negò la pillola del giorno dopo
PISA.
Chiuso il caso della mancata prescrizione della pillola del giorno dopo. Assolti da qualsiasi accusa tutti i medici di guardia medica («non vi fu interruzione di pubblico servizio», tranne uno, la dottoressa autrice del cartello affisso alla porta del presidio dei Passi, in cui c’era scritto
«Non si prescrive la pillola del giorno dopo». Cosa che per legge non si può fare perché il medico, secondo giurispudenza e per codice deontologico,
non può dichiarare di esimersi dal prescrivere terapie o idonee cure quando necessario. La professionista in questione si vedrà, per un mese, decurtato lo stipendio del 10%.
È questa la decisione presa dal collegio arbitrale di medicina generale della Regione Toscana, conclusasi con una sola sanzione a carico dell’autrice del cartello.
Il collegio, nelle sue motivazioni, come fa sapere l’Asl 5, ha rilevato che «non vi è stato danno specifico in quanto, come è emerso dagli atti, il norlevo, vale a dire la famosa pillola del giorno dopo, quando necessario ed opportuno a giudizio del medico, è stato regolarmente prscritto dai medici del servizio di guardia medica».
Tutto iniziò a fine marzo quando a due ragazze, nel presidio dei Passi, fu negata la pillola del giorno dopo, il farmaco che si può prendere per evitare una gravidanza indesiderata dopo un rapporto a rischio, ma la cui efficacia, come è noto, è legata ai tempi di assunzione.
E siccome non è un farmaco abortivo ma è considerato un anticoncezionale, la protesta si era fatta molto forte.
Alcuni medici, proprio dal servizio di guardia, obiettavano che poteva essere segnata anche il giorno successivo dal medico di famiglia, mentre altri, nel dibattito che ne seguì, non solo a livello pisano e regionale ma nazionale, rilevarono che gli effetti del farmaco in assenza di apposite analisi potevano essere pesanti e che proprio per questo alcuni la sconsigliavano.
Insomma si creò un aperto caso etico sulla non innocuità del farmaco, sulla posizione degli obiettori che si dichiarano avversi perfino alla pillola in sé e su chi vede invece nella richiesta di terapia di un paziente un diritto che il medico, per deontologia professionale, deve assolvere.
Sul caso la procura aprì un fascicolo e l’Asl 5 un’inchiesta interna che riguardò gli 11 medici in turno e che poi passò alla commisione regionale, la quale ha chiuso il caso con la sanzione per la sola dottoressa che aveva affisso il cartello.
Fonte
Nounou
*^*^*^*^*^*^*^*^*^*^*^*^*^*^*^*^*^*^*
Il cuore ha delle ragioni che la ragione non conosce.
Blaise Pascal