GLI ATEI MI SONO SIMPATICI

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parliamonepino
00sabato 15 marzo 2008 09:20
Mi sono sempre chiesto: "Atei o ignoranti?".

Solo un altro modo di interpretare la vita!

Nelle appartenenze religiose c'è molto più integralismo e sicuramente una densa ignoranza.

Gli atei sono singolarmente unici nella loro crescita intellettuale (intellettuale: termine coniato da D'Annunzio).

I credenti hanno la tendenza ad aggregarsi.

Oriana Fallaci, riconoscendosi atea, scrisse, recentemente, un libro meraviglioso, intitolato "La forza della ragione" e non "La forza della religione".

Purtroppo, la ragione spiega molte cose ma, quando si entra nei discorsi esistenzialistici molte cose non si spiegano. Viviamo nel regno del male, degli omicidi e delle aggressioni. La ragione non riesce a spiegare le scelte apocalittiche dell'uomo.

Il potere?

I soldi?

La gloria?

Non sono sufficiente per spiegare l'angoscia di questi tempi!

Cosa può accomunare un ateo con un credente?

Uno ha la ragione, l'altro ha la fede!

Credo che dove non possa la ragione, può l'amore, la condivisione.

Gesù Cristo si immerse nel male fino ad assumersi i peccati dell'uomo sulle sue spalle. Un amore così non è ragionevole, non si comprende facendo dei calcoli.

Quando tutto sembra perduto, è l'amore e non la ragione che vince.

E' ragionevole pensare, per me, che è solo questo che unisce gli uomini, sia atei che credenti.

L'odio e la cattiveria sono ostacoli ma, ostacolare non significa fermare.
E l'amore non si ferma, trionfa sempre.
L'amore si diffonde lentamente ma, poi, vince.

La tragica solitudine di Gesù, morto in una croce, è stata una vittoria, un mistero ancora non compreso in modo pieno, sia da atei che credenti.

Buona Pasqua (passaggio) a tutti
Pino Lupo






=omegabible=
00sabato 15 marzo 2008 11:22
Re x Pino

Concordo pienamente con quanto hai scritto e anche di più.....
E' buffo ma fra le mie amicizie quelle di maggior conto sono quelle atee perchè semplicemente le ....sento più umane.
ehhhh ehhhh!!!!!

Buona giornata Pino


omega [SM=x1061912] [SM=x1061912] [SM=x1061912]
pcerini
00sabato 15 marzo 2008 19:29
Non e' sempre detto che un ateo oppure un agnostico (quale sono io) debba addottare una ragione o una razionalita' esclusivamente di tipo scientifico,io sono per esempio portato a dare senso e importanza anche ad altre forme di intelligenza come per esempio quella emotiva e affettiva,o quella creativa,sentendomi per esempio in sintonia con molte forme d'arte (che contemplano molte di queste forme di intelligenza).

Io ho sperimentato di persona cosa significhi avere e vivere una propria interiorita' ed esserne consapevole e tentare di svilupparne le qualita' benefiche e positive,in fin dei conti,certi maestri buddisti non dicono mai di avere "fede" ma "consapevolezza".

Sono convinto che se l'uomo imparasse a capire sopratutto se' stesso, capirebbe anche gli altri, si relazionerebbe agli altri condividendo le esperienze,si riuscirebbe a creare una societa' e un'ambiente positivo,sembrerebbe quasi che io parli come un buddista ma il fatto e' che io a certe conclusioni (o meglio convinzioni) ci sono arrivato per via di esperienze che di buddista non avevano proprio nulla.
parliamonepino
00domenica 16 marzo 2008 15:10
secutores, 15/03/2008 11.09:



Ciao Pino!

Nonostante spesso mi sia trovato in accordo con le tue affermazioni, questa volta mi trovo in totale disaccordo.

Prendo solo due spunti.

-Dichiari che la ragione non possa spiegare le questioni esistenziali. Forse hai ragione (dico forse per non aprire un'altra discussione), ma quantomeno ,a mio parere, neanche la fede riesce in questo intento.

Ci sono molte domande a cui non so rispondere, che riguardano il male e le sofferenze, spesso il silenzio è la mia unica risposta.
Quando mio figlio, 10 anni fa (aveva 15 anni), subì un intervento drammatico al cuore, sembrava non ci fossero speranze, invece superò quel terribile momento. Il suo compagno di stanza Alessandro(13 anni), per un intervento decisamente più "leggero", non superò l'intervento.
Fui pazzo di gioia per mio figlio, ma profondamente segnato dalla morte di quel ragazzo, i genitori venivano da Catania, due splendide persone. Non riuscivo a guardare negli occhi quei genitori.....ancora adesso che ne parlo, le lacrime mi rigano il volto.
La mia fede trascende, oltrepassa queste risposte.


Non vedo proprio come una fede possa spiegare l'angoscia di questi tempi. Inoltre non credo assolutamente che l'angoscia sia patognomonica dei tempi in cui viviamo; ritengo invece che questa sia insita nella natura dell'uomo e che si esprima differentemente in funzione delle percezioni personali.

Infatti, la cenestesica è più viscerale della patognomonica.
Quando insegnavo comunicazione come docente di psicologia della comunicazione, dicevo che la patognomonica rientrava nella cenestesica, in quanto rivelava i segnali comportamentali dei nostri tratti somatici.
La fede si basa sulla fiducia, a volte inespressa, tanto è forte.
Come faccio a spiegare quanto mi fido di mia madre, in termini razionali?


