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CAPO CORROTTO, NAZIONE INFETTA

Ultimo Aggiornamento: 18/07/2010 19:37
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09/06/2010 15:16
 
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Alitalia pronta a schiantarsi al suolo.
Ancora il coraggio di chiedere l’aiuto statale





C’era una volta il libero mercato e c’era una volta un governo, che ai quattro venti urlava di essere liberale, ma che sotto sotto non lo era nemmeno lontanamente.

C’era una volta una compagnia aerea italiana dilaniata dai debiti. Questa compagnia si chiamava Alitalia ed era stata adocchiata dai francesi di Air France che l’avrebbero voluta comprare, risistemare e risollevare.

Ma in quel regno qualsiasi normale logica di mercato veniva incatenata, stuprata e torturata per un ideale più squallido e grande: il potere.

In quel regno dominava un piccolo e buffo omino pluriprescritto che, sotto la falsa motivazione della compagnia di bandiera da salvare, fece l’ennesimo regalo agli squali dell’economia italiana.

Fu così che Alitalia, grazie ad un intervento del governo, in barba quindi al libero mercato, fu divisa in due pezzi: bad company (tutti i debiti) e good company (tutti i ricavati). La prima fu accollata allo Stato. La seconda fu regalata ai soliti quaquaraqua mangia soldi, con i più sentiti auguri da parte dei contribuenti.

Oggi probabilmente stiamo per arrivare all’epilogo di questa storiaccia all’italiana perché la cordata dei “salvatori della patria” si è sfracellata al suolo.

Da fonti ben informate vieniamo a sapere che l’amministratore delegato Rocco Sabelli potrebbe essere sfiduciato a breve.

Di fronte alle perdite enormi della compagnia di bandiera, i soci storici si sono rifiutati di versare la seconda parte dell’aumento del capitale. E sottolineano ancora le nostri fonti di uno violento scontro esploso in Intesa – la banca che si è assunta l’onere del salvataggio perché gravata del debito enorme di Air One di Carlo Toto, fra l’amministrato delegato Corradino Passera e il direttore del Corporate Micciché, colui che ha voluto e ottenuto, anche contro la volontà del presidente Roberto Colaninno, Rocco Sabelli alla guida della compagnia. 

Sarebbe stato chiesto, inoltre, per tamponare un buco pauroso, l’intervento governativo della Cassa Depositi e Prestiti.
 
Intanto, da parte sua, Passera sta consultando un nuovo manager: ne ha già contattati due, più un outsider. Nei prossimi giorni è atteso infine un incontro risolutivo di Colaninno con il vertice di Air France intenzionato a commissariare Sabelli con un proprio manager. (
Dagospia)


Sì, avete letto bene: non solo questi signori si sono pappati tutta la good company ma, dopo averla devastata per la seconda volta, hanno ancora il coraggio di chiedere l’intervento governativo per colmare il loro buco pauroso.

Dite addio alla compagnia di bandiera, ora Air France potrà papparsi tutta la torta molto più facilmente. La morale è sempre la stessa: meno male che Silvio c’è.

[Modificato da ®@ffstef@n 09/06/2010 15:41]
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18/06/2010 21:57
 
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ALLA FACCIA DELLA SICUREZZA: IL GOVERNO TAGLIA ALTRI 600 MILIONI ALLE FORZE DELL’ORDINE


STRAORDINARI BLOCCATI PER TRE ANNI: LAVORERANNO GRATIS…A MILANO SU 60 VOLANTI NE CIRCOLANO SOLO 15, IN LOMBARDIA LA STRADALE DISPONE DI SOLE 96 AUTO SULLE 270 IN DOTAZIONE… ABOLITI I RIMBORSI CHILOMETRICI PER CHI ERA COSTRETTO A USARE PER SERVIZIO LA PROPRIA AUTO…A PALERMO SONO FINITE PURE LE CIMICI PER LE INTERCETTAZIONI


La manovra del governo che ha imposto tagli lineari e indistinti del 10% alle spese per la
sicurezza, sta determinando l’ennesimo protesta delle forze dell’ordine, colpite dal presunto “fuoco amico”.

Un governo di centrodestra che aveva posto in primo piano, nel suo programma, un adeguato riconoscimento e impulso alla politica della sicurezza, si sta di fatto contraddistinguendo per misure opposte.

Prima i tagli ai 3 miliardi previsti di investimenti nel setttore, poi il mancato rinnovo di un contratto scaduto da tempo, ora un ulteriore taglio di 600 milioni in 3 anni che colpirà polizia, carabinieri, Gdf, polizia ferroviaria e forestali.

Uno strano modo di coniugare il concetto di legalità, se poi si considerano le proteste degli uomini in divisa nei confronti del decreto sulle intercettazioni, all’esame del Parlamento.

Cornuti e mazziati, come dicono al sud.

Da un lato il governo parla di lotta ai clandestini, dall’altro taglia i soldi per le missioni all’estero delle forze di polizia che di fatto renderà impossibili i viaggi per riaccompagnare in patria gli immigrati irregolari.

Le intercettazioni ambientali non piacciono al governo? Tranquilli, tra poco non se ne faranno più: alla questura di Palermo sono rimaste solo dieci cimici: finite quelle, via libera ai delinquenti. 

Vi è poi la norma che fissa per le spese di manutenzione degli immobili il tetto del 2% del valore dell’immobile stesso: vuol dire che questure e commissariati resteranno in eterno in locali in disfacimento.

Saranno bloccati stipendi e straordinari per tre anni: le forze dell’ordine dovranno lavorare (perchè non possono rifiutarsi), ma non saranno pagati per le ore eccedenti.
Questori e dirigenti, come è noto, sono sottoposti a frequenti cambi di residenza: sono state cancellate pure le indennità per i traslochi.

Ci si dovrà spostare con la famiglia a spese proprie, magari anche una volta l’anno.
Sono aboliti persino i rimborsi chilometrici per coloro che, per motivi di servizio e di indagine, utilizzavano l’auto propria (perchè non vi erano auto di servizio a disposizione).

A Milano su 60 volanti previsti nell’arco della giornata, ne circolano appena 12.
In Lombardia, la Stradale dispone di sole 96 auto efficienti sulle teoriche 270 in dotazione.

A causa dell’usura e dei danni meccanici che hanno ormai decimato il parco macchine, siamo arrivati all’assurdo che è disponibile una sola auto di pattuglia ogni 11 agenti.

Per finire con la chiusura a Palermo degli sportelli dei commissariati: chi vorrà fare denuncia dovrà andare in Questura.

Alla fine le denunce così diminuiranno e Maroni potrà dire che si tratta di un segnale della riduzione della criminalità.

Anche nella disgrazia, c’è sempre chi può trarne un vantaggio.

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20/06/2010 18:10
 
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Aldo Brancher.
Fatto ministro per non fare il processo?

 

Il premier Silvio Berlusconi, il Presidente della Repubblica italiana, Giorgio Napolitano, il governo con tutta la chiacchierata, incerta e poco credibile opposizione, hanno, insieme ai più alti difensori della Repubblica, reso possibile un atto di puro vandalismo istituzionale.

L’ennesimo. Aldo Brancher, ex prete, dirigente Fininvest, 3 mesi a San Vittore durante Mani Pulite, scarcerato per decorrenza dei termini di custodia cautelare, condannato con giudizio di primo grado e in appello per falso in bilancio e finanziamento illecito al PSI.

