Fonte: www.agi.it/in-primo-piano/notizie/201007291851-pol-rt10399-pdl_l_arma_segreta_di_fini_il_ricorso_ai...
Procedimento amministrativo nei confronti dei finiani Italo Bocchino e Fabio Granata. A quanto si apprende, i due esponenti vicini al presidente dela Camera sarebbero oggetto i un procedimento disciplinare che prevede il loro deferimento al Collegio dei probiviri per valuterne la sospensione dal pdl se non addirittura l'espulsione dal partito. Questo, secondo quanto si apprende, sarebbe il contenuto di un documento all'esame dell'Ufficio di presidenza del Pdl, in corso a Palazzo Grazioli. Gianfranco Fini, riferiscono fonti parlamentari, ha un'arma segretissima nel cassetto: in caso di espulsione dei finiani dal Pdl ricorrere al giudice ordinario. Il presidente della Camera ha rivelato il progetto ad alcuni dei suoi. Il piano al momento resta una 'extrema ratio', ma porterebbe il 'caso Pdl' direttamente nelle mani della magistratura. L'ex leader di An potrebbe infatti chiedere immediatamente, attraverso la magistratura, il reintegro degli esponenti sospesi dal partito. "E' possibile e avrebbe anche buone chance di riuscita", ammette una fonte parlamentare del partito. Ma il ricorso naturalmente avrebbe conseguenze politiche devastanti, proprio in un momento in cui il presidente del Consiglio vorrebbe fare alla Camera un discorso sull'uso politico della giustizia. Nel Pdl c'e' chi dice che il premier ci avrebbe ripensato, potrebbe non affrontare ora il tema della riforma, rimandarlo a settembre; altri, invece, parlano di un testo gia' pronto da leggere martedi' in Aula. "Ma in ogni caso un ricorso solleverebbe un altro polverone e - riflette un deputato berlusconiano - porterebbe il partito sotto la lente di ingrandimento della magistratura provocando ulteriori danni di immagine...". Questa mattina la terza carica dello Stato ha chiamato i deputati a lui vicini ad uno ad uno. "Se sospendono uno di noi, mi autosospendo anch'io", ha spiegato incredulo - riferisce chi gli ha parlato - della risposta di Berlusconi alla sua offerta di pace. "Noi siamo stati sempre fedeli alla maggioranza e al governo, mi sto spendendo per ricucire lo strappo. Ieri ho teso la mano a Berlusconi - questo il ragionamento - e ho ricevuto invece uno schiaffo in faccia...". Da qui l'iniziativa dei finiani che subito si sono organizzati per contarsi: 33 alla Camera (qualcuno dice 35) e piu' di quindici al Senato, spiegano.Silvio Berlusconi per tutta la giornata ha spiegato ai suoi interlocutori di ritenere "irreversibile" il divorzio con Fini. Il presidente del Consiglio ha dato mandato a Bondi di scrivere un documento di "censura politica" contro un presidente della Camera "distante dal Pdl" e niente affatto "super-partes nel suo comportamento istituzionale". Poi hanno cominciato di nuovo a muoversi i pontieri: Augello e Moffa tra i finiani, Letta e Ghedini tra i berlusconiani. Del resto a palazzo Madama ci sono anche resistenze, da parte dei finiani, alla formazione di un gruppo autonomo. Si racconta che il presidente della Camera avrebbe provato ieri, invano, a chiamare il Cavaliere tramite Gianni Letta. "L'offerta e' tardiva", la risposta del premier al sottosegretario alla presidenza del Consiglio che da tempo agisce come mediatore per trovare una soluzione. Soluzione cercata anche in queste ore, visto che molti spiegano che all'ufficio di presidenza di oggi potrebbe essere presentato solo un documento di censura senza nomi, di poche righe. Il piano originario - quello dell'espulsione di Fini e dei finiani - potrebbe essere ripreso all'occorrenza.