-Affermi inoltre che quando tutto sembra perduto e' l'amore e non la ragione a trionfare, che l'amore si diffonde lentamente ma poi vince.
Qui mi trovo ancora piu' in disaccordo, se possibile, per alcune semplici ragioni.
In primo luogo mi sembra esserci un abuso della parola amore (non da parte tua ma della societa' occidentale). Questo amore viene elargito a tutti e su tutti senza ragione.
Penso che l'amore sia una cosa talmente preziosa e rara da non dover essere sprecata.
Amare tutti? Per me e' impossibile, inutile e del tutto al di fuori della mia forma mentis. Non ritengo opportuno porre tutti su uno stesso piano, preferisco di gran lunga le valutazioni individuali.
Poi, il fatto che sia l'amore a vincere e non la ragione e' del tutto opinabile.

Prendo atto di questa tua rispettabile considerazione.

L'amore rappresentato dall'ordinamento finalistico della natura, è estremamente razionale e scientifico.

Non so spiegare perchè mi piace un paesaggio, un tramonto o una bella donna, non so spiegare perchè mi riempiono il cuore e gli occhi. Trovo in tutto questo una parte di razionalità e una grossa componente di amore.


Io, caro Pino, non mi considero ateo, solo che l'esistenza di un eventuale divinita' non mi tange.

Molti dicono di credere in Dio, ma sono "atei" nel comportamento, nella vita.
A me "tange" credere in Dio, mi tocca nell'animo perchè ne sento sempre di più la percezione, gli effetti, come il sangue che mi scorre nelle vene.


Spero di essermi espresso chiaramente e di non aver dato adito a fraintendimenti. La mia intenzione e' solo quella di esporre il mio pensiero senza minimamente voler sminuire il tuo.
Sai come si dice no? Rispetto il tuo punto di vista ma non lo condivido [SM=x789063] .

E' un piacere dialogare cone te!

Un abbraccio.
Con stima.
Alessandro

Con altrettanta stima e affetto.
Pino







apocalisse.freeforumzone.leonardo.it/discussione.aspx?idd...




parliamonepino
00domenica 16 marzo 2008 15:12
Rainboy, 15/03/2008 10.52:

Ciao Pino! Mi fa piacere che tu abbia sollevato un topic con riflessioni di questo genere... [SM=g27822]

E ovviamente, come ateo, mi sento in dovere di sollevare delle mie controriflessioni.

Considerando che ho stima della tua persona per come affronti i vari argomenti, né sono lieto.


Purtroppo, la ragione spiega molte cose ma, quando si entra nei discorsi esistenzialistici molte cose non si spiegano. Viviamo nel regno del male, degli omicidi e delle aggressioni. La ragione non riesce a spiegare le scelte apocalittiche dell'uomo.


Mah, io la vedo all'opposto, sai?
Se c'è proprio una cosa che la ragione può comprendere (e con cui deve convivere) sono gli istinti animali, fra cui il primo è senz'altro la violenza. Una sana ragione non li giustifica né li condanna, cerca piuttosto di stabilirci un patto e conviverci, capendone il significato (che è contraddittorio, e quindi irrisolvibile) e gestendoli al meglio delle proprie forze. E' una cosa molto difficile, e talvolta soggetta a cedimenti; siamo umani dopotutto.

Fantastica questa spiegazione!!!

Mi ha subito fatto pensare alla differenza che c'è tra istinto e intuito, uno il prodotto dei sensi, l'altro il prodotto che va oltre la ragione......


Altrettanto non si può dire della fede, che usa la strada opposta: non essendo un sentimento razionale ma trovandosi a sovrintendere a quel mare di istinti come motore della morale e del super-io, finisce per incorporare una gran parte di quelle pulsioni, in un modo a parer mio decisamente poco sano.

C'è una Scrittura, riportata nella lettera agli Ebrei, dall'avvocato Paolo, che dice: "le cose che si vedono vengono dalle cose che non appaiono".
La fede non è cieca credulità, è qualcosa che riguarda la fiducia basata su una profonda conoscenza.
Il tuo ragionamento, comunque, è corretto, per il tuo modo di vedere le cose.


Freud diceva che eros e thanatos sono le principali spinte esistenziali;

Arthur Schopenhauer sostiene che, la vita, "in ultima analisi, non è che l'espressione dell'istinto sessuale, lo strumento della Natura per perpetuare la vita della specie. Il fine dell'amore è, quindi, solo l'accoppiamento. L'uomo che ama, dunque, checché ne pensi, non è che lo strumento della Natura."

ebbene, circa l'aggressività... storicamente la religione rivelata ha legittimato la violenza in tutte le sue forme, creando appositamente dei nemici su cui riversare l'ira dei suoi seguaci e scaricando costoro dall'obbligo di capire quale fosse (e se ci fosse) un bersaglio degno del proprio odio; in altre parole, lo ha "liberato" dal difficile compito di gestire le proprie pulsioni più difficili, dando ai detentori della parola divina tale incarico.
Ma anche con l'amore non se l'è cavata meglio, visto che i monoteismi del cristianesimo e dell'islam hanno esaltato la sessuofobia, la paura del femminile e della procreazione in modo notevole; senza contare tutte le forme di misticismo sessuale al limite del patologico, legate alla castità, all'immacolata concezione, alla passione di Cristo, e così via.

