Ho scelto, ovunque vado, di portare dietro me stesso! -Pino-

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Mi chiedo:

1. Perché persone che potrebbero essere così dolci e buone, offendono e calpestano le opinioni degli altri?

2. Perché persone che trattano argomenti cristiani, si scambiano battute irriverenti e pungenti?

3. Perché persone che dovrebbero avviare dialoghi per una crescita personale, calpestano, inveiscono e ad ogni costo vogliono screditare chiunque non la pensa come loro?

4. C’è un modo più cristiano, più civile per ragionare ed esprimere la propria convinzione, senza per forza cadere nella provocazione?

5. Perché le persone che usano energie, talenti, risorse mentali, sprecano così il loro tempo?

Prima di rispondere a queste domande, me ne pongo delle altre:

1. Possiedo il controllo della mia vita?

2. Sono in pace con me stesso e con chi mi circonda?

3. Sono fiero dei risultati che ho raggiunto finora?

4. Sto godendo insieme alla mia famiglia dei frutti del mio lavoro e della serenità che dovrebbe esserci?

5. Mi ritengo soddisfatto?

Sono domande molto semplici.

Rispondere a queste domande, però, è difficile e spesso doloroso.

Doloroso perché, sinceramente è raro rispondere affermativamente a queste ultime cinque domande.

Aveva ragione Giobbe a dire: “L’uomo nato di donna, è breve di giorni e sazio d’inquietudine” (Gb 14,1)?

Sofocle compiangeva il nostro vero destino, quando chiese:

“Quale tormento è fuori della portata dell’uomo?
Qual è il pesante fardello che non saprà sostenere?”;

O Lucrezio quando intinse la sua penna nell’inchiostro e scrisse:

“O miserabile mente dell’uomo! O bestie accecate!
In che oscurità e attraverso quali pericoli deve passare la vita, qualunque sia la sua durata!”.

Ora, per rispondere alle prime cinque domande, ci si rende conto che è la nostra condizione di vita che non ci permette, sempre, d’essere sereno.

Così, siamo sopraffatti da forze che non siamo in grado di controllare, e dalla stanchezza.

Dopo aver esaurito le nostre risorse, ecco, arrivare la rabbia, la delusione e, a volte, la rassegnazione.

Sembra più facile la battaglia con gli altri di quella contro noi stessi.

In questo mare di mediocrità, lasciamo che la ruggine corroda le nostre vere possibilità di dialogo.

La risposta a tutte le domande sono dentro di noi.

Riporto la preghiera di un umile servitore di Dio:

Signore, fammi strumento della tua pace;
dove c’è odio, fammi seminare amore;
dove c’è disperazione, speranza;
dove c’è un torto, perdono;
dove c’è oscurità, luce;
dove c’è dubbio, fede;

e dove c’è tristezza, gioia.

Io mi chiamo Pino Lupo, ho 52 anni e il mio vissuto è, senza esagerare, da “odissea”.

Non sottovaluterei queste parole.

Provengono da un uomo sincero e libero di dichiararsi a tutti, senza nessun problema.

Questo non mi rende superiore o presuntuoso ma libero e sereno.

Ho Scelto la libertà, la libertà individuale!

Dovunque vado, oggi, mi porto dietro me stesso.

Saluti
Pino

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