Assolto in Cassazione per prescrizione del secondo reato e alla depenalizzazione del primo da parte del governo Berlusconi, del quale faceva parte.

Ricordiamoci, Brancher in passato ha già evitato la giustizia grazie a Berlusconi.


Era indagato a Milano per ricettazione nell’indagine sullo scandalo della Banca Antonveneta e la scalata di Gianpiero Fiorani all’istituto creditizio: la Procura aveva rintracciato, presso la Banca Popolare di Lodi, un conto intestato alla moglie di Brancher con un affidamento e una plusvalenza di 300mila euro in due anni.

L’anno scorso, dichiarò alla chiusura delle indagini, prima del rinvio a giudizio: «sono quasi contento, almeno la vicenda si potrà chiarire».

Così sicuro della sua innocenza?

Alle coincidenze non ci crediamo più.
Non dopo l’indulto, le prescrizioni, gli impedimenti e la cronaca giudiziaria di questa Italia flagellata e usata.
 
Ai legali di Aldo Brancher è bastato far spostare le udienze, quel tanto che è bastato a farlo promuovere ministro per l’attuazione del federalismo.

Ora è diventato intoccabile come tutti gli altri.


Il Presidente della Repubblica italiana ha accettato e posto la sua firma sotto questo scempio.


L’opposizione? Nessun commento, critica, argine.


Adesso che è stato creato anche questo precedente, basterà promuovere gli indagati, per toglierli alla giustizia.



http://www.agoravox.it/Aldo-Brancher-Fatto-ministro-per.html

   
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23/06/2010 17:00
 
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Restaurazione all'italiana: da tangentopoli alla cricca



Chissà se diciotto anni è un periodo sufficiente per sancire finalmente il fallimento di una restaurazione perpetrata da una casta che si è “ingegnerizzata” nella corruzione



Come ha ribadito Pier Camillo Davigo al dibattito intitolato “Da Tangentopoli ai giorni nostri” che si è tenuto a Riccione venerdì scorso all’interno del premio giornalistico Ilaria Alpi, da Mani Pulite in poi si è assistito da parte della classe politica e dirigente di questo paese ad una massiccia e programmatica restaurazione, ma come la storia ci ha insegnato le restaurazioni sono destinate a fallire e comunque non durano a lungo.




Chissà se diciotto anni è un periodo sufficiente per sancire finalmente il fallimento di una restaurazione perpetrata da una casta che si è “ingegnerizzata”, definizione di Di Pietro, nella corruzione e che si è giuridicamente evoluta nel perseguimento dell’unico scopo di delinquere e vivere felice ed impunita, come ci dimostrano ogni giorni di più le gesta, i comportamenti, le dichiarazioni dei signori della cricca, in buona parte già noti alle cronache di Tangentopoli.


Ai funzionari “infedeli” nonché gentiluomini del papa come l’onnipotente Balducci, agli imprenditori rapaci e sciacalli, al ministro indifendibile costretto alle dimissioni in primis dalla sua ottusa protervia, “l’ignaro Scajola”, al deus ex machina della protezione civile che alterna auto-assoluzioni autodistruttive ad anatemi contro “la macelleria mediatica”, all’onnipotente coordinatore Denis Verdini presunto referente politico della nuova Tangentopoli tra Firenze e la Maddalena, si sono aggiunti in un sol giorno l’ex ministro delle infrastrutture Pietro Lunardi ed il cardinale Crescenzio Sepe.


Il primo è rimasto scolpito nella memoria degli italiani, oltre che per il cumulo stratificato di conflitti di interesse che risolveva puntualmente intestando le sue società a cui aveva dato in appalto in qualità di ministro trafori e metropolitane a moglie e figli, anche per la illuminante massima che è anche un programma di governo “con la mafia bisogna convivere”.

L’altro, il cardinale Sepe meriterebbe di rimanere negli annali della odierna bassa repubblica se non altro per gli accenti drammatici dell’omelia che ha pronunciato a Napoli all’indomani dell’avviso di garanzia per corruzione aggravata e continuata; infatti dopo essersi paragonato ai testimoni e martiri della cristianità ha scandito senza incertezze che “dopo il calvario c’è la resurrezione”.

Dunque chi vuol intendere intenda compresi i magistrati di Perugia a cui si rimette, ovviamente, pur con tutte le guarentigie che gli accorda il concordato, come ha puntigliosamente precisato il portavoce vaticano.

Intanto il cardinale che può esibire ardenti baciamano da parte di un Bertolaso genuflesso e devoto, tra un’omelia e l’altra denuncia in perfetta sintonia con il premier “invidia e gelosia” e annuncia conferenze stampa “per parlare alla città” prima ovviamente ai magistrati che gli vogliono chiedere conto di alcuni scambi di “cortesie” con Pietro Lunardi quando era ministro dei lavori pubblici, dall’ospitalità gratuita in via dei Prefetti per 14 mesi al prezzo di favore accordatogli per l’acquisto dell’intero palazzo di proprietà di Propaganda Fide.


Mentre il bollettino delle inchieste sulla cricca si arricchisce di personalità eccellenti inclusi ministri ed ex ministri, il presidente del Consiglio evidentemente a suo agio con l’interim delle attività produttive, si regala un nuovo ministro, quello di nuovo conio per “l’attuazione del federalismo” che vanta un curriculum, sotto il profilo dell’agilità politica e della consuetudine alle inchieste e all’impunità, di tutto rispetto anche all’interno del PDL.


Il neo ministro, Aldo Brancher, è anche la più perfetta quintessenza dell’affarismo politico e della disinvolta imprenditorialità padana innestata su un solido passato curiale, oltre che il tramite più accreditato fino ad oggi tra Berlusconi e Bossi.

L’abito talare e il passaggio nell’ufficio pubblicità di Famiglia Cristiana, gli consentiranno anche dopo aver lasciato la tonaca negli anni ‘90 di incontrare il cardinale Tarcisio Bertone per conto di Silvio Berlusconi.

Dopo l’ingresso in Publitalia dove diventa in breve tempo uno dei più fidati collaboratori di Fedele Confalonieri, entra altrettanto presto nelle cronache di Tangentopoli per una tangente da 300 milioni al ministro De Lorenzo. Puntuale e salvifica anche per lui la depenalizzazione del falso in bilancio, anticipata dalle proposte del PD, e ritagliata di lì a poco sulle personali esigenze giudiziarie del presidente del Consiglio e su quelle degli amici e dei suoi collaboratori più stretti, con il nuovo Governo Berlusconi.


E guarda caso adesso in vista dell’udienza del 26 giugno del processo sulla scalata Bpl ad Antonveneta in cui Brancher è indagato per trecento milioni di euro finiti inspiegabilmente su un conto intestato alla moglie, ecco che arriva la nomina ministeriale ad un ministero ridicolo, ma che garantisce da subito il legittimo impedimento e se le cose vanno nel senso auspicato anche un lodo Alfano bis, ter o quater…


Quali siano le similitudini e le differenze con Tangentopoli ormai è abbastanza evidente: allora “la dazione ambientale” era finalizzata oltre che ai non rari casi di arricchimento personale, al finanziamento dei partiti e il sistema era in qualche modo più strutturato e più facilmente perseguibile e sanzionabile.

