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IL PROBLEMA DELL'ALCOLISMO

Ultimo Aggiornamento: 16/10/2009 18:00
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13/10/2009 18:23
 
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Il problema dell’alcolismo 


I ritmi sfrenati ed il consumismo esagerato della società moderna costringono gli esseri umani ad affrontare quotidianamente numerosi gravi problemi che talvolta si trasformano in argini invalicabili, incidendo profondamente sulla stabilità caratteriale, fisica e mentale di un individuo.

Infatti, a fronte di situazioni di disagio che appaiono irrisolvibili e che il più delle volte lasciano prevedere l’avvento di una condizione di disadattamento o emarginazione, i soggetti più deboli sono spinti a trovare riparo nei cosiddetti “paradisi artificiali” ossia in esperienze che sembrerebbero garantire la possibilità di risollevare  o rafforzare lo spirito, mentre in realtà aprono le porte di un “inferno” esistenziale che si rivela ancora più duro e doloroso della realtà dalla quale si vorrebbe fuggire.

Questa paradossale incoerenza si verifica puntualmente con il problema dell’alcolismo, che, attualmente, costituisce uno degli  inconvenienti più pericolosi e diffusi nelle moderne società del benessere.

Infatti, bisogna ammettere che le bevande alcoliche nascondono
una burla davvero tremenda, dal momento che promettono illusioni e sensazioni piacevoli, per poi trasformarsi in sofferenza psicologica e malessere fisico con serie conseguenze sull’efficienza e la salute dell’organismo.

Le cause che portano un essere umano ad avvicinarsi a tal punto all’alcool da rimanere poi succube e schiavo, possono essere di varia natura.

I motivi più diffusi sono di ordine socioculturale, nel senso che, che il più delle volte,derivano da vari gradi di insicurezza, paura, ansia, incertezza o dall’impossibilità di vivere un rapporto tranquillo e soddisfacente all’interno della famiglia, dalla mancanza di amicizie, dalla precarietà del lavoro, dall’incapacità di condurre un’esistenza attiva e partecipe delle esperienze altrui.

A queste motivazioni, che già di per se rappresentano quelle più note e ricorrenti, se ne aggiungono altre, coincidenti, ad esempio, delusioni sentimentali, la paura di invecchiare, con l’angoscioso senso della solitudine e dell’emarginazione; oppure la volontà di evadere da un tran-tran quotidiano che si rivela assurdo ed insostenibile nella sua monotonia.

Per le persone più deboli e sprovvedute, queste situazioni  si trasformano spesso nell’anticamera dell’alcolismo, che finisce per essere considerata come il pretesto dietro il quale nascondere l’insopprimibile esigenza di socializzare con gli altri, rassicurare se stessi, migliorare il proprio modo di  rapportasi  con il mondo.

Quasi sempre si comincia al bar, sorseggiando un bicchiere con gli amici, per degustare una bevanda alla quale forse non traspare ancora il destino di perdizione e schiavitù che attende il mal capitato avventore.
Tra l’altro la minaccia dell’alcool rappresenta un pericolo che potrebbe incombere su chiunque, dal momento che il consumo dei superalcolici ha dimostrato di coinvolgere persone ricche povere, giovani ed anziani, senza eccezione per i due sessi.

Nel caso dell’Italia, statistiche recenti riferiscono che oltre cinque milioni di cittadini possono essere considerati “forti bevitori”, potenzialmente in grado di assumere una quantità di bevande nocive ben al di la della soglia consentita.

All’interno di questo gruppo, circa un milione e mezzo di persone equivalgono a veri e propri “alcooldipendenti”, cioè soggetti che subiscono danni assai gravi dal loro terribile vizio. È ben noto, infatti che gli alcolizzati cronici, rischiano d’incorrere in malattie molto pericolose, se non addirittura mortali.

La spropositata assunzione di bevande alcoliche può determinare anche l’insorgenza della cosiddetta “ebbrezza da alcool “, che, a sua volta, è causa indiretta di numerose altre morti, imputabili ad alterazioni comportamentali talmente incontrollate di sfociare in episodi di sangue.

Altrettanto orribile è la statistica che si riferisce agli incidenti stradali, dalla quale emerge che addirittura un sinistro su tre è comunque legato l’alcool.

