da
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il contenuto
Uno stile filosofico tutt’altro che minoritario nel pensiero contemporaneo – identificabile in singoli, in correnti o «scuole», in linee editoriali di successo – interpreta l’ora presente, e il presente intemporale definito dall’espressione «natura umana», attraverso le nozioni di male e di crisi. La pervasività di questa antropologia negativa è tale da alimentare una diffusa mentalità nichilista di depotenziamento e indebolimento dell’etica laica, su cui ha facile presa il progetto di «riconquista» religiosa da parte della Chiesa cattolica. Il libro muove da una ricognizione dell’idea di colpa e decadimento, dalle origini paoline e agostiniane fino a Nietzsche e Freud, per approdare a un’etica del limite, che denunci i tratti antiumani delle etiche religiose, contrapponendo alla visione «verticale» del (redimibile) destino tragico dell’uomo un’antropologia positiva dell’immanenza e della finitudine, che accolga il caso e l’imperfezione, e si radichi nella consapevolezza dell’eterogeneità di valori.
l'autore
Ugo Bonanate insegna Filosofia morale presso la Facoltà di Scienze della Formazione di Torino. Studioso di Plotino e del Seicento inglese, ha
curato da ultimo, con Maurizio Valsania, "Le ragioni dei filosofi" (Carocci, 2003).
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