L'uomo è portato verso il male, per fare il bene fa uno sforzo, per fare il male no!
L'insegnamento del Cristo non ha niente a che vedere con i "comportamenti fondamentalistici" delle comunità religiose.


Con questo non voglio dire che le religioni siano in sé stesse la causa prima di determinati comportamenti; tutto ciò che una dottrina coltiva, deriva da semi già piantati nella nostra testa. Ma l'incapacità delle religioni di gestire pulsioni naturali e la loro pericolosissima tendenza a reagire ad esse sublimandole nei modi più irrazionali, non vanno mai dimenticate.

Si, è così!


Gesù Cristo si immerse nel male fino ad assumersi i peccati dell'uomo sulle sue spalle. Un amore così non è ragionevole, non si comprende facendo dei calcoli.



Infatti alla storia di Gesù Cristo ci si deve credere per fede, non certo per testimonianza storica. Nessuno storico suo contemporaneo lo cita da qualche parte.

Giuseppe Flavio, storico del primo secolo, lo cita!!!

Tratto dalle “Antichità Giudaiche” (Ant. XVIII, 63-64):

Ci fu verso questo tempo Gesù, uomo saggio, seppure bisogna chiamarlo uomo: era infatti autore di opere straordinarie (o nuove), maestro di uomini che accolgono con piacere la verità,(o le nuove dottrine) ed attirò a sé molti Giudei, e anche molti dei greci. Questi era il Cristo. E quando Pilato, per denunzia degli uomini notabili fra noi, lo punì di croce, non cessarono coloro che da principio lo avevano amato. Egli infatti apparve loro al terzo giorno nuovamente avendo già annunziato i divini profeti questa e migliaia di altre meraviglie riguardo a lui. Ancor oggi non è venuta meno la tribù di quelli che, da costui, sono chiamati Cristiani.



Quando tutto sembra perduto, è l'amore e non la ragione che vince.

E' ragionevole pensare, per me, che è solo questo che unisce gli uomini, sia atei che credenti.



Veramente, di solito vince la sofferenza e il conseguente odio. La forza della ragione è la capacità di comprendere questa realtà e cercare laddove possibile, di arginarla.
La forza della fede invece, molto spesso è creare l'illusione che abbia vinto l'amore e che questo sia quindi il miglior mondo possibile, per proteggere il perbenismo e la pace mentale delle sue "pecorelle".


"Fin quando dai la caccia alla felicità,

non sei maturo per essere felice,

anche se quello che più ami è già tuo.

Fin quando ti lamenti del perduto

ed hai solo mete e nessuna quiete,

non conosci ancora cos'è pace.

Solo quando rinunci ad ogni desiderio

e non conosci né meta né brama

e non chiami per nome la felicità,

Allora le onde dell'accadere non ti raggiungono più

e il tuo cuore e la tua anima hanno pace."

Herman Hesse










parliamonepino
00domenica 16 marzo 2008 15:20
Re:
pcerini, 15/03/2008 19.29:

Non e' sempre detto che un ateo oppure un agnostico (quale sono io) debba addottare una ragione o una razionalita' esclusivamente di tipo scientifico,io sono per esempio portato a dare senso e importanza anche ad altre forme di intelligenza come per esempio quella emotiva e affettiva,o quella creativa,sentendomi per esempio in sintonia con molte forme d'arte (che contemplano molte di queste forme di intelligenza).

Vuoi dire che la logica è al di sopra dei sentimenti?

O sono due cose uguali, rientrano nella logica?


Io ho sperimentato di persona cosa significhi avere e vivere una propria interiorita' ed esserne consapevole e tentare di svilupparne le qualita' benefiche e positive,in fin dei conti,certi maestri buddisti non dicono mai di avere "fede" ma "consapevolezza".

Qual'è la differenza?

Io sono consapevole di essere un maschio, come sono consapevole della mia fede!


Sono convinto che se l'uomo imparasse a capire sopratutto se' stesso, capirebbe anche gli altri, si relazionerebbe agli altri condividendo le esperienze,si riuscirebbe a creare una societa' e un'ambiente positivo,sembrerebbe quasi che io parli come un buddista ma il fatto e' che io a certe conclusioni (o meglio convinzioni) ci sono arrivato per via di esperienze che di buddista non avevano proprio nulla.



La strada del buon senso non ha religione o ideologia!






Vito.Pucci
00domenica 16 marzo 2008 17:05

"APOCALISSE PER UNO STATO LAICO: ATEI DEVOTI O SATANISTI FILOSOFICI E MODERNI?"


Postato da: Claudio Cava/Apocalisse per uno Stato Laico l'8/03/2008 14.17 - 14.21
freeforumzone.leonardo.it/discussione.aspx?idd=7335649
it.wikipedia.org/wiki/Satanismo


Il Satanismo filosofico o 'moderno'

La più grande organizzazione di questo tipo, e quella dotata di maggior visibilità, è la Chiesa di Satana fondata da LaVey, che ha esposto la filosofia alla base del movimento nel suo The Satanic Bible ("La Bibbia satanica").

