una telecamera mentre concordava al telefono con il portavoce di Casini (leader dei democratici dell’UDC e genero dell’editore del quotidiano) il titolo principale che avrebbe piazzato il giorno dopo”.
 

Rossella è il presidente di Medusa, società di distribuzione cinematografica di Berlusconi, ed ha ricevuto la benedizione de Il Giornale, quotidiano della famiglia del magnate che ha ricordato che il Cavaliere “lo tiene particolarmente a cuore e gli ha già dato l’incarico di dirigere le sue due più grandi testate, Panorama e TG5.”

All’interno del RCS, Rossella conta su altri importanti sostenitori: Diego della Valle, proprietario di Tod’s e della Fiorentina, e Luca Cordero di Montezemolo, patron della Fiat e del gruppo Ferrari e amministratore delegato de La Stampa.


Ma la parola di Berlusconi sarà quella decisiva, spiega senza ombra di pudore il quotidiano di suo fratello, perché mentre la crisi strangola i giornali, “l’intero sistema bancario dipende dal primo ministro”.


Napoletano
ha le sue carte: non dispiace a Berlusconi ed è tra i pochi che comunicano telefonicamente con Giulio Tremonti, ministro dell’Economia ed editorialista de Il Messaggero.


Secondo Il Giornale il ministro “sa che il peggio della crisi economica sta per arrivare” e la sua idea è quella di piazzare Napoletano a Il Sole (proprietà, come Radio24, del patronato di Confindustria) e di passare al suo attuale direttore, Ferruccio de Bortoli, il timone del Corriere.


Se non parlassimo dell’Italia tutto questo affanno sarebbe inverosimile, degno al massimo di un articolo scandalistico. Ma tutte le fonti sono concordi nel segnalare che si tratta di “manovre serie e reali” il cui effetto causerà “un terremoto”.


Il malcontento del Governo nei confronti di un altro giornale, La Stampa di Torino, proprietà della Fiat è palese.


Secondo l’entourage berlusconiano, il suo direttore Giulio Anselmi sarà tentato con un’altra importante poltrona: quella di presidente dell’agenzia ufficiale Ansa.

Se dovesse accettare, prenderebbe il suo posto un direttore meno ostile al Governo.
 Mentre questo disegno politico prende corpo, i media italiani cercano, per quanto possibile, di tener testa a questa tempesta. Il presidente del RCS Piergaetano Marchetti, che ha visto nel 2008 scendere i profitti del gruppo a 38 milioni di euro rispetto ai 220 milioni del 2007, ha confermato che stanno soffrendo “tagli pubblicitari feroci ed immediati”.
E il suo amministratore delegato ha annunciato che l’andamento del gruppo dei primi mesi dell’anno obbligherà a “una riduzione del personale”.
 
“Bisogna agire sui costi e sui modelli economici in Italia e all’estero”.

Marco Benedetto
, vicepresidente del Gruppo Espresso, prevede anch’egli
“tagli e cambiamenti”.

Ironicamente Benedetto non è pessimista sul futuro del settore:

“Tra una decina d’anni sarà splendido”.
 Carlo Vulpio


Fonte: www.carlovulpio.it
Link: http://www.carlovulpio.it/Lists/PRIMO%20PIANO/DispForm.aspx ID=29&Source=http%3A%2F%2Fwww%2Ecarlovulpio%2Eit%2Fdefault%2Easpx28.03.2009 


Questo articolo non è uscito su un giornale italiano. Lo ha scritto un giornalista spagnolo, Miguel Mora, ed è uscito su un noto quotidiano spagnolo, El Pais.
Lo avrei voluto scrivere anche io, ma non me lo pubblicavano." Articolo tradotto da Italiadallestero.info.
Pubblicato anche sul Blog di Antonio Di Pietro
 







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