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LETTERA APERTA A SUA MAESTA'

Ultimo Aggiornamento: 07/03/2010 13:50
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07/03/2010 13:00
 
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Lettera aperta a Sua Maestà,

Vittorio Emanuele IV




«Queste decisioni spettano soltanto a me. Dopo lo stato d'assedio non c'è che la guerra civile.
Ora bisogna che uno di noi due si sacrifichi.»
 

«Vostra Maestà non ha bisogno di dire a chi tocca la pena.»


Non riteniamo, Maestà, di doverVi ricordare chi furono gli attori di quel dialogo, e lo facciamo soltanto per i posteri, che potrebbero avere qualche difficoltà a ricordare: si svolse fra un Vostro lontano Avo, Vittorio Emanuele III, e l’allora Primo Ministro Facta, la mattina presto del 28 Ottobre 1922, il giorno della Marcia su Roma.

Ci scusiamo anche per la forma: al posto della tradizionale Supplica alla Corona, abbiamo preferito usare la Lettera Aperta. Ci assolverete se, fra le tante “interpretazioni autentiche”, ci siamo permessi d’usare un’interpretazione teleologica del Protocollo Reale.

Saltano però agli occhi le profonde difformità fra le due situazioni: a differenza del Vostro Avo, Maestà, qui non scorgiamo pericoli di “stato d’assedio”, né gravi rischi per una democrazia dissacrata dalla presenza o meno d’alcune liste elettorali per delle semplici elezioni amministrative.

Si sa: la Storia si manifesta, in origine, come tragedia per tracimare poi nella farsa. E, ci scusiamo per l’ardire, tutta la vicenda ci sembra più adatta al teatrino dei Pupi piuttosto che alle vette della semantica giuridica, con tutto ciò che ne discende per gli attori della compagnia.

Notiamo, invece, dei raffazzonati e pericolosi tentativi per fare a pezzi i principi della nostra Costituzione – della quale Voi siete il custode – ed un prevaricante diritto d’ingerenza del potere esecutivo su norme elettorali a processo in atto. Come la prenderanno i sudditi, Maestà?

Perché osiamo affermare che la compagnia è oramai più adatta per le rappresentazioni d’avanspettacolo, piuttosto che per l’interpretazione giuridica?

Poiché affermare che, per presentarsi ad una competizione elettorale, è sufficiente dimostrare “d’essere presenti” nel fabbricato della Corte d’Appello per avere accesso alle elezioni, ci suscita più il riso che la riflessione.

Ma…Maestà: avete letto quel che avete firmato?

Oppure eravate assorto a catalogare la vostra collezione numismatica?


La Regina Vi ha forse interrotto per ricevere un parere
sui nuovi arredi del Quirinale?


Se così fosse ditelo, suvvia: Voi siete il Re! Che regna per volontà di Dio, non scordatelo.

Se Voi non foste il Re – perdonateci un volgare parallelismo – e foste soltanto uno dei tanti plebei che presiedono le nazioni repubblicane, lo sapete che il malcapitato potrebbe essere messo sotto accusa per attentato alla Costituzione?

Eh sì, perché intervenire con norme di “interpretazione autentica” in materia elettorale, a termini scaduti, senza un voto parlamentare, per un semplice presidente repubblicano potrebbe rivelarsi fatale. Perché?
Poiché non si tratta semplicemente di una questione di “regolamenti”: qui, sono i principi basilari che reggono una democrazia che vanno in fumo!

Quando abbiamo, invece, saputo che la “lettura e l’interpretazione dei timbri e delle firme” potrà anche avvenire dopo le elezioni (quando? ah, saperlo…) ci siamo sentiti rinfrancati ed abbiamo sperato.

Cogliamo l’occasione di questa supplica per comunicarVi un nostro segreto desiderio: avremmo tanto desiderato diventare un cardiochirurgo.
Abbiamo a disposizione una serie di graziosi timbri dei nostri – ahimé, oramai cresciutelli – ragazzi, i quali in gioventù si dilettavano a stampare su carta recuperata centinaia di quelle graziose figurine. C’erano il leone e l’asinello, la papera e lo scoiattolo.
Ora, se preparo con la mia stampante una graziosa Laurea in Medicina ed una Specializzazione in Cardiochirurgia – secondo il Vostro regale parere – sarebbe meglio usare il timbro con lo scoiattolo?
La papera?

