Suu Kyi ai giudici del regime: "Sono innocente"
Yangoon (Myanmar), 22-05-2009
"Mi dichiaro innocente perché non ho commesso alcun reato". Sono state queste le parole proferite dalla leader dell'opposizione in Myanmar, e premio Nobel per la pace 1991, Aung San Suu Kyi al tribunale che la processa da lunedì a porte chiuse nella prigione di Insein, a nord di Yangoon. Lo ha fatto sapere uno degli avvocati dell'imputata, nonché portavoce del partito d'opposizione della lega nazionale per la democrazia, Nyan Win.
Aung San Suu Kyi è accusata di aver violato gli arresti domiciliari - che terminano il 27 maggio prossimo - per aver ospitato per due giorni un attivista mormone americano, John William Yettaw, arrivato nella casa del premio Nobel nottetempo e attraversando il lago a nuoto. L'uomo ha dichiarato ai giudici di aver sognato che Aung San Suu Kyi sarebbe stata uccisa e ha così deciso di raggiungerla nella sua dimora con l'intenzione di avvisarla.
Il giudice del tribunale della prigione di Insein, Thaung Nyunt, ha accettato oggi la richiesta di incriminazione per San Suu Kyi. La sentenza potrebbe arrivare anche prima della scadenza dei termini dei domiciliari.
Se giudicato colpevole, il premio Nobel rischia fino a cinque anni di carcere che, a detta di uno dei suoi avvocati, l'americano Jared Genser, potrebbero essere fatali per Suu Kyi. Le condizioni di salute della donna, infatti, sono da tempo precarie. Secondo alcuni osservatori internazionali, la giunta militare birmana mira a sfruttare questa situazione così da mantenere Suu Kyi sotto regime detentivo in vista delle elezioni del prossimo anno.
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