Una storiella edificante a carattere religioso
Il sacrestano giardiniere
In un paesello sperduto nella campagna veneta dei tempi passati, il parroco è preoccupato per il suo sacrestano.
Il paese è piccolo, i fedeli pochi, il brav'uomo sbriga le faccende alla chiesa in poco tempo e poi se ne va in giro a bighellonare.
Ultimamente ha preso addirittura a frequentare l'osteria. Il parroco, preoccupato per le possibili conseguenze di questo stato di inoperosità del suo collaboratore, deciso a toglierlo dalla cattiva strada dell'ozio, pensa di affidargli il compito di giardiniere.
Lo chiama un mattino e gli dice: "Vedi Piero, il terreno a fianco della chiesa è tutto incolto e coperto di rovi, sarebbe bello se tu lo ripulissi e vi coltivassi dei fiori per la chiesa".
Il sacrestano, rimboccatesi le maniche, si mette subito all'opera e, nel giro di qualche settimana, il terreno è ripulito e cominciano a sbocciare i primi fiori.
A metà primavera è un giardino meraviglioso pieno di colori disposti con gusto e maestria.
Il sacrestano passa le sue giornate nel nuovo giardino a lavorare, a sistemare, ad annaffiare, a zappare....
Il parroco è contento e soddisfatto, soprattutto per aver salvato quell'anima dal vizio.
Tutto procede a meraviglia, finché un brutto giorno il parroco si avvede di una inquietante imprevista realtà che lo riempie di dubbi e sensi di colpa.
Tutti i compaesani, passando per il centro paese, fanno tappa al giardino di Piero a compiacersi con lui.
Il sacrestano trascorre le giornate tra le adulazioni ed i complimenti e, tutto gongolante, non gli par vero di essere diventato la celebrità del paese.
Il parroco, preoccupato, pensa: "Ho tolto quest'uomo dal vizio dell'ozio e l'ho gettato nel vizio della superbia! Ohimè, cosa ho fatto!
Lo chiamerò, gli farò un bel discorsetto, capirà, e cambierà atteggiamenti".
Un mattino chiama il sacrestano e, con aria paterna gli dice: "Caro Piero, tu sei molto bravo, hai fatto un gran bel lavoro in questo giardino, tuttavia, il merito non è tutto tuo....
Devi dirlo che non sei il solo a lavorare qui, che l'opera principale è di qualcun'altro....".
Piero lo segue perplesso. Il parroco, alzando gli occhi verso il cielo, continua: "E' il Signore che fa sbocciare i fiori, che fa sorgere il sole, che fa piovere.... Cosa faresti se non ci fosse la luce del sole, se la pioggia non bagnasse la terra....
Lo vedi che il Signore è l'autore principale del lavoro, dunque non è giusto che tu ti glori della bellezza di questo giardino.
Il bravo Piero ci pensa un po' su, poi con calma:
"E' vero che il Signore ha fatto la sua parte, però, caro signor parroco, si ricorda com'era prima il terreno pieno di rovi, erbacce e sassi, no..?
Vede anche lei che il Signore, come giardiniere, non è che faccia proprio dei gran bei lavori!..."