Ah, ho compreso da solo.
E’ bastato visualizzarVi di fronte a me per ricevere la regale illuminazione: come ho fatto a non pensarci prima! Solo Voi, principe di Napoli, potevate illuminarmi: l’asinello!
Ma certo…imprimerò il “ciuccio” sull’agognata Laurea In Medicina!

Spero già, dal prossimo Lunedì, di potermi presentare in sala operatoria, col mio bel camice verde: tanto. timbri e firme, quando mai potranno controllarle?
Se solleveranno delle obiezioni, m’appellerò alla Vostra regale firma di “interpretazione autentica”.

Grazie, Maestà: è proprio vero che un Sovrano ama i suoi sudditi tutti, ad uno ad uno, con equanimità, e provvede a soddisfare i loro desideri, affinché la loro vita sia felice e colma di gratificanti realizzazioni.


Siamo quindi certi che interverrete celermente, con sovrano incedere, sulle norme che regolano la disoccupazione: tanti italiani – dall’Alcoa a Termini Imerese, “di qua e di là del mare”, e ovunque nello Stivale – aspettano un Vostro cenno, il Vostro certo avvallo sulla norma di “interpretazione autentica” che estenderà l’assegno di disoccupazione per tutti, senza limiti temporali, fin quando non troveranno un nuovo lavoro.

Siamo certi che farete tornare loro il sorriso.

Nel salutarVi, c’inchiniamo al Sovrano.


UNO FRA I TANTI
COMMENTO TRATTO DA:


http://www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=News&file=article&sid=6828


Re: LETTERA APERTA A SUA MAESTA’, VITTORIO EMANUELE IV (Voto: 1)
di alcenero il Sabato, 06 marzo @ 11:36:05 CST
(Info Utente | Invia un Messaggio)
Leggete qui il testo del decreto [download.repubblica.it].

A ogni elezione è capitato che qualche lista non si presentasse in alcune circoscrizioni o province perchè non aveva adempiuto ai doveri formali necessari, quali la presentazione di tutte le firme valide o dei documenti entro i termini.

Che venga fatto un decreto di urgenza quando la lista in questione è quella di governo fa semplicemente inorridire chi ha a cuore l'uguaglianza di tutti di fronte alla legge. Voglio stare attento a non incorrere nel reato di vilipendio al Capo dello Stato e quindi mi autocensuro, ciò che però non posso non dire è che questo Presidente è, per me, totalmente inadatto a ricoprire la carica.

Se ciò sia dovuto all'età avanzata (eufemismo) o alla persona in sé non saprei. Basta ripensare a quando, a un cittadino che gli rinfacciava di avere firmato il Lodo Alfano (che poi verrà giudicato incostituzionale dalla Corte apposita), rispose che non poteva fare a meno di firmare perchè "tanto sarebbe stato comunque riproposto". Ciò è vero ma il suo compito è proprio ed esattamente quello di rimandare indietro leggi con sospetto di incostituzionalità perchè vengano modificate, e se poi vengono riproposte mantenendo elementi non costituzionali c'è sempre la Consulta.

Possibile che un Presidente ignori l'ABC del suo ruolo?

 
[Modificato da ®@ffstef@n 07/03/2010 13:12]
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07/03/2010 13:30
 
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Due lettere, di comuni cittadini,  spedite a Napolitano e postate sul sito Termometro Politico:

Egregio Presidente della Repubblica.

le scrivo perchè come altri miei compatrioti sono indignato per quanto accaduto. Mi duole dirlo ma Lei, con la Sua firma al DL licenziato nella serata del 5 Marzo, ha promulgato un atto che non solo è palesemente incostituzionale ma anche una legge “ad personam” (o meglio, ad partitum) che apre precedenti inquietanti e dimostra come la legge non sia uguale per tutti ma che chi è un politico è più uguale degli altri, come diceva Orwell nella “Fattoria degli Animali”.

Io per iscrivermi ai bandi di concorso per i Dottorati di Ricerca ho dovuto seguire una burocrazia pedante, tempi certissimi, ogni firma e timbro al loro posto. E guai se avessi sgarrato! Mi sarei trovato fuori da ogni concorso.