Dopo la morte di LaVey, il gruppo è andato incontro ad alcuni fermenti interni e varie riorganizzazioni.

La designazione di satanisti "moderni" riservata a questo gruppo sottintende che il satanismo religioso risalga a tempi più antichi, ma c'è chi fa notare come il termine "Satanismo" fosse raramente usato da qualche gruppo prima della comparsa della Chiesa di Satana.

Per questo motivo, i membri della Chiesa di Satana rivendicano per sé l'etichetta di "Satanisti", riferendosi agli altri gruppi come "pseudo-satanisti".

Nonostante la maggioranza dei satanisti moderni considerino sé stessi dei filosofi, e molti si professino atei, alcuni studiosi, pur consci del fatto che i satanisti moderni non credano nell'esistenza di Satana in quanto essere personale, li classificano come satanisti religiosi per il fatto che praticano la magia (requisito sufficiente per catalogarli come "religiosi" secondo alcune definizioni).

Esistono anche Satanisti che non si riuniscono in gruppi, non praticano la magia e vedono nei culti creatisi sulla scia di LaVey associazioni che travisano l'intento principale della filosofia Satanista.

Costoro pensano che il cammino di perfezionamento personale sia una strada che debba essere percorsa in solitudine, alla ricerca continua di nuove esperienze e conoscenze che possano completare la propria esperienza di vita sul cammino della verità.

Questi studiosi solitari credono che il fatto di riunire la propria filosofia in gruppi religiosi o associazioni simili che riconoscono una autorità come "capo spirituale" o "maestro" sia un grande errore.

Significherebbe andare contro il principale concetto del Satanismo, cioè la ricerca della libertà individuale.

Seguire un capo, per quanto illuminato possa essere, è contrario a questo importante precetto, anche se egli potrebbe essere stimato.

Nei confronti del divino, una piccola parte di questo tipo di Satanisti si considera atea, anche se l'agnosticismo è la posizione più diffusa.

Spesso i praticanti di questa versione di Satanismo scevra di componenti religiose e di rituali magici viene ignorata dalle statistiche e dagli studi degli esperti.

Questo succede principalmente perché queste persone sono molto schive e temono di presentarsi come Satanisti per colpa dei pregiudizi della gente, che associa immediatamente tale definizione a "messe nere" e sette di carattere violento e antireligioso.

Inoltre il rifiuto tassativo di riunirsi in gruppi fa ovviamente in modo che le loro credenze abbiano minore impatto e vengano considerate più delle bizzarrie che elementi di una solida filosofia moderna.

Satanismo tradizionale

I membri di questo gruppo sostengono che l'idea di satanismo vada molto al di là del semplice principio della gratificazione dei propri piaceri personali: il satanismo è un percorso arduo che richiede autodisciplina ed autocontrollo per raggiungere una saggezza universale.

È una concezione prettamente pragmatica di satanismo, che pone l'enfasi sulla crescita dell'individuo che riesce ad attraversare reami oscuri e pericolosi con atti di forza, resistenza e a rischio della propria vita.

Inoltre, il satanismo tradizionale cerca di indurre un cambiamento, se pur da un punto di vista satanico, nella società.

La più grande organizzazione di questo tipo è l'Order of Nine Angles ("Ordine dei Nove Angoli").

Satanismo "ribelle"

I membri di questo gruppo hanno accettato il dogma cristiano secondo cui Satana ed i satanisti sono intrinsecamente malvagi.

Non stupisce quindi che i membri, da soli o radunati in piccoli gruppi, facciano parlare di sé nelle cronache per atti illegali più o meno gravi.

Anche se molti "ribelli" sostengono di ispirarsi ai lavori di Anton Szandor LaVey, pochi conoscono a fondo questo autore, e la maggior parte di loro ha un'idea di Satana che deriva più da fantasie letterarie o da testi di critica rivolti contro le posizioni dei cristiani più osservanti.

Principalmente la loro idea di Satana riflette una chiara matrice cristiana.

Gli altri satanisti chiamano i membri di questo gruppo gli "adoratori del Diavolo" (in senso dispregiativo), la maggior parte dei moderni studiosi di satanismo concorda nel vedere in questi gruppi una minoranza di scarso rilievo.

Satanismo "religioso"

I membri di questa categoria credono nell'esistenza di una divinità personale, il Principe delle Tenebre, a cui rendono culto.

Il gruppo più conosciuto è il "Tempio di Seth" (Temple of Seth) fondato da Michael Aquino ed altri membri della Chiesa di Satana (vedi oltre) dopo la loro fuoriuscita dalla Chiesa nel 1975.

I membri del Tempio sostengono di adorare l'antico dio Egizio Seth.


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“La Chiesa cattolica è la più grande associazione a delinquere della Storia e la più grande banda di falsari”. Giudice Luigi Tosti, Italia 2008






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"SAREBBE ORA CHE ALLAH, DIO E GEOVA SI METTANO INTORNO A UN TAVOLO A PARLARE". "BRAVO, E DOVE?" - Francesco Tullio ALTAN, L'espresso 11 Ottobre 2001, pagina 7.

