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Pd in piazza. Di Pietro: impeachment per Napolitano

Ultimo Aggiornamento: 07/03/2010 14:12
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Fonte: www.rainews24.rai.it/it/news.php?newsid=138595

La riammissione della Lista Formigoni da parte del Tar della Lombardia accresce la rabbia delle opposizione verso il decreto del governo che, ora, si configura come una norma ad esclusivo beneficio del Pdl della provincia di Roma. Tutto il centrosinistra, dall'Udc al Prc alza la voce contro il "decreto truffa", contro il quale il centrosinistra ha indetto una manifestazione nazionale per sabato 13 marzo. Ma l'unita' delle opposizioni e' rotta da Antonio Di Pietro che prende di mira il presidente Napolitano, e ipotizza l'impeachment per la sua firma al decreto. E, addirittura, serpeggiano timori di ulteriori "trucchi" del centrodestra in caso di sua sconfitta elettorale nel Lazio.

"Il messaggio che passa al Paese e' devastante: le regole valgono solo per i deboli, mai per i forti" ha detto Pier Ferdinando Casini, che ricorda come l'Udc rimase escluso dalle elezioni del Trentino del 2008 per questioni di timbri: "non capisco perche' solo noi dobbiamo essere fessi". Tutto il Pd, dal segretario Pier Luigi Bersani, agli esponenti delle varie anime del partito (Massimo D'Alema, Dario Franceschini, Piero Fassino, Beppe Fioroni, Anna Finocchiaro), protestano in coro contro un decreto che "cambia le regole del gioco mentre la partita e' in corso".

I capigruppo Franceschini e Finocchiaro, in una lettera ai presidenti di Camera e Senato, preannunciano un irrigidimento del Pd su tutti i fronti. Anche i partiti fuori del parlamento, come Prc, Pdci e Sinistra e Liberta', fanno sentire la loro voce. Ed ecco che di prima mattina dopo una serie di telefonate tra i leader del centrosinistra nasce l'idea di una manifestazione nazionale di protesta che infatti viene indetta per sabato prossimo, 13 maggio.

A rompere l'unita' pero' e' Antonio Di Pietro e Idv che avanza l'ipotesi di impeachment verso il presidente Napolitano, per aver firmato un decreto a suo giudizio incostituzionale. Il capogruppo alla Camera, Massimo Donadi chiede spiegazioni su come sia andato il colloquio Berlusconi-Napolitano, visto che i retroscena di alcuni giornali parlano di minaccia da parte del premier di scatenare la piazza. "Se fosse vero ci troveremmo di fronte ad una nuova marcia su Roma, con Napolitano nelle vesti di Vittorio Emanuele". E quando il Capo dello Stato, nel pomeriggio, motiva le sue scelte, Di Pietro non arretra nelle sue critiche, nonostante le telefonate di Bersani che gli spiega che in questa battaglia l'avversario e' il governo e non il capo dello Stato. Argomento ripetuto da tutto il Pd, che si becca del "pavido e ipocrita" perche' non ammette che Napolitano non e' stato "arbitro imparziale".

A meta' pomeriggio due manifestazioni a Roma e a Milano, danno voce alla rabbia del popolo del centrosinistra, che e' piu' grossa dopo l'ok del Tar della Lombardia alla lista di Formigoni. Il decreto alla fine sara' un salva-lista, quello del Pdl del Lazio; ed ecco che Esterino Montino, vicepresidente della Regione, annuncia un ricorso alla Corte Costituzionale per conflitto di attribuzione.

Emma Bonino, in piedi su una sedia tra le bandiere di tutto il centrosinistra, annuncia che non ci saranno "inutili e sterili Aventini", facendo fare un sospiro di sollievo ai militanti: era infatti corsa voce che Bonino, per protesta, si ritirasse dalle elezioni. "Se avessi ascoltato solo me stessa - ammette dal suo inusuale palco - avrei gia' detto che con i bari non si gioca, ma credo che in questa circostanza sia necessario un confronto con tutte le altre forze che compongono la coalizione". Insomma Bersani e alleati hanno usato il telefono.

La stessa Bonino e Di Pietro danno poi voce a un timore che circola gia' da ieri, quello che il centrodestra, se Renata Polverini non vincera' le elezioni, rinuncera' a convertire in legge il decreto, provocando cosi' l'annullamento delle elezioni. "Se perdessero - ha detto Bonino - vorranno interpretare il risultato, perche' chi ha fatto questo decreto ieri e' capace di tutto". E il verde Angelo Bonelli invoca per le regionali gli osservatori internazionali "come per l'Ucraina".
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La storia si ripete!