Oggi ci sono ragnatele diffuse, pervasive, “gelatinose”, parentopoli di affiliati a club criminali composti di funzionari ai massimi livelli che sono pure “gentiluomini” del papa, preti bancomat, cardinali “a disposizione di tutti” come dicono di Sepe il sindaco e i parrocchiani del suo paese natale, ma più ancora sensibili alle esigenze di ministri dei lavori pubblici che a loro volta come il disinvolto Lunardi, si scambiano “cortesie” con Diego Anemone e Propaganda Fide.


Siamo dunque in presenza di un sistema “di cortesie” che va molto oltre il rapporto politico-imprenditore tipico di Tangentopoli, coinvolge un universo più potente e articolato e si avvale di modalità molto più sofisticate e meno facilmente inquadrabili in singole fattispecie criminose.


A fronte di un tale sistema di corruzione e di rapina del denaro pubblico un’opinione pubblica messa a dura prova da anni di disinformazione, propaganda unilaterale, ribaltamento dei fatti; una magistratura che ha incredibilmente resistito ad una progressiva delegittimazione della funzione giurisdizionale e al depotenziamento degli strumenti sanzionatori e di indagine portato alle estreme conseguente con la legge sulle intercettazioni; un’informazione che se ha in parte retto sul fronte della carta stampata con poche valorose eccezioni si è adeguata “sul fronte del video” e come servizio pubblico.


Intanto nel maggiore partito di opposizione si stanno accapigliando sull’opportunità o meno di apostrofarsi ancora “compagni e compagne” e Bersani deve fronteggiare una vera e propria indignata levata di scudi da parte dei giovani (più o meno quarantenni) “nativi” del PD.


Quanto possa ancora durare ce lo stiamo chiedendo da molto tempo, ma purtroppo ad una situazione al limite che imporrebbe drastiche ed immediate inversioni di rotta per non soccombere, non corrispondo né un’opinione pubblica né tanto meno un’opposizione, in ben altre faccende affaccendata, in grado di imporsi.

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29/06/2010 22:09
 
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FUORI UNO

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Piero Ricca è un "guastatore" singolo. Ha competenze giuridiche e conosce le sentenze nei dettagli.

Affronta in modo provocatorio e deciso i personaggi come il Senatore Dell'Utri, che pur cercando di fronteggiarlo, non riesce a farlo indietreggiare di un millimetro, se non avvalendosi delle forze dell'ordine. Trent'anni fa, Ricca, avrebbe fatto la fine di Pippo Fava per molto meno. Ora c'è internet!!!

Chissà!!!!


[SM=x1061985]
[Modificato da parliamonepino 29/06/2010 23:27]



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02/07/2010 15:07
 
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B sfora il proprio bilancio di premier di un miliardo e mezzo

www.ilfattoquotidiano.it/

Ci sarà crisi nel paese ma evidentemente non c’è crisi per l’ufficio del premier che ha di nuovo sforato il bilancio di previsione, “solo”, si dice, di un miliardo e mezzo di €.

Per la precisione di un miliardo, 592 milioni, 238 mila e 740 €. La stima del Segretario generale di Palazzo Chigi ammontava a poco più di 360 milioni di €.

Molti di questi soldi finiscono ai Ministri senza portafoglio.
Caso eclatante Il nuovo Ministro Vittoria Brambilla, che è riuscita a spendere per il turismo circa 24 volte il suo budget, passando da 600 mila a 15 milioni di €, ma Carfagna e Brunetta non hanno fatto di meglio.

La Carfagna ha speso quasi cinque volte il milione e mezzo di € di cui disponeva.

Brunetta quasi otto volte i 737.352 € destinati a “Innovazione e tecnologie”.

Tra le varie citiamo: 15 milioni e mezzo di € spesi per il raduno degli Alpini a Latina (5 milioni) e i XVI Giochi del Mediterraneo, inseriti, con un certo sforzo di fantasia, nel quadro normativo delle “misure urgenti a sostegno dei settori industriali in crisi”.

La protezione Civile di Bertolaso ha speso 141.884.213 €.

Non c’è che dire: questi si proteggono alla grande!
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02/07/2010 15:44
 
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...e la Brambilla coscialunga commissaria l'ACI, e sistema la "famigghia allargata" - E' mafia anche questa?


Amici e parenti per il nuovo CdA dell'ACI - Per sostituire il vecchio organismo, una squadra con il compagno della ministra (Eros Maggioni), il figliolo dell'ex faccendiere Fininvest Bruno Ermolli, il figliolo di IgnazzzioLa Russa...

(di Sandro de Riccardis - Corsera)
 
    


  
Michela Vittoria Brambilla

Sono cinque lettere di dimissioni in due mesi, a fine 2009, a far precipitare l'Automobile Club nella bufera, a decapitare l'ente che gestisce il Gp di Monza e un appetitoso patrimonio immobiliare e a sprofondarlo in un vortice di polemiche e sospetti, oggi raccolti in un esposto alla procura di Milano e Monza. Le dimissioni portano al commissariamento dell'ente.

Con il ministro del Turismo Michela Vittoria Brambilla che nomina commissario straordinario Massimiliano Ermolli, 38 anni, figlio di uno degli uomini più vicini al premier. E una lista di candidati che si forma per sostituire la vecchia governance, mettendo insieme tra gli altri lo stesso Ermolli junior, Geronimo La Russa, figlio del ministro della Difesa, e Eros Maggioni, il compagno del ministro Brambilla.

 

Nella lista anche due dei dimissionari che hanno fatto cadere il vecchio consiglio: Michele Nappi, da una vita in Aci e candidato presidente, e l'avvocato Gian Galeazzo Monarca. "Dimissioni non motivate  -  ricorda oggi Pier Lorenzo Zanchi, ex presidente del consiglio direttivo. Poco prima avevo accusato i manager di Sias, la Società incremento automobili e sport che gestisce l'autodromo. Avevo parlato di rischio fallimento, perché l'80% del fatturato è legato alla Formula 1. Le dimissioni a catena servivano solo a provocare il commissariamento, il primo dell'Aci di Milano".

 

Poco dopo il ribaltone. Anche se le elezioni si terranno il 22 luglio, saranno Ermolli, Maggioni e La Russa a governare l'Aci. L'altra lista in gara, "Per la trasparenza", non è stata ammessa dallo stesso commissario Ermolli per vizi di forma, decisione che ha provocato un ricorso al Tar. "Noi sentiamo l'Aci come un'istituzione da difendere  -  dice Iacopo Bini Smaghi, uno dei candidati esclusi. Vogliamo evitare che arrivi chi la spogli del suo patrimonio". C'è il Gran Premio che vale circa 50 milioni di euro, ma anche un patrimonio di palazzi  -  tra cui corso Venezia 43 e 45  -  terreni, aree ora occupate da distributori di benzina che valgono altri 70 milioni.

 

Un piatto ricco per chi controlla il consiglio. "Ci sono stati comportamenti e decisioni che potrebbero far ravvisare ipotesi di reato  -  scrivono i ricorrenti di "Per la trasparenza"  -  la procura esaminerà se vi sono gli estremi per l'azione penale". Contestato è innanzitutto il doppio ruolo di commissario straordinario e candidato di Massimiliano Ermolli.
"Posizione incompatibile con il ruolo di garante delle elezioni" dicono i ricorrenti. Ma soprattutto la denuncia fa riferimento al suo ruolo di consigliere di Sinergetica, la società di consulenza e pianificazione aziendale di famiglia, di cui è presidente il padre Bruno. A destare scandalo sono "i rapporti contrattuali di natura commerciale che Sinergetica ha in corso con l'Aci", un'attività di consulenza che va avanti almeno dal 2008.

