KENYA 11/11/2008 - Due suore piemontesi rapite in Kenia: è accaduto nel distretto di Mandera, al confine con la Somalia, in un vero e proprio attacco da parte di almeno 200 uomini armati.
Le religiose sequestrate sono
Maria Teresa Olivero, 61 anni, sorella di don Fredo, direttore della Caritas torinese, e
Caterina Giraudo, 67 anni. Entrambe appartengono al centro Charles de Foucauld di Cuneo.
Il sequestro è avvenuto attorno all’una di notte di domenica, al termine di un violento attacco alla città di El-Wak condotto, secondo quanto riferiscono le agenzie di stampa, dal gruppo islamico somalo Al Shabab. Ma «è ancora tutto molto confuso», hanno ammesso alcuni missionari rimasti a Elwak. Le autorità locali sono convinte che i banditi si sono rifugiati in Somalia «con le due suore e altri kenioti a bordo di alcuni furgoncini rubati alle organizzazioni umanitarie».
«Non cercavano soldi quegli uomini - ha detto don Pino Isoardi, responsabile del movimento contemplativo missionario ai microfoni di Radio vaticana -Cercavano loro».
Le due anziane religiose, entrambe originarie di Cuneo, lavorano in Kenya da 35 anni. Suor Giraudo è un’infermiera: il suo impegno, come quello della consorella, è a favore dei bambini malnutriti e malati di epilessia. «La nostra missione - spiegano le altre religiose - è in Kenya da tanti anni. Dal 1984 ci occupiamo di bambini e malati cronici in questa zona povera e remota dell’Africa. Con i musulmani abbiamo un ottimo rapporto.
Preghiamo perché presto suor Caterina e suor Maria Teresa tornino a casa». Preghiere anche nel cuneese, nei paesi di origine Boves e Centallo, ma anche a Torino, dove la diocesi e il cardinale Severino Poletto si sono stretti attorno a don Fredo, confidando che presto la sorella possa tornare in libertà.
Della vicenda si sta occupando la Farnesina, in contatto con le autorità locali. Secondo quanto si apprende, sarebbero stati contattati anche gli anziani delle varie tribù perché, con la loro autorità, possano fare da tramite con i rapitori e aiutare ad addivenire a una conclusione felice della vicenda. Preghiere arrivano anche dal Vaticano, assieme a un vero e proprio “ultimatum” di Papa Benedetto XVI affinché siano «liberate subito».
«Vogliono attaccare le ong». Secondo Cinzia Giudici, del consiglio nazionale dell’Associazione ong italiane e presidente di una ong che da 28 anni lavora in Somalia e in Kenya, «c’è la volontà di colpire il personale, straniero e somalo, di ong e organizzazioni umanitarie internazionali. Anche i missionari, sono diventati dei bersagli perché si vuole isolare completamente la Somalia». L’altro giorno un operatore umanitario è stato assassinato nella cittadina di Jamame, a nord di Chisimaio, in Somalia, roccaforte dei miliziani fedeli alle deposte Corti islamiche. Mohamud Sakow era responsabile locale della fondazione benefica americana “Mercy Corps”. È stato aggredito e crivellato di proiettili mentre stava tornando a casa.
a.mon. cronaca qui Torino
Nounou
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Il cuore ha delle ragioni che la ragione non conosce.
Blaise Pascal