Berlusconi: “La P3? quattro pensionati sfigati”.
Non parlare di corda a casa dell’impiccato, si dice a casa mia. I pensionati italiani “normali” (non quelli sfigati che ordiscono cospirazioni per agevolare uomini di potere, ricattando e corrompendo magistrati) con la finanziaria tremonti 2010 vedranno saltare anche i 40 anni di contributi. La pensione infatti si aggancerà all’aspettativa di vita, che vuol dire che se avete raggiunto i 40 anni al compimento del sessantesimo, la pensione sarà bassa perchè “la vostra aspettativa di vita è di almeno 75 anni”. Insomma: lo stato berlusconiano ai lavoratori “normali” la pensione non la vuole pagare e quindi la abbasserà, qualora abbiate cominciato a lavorare presto, non tenendo piu’ conto degli anni di contribuzione, ma dell’aspettativa di vita: parametro in fieri, di anno in anno.
Ma comunque non era di questo che volevo parlare, bensì della cosiddetta P3. “pensionati sfigati” li ha definiti il premier, anche se è accertato che il premier fosse perfettamente al corrente delle loro attività, per la quale i “pensionati sfigati” sortivano stima e retribuzione adeguate.
In effetti la P2 era parecchio “out to date”. Licio Gelli tra un po’ fa la fine di Andreotti, vedendo l’inferno in vita, magari in diretta TV e i popolani, traditi dalle performances pessime della nazionale ai mondiali si erano magari stufati di sentir parlare sempre delle stesse cose: il piano di rinascita democratica, Gelli, la massoneria, gli illuminati e tutte le congreghe-cosche che servivano ai centri di potere per aggirare le barriere democratiche poste dalla costituzione.
Ancora non si è usciti da questo pantano che salta fuori un’altra congrega di merda, capeggiata da tre maestri: die faccendieri-imprenditori che si facevano beffe del principio liberista della concorrenza e “arrotondavano” tramite canali privilegiati e i loro referenti “alti” magistrati (ovviamente quelli che non potevano essere definiti “toghe rosse”), notabili, amministratori locali e deputati di maggioranza.
Cosentino, implicato in accuse di collusione con la camorra era il personaggio da far avanzare nel senso dell’aumento del potere- nonostante tutto- e Verdini (coordinatore PdL, un toscano che ha fatto carriera in poco tempo) era quello che portava le istanze nei piani altissimi del potere e operava soluzioni. Gli strumenti usati erano il ricatto e lo sputtanamento mediatico.
Anche il nostro presidente della Lombardia, Formigoni, preoccupato per la vicenda delle liste che sembravano invalidate alle regionali, ha chiesto aiuto a questa struttura segreta: è stato intercettato, mò vedremo gli sviluppi (se non passa la legge-bavaglio, sennò non sapremo piu’ una minchia), perchè “el furmiga” chiese proprio che si facessero pressioni a livello di magistratura, per farlo uscire dal verminaio. Alla fine ci penso’ Napolitano, ricordate?
Una rete di personaggi altolocati che interagiscono per aggirare lo stato di diritto: questa è la P3. E poichè i tempi sono cambiati, pare che i mezzi usati siano molto meno “soffusi” di quelli dei piduisti e di Gelli: dove non arriva il denaro, arrivano i ricatti, l’angoscia di carriere decennali bruciate in una mattinata per un titolo sui giornali. Ma anche la voglia di “un posto al sole” tra i privilegiati di questo paese…
E strade privilegiate ce n’erano sì, per questi faccendieri che lavorano per l’entourage di “Cesare”: cosi era chiamato in codice Berlusconi, mentre i suoi tirapiedi, Bondi, Cicchitto, Gasparri, Gelmini ecc..sono chiamati in codice i tribuni.
Principale preoccupazione di questi “pitreisti” era “non far brutta figura con Cesare e con i tribuni” e così facendo “ritagliarsi” uno spazio privilegiato in cui acquisire appalti pubblici e fare affari con i soldi e i beni di tutti, che amministrati da questi mariuoli, dovevano solo ottenere legali giustificazioni per le tasche in cui finivano.
Intrecci torbidi, le indagini sui quali preoccupano non poco il premier, tant’è vero che liquida questa brutta faccenda come “una montatura” su “quattro pensionati sfigati” di cui “gli italiani farebbero meglio a non leggere sul giornale” perchè “i giornali hanno perso il senso della realtà” .
Speriamo che il “vento sardo” sul cui sfruttamento si basava l’inchiesta che ha portato alla luce questo ulteriore verminaio spazzi via Berlusconi e la cricca disonesta che fa capo a lui.
Le ragioni di questa speranza sono molte: in primis che in Italia ci sono almeno due generazioni di lavoratori per i quali manco i 40 anni di contributi basteranno piu’ per andare in pensione con decenza. Perchè se ai “pensionati pitreisti” era riservato un ottimo trattamento in virtu’ della loro predisposizione all’obbedienza, ai pensionati italiani futuri toccherà solo scommettere sull’”aspettativa di vita” per non morire di fame.
Quindi, ragionevolmente, la sparizione di Berlusconi è un Bene in senso platonico.
[Modificato da ®@ffstef@n 24/07/2010 19:57]