 

La prima indicata (delibera del presidente 7099/08), da 150mila euro per attività di accertamento nei confronti di Sara Assicurazioni (controllata al 51% da Aci); la seconda (procedura negoziata 72/2009), da 100mila euro per servizi di promozione istituzionale e supporto ad attività di comunicazione della 65esima conferenza del Traffico e circolazione. Fino alle recentissime notizie che i soci hanno appreso leggendo il Sole24Ore, dove Sinergetica veniva indicata come advisor per la vendita di Banca Sara (controllata al 100% da Sara Assicurazioni).

 

"Non esiste nessun conflitto d'interesse  -  replica ai sospetti Massimiliano Ermolli  -  . Lavoriamo da 15 anni con Aci Italia, non con Aci Milano". Sulla compagine esclusa Ermolli assicura che "il regolamento parla in maniera molto chiara". Sugli altri nomi in lista, è sicuro che "si tratta di persone legate agli interessi del territorio".

 

L'esposto definisce invece "nebulosa" la candidatura di Eros Maggioni, compagno del ministro Brambilla. Maggioni, scrivono gli esclusi, "si associa alla sezione milanese dell'Aci solo 48 ore prima dell'indizione delle elezioni, anche se risiede a Lecco". Accuse che ora sarà la magistratura a verificare. Come quella secondo cui ci sarebbero stati anomali acquisti di tessere per garantire l'elezione a candidati fidati, prima ancora che restasse una sola lista a poter essere votata.

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Il "Chi è" dei forchettoni in salsa patana, quelli che "Roma Ladrona" Tafanus


Bruno Ermolli -  Il cda di Mediaset, riunito oggi sotto la presidenza di Fedele Confalonieri, ha cooptato in consiglio Bruno Ermolli in sostituzione di Michele Preda. Ermolli, 61 anni, e' imprenditore nel settore dei servizi e della consulenza di direzione e organizzazione. E' presidente di Sin&&rgetica e docente di corsi e seminari per imprenditori e manager
(22 febbraio 2001, Radiocor)

Massimiliano Ermolli, il figliolo: "...è giovanissima, bella e simpatica e in amore si butta a testa in giù senza pensare ad inutili preoccupazioni, è l’ex "grandefratella"  della penultima edizione, Cristina Del Basso, ora nuovo grande amore di Massimiliano Ermolli..."
(Massimiliano, così giovane, e già così consigliere d'amministrazione... NdR)
(newnotizie.it)

Geronimo La Russa, il figliolo/2: "...Il figlio di Ignazio La Russa si chiama Geronimo e ha due fratelli che si chiamano Kocis e Apache. Sfrenata passione familiare per gli indiani d’America. Ha 30, anni ma ha avuto già alcuni momenti di grande visibilità. Prima per le fidanzate che gli sono state attribuite, spesso a torto (la figlia di Versace, la nipote di Missoni, Flavia Vento, Miss Italia), poi per una botta di carriera notevole (appena laureato, è stato nominato consigliere di amministrazione della Premafin, finanziaria del gruppo Ligresti)..."
(questo è ancora più precoce del figliolo di Bruno Ermolli... NdR)
(melba.it)

Eros Maggioni, lo "zito": costretto ad amare non solo le trote, ma anche le capre: "...In casa Brambilla si contano: 24 gatti, 14 cani, 4 cavalli, 2 asini, 7 capre, 3 galline e 200 piccioni. «E tutti - racconta sempre la trota salmonata  - devono entrare anche in casa. Ovvio, quindi, che chi divide con me la vita debba amare anche loro...". E infatti lei ed Eros hanno in comune l'amore per i cavalli: entrambi adorano cavalcare. Lei una volta ha detto: «Guadagno più di lui, ma sto ben attenta a non farne un campo di potere nella coppia..."
(...fantastica, la trita... intanto ce lo dice... poi, con un abile colpo di familismo in salsa patana, provvede ad incrementare di botto il reddito dellì'amante di capre, colombe e trote... NdR)

(Archivio storico Corsera)

[Modificato da ®@ffstef@n 02/07/2010 15:45]
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04/07/2010 17:39
 
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La priorità del governo è una sola: impunità

 


Giovani precari non temete.

Cari padri di famiglia che non arrivano a fine mese tranquillizzatevi.

Disoccupati e lavoratori schiavi che non vedranno mai la pensione non abbiate paura.

Il governo,
tra una legge bavaglio e un’estensione del lodo Alfano, forse prima o poi penserà anche a voi.

Continuate a votare Berlusconi.

Continuate ad eleggere un partito fondato da un condannato per mafia.

Continuate a dare un tangibile contributo alla distruzione di questo paese.

Allo stesso tempo però continuate a subire i soprusi di questa casta, sedati e imbambolati dalla propaganda a reti unificate.


Tanto ormai lo abbiamo capito tutti che vi piace troppo prenderlo in quel posto.

[Modificato da ®@ffstef@n 04/07/2010 17:40]
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07/07/2010 17:29
 
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UN 10 % DEGLI ITALIANI FOTTE IL RESTO DEL PAESE. GRAZIE AL BERLUSKA




Leggevo stamattina che
un 10 % degli italiani detiene il 50 % della ricchezza del paese.


Penso che la cosa mi fa incazzare. Perchè vuol dire che una minoranza di furbi fotte la maggioranza del paese.
 

Per prima cosa non pagando le tasse, perchè quello è il mezzo principale per ridistribuire la ricchezza. Sono  gli amici degli amici, i furbetti dei vari quartierini, le cricche della protezione incivile. Ma anche il tuo dentista, che non rilascia una fattura, il negoziante sotto cosa che non fa scontrino manco ad ammazzarli.

Mi chiedevo quanti di questi votano per Berlusconi. Io dico tutti.
E' quello che più di tutti assicura la continuità di questo sistema basato sui privilegi e sulla rapina dei pochi a danno dei molti.

Siccome la matematica non è un 'opinione,  nel 90 % restante ci sta un mucchio di gente che vota per chi gli mantiene l'ombrello al culo.
Molti sembrano perfino felici.

Quelli che difendono il berluska e questa destra oltre il ragionevole, oltre le proprie convenienze.

Perchè un impiegato pubblico vota Brunetta, per sentirsi dare del fannullone?

Perchè un operaio vota per chi sostiene la riduzione in schiavitù degli operai di Pomigliano?

E perchè un medico ospedaliero vota per chi vuole affossare la sanità pubblica?

O un professore per chi sta perseguendo l'obiettivo di sfasciare la scuola pubblica?

Perchè aldilà delle apparenti contraddizioni di questa destra l'obiettivo di affossare i servizi pubblici è chiara. Per ideologia e perchè la sanità e la scuola private sono mercati da sfruttare, affari da fare, tangenti da intascare

Possibile che l'odio anticomunista possa tanto?

Vero che in passato ha giustificato la strategia della tensione e le stragi. E che ieri come più in passato, ma come ancora oggi, lo stesso odio giustifica i patti con la mafia e l'accettazione della cultura medievale della chiesa.

Perchè questo paese, in un periodo post-ideologico [almeno cosi si dice] non riesce a scegliere, votare, decidere chiedendosi semplicemente: ma in questi 15 anni in cui Berlusconi ha governato il paese, perchè era sempre lui che dava le carte anche quando era all'opposizione.