Cambiano i nomi ma non cambia la sostanza.......




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06/03/2010 23:52
 
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Re:
parliamonepino, 06/03/2010 22.52:

La storia si ripete!

Cambiano i nomi ma non cambia la sostanza.......




Infatti Caro Pino,
L'uomo fin quando è spinto da una bandiera, da un colore, da un'appartenenza, continuerà solo a cambiar nomi e si trascinerà con se sempre il suo servilismo e la sua schiavitù.

[Modificato da ®@ffstef@n 06/03/2010 23:53]
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07/03/2010 11:05
 
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I TEMPI SON CAMBIATI IN PEGGIO

PERTINI NON AVREBBE MAI FIRMATO

Di  tutta questa bagarre, procurata da imbecilli del PDL romano che dovevano portare le liste elettorali in tempo, e non l’hanno fatto, adesso, per la destra, il colpevole è Di Pietro.

Si è trovato il colpevole, si riempiono i giornali col faccione di Di Pietro. Lo scandalo del decreto anticostituzionale firmato, passa in secondo ordine. Si parla d’altro. La solita politica della destra.


Di Pietro dice solamente una cosa giusta: voglio capire bene perché, un Presidente della Repubblica, garante della Costituzione, ha firmato un decreto anticostituzionale e perché, soprattutto, ha consigliato il PDL, come scriverlo, per farlo apparire accettabile.


Pertini non avrebbe mai firmato un decreto anticostituzionale.


Si dice che Berlusconi abbia minacciato pesantemente Napolitano, di scagliarli contro il popolo di destra, inferocito, quello delle ronde nere o forse l’ha minacciato, dicendo che il governo ha in mano l’esercito e che, quindi, può mettere a ferro e fuoco la città di Roma ed il Lazio, durante le elezioni. Con i loro militi abituati agli ordini. La Russa l’aveva già preannunciato.


Si è visto che cosa è successo a Genova durante il G8, i fascisti di allora che sono ancora al governo, sono stati capaci di fare stragi delle gente che protestava a mani alzate, di uccidere innocenti e di passarla liscia. Pochi militari responsabili, sono stati incolpati.


Ma Pertini non avrebbe mai firmato un decreto anticostituzionale.


Forse la considerazione che ha fatto Napolitano, quella che l’ha portato alla firma di un decreto berlusconiano anticostituzionale, è proprio il fatto che l’Esercito, ora, ha un ministro fascista, già sanbabilino, abituato alle maniere forti, e qualche prova di forza l’avrebbe fatta.


Sicuramente uno scontro fortissimo fra la popolazione, uno contro l’altro, con la parte popolare  senza armi. Il popolo democratico, infatti,  non ha armi, se non la voce ed il numero di persone, il PDL ha l’esercito, le armi, ed il comando.
Di fronte ad una scelta estrema, Napolitano, ha scelto di diventare il bersaglio del popolo inerme, piuttosto che il bersaglio della parte armata. Per la “pace sociale”, sembra.

Pertini non avrebbe mai firmato un decreto anticostituzionale.
 


Una riflessione comunque occorre farla.

Pertini non si è mai trovato, uno SPUDORATO Berlusconi Presidente del Consiglio, un fascista Presidente della Camera, un mafioso, Presidente del Senato, un fascista alla Difesa, uno  xenofobo convinto agli Interni.

I tempi son cambiati, in peggio.

 

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[Modificato da parliamonepino 07/03/2010 11:27]
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07/03/2010 11:55
 
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L'atteggiamento spudorato, sfrontato, sudicio (come direbbe uno scrittore), di molti uomini di stato, ha sempre creato dei danni nel tempo.

Se hai potere e soldi, sai di "cavalcare l'onda", allora puoi anche "ricattare" un re o un Presidente della Repubblica attempato ed indebolito dalle pressioni che riceve.

Napolitano, temendo il peggio, cerca, pensando di essere saggio, un accomodamento.

Sandro Pertini, non solo non avrebbe firmato, ma non avrebbe permesso che il commercio e la corruzione si infiltrassero tra le più alte cariche dello Stato.

Il "dado è tratto"! Siamo nelle mani di un Governo che regna nella menzogna e che con il potere pensa di risolvere le proprie "malefatte", cercando di far comparire una "facciata di ripresa".

La scena di questa Italia è drammatica, persino patetica.........forse la salveranno singoli uomini, dal basso dei loro ruoli di sindaci di piccoli comuni, o dal basso delle loro numerose proteste cui non si può sempre respingere.

I "terremoti" vengono dal basso e possono travolgere tutto.

Pino Lupo






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