Risposta/proposta di Vito Pucci/Ednaservice: "OK!, Continuiamo a confrontarci civilmente su BISPENSIERO.IT", su: "APOCALISSE.NET ", su: "AGAPE - INFOCATTOLICI.IT", su: "ANIME LIBERE.NET", su: "INFOTDGEOVA LIBERAMENTE", su: "SOCCORSO SPIRITUALE.ORG", su: "COORDINAMENTO FUORIUSCITI TESTIMONI DI GEOVA" e, coraggio, avanti c'è posto, su: ... . D’accordo?.

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“TESTIMONI CONTRO GEOVA” (Panorama 25/2/1990, pagina 79)

E loro, gli accusati cosa dicono? Che è tutta una montatura, naturalmente.

Accusa Paolo PICCIOLI, responsabile romano: "E’ una sporca storia di soldi".

"Con 175 mila evangelizzatori attivi e altrettanti simpatizzanti, rappresentiamo una minaccia economica reale nel momento in cui siamo chiamati a decidere a quale culto destinare l’8 per mille dell’Irperf.

I soldi destinati a noi sono tutti soldi in meno al Vaticano.

Tutto qui il problema".

Tutto qui? La magistratura indaga.
(Panorama 25/2/1990, pagina 79)






“IL PROCEDIMENTO DISCIPLINARE (finalizzato alla espulsione di un singolo fedele dall’Ente giuridico CCTG, ndr) SI SVOLGE IN VIA RISERVATA: IL CHE, SE TUTELA (?!?) LA DIGNITA’ DELLA PERSONA INQUISITA, NON NE GARANTISCE IL PIENO ESERCIZIO DEL DIRITTO DI DIFESA, LEGATO ANCHE ALLA PUBBLICITA’ DEL PROCESSO ED AL CONTROLLO CHE COSI’ PUO’ SVOLGERE L’OPINIONE PUBBLICA NON SOLO CONFESSIONALE. …

QUESTE LIMITAZIONI AL DIRITTO DI DIFESA APPAIONO GIUSTIFICATE NELLA MISURA IN CUI … NON OFFENDANO LA DIGNITA’ DELLA PERSONA UMANA”. –
Nicola Colaianni, “La libertà religiosa nella elaborazione confessionale dei Testimoni di Geova”, Rubbettino Editore 2002, 674-675.



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"NEL 2008 GLI ANGELI BRICCONI DI ROMA/BROOKLYN E TIONE DI TRENTO SI COMPORTERANNO ANCORA DA TALEBANI CATTO-GEOVISTI?"
www.infotdgeova.it/pucci.htm
freeforumzone.leonardo.it/discussione.aspx?idd=4595362
freeforumzone.leonardo.it/discussione.aspx?idd=6115945



"COMITATI GIUDIZIARI SPECIALI CCT/WTS = TERRORISMO ALLO STATO PURO!"





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parliamonepino
00domenica 16 marzo 2008 18:14
Rainboy, 16/03/2008 17.19:



La strada del buon senso non ha religione o ideologia!




Hai ragione. E' atea.



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Il buon senso è la capacità di ascoltare le argomentazioni di tutti, nella ricerca continua di un punto di convergenza, anche attorno a temi di particolare complessità, raggiungibile solamente con la ragione e la pacata discussione.

Il buon senso deve avere come criterio innato il sentimento di benevolenza verso gli altri esseri umani.

Il buon senso è l'ultimo appello verso i valori umani.

La maggioranza vince nell'agire ma non ha sempre ragione.

L'istinto della fede, basato su solidi principi teologici è il buon senso dei credenti.

Non so se avere buon senso è "la strada" degli atei, personalmente, sono interessato all'uomo in quanto mio simile.














pcerini
00domenica 16 marzo 2008 18:51
Re: Re: Re:

Vuoi dire che la logica è al di sopra dei sentimenti?

O sono due cose uguali, rientrano nella logica?


Non hai colto il senso del mio discorso,allora te la faccio io una domanda diretta:Ti senti superiore agli atei per via del fatto che tu basi la tua vita sulla ricerca di Dio mentre gli atei no? Oppure credi che gli atei siano degli zombi,dei morti viventi per il fatto che non volgono la loro vita sulla ricerca di Dio o che decidono di ignorare Dio nella loro vita o che non coltivino il senso della fede religiosa?



Qual'è la differenza?

Io sono consapevole di essere un maschio,


Ritieni forse che io abbia usato un senso del termine "consapevolezza" cosi' banale?

come sono consapevole della mia fede!

Eh gia',per molte persone e' sufficiente avere fede nella vita,senza sforzarsi minimamente di capirne il perche'.Ma essere consapevoli dela fede non significa essere automaticamente consapevoli delle proprie capacita' interiori,consapevolezza e fede sono due concetti diversi.

La strada del buon senso non ha religione o ideologia!

Secondo me non si tratta solo di avere il buon senso,essere consapevoli non si limita al fatto di avere semplicemente "buon senso".
Sai che me ne fotte a me del discorso dei diritti umani se io non fossi consapevole della loro importanza non solo a livello personale ma anche a livello sociale e storico? Condurre una battaglia sul piano dei diritti umani per esempio non dovrebbe avere solo un valore di tutela ma anche un valore profondamente pedagogico,bisogna educare le persone a capire il senso della cultura dei diritti umani.