Fu Berlusconi che nel '94, quando dopo tangentopoli sembrava che il paese potesse cambiare davvero e per vla prima volta bloccò qualunque possibilità che le cose cambiassero. Riportanto al potere i vecchi sistemi, le vecchie facce, la vecchia P"W, la nuova mafia...

Perchè  è stato lui che in questi anni a colpi di condoni e leggi ad personam ha lasciato mano libera ia furbi, evasori, tangentisti. Perchè è lui che continua a far crescere il debito pubblico.

Berlusconi su una cosa aveva ragione:
un mucchio di elettori sono coglioni perchè votano contro il proprio interesse.
Ma non era la parte che indicava lui.
E' quella che lo vota e lo sostiene ancora.



giuseppe galluccio
     

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DA DECENNI, COSA E' CAMBIATO?




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11/07/2010 10:29
 
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Arriva l’emendamento “Salva Mondadori”, ennesima legge ad aziendam del premier


La Mondadori, il gingillo della famiglia Berlusconi, ottenuto grazie a una sentenza comprata, deve essere protetta ad ogni costo. Anche con una modifica introdotta all’interno della manovra economica blindata, per evitare il rischio di imboscate. E così dopo l’emendamento del relatore Azzollini che permette alla Mondadori di pagare il 5% del dovuto per un contenzioso da 400 miliardi di lire in Cassazione ( si tratta di un processo tributario in cui ha avuto ragione sul fisco in primo e secondo grado), ora c’è l’emendamento  salva “Lodo Mondadori”, presentato dal ministro Alfano che di “lodi ad premier”se ne intende.



Bisogna arrivare al comma 18
per capire che il Cavaliere vuole allungare i tempi della sentenza d’appello di Milano sul pagamento o meno di ben 750 milioni di euro come risarcimento alla Cir di Carlo de Benedetti,  a cui fu scippata l’azienda con le mazzette. Dice la modifica di legge:” … Nei procedimenti civili contenziosi aventi ad oggetto diritti disponibili che, alla data di entrata in vigore della presente legge, pendono dinanzi alla Corte d’Appello, il giudice, su istanza di parte, anche con decreto pronunziato fuori udienza, rinvia il processo per un periodo di sei mesi per l’espletamento del procedimento di mediazione…”. La parte richiedente deve presentare la richiesta di sospensione entro 3 mesi dall’entrata in vigore della legge e, ottenuta la pausa, ha 15 giorni di tempo per la presentazione della domanda di mediazione.



Coincidenza vuole
che proprio la causa civile legata al Lodo Mondadori si trovi in secondo grado, in un momento cruciale. A fine luglio, o al primo di settembre, si attende la consulenza tecnica (sul valore delle azioni e di conseguenza sulla congruità del risarcimento), disposta dal Collegio della seconda sezione d’appello, presieduta dal giudice Luigi De Ruggiero. L’udienza in merito, cosiddetta di “trattazione”, è stata fissata per il 28 settembre. La sentenza sarebbe prevista entro i primi mesi del 2012 per un accordo tra la Corte e le parti, voluto da Cir. In cambio ha concesso alla Fininvest il congelamento del maxi risarcimento, dietro la fideiussione di 806 milioni, garantita da banca Intesa Sanpaolo.



Con questo emendamento però
tutte le previsioni saltano. L’Agenda della Corte potrebbe essere mandata all’aria perché l’azienda del premier può ottenere una sospensiva di 6 mesi. Fininvest però  – in una nota – esprime “tutto il suo stupore e il suo sdegno di fronte all’insinuazione secondo cui sarebbe interessata ad un rallentamento del processo d’appello”.


La condanna del Biscione
fu decisa nell’ottobre scorso dal giudice del Tribunale civile di Milano, Raimondo Mesiano. Intervenendo al telefono durante Matrix, Berlusconi lo definì un giudice di “estrema sinistra, fortemente condizionato dall’esterno” e aggiunse che la sentenza di condanna della Fininvest” ha le impronte digitali della Cir”. Pochi giorni dopo, alla festa del Pdl di Benevento, fece una sorta di promessa minacciosa: “su quel giudice ne verranno fuori delle belle”. Detto, fatto: La settimana successiva su  “Mattino 5” andò in onda il  pedinamento di Mesiano, definito bizzarro perché fumava davanti al negozio del barbiere e indossava calzini turchesi. Per quel filmato il direttore di Videonews e conduttore della trasmissione, Claudio Brachino, è stato sospeso per 2 mesi dall’Ordine dei giornalisti, su decisione del Consiglio della Lombardia.



A denunciare l’ennesimo Lodo Alfano,
che ha ribattezzato “Anti Mesiano”, è stata la senatrice del Pd, Silvia dalla Monica, capogruppo in commissione Giustizia. Che avverte: per gli interessi dell’azienda del premier si avranno effetti “devastanti sulla giustizia civile per tutti gli altri cittadini italiani. La giurisdizione sarà infatti svuotata, i tempi e i costi aumenteranno, creando una sorta di giustizia di classe”.

.

08 luglio 2010

fonte:  http://www.ilfattoquotidiano.it/2010/07/08/arriva-lemendamento-salva-mondadori-ennesima-legge-ad-aziendam-del-premier/38096/
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11/07/2010 10:37
 
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Eolico in Sardegna: arrestato Flavio Carboni. Una superloggia segreta e pressioni su Lodo Alfano
 

Insieme a lui sono coinvolti il coordinatore del PDL Verdini e il presidente della regione  Sardegna voluto da Berlusconi, Cappellacci. Leggi l'articolo su L'Unità Flavio Carboni è stato coinvolto in passato in  storie legate alla P2.

Ma non è il solo ad odorare di massoneria deviata(?).

In questa maggioranza abbiamo lo stesso Berlusconi che era iscritto alla P2 con tessera 1816.

Cicchitto anche lui era iscritto.

Pisanu che ormai è all'angolo dopo la storia della notte del presunto(?) broglio elettorale fu coinvolto in passata anche lui con Carboni, Calvi, Gelli la P2.

Era sottosegretario, dovette dimettersi
Ed il programma vero di questa maggioranza assomiglia maledettamente al piano di Rinascita democratica scritto da Gelli.

Che non a caso ha rivendicato la paternità dell'agire di Berlusconi: controllo dell'informazione, guerra alla magistratura come a tutti i poteri di controllo, annullamento dei sindacati.

Con la guida ideologica dell'anticomunismo agitato a bandiera ma in realtà per fare affari e accumulare potere per potere fare altri affari ed arricchirsi.

Alleandosi con i peggiori centri del paese del paese, magari a volte addirittura controllandoli .

Penso alla mafia, alla chiesa, ai servizi deviati(?).

In questo governo dovunque metti le mani trovi illeciti grandi e piccoli. Arricchimenti ingiustificati, favori, minacce, ricatti....

Con questo metro è possibile leggere tanti degli ultimi avvenimenti. La puzza della P2 ricompare periodicamente in questo paese. Non è mai scomparsa. O qualcuno pensa sia un caso che tornano a venire fuori i nomi di Carboni, di
Bisignani, proprio quando al capo del paese c'è un ex piduista.

E pensate che sia un caso la stagione di veleni, ricatti, foto e intercettazioni rubati, centri di spionaggio come quelli della Telecom?

A mio avviso questa è la dimostrazione che quel grumo di potere oscuro che governa 'sto paese da decenni, è sempre li. Più forte che mai, in grado di decidere le sorti del paese e degli uomini.