Il problema riguarda soprattutto i giovani, che purtroppo sono divenuti una delle maggiori “categorie a rischio” in questo particolare settore. Basterebbe considerare quelle che vengono comunemente chiamate come le “stragi del sabato sera” per rendesi conto di come l’alcool conseguenze nefaste sul divertimento di tanti ragazzi, i quali trasformano una serata in discoteca in un’occasione buona per ubriacarsi e per provare il folle gusto della velocità su auto di grossa cilindrata.

Il guaio è che queste esperienze risultino spesso mortali, dal momento che l’illusorio senso di euforia e sicurezza provocato dagli alcolici comporta anche la contemporanea diminuzione delle facoltà visive e dei riflessi, compromettendo cosi la corretta valutazione delle distanze di sicurezza e dei limiti di velocità.

È il caso di sottolineare che molte tragedie della strada potrebbero essere evitate se esistessero più adeguate leggi in materia.

In ogni caso, è bene ricordare che gli interventi legislativi contro gli alcolici dovrebbero riguardare un arco ben più ambio di competenze e responsabilità. Estremamente delicata, ad esempio, appare la questione delle rivendite dei liquori, i quali non dovrebbero essere per alcuni motivi distribuiti in luoghi quali le scuole, gli stadi i posti di lavoro, e in ogni altra sede prevalentemente frequentata da minorenni.

In tutti questi casi, gli alcolici rappresentano un potenziale altamente pericoloso,in grado di togliere il corretto svolgimento delle pratiche scolastiche e delle mansioni lavorative e di mettere a repentaglio la salute pubblica e l’incolumità altrui a causa di una folle guida automobilistica o di una scazzottata sugli spalti di uno stadio suscitata da istinti violenti esaltanti dai “fumi” dell’alcool.

Un altro settore controverso e delicato nella lotta all’alcool è costituito dalla pubblicità che ormai utilizza sempre più frequentemente i suoi trucchi propagandistici ed i suoi effetti sublimi per indurre l gente a consumare alcolici.

È facile intuire che gli ostacoli da superare sono assai consistenti, visti gli interessi di miliardi che ruotano intorno alle industrie del settore, ma questo non può certo essere un pretesto per fare in modo che il fiorente mercato dei liquori continui a rappresentare una legalizzata e socialmente accettata rivendita di veleni, la cui liberalizzazione viene giocata praticata sulla pelle dei cittadini.

Una strategia significativa della battaglia contro l’alcolismo dovrebbe infine riferirsi alla formazione educativa del pubblico e alle attività di recupero degli alcooldipendenti. Notizie ed informazioni concernenti l’educazione alla salute, tesa a sottolineare l’inopportunità del consumo di liquori, appaiono, infatti tanto importanti quanto la realizzazione di strutture d’accoglienza territoriali in grado di servire un idoneo punto di riferimento per gli alcolizzati e le loro famiglie.

In entrambi i casi, verrebbe dimostrata la reale volontà e predisposizione ad occuparsi di un problema che, bene o male, investe tutta la
collettività, anche se le vittime di questo triste fenomeno, vengono quasi sempre emarginate e lasciate sole, in balia di un destino che riserva loro solo sofferenza e disperazione.
 


FONTE

[Modificato da ®@ffstef@n 13/10/2009 18:28]
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16/10/2009 12:32
 
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e i valori?
Domandiamoci di chi è la colpa....i nostri figli hanno ancora dei genitori che si occupano di loro?
Email Scheda Utente
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16/10/2009 14:16
 
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Consentimi di darti il mio... Benvenuto


Dopodichè veniamo al punto

I valori si stanno totalmente perdendo dietro questo frenetico corri corri che la società materialista ci impone e non ci aiuta più a relazionarci. Sono tanti i fattori che esulano dall'accusare i genitori quantunque siano ancora vivi, e son indefinibili le colpe della suddettà società già incapace a correggese una tale situazione rispetto a quelle ancor più gravi che si delineano ormai da anni e inculcate da secoli. Difatti...Le aspirazioni sono il frutto della visione che la società trasmette ai ragazzi sin da bambini, quei ragazzi che sognano di essere calciatori miliardari,veline senza veli ma anche oggetti di mercato (e non è una cattiveria se dico sessuale).La vera cattiveria, le vere colpe risiedono proprio in questi facoltosi personaggi che plagiano,inducono e indirizzano a si tali DOTTRINE.

vecio adagio:
"Abbiamo fatto l'Italia, si tratta adesso di fare gli italiani"

Ciao
Raffaele
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Utente Junior
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16/10/2009 18:00
 
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Ciao Raffaele
grazie,
la tua analisi la trovo purtroppo perfetta.....anche se vorrei che fosse diversamente.
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