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21/03/2008 21:23 | |
Nietzsche, molti anni fa, in un suo libro, “Al di là del bene e del male”, nella parte seconda sullo spirito libero, scrive:
“Essere indipendenti è cosa di pochissimi – è una prerogativa dei forti. E chi tenta di esserlo, anche col migliore diritto, ma senza esservi costretto, dimostra con ciò di essere probabilmente non solo forte ma anche temerario fino alla follia.”.
E aggiunge, più avanti:
“Le nostre idee più elevate, in certi casi, suonano come delitti, quando in maniera indebita, giungono all’orecchio di coloro che non sono fatti e predestinati per esse.”
Uno dei più noti scrittori di spiritualità del nostro tempo, Henri J. M. Nouwen in un suo libro, “l’abbraccio benedicente” (meditazione sul ritorno del figlio prodigo), scrisse:
“Per me è sorprendente sperimentare quotidianamente la differenza radicale tra cinismo e gioia. I cinici cercano le tenebre ovunque vadano. Indicano sempre pericoli imminenti, motivi disonesti e macchinazioni nascoste. Definiscono ingenua la fiducia, romantiche le premure e sentimentalistico il perdono. Beffeggiano l’entusiasmo, ridicolizzano il fervore spirituale e disprezzano l’atteggiamento carismatico. Si considerano uomini coi piedi per terra, che vedono la realtà per quello che è veramente e non si lasciano ingannare da “emozioni fuorvianti”. Ma sminuendo la gioia di Dio, la loro oscurità è causa di altra oscurità.”.
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