Dalla strage di portella delle Ginestre, alle trattative ed alle bombe degli anni '90 rispuntano sempre le stesse facce, le stesse logiche, gli stessi poteri.

Leggi il piano di Rinascita Democratica della P2

giuseppe galluccio 
 
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13/07/2010 22:11
 
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Governo Berlusconi usa soldi dello stato per favorire gli affari di Mediaset: corte Europea dixit.



Il governo Berlusconi ha agito come una cattiva persona sa ben fare.

Ha usato i soldi statali per favorire la fabbrica del capo. Non hai visto questa notizia sui media italiani?

La Reuters, fra le tante agenzie che hanno riportato la notizia, scrive:

“La Commissione europea aveva detto nel 2007 al governo italiano di recuperare le sovvenzioni ai consumatori per acquistare o affittare decoder digitali terrestri e per la televisione via cavo come parte dello switch alla televisione digitale programmato in Italia .I pagamenti hanno violato le norme dell’Unione europea in materia di aiuti di Stato, ha detto il garante della concorrenza nel blocco dei 27 paesi.

Mediaset ha impugnato la decisione presso la Corte generale dell’Unione europea a Lussemburgo, ma la corte, la seconda piu’ alta in Europa, ha sostenuto la Commissione.
”Il contributo italiano concesso per l’acquisto o il noleggio di decoder digitale terrestre costituisce aiuto di Stato e deve essere recuperato” la Corte si è pronunciata.
”La misura non è tecnologicamente neutrale e conferisce un vantaggio indiretto alle emittenti digitale terrestre a scapito degli emittenti satellitari“, ha detto. Il giudice ha detto che e’ decisione dei tribunali nazionali l’importo da recuperare. L’Italia, che ha definito la sovvenzione nella legge finanziaria del 2004, aveva limitato l’aiuto di 110 milioni di euro l’anno.

La decisione della Commissione in seguito alle denunce da Sky Italia, l’unità satellite di Rupert Murdoch News Corp e dall’ emittente Centro Europa 7.”

In poche parole, come riassunto da Patrizia Toia: “I giudici europei dichiarano espressamente che la decisione del Governo Berlusconi di stanziare soldi pubblici a fondo perduto per incentivare l’acquisto di decoder digitali terrestri, il cui principale produttore italiano, va ricordato, é Paolo Berlusconi, non era una misura neutra ma ha avvantaggiato Mediaset, la tv di proprietà di Silvio Berlusconi.”

Ora mi chiedo, quelle centinaia di milioni di euro di soldi degli Italiani che il governo comandato da Berlusconi ha usato per favorire le televisioni del capo e che ora la corta Europea ordina di recuperare,

da che tasche verranno recuperate? 

Classico esempio di dementocrazia.



http://loranablog.wordpress.com/2010/06/15/governo-berlusconi-condannato-dalla-corte-europea-per-sottrazione-di-soldi-ai-cittadini-italiani-a-favore-di-mediaset/
 
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15/07/2010 12:54
 
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Fonte:
FINI LANCIA LA SFIDA: “TOCCHERA’ A SILVIO SPIEGARE AGLI ITALIANI PERCHE’ PROTEGGE COSENTINO E VERDINI”


FINI STAVOLTA VA FINO IN FONDO: “SE SILVIO VUOLE ROMPERE DIFENDENDO CHI NELLA POLITICA CERCA SOLO L’ARRICCHIMENTO PERSONALE FACCIA PURE. IO SARO’ IL PRIMO A GODERNE”… “E NON MI ACCONTENTO DELLE DIMISSIONI DI COSENTINO, VOGLIO L’AZZERAMENTO DEI VERTICI DEL PARTITO”…. IL 61,6% DEGLI ELETTORI DEL PDL E’ CON FINI E VUOLE LE DIMISSIONI DI VERDINI



Questa volta Fini è deciso: la sua battaglia per la legalità, fuori e dentro il Pdl, la
condurrà fino in fondo.

E’ quanto emerso ieri dalla riunione dei fedelissimi del presidente della Camera, convinto di aver messo Berlusconi alle corde.

Fini lancia la sfida: “Berlusconi si assuma la responsabilità di andare davanti al Paese a dire che vuole proteggere queste persone”.

Nessun passo indietro quindi, attacco a tutto campo, sia sulle dimissioni di Cosentino e Verdini che sulla legge bavaglio delle intercettazioni.

Il clima nel Pdl non era mai arrivato a tale tensione, ma Fini è forte di un sondaggio di Crespi che inchioda al muro i berlusconiani: il 61,6% degli elettori del Pdl sta con Fini e vuole le dimissioni di Verdini, solo il 30,2% sta con Silvio e preferirebbe che il coordinatore restasse al suo posto.

Ma ci sono altri segnali favorevoli a Fini: ieri anche la Carfagna ha chiesto le dimissioni di Cosentino e la corrente di Frattini e della Gelmini non ha speso una parola per difendere Verdini che nel Pdl ha molti nemici.

Tutti aspettano l’azzeramento del triumvirato per prendere quel posto che conta, in caso di coordinatore unico.

Fini è riuscito a portare lo scontro con il premier sul terreno da lui scelto, quello della legalità, tema tipicamente di destra, Silvio ha dimostrato di avere truppe troppo compromesse e di non avere la mentalità politica per uscire dall’angolo.
Non si può vivere solo di slogan, di nemici immaginari, di richiami a concetti frustri per tutta la vita.

Come si fa a chiamare gli altri “politicanti”, quando lui per primo è da 20 anni sulla scena politica?

Come si fa ad ergersi a garantista quando si hanno troppi scheletri nell’armadio?
Il premier, invece di mostrare autonomia e capacità di volare alto, si è sempre più appiattito sulla Lega, col risultato di trovarsi isolato persino tra i suoi fedelissimi (a parole), prigioniero dell’asse Tremonti-Bossi e in balia di oltre dieci correnti interne.

Fini ha posto problemi politici reali e lui continua a dire che sono questione di carattere, incapace di “fare politica” vera, di operare scelte profonde e radicali, di guardare oltre le sue vicende processuali, le uniche che gli stanno a cuore.
Non si può continuare a governare senza un progetto, una visione globale, una speranza da indicare al paese.

Che filosofia è quella di sostenere che “tutto va bene”, quando gli italiani riscontrano ogni giorno che così non è?

Con le barzellette si conquista qualche attempata crocierista nelle serate di gala a bordo, ma non si governa a lungo.

Con un comportamento privato superficiale non si acquista la stima degli italiani che amano essere guidati da politici capaci, sobri e umili.

E i continui appelli al garantismo finiscono per dare più l’idea che si vogliano coprire le malefatte della Casta, non certo tutelare degli innocenti.

Per non parlare della classe dirigente di cui il premier si è circondato, patetici amplificatori senza personalità delle sue direttive, cortigiani miracolati dopo una vita anonima al servizio di più padroni, incapaci di analisi, ma solo di lustrare posate e bicchieri a tavola.

I berlusconiani continuano a minacciare espulsioni e crisi di governo: ma chi vogliono espellere se lo Statuto non lo prevede?

Che crisi si può permettere il premier se alle elezioni non ci si andrà? Resterebbe senza poltrona e sotto processo, cadendo pure il legittimo impedimento.
O pensa di chiedere asilo politico nella virtuale padagna del magna magna dei suoi ricattatori leghisti?

