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Mazzini è la giovane Italia??????

Ultimo Aggiornamento: 21/08/2009 12:42
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Ciampi: "Nel governo qualcuno frena i lavori per il 150esimo anniversario"
Il senatore a vita commenta il
ritardo nei preparativi: «Certi
ministri impongono di non
decidere. Positiva la sollecitazione
del presidente Napolitano»
PAOLO PASSARINI
ROMA
Neppure la balsamica frescura delle Alpi stempera il mite furore del senatore a vita Carlo Azeglio Ciampi, ormai giunto alla triste conclusione che manca la volontà politica, o, come dice lui, che «alcuni membri dell’attuale governo stanno imponendo la tendenza a non decidere niente». Se è vero, come ritiene anche Giorgio Napolitano, che si registra un deplorevole ritardo nella preparazione delle celebrazioni per il 150° anniversario dell’unità d’Italia, sembra essere altrettanto vero che questo non è il frutto di una distrazione, ma di una preferenza, una preferenza che l’ex presidente della Repubblica considera sia irresponsabile, sia contraria ai sentimenti della maggioranza degli italiani.

Il fatto che adesso il governo, in risposta alla sollecitazione affidata da Napolitano alle pagine di questo giornale, assicuri che, nella prima riunione della ripresa, il 28 agosto, completerà il finanziamento di quella decina di opere pubbliche di cui si parla da anni in relazione all’anniversario, aumenta piuttosto che diminuire l’irritazione di Ciampi. «Quelle opere sono già state deliberate da anni, alcune di esse sono addirittura già iniziate -spiega il senatore -. Furono deliberate prima che venisse costituito il Comitato dei garanti, di cui mi fu poi affidata la presidenza. E, infatti, il Comitato non ne ha mai discusso, non solo perché erano già state decise, ma perché non ne aveva la competenza. Il Comitato è tenuto a pronunciarsi in seconda battuta, come garante, appunto, su iniziative del governo di carattere culturale o celebrativo, non ad approvare o disapprovare la realizzazione di infrastrutture pubbliche. E poiché nessuna iniziativa del genere è stata finora proposta, il Comitato non ha alcuna materia su cui esprimersi. In altre parole gli manca un "ubi consistam", una ragione di esistenza». E i suoi trenta prestigiosi componenti sono come personaggi dell’ineffabile Azione Parallela di cui parla Robert Musil nell’«Uomo senza qualità».

Si tratta di un augusto «parterre de roi», integrato, rispetto al Comitato formato in era prodiana, in seguito a legittime segnalazioni del governo in carica. «Solo che nel giugno scorso - ricorda amaramente Ciampi - alla prima riunione importante del nuovo Comitato ci fu la sorpresa». Quale, senatore? «C’eravamo tutti, proprio tutti, ma non c’era alcun rappresentante del governo». Tornando al pacchetto, in linea molto generale si può anche sostenere che uno stadio qua, un auditorium là, una pista ciclabile altrove, facciano bene all’unità del paese, ma è difficile immaginarle come asse portante di una campagna culturale su un anniversario patrio. «Sta di fatto che, quando si tratta di lanciare qualche iniziativa più propria, ecco che mancano i soldi, prima per la crisi economica mondiale, poi per il terremoto d’Abruzzo... Tutte ragioni serissime, ma io non credo sia un problema di soldi».

Domenico Marchetta, che, prelevato dalla Corte dei Conti, fu il consigliere finanziario di Ciampi al Quirinale e ora è il capo del suo ufficio al Senato, racconta che, in precedenza (governo Prodi), vennero stanziati anche dieci milioni di euro proprio per promuovere il tipo di iniziative culturali che interessano il Comitato. Ma il governo Berlusconi decise di cambiarne la destinazione: coprire il buco creato dall’eliminazione dell’Ici sulla prima casa. Aggiunge anche che, per il tipo di iniziative che servono, il problema dei soldi è relativo. «Certo, un po’ di soldi servono - spiega - ma non si tratta di fare cose costosissime e, inoltre, questi costi sarebbero ulteriormente ridotti con un’efficace cooperazione istituzionale. Per esempio, per la giornata fondamentale, il 17 marzo 2011, si potrebbe organizzare una cerimonia al Quirinale e le prefetture potrebbero coordinare ad essa iniziative locali». E poi il ministero dell’Istruzione, quello della Difesa, le Camere, l’Accademia dei Lincei sono tutte istituzioni che possono destinare piccole parti dei loro bilanci. «Insomma, la questione dei soldi rischia di diventare una specie di pretesto per coprire un fastidio politico».

Conclude Ciampi: «E’ stata senz’altra positiva la sollecitazione del presidente Napolitano, che mi ha fatto gentilmente avere una copia della lettera inviata al governo e da cui attende una risposta. Non è una cosa curiosa, questa?». In questa situazione è evidente che la minaccia di dimissioni da parte di Ciampi resta. Anzi no, perché a sentire lui la realtà è anche peggiore: «Non c’è alcuna minaccia di dimissioni, è la semplice constatazione di uno stato di fatto. Se il Comitato non ha nulla da fare, a che serve un presidente?».


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In questa nazione si sente la mancanza di Ciampi ,lui si che era un ottimo presidente
21/08/2009 12:42
 
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In questa nazione si sente la mancanza di Ciampi ,lui si che era un ottimo presidente


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Paxuxu



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