"E' il giudice il vero assassino di nostra figlia"

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animhatua
00sabato 11 agosto 2007 20:07
Maria Antonietta, la rabbia dei genitori
"E' il giudice il vero assassino di nostra figlia"

VENTIMIGLIA (IMPERIA) - Un dramma che doveva essere evitato. I genitori di Maria Antonietta, la ragazza uccisa ieri da Luca Delfino, accusano il giudice di non aver fatto fino in fondo tutto quello che doveva per evitare la morte della figlia. "Prima ancora che con quel pazzo criminale - hanno detto il padre Rocco Multari e la madre Rosa - devono fare giustizia con il giudice, perché è lui il vero assassino di nostra figlia. Lanciamo un appello al ministro della Giustizia, affinchè mandi a casa quei magistrati che lavorano soltanto per prendere lo stipendio a fine mese". Ma il procuratore risponde: "Mancavano le prove per tenerlo in carcere, avevamo solo indizi".

I genitori di Maria Antonietta, la giovane commessa di Ventimiglia, non riescono a trattenere la loro rabbia per la morte della figlia che oggi avrebbe compiuto 33 anni. Luca Delfino, 30 anni, era indagato e in stato di libertà per l'assassinio di un'altra sua compagna, Luciana Biggi, sgozzata nei vicoli del centro storico di Genova lo scorso anno. Riccardo Lamonaca, l'avvocato difensore di Delfino, ha annunciato che chiederà la perizia psichiatrica per il suo assistito.

"Luca continuava a picchiarla, a molestarla e a minacciarla, tanto che ultimamente, mia figlia era stata costretta a cambiare casa, in gran segreto, per sfuggire da quell'incubo - spiega la mamma Rosa -. Avevamo presentato più di un esposto ai carabinieri, ma sa il maresciallo cosa mi rispondeva quando gli dicevo che avrei messo per iscritto che quell'uomo prima o poi avrebbe ucciso mia figlia? Di stare tranquilla, di non esagerare o drammatizzare perchè loro gli stavano col fiato sul collo".

Il messaggio inquietante. La madre poi ha raccontato che Maria Antonietta, il 28 aprile scorso (un anno dopo il ritrovamento del cadavere di Luciana Biggi), aveva ricevuto da Luca un messaggio minaccioso: "Ricordati che giorno è oggi". A Natale, il ragazzo aveva anche minacciato la madre della ragazza dopo che i genitori lo avevano cacciato di casa. "E poi - sbotta per la disperazione il padre Rocco - dicono che bisogna avere fiducia nella giustizia. Io rispondo che c'è solo da vergognarsi di essere italiani. Adesso non ha più senso l'intervento dei magistrati".

Il procuratore risponde. "Noi - dice il procuratore capo di Genova Francesco Lalla - dovevamo decidere in base agli elementi concreti raccolti. C'erano molti indizi, elementi di forte sospetto, ma mancava la prova. Nella ricostruzione dei movimenti di Delfino c'era un buco di un'ora, gli esami scientifici non avevano provato la sua colpevolezza. Anche la definizione di 'persona pericolosa' non basta a provare che si tratta di un omicida. Non potevamo trattenerlo in carcere. Ora è troppo valutare i fatti di allora alla luce di quello che è accaduto dopo".

La risposta dei carabinieri. Non ha tardato però ad arrivare la replica dei carabinieri. Il colonnello Franco Cancelli, comandante provinciale dei Carabinieri di Imperia, ha voluto prima partecipare al dolore dei genitori e poi ha precisato: "Abbiamo sempre trattato questa vicenda con il massimo dell'attenzione, senza mai lasciare nulla al caso". I militari sono più volte intervenuti per controlli sul giovane o nella casa a Dolceacqua dove Luca e Maria Antonietta avevano convissuto per un certo periodo.

(11 agosto 2007)
www.repubblica.it
nikitha
00lunedì 13 agosto 2007 16:19
[SM=x1061918]

Cara Lucy,

ti ringrazio per gli aggiornamenti che posti su "pianeta donna" riguardanti la violenza sul mondo femminile.
Mi auguro che diano modo di riflettere profondamente tutti i lettori.
Purtroppo il sistema della "giustizia" sembra più occuparsi del "tamponare" gli avvenimenti dopo che sono accaduti, piuttosto che di "prevenirli".
E questo non accade solo nei riguardi delle donne ma, praticamente, nella totalità dei casi.
Ogni giorno ci troviamo davanti a violazioni dei diritti, e ci troviamo totalmente impotenti ad agire e senza voce per chiedere le giuste garanzie.

A presto,

[SM=x1061918]

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