O non ha capito che sarebbero proprio loro i primi a scaricarlo il giorno che non rappresentasse più nulla?

Fini ha avuto l’abilità di dividere i suoi in più rami, falchi e pontieri, ognuno ha un suo ruolo e trasmette un messaggio di destra legalitaria.
Crespi gli dava ieri, in caso di partito personale, un 9-10% secco.
In pratica ha quasi recuperato i consensi che aveva An prima della fusione:  senza aver fatto ancora nulla sul territorio.

In compenso sta aggregando parecchi forzisti scontenti che tiene coperti.
La differenza tra i due schieramenti si può notare dal fatto che mentre i finiani pongono questioni politiche di destra ( legalità, unità nazionale, solidarietà sociale), pare che la principale attività dei falchi berlusconiani in queste ore sia quella di costruire un dossier contro Italo Bocchino.
Si vede che non hanno di meglio da fare.

Cerchino magari di costruirlo meglio di quello contro Caldoro: anche i taroccatori si dividono in quelli bravi e in quelli pirla.

 
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15/07/2010 12:58
 
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Il dopo Berlusconi? Il Giornale si è dato al cabaret

  

A palazzo la situazione deve essere davvero drammatica visto il bombardamento televisivo che sta attuando il pluriprescritto di Arcore.
 
Anche Il Giornale
parla già di un dopo Berlusconi cercando di convincere il gregge dei suoi lettori che Mr B. è comunque la migliore alternativa e che senza di lui l’Italia è spacciata.


Il titolo dell’articolo – che se letto da una persona leggermente informata appare come l’ultima sceneggiata di un comico di professione – è: “Il dopo Cavaliere? Uno scenario che mette i brividi”. E qui bisogna dare subito ragione a Marcello Veneziani, un’Italia libera dalla feccia berlusconiana mette davvero i brividi… ma di gioia.


Nel sottotitolo si legge: “Al suo posto il mercato della politica offre solo delle mezze cartucce. Risultato? I problemi del Paese, anziché risolversi, aumenterebbero”. E qui parte già la prima risata.Troppo forte questo cabarettista Marcello Veneziani, che evidentemente sta ironizzando sul fatto che Berlusconi governa l’Italia da praticamente 15 anni e che i problemi degli italiani non hanno fatto altro che aumentare  in questi anni.


Berlusconi da quando è al potere non ha fatto altro che avere una sola priorità: LEGGI AD PERSONAM per salvarsi il deretano. Non sa nemmeno quali sono i problemi degli italiani. Anche in questo periodo di forte crisi, il Parlamento è costretto a seguire i capricci del gran sultano su porcate come Legge Bavaglio e Lodo Alfano esteso, di cui agli italiani onesti non importa un fico secco.

Anche un cerebroleso, che governa lanciando una monetina, probabilmente sarebbe più di aiuto per il paese.


L’articolo continua elencando una serie di domande del tipo:

“Beh, immaginate all’opera i successori di Berlusconi e di Tremonti, di Maroni e di Sacconi, di Brunetta e della Gelmini, di Alfano, Letta e Bertolaso; sia del versante sinistro sia del versante terzisti. Pensate che riuscirebbero a fare tagli più seri nella pubblica amministrazione, a dimezzare la casta, le Province, i Comuni, la spesa pubblica? Pensate che riuscirebbero a infierire meno sugli italiani e senza spremere Comuni e Regioni?”.

Partiamo dal fatto che da quando B. è al potere le tasse e la pressione fiscale non hanno fatto altro che salire rispetto al precedente governo Prodi. Ma in ogni caso la risposta a questa domanda del buon Marcello è chiaramente: , basta effettuare una seria lotta all’evasione fiscale, cosa che il governo Berlusconi non potrebbe mai fare, visto che nutre, coccola ed ingrassa gli evasori con un condono al giorno.

“Pensate che la giustizia sarebbe più rapida, meno fallibile e non lascerebbe ancora impunito il 95 per cento dei reati, una volta processato alla grande Berlusconi?”. Ma che domande!! Certo che sì. Senza la marea di leggi ad personam mirate a sfasciare la giustizia per ottenere l’impunità personale, in Italia magari tornerebbe un po’ di certezza della pena.


“Che a Napoli e all’Aquila sarebbero più efficaci con immondizia e sisma senza Bertolaso?”
.Caro Marcello, vallo a chiedere agli aquilana incazzati e censurati dal servo Minzolini se il lavoro di facciata di Berlusconi e della cricca di Bertolaso è stato soddisfacente. Inoltre ricordo che attualmente a Palermo è in corso un’emergenza rifiuti come quella napoletana, ma le TV non ne parlano perché occhio non vede cuore non duole.


“Pensate che ci sarebbe più pluralismo e libertà di stampa?”
. A questa evito di rispondere perché è troppo facile. Sembra davvero troppo una presa in giro.

L’articolo poi si chiude con:

“A parte la crisi internazionale, il problema italiano è la muffa: questo Paese ha la muffa. Voglio dire che questo Paese è avariato, ha frutti degenerati; è invecchiato, corrotto, alterato, emana un cattivo odore, una patina putrefatta divora la sua buccia e attacca la sua polpa. Certo, la muffa rare volte può dare anche gusto, come nel gorgonzola; o se ben usata può rivelarsi perfino terapeutica, come la penicillina. Ma la muffa narra di un Paese andato a male”
.


Ecco, bravo Marcello Veneziani! Hai appena descritto 15 anni di un paese berlusconiano. Lo sapevo io che il tuo era tutto sarcasmo.

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18/07/2010 12:26
 
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Volano stracci nel PDL. Berlusconi difende Cosentino a spada tratta, che è accusato di collusione con la camorra dei Casalesi, per cui è stato chiesto l'arresto, negato dalla camera. Che la richiesta fosse giustificata è stato accertato anche dalla Cassazione. Quindi parlare di persecuzione politica è un 'emerita stronzata.


La domanda che mi viene allora è : perchè B ha fatto dimettere Brancher e Scajola e Cosentino no?

E' chiaro a tutti che difendere dei mafiosi non giova certo all'immagine di Berlusconi, ne avrebbe solo da guadagnare di fronte all'opinione pubblica facendo la parte del moralizzatore e dell'uomo che risolve anche i problemi interni.

E' può rischiare che esploda il governo in nome di Cosentino?

Anche a voler usare la questione strumentalmente per far fuori Fini sarebbe l'occasione peggiore. Che fa caccia Fini ed i suoi che fanno battaglia per la legalità per  difendere chi è accusato di mafia e camorra, legami con logge segrete ed in più di aver confezionato falsi dossier ricattatori contro colleghi di partito?

Quindi l'unica risposta possibile è che non lo può fare.  Come non lo poteva fare per Previti, come non lo può fare per Dell'Utri.

Deve giocare fino in fondo.

Uno potrebbe pensare che Cosentino ha armi tali da poterlo ricattare.

Tipo ?

Tipo che Cosentino è stato il garante del patto con qualcuno per risolvere il problema dei rifiuti [per altro creato volutamente] in Campania.

Con chi sono stati fatti i patti sarebbe facile da immaginare.

Se qualcuno ritenesse la cosa possibile.

Ma ovviamente sono elucubrazioni di avvinazzati.

Ma sul web non solo il solo ad avere simili malate fantasie.

Tempo fa ci fu un articolo di Rita Pennarola della Voce delle Voci, ottimo periodico di inchiesta campano, in cui ipotizzava che in questo scenario andava spiegata la presenza di B alla festa di Noemi Letizia.