Una delle motivazioni storiche delle grandi tragedie umane di una data civilta' deriva per esempio dalla scarsa consapevolezza culturale dei diritti umani,non basta avere solo il concetto del "buon senso" nella vita.


parliamonepino
00domenica 16 marzo 2008 20:20
Re: Re: Re: Re:
pcerini, 16/03/2008 18.51:


Vuoi dire che la logica è al di sopra dei sentimenti?

O sono due cose uguali, rientrano nella logica?


Non hai colto il senso del mio discorso,allora te la faccio io una domanda diretta:Ti senti superiore agli atei per via del fatto che tu basi la tua vita sulla ricerca di Dio mentre gli atei no? Oppure credi che gli atei siano degli zombi,dei morti viventi per il fatto che non volgono la loro vita sulla ricerca di Dio o che decidono di ignorare Dio nella loro vita o che non coltivino il senso della fede religiosa?

Gli uomini sono tutti uguali!

Hanno bisogno di mangiare, di bere, di dormire, di respirare.....abbiamo tutti gli stessi bisogni biologici e ci poniamo le stesse domande esistenziali.



Qual'è la differenza?

Io sono consapevole di essere un maschio,


Ritieni forse che io abbia usato un senso del termine "consapevolezza" cosi' banale?

come sono consapevole della mia fede!

Eh gia',per molte persone e' sufficiente avere fede nella vita,senza sforzarsi minimamente di capirne il perche'.Ma essere consapevoli dela fede non significa essere automaticamente consapevoli delle proprie capacita' interiori,consapevolezza e fede sono due concetti diversi.

Era un esempio!!!
Volevo dire che la consapevolezza è una certezza interiore.
La fede o un credo ideologico può essere una certezza per molti.
Si tratta di avere fiducia in qualcosa e di crederci fortemente perchè abbiamo costruito nel nostro essere le nostre conquiste intellettuali.


La strada del buon senso non ha religione o ideologia!

Secondo me non si tratta solo di avere il buon senso,essere consapevoli non si limita al fatto di avere semplicemente "buon senso".
Sai che me ne fotte a me del discorso dei diritti umani se io non fossi consapevole della loro importanza non solo a livello personale ma anche a livello sociale e storico? Condurre una battaglia sul piano dei diritti umani per esempio non dovrebbe avere solo un valore di tutela ma anche un valore profondamente pedagogico,bisogna educare le persone a capire il senso della cultura dei diritti umani.

Sono d'accordo!

Una delle motivazioni storiche delle grandi tragedie umane di una data civilta' deriva per esempio dalla scarsa consapevolezza culturale dei diritti umani,non basta avere solo il concetto del "buon senso" nella vita.

Infatti, è una questione di cultura semantica ed antropologica.




Claudio Cava
00domenica 16 marzo 2008 20:32

Come al solito quando si parla di questi argomenti i credenti non sanno contrapporre altro che luoghi comuni, i soliti "dato per scontato" e i classici inculcamenti subiti fin dalla culla.

La nostra mammoletta d' assalto - c' e' ormai da prenderne atto tutti, assolutamente incapace di scrivere un post normale da persona normale - ci ha infilato perfino un parallelo con il satanismo, con tanto di pensierino (idiota) introduttivo.

Per quanto mi riguarda, non mi dilungo oltre.
Non e' per superbia ma mettetevi nei miei panni: dopo due decenni e oltre non ne posso piu', di fare il maestro dell' ovvio.

Ovvieta' su cui concorderebbe chiunque volesse veramente capire.

Ma capire in questo caso non e' per nulla conveniente.

Buon pro vi faccia, sinceramente.

Ciao
Claudio

parliamonepino
00domenica 16 marzo 2008 23:24
Rainboy, 16/03/2008 18.52:


Il buon senso è la capacità di ascoltare le argomentazioni di tutti, nella ricerca continua di un punto di convergenza, anche attorno a temi di particolare complessità, raggiungibile solamente con la ragione e la pacata discussione.


Per quanto mi riguarda, il buon senso è l'uso innato della logica per risolvere i problemi che si presentano a noi. Al giorno d'oggi spesso, ma non necessariamente, è buon senso applicare concetti come democrazia, libertà di pensiero, amore fraterno. Tutte cose che chi decidesse di usare, userebbe per la loro utilità sociale e per il proprio desiderio di applicare un'etica personale maturata nel corso della vita (se la possiede), ma non perché sia spontaneamente portato a farlo.
Serve un'educazione, per dare agli uomini il senso della democrazia. Serve un'educazione ancor più pesante per dare il senso dell'uguaglianza dei diritti. Per amare gli altri poi, figuriamoci.
Sono tutti concetti che non siamo affatto portati ad avere spontaneamente dentro di noi, e che abbiamo impiegato millenni per raggiungere.

Stiamo dicendo la stessa cosa!

Quello che tu chiami buon senso è intelligenza pratica, cioè risolvere un problema, appena si presenta, il più in fretta possibile, (vedi Claudio Cava).


Spontaneamente l'uomo ha il senso del branco, dove il "più forte" guida il gruppo senza obiezioni, e quando muore si stabilisce la supremazia di un'altro individuo "più forte". L'affermazione secondo cui la morale è "dentro di noi" è un mito religioso che la storia di tutte le epoche ha falsificato.

E' un discorso lungo.
Ti dico solo che esiste il più forte e il più debole, come dice anche una scrittura della Bibbia.(Romani 15:1).
Non esiste il forte ed il debole, esiste il più forte e il più debole, cioè, a volte siamo forti, a volte siamo deboli.


