CASO CUCCHI: PESTAGGIO O TORTURA?

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parliamonepino
00sabato 21 novembre 2009 15:54
Stefano Cucchi è stato fermato e portato in carcere in quanto presunto colpevole per il reato di spaccio e di violazioni inerenti alla sfera della droga.

Chi lo ha arrestato non ha tenuto conto che, comunque, Stefano, come tutti i cittadini, è un portatore di diritti costituzionali e non uno scarto della società.

Prima della sua sepoltura, sono state scattate 67 foto.

Sono state rese pubbliche una decina di foto, sufficienti per non notare che, Stefano, era stato oggetto di aggressioni feroci che hanno reso il suo corpo simbolo di una spietata e sistematica sequenza di "bestialità", riducendolo a "carne da macello".

Non credo di esagerare nell'aver espresso delle parole dure, nei confronti di chi ha ridotto un ragazzo di 31 anni in quel modo, anzi, credo sia il caso di dire le cose come stanno veramente e, cioè, che Stefano è stato TORTURATO.

Tutto questo aggiunge, al già grave comportamento di guardie e di medici, operatori pubblici, una spaventosa realtà:

Nessuna pietà per i poveri ed i sofferenti,

Nessuna capacità di commuoversi e di reagire in modo soccorrevole per chi sta morendo.

L'agonia di stefano Cucchi è durata 6 giorni, poi, il suo cuore si è fermato.

Non so quante persone, addette a vari ruoli, abbiano incrociato quella "manciata di ossa" spappolate.

Come è possibile tanta crudeltà?

Come è possibile tanta indifferenza?

Come è possibile stare zitti di fronte a questa barbarie?

Come è possibile, per un genitore, rimanere calmo di fronte ad una ingiustizia di queste proporzioni?

Come è possibile che lo Stato impieghi così tanto tempo per accertare delle responsabilità?

Quanti "Stefano Cucchi" ancora?

Pino Lupo
[SM=g1380307]



®@ffstef@n
00lunedì 23 novembre 2009 15:12
Tanto per rispondere a Giovanardi che pare abbia detto un'altra stronzata delle sue, AscoltateVi quest' Audio shock:
il comandante al secondino, ''Il detenuto non si massacra davanti a tutti"



Se rispondiamo con la stessa demenza del ministro Giovanardi
non dobbiamo meravigliarci ne condannare se qualche "Libico" imbottito di esplosivo,si fa esplodere in una caserma.

E' così oppure no... ministro Imbecille?
parliamonepino
00lunedì 21 dicembre 2009 14:20
Re:
®@ffstef@n, 23/11/2009 15.12:

Tanto per rispondere a Giovanardi che pare abbia detto un'altra stronzata delle sue, AscoltateVi quest' Audio shock:
il comandante al secondino, ''Il detenuto non si massacra davanti a tutti"



Se rispondiamo con la stessa demenza del ministro Giovanardi
non dobbiamo meravigliarci ne condannare se qualche "Libico" imbottito di esplosivo,si fa esplodere in una caserma.

E' così oppure no... ministro Imbecille?



Carcere Teramo. Detenuto testimone di un pestaggio muore misteriosamente
Lunedì 21 Dicembre 2009 14:49


TERAMO - "Un detenuto non si massacra in sezione, si massacra sotto...". Queste alcune delle frasi registrate in una cassetta audio inviata lo scorso novembre in forma anonima alla redazione del quotidiano La Città di Teramo. Protagonisti della conversazione due guardie penitenziarie che discutono sul pestaggio di un detenuto avvenuto nel carcere abruzzese di Castrogno il,22 settembre al quale avrebbe assistito un altro carcerato di colore.

Ebbene questo presunto testimone del pestaggio è misteriosamente morto. Si chiamava Uzoma Emeka, era originario della Nigeria ed aveva 32 anni.

Subito dopo la divulgazione dell'audio, considerando il clima drammatico dell'episodio di Stefano Cucchi, molti si erano mobilitati. Interpellanze parlamentari, inchieste, denunce di degrado all'interno del carcere di Teramo e poi il silenzio. Fino a venerdì scorso, quando il giovane nigeriano, detenuto per spaccio di stupefacenti, si è sentito male in carcere. "Uzoma, mentre parlava con la moglie si è accasciato. All’ospedale, però, ci è arrivato solo dopo l’una del pomeriggio" ha detto il suo avvocato Giulio Lazzaro.

Una morte che alimenta atroci dubbi, specialmente sulle condizioni in cui versa il carcere d iTeramo. dove sono rinchiusi 400 detenuti, il doppio rispetto alla capacità della struttura. Uzoma non aveva mai voluto parlare al suo avvocato del famoso pestaggio, forse per paura di subire delle ripercussioni all'interno del carcere. Soffriva da tempo di depressione e prendeva dei farmaci per alleviare il suo stato, ma per ora le cause della sua morte rimangono avvolte dal mistero. Per questo motivo la Procura ha aperto un'inchiesta e quest'oggi sarà eseguita l'autopsia sul cadavere del nigeriano, che sarà addirittura filmata. Intanto nelle carceri italiane è scoppiata la protesta per denunciare le condizioni disumane nelle quali versano i detenuti.
FONTE

SARA' STATO UN CASO?



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