Che le bugie raccontate per una vicenda che sembrava di gossip celavano altro.
Leggi l'articolo

Intanto sarà interessante vedere come va a finire sta vicenda. se salta il governo, se i finiani rompono davvero su una questione di principio evidentemente essenziale in uNA democrazia, in un paese appena civile o alla fine preverranno logiche di potere.

Faccio notare ai berlusclones che nel frattempo questo paese da 15 anni sta inchiodato sulle vicende e gli interessi personali di un uomo e della sua cerchia di ....amici.

Mentre rischiamo di fare la fine della Grecia, mentre le famiglie hanno sempre più difficoltà a vivere non solo per la crisi economica, ma per la crisi morale, civile, culturale che il berlusconismo ha portato in questo paese.

Continuiamo tutti a discutere delle vicende giuridiziare di B e dei suoi uomini, delle nomine TV per far fuori Mineo da Rainews24 reo di fare informazione, della legge per impedire che queste porcherie a cui stiamo assistendo vengano conosciute dell'opinione pubblica...

E ringraziamo sempre l'opposizione ovviamente dei fini politici Veltroni, D'Alema, Marini, Franceschini, Letta, Fioroni, Di Pietro,Rutelli e compagnia.

Quelli che hanno lavorato da matti affinchè Berlusconi rimanesse al potere.


Leggi anche
L' on Vito accusa Cosentino di collusione con la Camorra


giuseppe galluccio




Finiani: "Valutiamo sfiducia a Cosentino"
Berlusconi:
"Chi la vota è fuori dal Pdl"

Bocchino:
"Si deve dimettere, pronti a votare con l'opposizione".



Pd e Udc verso la mozione. Bondi non ci sta: "Il ruolo di Bocchino è nefasto".

Granata: "Allora espelleteci per legalità e antimafia"
 

ROMA - Non si placa lo scontro dentro il Pdl. Con i finiani che tornano accendere le polveri. Dopo aver chiesto le dimissioni di Denis Verdini, indagato per l'inchiesta sulla cosiddetta nuova P3, Italo Bocchino rilancia: "Se il sottosegretario Cosentino non si dimette valuteranno le mozioni di sfiducia presentate dalle opposizioni".

Parole che arrivano dopo l'iscrizione sul registro degli indagati della Procura di Roma del senatore del Pdl Marcello Dell’Utri e del sottosegretario all’economia Nicola Cosentino, nell’ambito dell’inchiesta sull’eolico.

Netta la chiusura di Silvio Berlusconi:
"Chi vota la sfiducia è fuori dal Pdl".

La mozione dell'opposizione è certa. Annunciata dall'Idv, dal Pd e dall'Udc. "Se Cosentino e Caliendo non si dimettono, il Pd è pronto a presentare una mozione per chiedere la loro rimozione.

Sembra di essere alla fine di un impero, tutto crolla" dice il democratico Dario Franceschini.

Poi è la volta dei centristi. "Siamo garantisti, ma l'incompatibilità tra un delicato ruolo di governo e il coinvolgimento in un'inchiesta giudiziaria è evidente a tutti.

Voteremo la mozione" annuncia il presidente vicario dei centristi della Camera, Michele Vietti.

Furioso con Bocchino il ministro della Cultura Sandro Bondi.
"Leggendo l'ennesima esternazione mi confermo nella convinzione che il suo ruolo nel dibattito interno al nostro movimento politico sia nefasto - scrive in una nota - Bocchino, infatti, punta continuamente sulla logica della provocazione piuttosto che su quella del confronto alto e costruttivo, che invece sarebbe necessaria per affrontare i problemi e superare le incomprensioni".

Immediata la replica di Bocchino:
"Le parole di Bondi mi sorprendono.

Come si fa a considerare nefasto l'atteggiamento di chi chiede trasparenza e pulizia morale e difendere autori di episodi imbarazzanti per il Pdl?".


Un altro finiano doc come
Fabio Granata rincara la dose:
"Per i vertici del Pdl la questione morale non esiste.
Il problema è rappresentato da chi parla delle inchieste e non da chi di quelle inchieste è oggetto e protagonista.

Se siamo giunti a questa assurda e paradossale situazione, la mia proposta è semplice : provate ad espellerci tutti per antimafia e legalità".



da repubblica.it
 
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18/07/2010 19:37
 
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Fonte:
Chissà cosa pensano.



Chissà cosa pensano i familiari delle vittime di Camorra, 'Ndrangheta, Cosa Nostra. I familiari dei Poliziotti, dei Magistrati, dei Cittadini inermi che passavano di lì. Me lo sto chiedendo spesso, in questi giorni. Cosa pensano? ... Cosa dicono? ... Cosa provano nel sapere che nei luoghi sacri della democrazia, ai vertici di quello Stato che dovrebbe tutelarli e rappresentarli, siedono politici dall'insostenibile puzzo di Mafia?


Penso a loro, perchè a noi in fondo non fa più nessun effetto.
Un po' come per il resto, questo crescendo criminale - istituzionale - ha inflazionato la gravità di certe dinamiche, ha distorto la nostra capacità di giudizio, concorso esterno in associazione mafiosa, collusioni mafiose, favoreggiamenti mafiosi,

"aveva l'appoggio elettorale della mafia", "andava a cena con i boss mafiosi", vedete?, una sistemica, quotidiana "mafiosità" che ha reso tollerabile l'intollerabile.

Nessun effetto dicevo. Se un Senatore Pdl viene condannato anche in secondo grado, e vengono provati i suoi legami con la mafia di Bontade, e Riina, e Provenzano. Se un Senatore Pdl entra in Parlamento solo e soltanto grazie all'appoggio della 'Ndrangheta.

Se 8 Magistrati diversi chiedono gli arresti - concorso esterno in associazione camorristica - per un Sottosegretario di Stato, Pdl. Se un Presidente del Consiglio glorifica un Killer di Cosa Nostra con cui ha condiviso molti anni della propria vita, che il silenzio va premiato.
Dell'Utri, Di Girolamo, Cosentino, Berlusconi, e altri ancora.

In fondo, che effetto ci fa?

Non associamo più certi volti a certe bombe, a certi proiettili, scie di sangue e morti e dolore che sembrano così lontane, ci dicono che non esiste il "reato di amicizia", che quel tipo di reato non è nemmeno previsto dal codice, che sono congiure, che loro non hanno fatto niente di male, che la verità verrà a galla.


Ma un caffè, il solo sospetto di un caffè, preso da un nostro rappresentante con un esponente di una qualsivoglia organizzazione criminale, dovrebbe farci impazzire, dovrebbe rappresentare lo spietato spartiacque di ogni carriera politica.

E qui non siamo più al sospetto.

Siamo ai rinvii a giudizio, alle richieste di carcerazione.
Siamo alle sentenze.

Di condanna.

Motivate.

Siamo alle prove.

Siamo alle ammissioni.

E allora non mi rimane altro che chiederlo ai familiari delle vittime di mafia - proprio oggi, che a Palermo
s'innalzano le agende rosse - cosa si prova, cosa provate a guardare lassù, Palazzo Chigi, Palazzo Madama, e Montecitorio?, cosa provate a vederli seduti in quei banchi?, e quel sospetto che è molto di più, che in fondo a noi un po' ci indigna, certo, ma poi finisce lì.
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