Il buon senso deve avere come criterio innato il sentimento di benevolenza verso gli altri esseri umani.



Il buon senso, che comunque ci sarebbe da discutere se sia innato o meno, ha come suo criterio innato il benessere dell'individuo. Hai ammesso tu stesso che l'uomo è portato a compiere il male e deve fare sforzi di volontà per scegliere il bene... come puoi pretendere quindi che il criterio INNATO del buon senso sia il bene? Se così fosse, l'uomo compirebbe il bene spontaneamente.

Le contraddizioni sono l'eterno conflitto dell'uomo.
In noi alberga sia il male che il bene.


Invece noi siamo ciò che siamo, e alla nascita strilliamo per avere il latte, non per darlo al nostro fratellino più gracile di noi. Questa è la nostra natura; possiamo e dobbiamo scendere a patti con essa, civilizzarla, farla parte di noi. Ma non possiamo rinnegarla.
Bisogna dare a Cesare quel che è di Cesare... e a Dio, se avanza, il resto.

Hai ragione!
Infatti, ho diminuito i sensi di colpa, man mano che prendo coscienza delle mie numerose debolezze.
Chi non ha pietre scagli il primo peccato......




La maggioranza vince nell'agire ma non ha sempre ragione.


Vincere nell'agire non ha nessun legame con l'avere ragione. Questo è il motivo per cui una democrazia di diritto possiede principi che neanche la maggioranza può abrogare legittimamente.
Inoltre, nulla che sia fatto dagli uomini può avere sempre ragione.

Mi fai venire in mente una battuta ironica di uno scrittore astigiano, Valerio Miroglio: "Mangiate merda, 200 miliardi di mosche non possono sbagliare". (perdona il francesismo).



L'istinto della fede, basato su solidi principi teologici è il buon senso dei credenti.



Mi spiace, ma qui il mio disaccordo è totale.
La fede è spontaneamente illogica.

La fiducia non solo è logica ma si basa sulla conoscenza.

Forse abbiamo un concetto diverso dei termini.....


E se il buon senso è la spontanea applicazione della logica ai problemi che ci si presentano davanti, ne consegue che la fede è la negazione del buon senso.

Durante la mia vita ho fatto tante cose che non sono state dettate dal buon senso....e meno male che le ho fatte......

Tanto è vero che la fede ha portato alla formazione dell'unico stato teocratico della storia, mentre il buon senso all'ordinamento repubblicano e ai principi democratici.

Qui, perdonami, ma pecchi di ignoranza.
Tutte le costituzioni dei governi mondiali, si rifanno alle oltre 600 leggi esposte nel Pentateuco.


Te l'ho detto e non me lo rimangio: là dove esiste la fede al posto della logica, non si riesce a mediare le pulsioni animali e queste finiscono per essere incorporate come dominanti nella mente dell'individuo.

Quello che tu chiami fede è condizionamento mentale, ripeto la fede è un'altra cosa.

Se la ragione diventa serva e non padrona della fede, allora essa diverrà anche serva degli istinti che si integreranno con la fede, e lavorerà per "legittimare" le pretese degli istinti, anzichè costruire ragionamenti che cerchino mediare la natura animale.
La teocrazia è infatti una forma "legittimata" dell'organizzazione del branco, dove il capo è indiscusso e sovrano assoluto.
Lo so che sembra una semplificazione detta così, ma... il succo è questo.

Non sono d'accordo, ma prendo atto di questa tua "conquista" intellettuale.


Non so se avere buon senso è "la strada" degli atei, personalmente, sono interessato all'uomo in quanto mio simile.



Credo che avere buon senso sia la "strada" degli atei, almeno di come io concepisco l'ateismo. Ma abbiamo visioni diverse di cosa sia il buon senso, quindi siamo indotti a reciproci errori di comprensione.
Del resto ti dirò, Pino, ci sono parti del "contratto" stipulato dal credente che mi sembrano veramente inaccettabili, una forma neanche troppo velata di prostituzione intellettuale:

1) Che la morale venga da un dio invece che dalla mente degli uomini. (Ma scherziamo...!)

2) Che la vita venga da un dio invece che dal mondo che ci circonda. Andava bene per le conoscenze del XI secolo, oggi ormai c'è una X in più...

3) Che gli esseri umani debbano vivere in funzione di qualcosa che verrà "dopo".

4) La teologia. Per me TUTTO ciò che concerne la teologia, cioè la pretesa di esseri umani di comprendere il pensiero di un creatore da loro stessi definito superiore, manca di qualsiasi fondamento razionale. Se il dio in esame è intrinsecamente superiore alle sue creature, allora non può essere capito e non ha senso specularvi sopra. Se invece non è superiore, la nostra capacità di comprenderlo implica che lui non ha nessun titolo per dettarci comandamenti.
Chiunque faccia teologia, vive come se questo paradosso non esistesse; raramente lo ammette e mai lo risolve. Quindi ne deduco che la teologia è la rinuncia suprema al buon senso umano.
Peraltro, non è tanto una mia opinione: la storia trabocca delle follie che la teologia di ogni religione ha prodotto. Qesto forum ne contiene in abbondanza.
Se vuoi, gira e dai un'occhiata [SM=g27822]

Hai perfettamente ragione, la religione, come diceva Karl Marx, è "L'oppio dei popoli". I termini "teologia" e "fede" sono stati fra i più strumentalizzati nella storia.
Tutto questo ha creato una cappa di ignoranza pazzesca.
Molti filosofi e scrittori ne hanno parlato, dissacrando ogni forma di delinquenza spirituale.



personalmente, sono interessato all'uomo in quanto mio simile.