Ebbene Lei oggi ha certificato con la sua firma al DL che i Partiti Politici possono fregarsene della Burocrazia che opprime noi onesti cittadini che paghiamo le tasse e fare un pò quello che gli pare, tanto poi si fa la leggina ad hoc e si risolve tutto.

Lei, in quanto supremo guardiano della Costituzione e dei principi in essa contenuti, avrebbe dovuto preservare il diritto di ogni Italiano e di ogni Italiana all’uguaglianza davanti alla legge. Io oggi invece da Italiano mi sento offeso, dato che Lei ha certificato che certi Italiani possono fare i furbi, mentre tutti gli altri devono seguire le regole.

Questa non è l’Uguaglianza predicata dalla nostra Carta Costituzionale, questo è irridere milioni di Italiani e di Italiane che ogni giorno devono pagare le tasse, le multe, le bollette, il canone RAI in tempi certi altrimenti si vedono colpiti da pesanti more e penali.

Sono ben felice che ad Ottobre mi recherò nel Regno Unito, dato che in questo Paese, la mia amata Italia, il Regno della Legge è stato sostituito dal Regno dell’Arbitrarietà. Io voglio vivere in uno Stato in cui il diritto è certo ed uguale per tutti, non uno dove chi ha il potere può fregarsene della Legge. Lei questa sera, come quando firmò il Lodo Alfano, ha ucciso nuovamente ogni speranza nello Stato di Diritto in questo Paese.

Concludo ricordandole che lei ha firmato un DL che contiene ampi elementi di Incostituzionalità: con il Suo atto ha aperto la strada ad una probabile bocciatura del DL da parte della Corte Costituzionale (cosa che è già avvenuta per il Lodo Alfano che Lei non ha minimamente ritenuto incostituzionale). Bocciatura che però arriverà, ottimisticamente, fra un anno. Quindi fra un anno ringrazieremo Lei, oltre che il Governo, per doverci far tornare alle Urne (e spendere altri soldi delle nostre tasse).

Da una persona con la Sua Storia politica mi sarei aspettato molto di più, non certo un comportamento degno di Vittorio Emanuele III.

Cordiali Saluti

Dott. M…….


Egregio Presidente

Le scrivo la presente per esprimere tutta la mia angoscia per quello che e’ successo ieri sera.

La sua firma sotto quel decreto legge e’ uno schiaffo a chi lavora onestamente dalla mattina alla sera, alle prese con inderogabili scadenze di lavoro e burocratiche.

Artigiani a cui non basta fare una passeggiata all’Agenzia delle entrate per dire di aver rispettato i termini di pagamento delle tasse, insegnanti cui non basta fare una capatina in classe per dire di aver compiuto il proprio dovere, impiegati cui non basta avere un indistinto scarabocchio sulle proprie pratiche, pena la loro inutilità, e cosi’ via.

Ma non e’ solo questo, ieri sera e’ morto anche formalmente lo stato di diritto in Italia: il diritto di competere ad armi pari per il governo del paese.

Ora infatti sappiamo che il governo ha il potere di interpretare le norme come più gli aggrada, come un bambino prepotente e stizzoso che presagisce una possibile sconfitta nel suo gioco preferito.

Finora avevo visto in lei il garante dell’Unita’ Nazionale, di tutti i cittadini, il mio garante. Da ieri sera non più

Tristemente

E…….


http://candidonews.wordpress.com/

[Modificato da ®@ffstef@n 07/03/2010 13:31]
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07/03/2010 13:33
 
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Pubblicato da candidonews su 5 marzo, 2010

D’ora in avanti se pagherò una bolletta in ritardo mi rifiuterò di pagare la mora, in quanto ho “liberamente interpretato” le procedure di pagamento.

D’ora in avanti se mi bocciano la domanda di presentazione per un concorso a causa dei termini scaduti scriverò una bella letterina al Presidente Napolitano per farmi fare un DL ad personam.

Che delusione Signor Presidente,
 che delusione…..


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07/03/2010 13:47
 
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ITALIANI... SVEGLIATEVI!!!

[Modificato da ®@ffstef@n 07/03/2010 13:50]
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