I geni ti qualificano come homo sapiens. Ma l'Uomo con la U maiuscola, è uno status che non darei a tutte le persone che conosco.
Ci sono persone che non manifestano caratteristiche sufficienti a farle uscire dalla sfera degli animali...

Viviamo nella miseria morale e spirituale più squallida....

come diceva Einstein, coloro che adorano marciare a ritmo di un tamburo e di una marcia militare, soltanto per sbaglio hanno ricevuto un cervello. Un midollo spinale sarebbe stato loro più che sufficiente.


Mi piace citare queste due frasi di Einstein:

"L'autentica religione è il vero vivente; vivente tutt'uno con l'anima, tutt'uno con la bontà e la rettitudine."

"L'uomo che considera la propria vita e quella dei suoi simili senza senso non è soltanto sfortunato ma è quasi squalificato per vivere."

Un abbraccio
Pino









pcerini
00domenica 16 marzo 2008 23:46
Caro Pino,e' sempre un piacere avere uno scambio di idee di tale livello che ci consente di conoscerci meglio.

Io non me la sento di paragonare il processo che ha condotto alle certezze interiori a quello della fede,ritengo che siano due cose distinte,peche' la fede parte da presupposti che non possono essere esperiti,da realta' che vanno oltre la possibilita' di toccarle con mano.

Io ho avuto modo di forgiare le mie esperienze interiori su possibilita' concrete,reali,di scoprire le meravigliose potenzialita' del tutto umano,se l'umanita',invece di rincorrere per una vita intera chimere metafisiche,valorizzasse maggiormente le sue potenzialita',potrebbe arrivare a risolvere gran parte dei problemi di questo mondo.


Un caro saluto,con affetto e stima

parliamonepino
00domenica 16 marzo 2008 23:48
Re:
Claudio Cava, 16/03/2008 20.32:


Come al solito quando si parla di questi argomenti i credenti non sanno contrapporre altro che luoghi comuni, i soliti "dato per scontato" e i classici inculcamenti subiti fin dalla culla.

La nostra mammoletta d' assalto - c' e' ormai da prenderne atto tutti, assolutamente incapace di scrivere un post normale da persona normale - ci ha infilato perfino un parallelo con il satanismo, con tanto di pensierino (idiota) introduttivo.

Per quanto mi riguarda, non mi dilungo oltre.
Non e' per superbia ma mettetevi nei miei panni: dopo due decenni e oltre non ne posso piu', di fare il maestro dell' ovvio.

Ovvieta' su cui concorderebbe chiunque volesse veramente capire.

Ma capire in questo caso non e' per nulla conveniente.

Buon pro vi faccia, sinceramente.

Ciao
Claudio




Caro Claudio,

Vito Pucci si è limitato a fare una domanda e riportare una tua citazione.

Forse, Vito, avrebbe fatto bene ad esprimere un suo commento del suo "riportato".

Anche tu potevi esprimere un tuo pensiero invece che "discriminare" una personalità certamente diversa dalla tua e dalla mia ma pur sempre una persona di tutto rispetto.

Al di la dello stile epistolare di Vito, non mi sembra abbia scritto cose che offendono la persona.

E' fuori discussione che sei una persona intelligente (ancora due anni e mi superi [SM=g27988] ) ma in questo caso sei stato "ovviamente" prevedibile.

Polipi nonneschi
Pino


parliamonepino
00domenica 16 marzo 2008 23:58
Re:
pcerini, 16/03/2008 23.46:

Caro Pino,e' sempre un piacere avere uno scambio di idee di tale livello che ci consente di conoscerci meglio.

Io non me la sento di paragonare il processo che ha condotto alle certezze interiori a quello della fede,ritengo che siano due cose distinte,peche' la fede parte da presupposti che non possono essere esperiti,da realta' che vanno oltre la possibilita' di toccarle con mano.

Io ho avuto modo di forgiare le mie esperienze interiori su possibilita' concrete,reali,di scoprire le meravigliose potenzialita' del tutto umano,se l'umanita',invece di rincorrere per una vita intera chimere metafisiche,valorizzasse maggiormente le sue potenzialita',potrebbe arrivare a risolvere gran parte dei problemi di questo mondo.


Un caro saluto,con affetto e stima




Caro Paolo,

Hai citato, senza saperlo, parte dell'introduzione di un libro scritto nel 1935 da Alexis Carrel "L’uomo questo sconosciuto", uno dei primi libri che parla di psicosomatica in termini scientifici.
L'ho letto a 17, alle superiori, un libro che mi aprì le meningi, uno dei 100 libri che hanno dato un forte contributo alla mia crescita personale.
Carrel diceva che l'uomo invece di essere la misura di tutto, si è fatto misurare......

Ad ogni modo, quello che hai detto, mi piace molto, perchè è un forte segnale che il "cammino" che stai facendo porta degli ottimi risultati.

Con grande affetto
Pino





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