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Lilly vagabonda per rivedere i suoi matti

Ultimo Aggiornamento: 30/08/2007 18:56
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Il direttore caccia la mascotte, lei torna all'istituto
CARPASIO (IMPERIA)

In paese: tutti lo chiamano il cane dei «ragazzi».
Per discrezione, forse anche per una malcelata forma di rispetto verso quegli sfortunati ricoverati là dentro.

Ma il suo vero nome è Lilly, oggi già sulla bocca di tutti qui in Riviera. E’ lei, occhi marroni e tristissimi, rinchiusi in una pelliccia di pelo lungo e chiazzato, frutto del pazzo incrocio tra un cane lupo e un volpino, la cagnetta protagonista di una storia d’amore intensa e contrastata che sembra uscita dalla fantasia di un scrittore.
Lilly, amica fedele degli ospiti della Comunità terapeutica «Il Faro» di Carpasio, un paese incastonato sui monti alle spalle di Arma di Taggia, un centinaio di anime e forse meno ha deciso di dedicare la sua vita e il suo generoso cuore di cane ai pazienti con problemi psichici con cui negli ultimi tre anni ha fraternizzato regalando loro, come un dono piovuto dal cielo, attimi di grande spensieratezza e felicità.
E Lilly è diventata la «loro» cagnetta, la loro compagna di giochi, un dolce alter ego a quattro zampe, al quale sono legati da un affetto profondo, addirittura viscerale, come soltanto una persona con problemi psichici, sensibile e vulnerabile, può sviluppare.

Lo sconforto
Ma la decisione, quella di allontanare l’animale dall’Istituto, ancora non si sa per quale reale motivo, ha gettato nel più profondo sconforto i «ragazzi».
Alcuni si sono messi a piangere e altri, per qualche sera, si sono rifiutati di mangiare.
E Lilly che per i suoi amici prova un amore infinito e disinteressato, non è stata da meno: allontanata dalla Comunità e affidata a una collaboratrice che ha accettato di prenderla per evitarle la possibile triste condizione di carcerata in un canile, la cagnetta per giorni ha rifiutato il cibo passando ore con lo sguardo perso nel vuoto.
Un dolore inconsolabile, nonostante le cure e l’affetto dei nuovi tutori. Insopportabile.

Ed è questa la ragione per cui, per ben due volte, è riuscita a scappare e dopo interminabili giorni passati tra le montagne, patendo fame, sete e freddo, evitando le strade e facendo più di trenta chilometri, si è ripresentata scodinzolante, davanti al portone dell’Istituto.
L’ultima volta è accaduto lunedì scorso: venerdì era fuggita e dopo quasi una settimana di disperazione della sua tutrice che non riusciva a darsi pace, è ricomparsa dimagrita e provata ma felice davanti alle finestre dell’Istituto, abbaiando con le ultime forze che aveva per fare saper ai suoi amici che era ritornata, un’altra volta, per stare con loro.
Nel suo sensibile e ingenuo cuore di cane ha sperato che fosse per sempre. Inutilmente. L’ordine è rimasto invariato.

Custode dei malati
E così non soltanto i responsabili della struttura non hanno detto nulla agli infelici pazienti di questo ritorno ma hanno disposto il suo immediato allontanamento: la collaboratrice dell’Istituto si è detta ancora una volta disponibile a ospitarla.
Ma quanto ci metterà la cagnetta a scappare di nuovo? Quanto dovrà ancora soffrire lontano dai suoi «ragazzi» che sanno sicuramente riconoscere la semplicità e la profondità dell’amore?

Capitata nel paese dell’alta valle Argentina non si sa come tre anni e mezzo fa, timorosa di tutto e tutti, segno di un passato fatto di quelle violenze che soltanto gli uomini sono capaci di infliggere, Lilly a Carpasio ha incrociato il suo destino: quello di accudire gli ospiti del centro terapeutico.

Lilly è sempre rimasta nel giardino, fuori del Centro, un vero gioiello di istituto.
Mai dentro la struttura, per ragioni di igiene. Si accontentava di pochissimo: una ciotola di minestra e po’ d’acqua. L’importante era stare vicino ai suoi amici.
E i malati si sono subito innamorati di lei. Lo sforzo per accudirla, insieme con il personale del centro, ha aiutato molti di loro ad interagire meglio con l’ambiente esterno. Carezze e cibo, parole dolci e lunghi, muti, colloqui fatti di sguardi e sorrisi.

Lilly ha sempre ricambiato, facendo con i «ragazzi» lunghe passeggiate e quando uno di loro provava ad allontanarsi lei abbaiava e lo riportava nella fila. Ora Lilly se ne deve andare. Anzi se n’è già andata. Una decisione dolorosa.
Persino la direttrice generale dell’Asl di Imperia, Renata Canini, pur sottolineando che il centro è privato e che quindi l’Azienda non ha diretta competenza, ha detto: «Non vedo la ragione per cui il cane debba essere allontanato».

Dal canto loro i responsabili dell’Istituto sostengono che «il cane negli ultimi tempi era diventato mordace, ha aggredito anche il postino, senza ragione: l’allontanamento è dovuto a motivi di sicurezza».
Ma non soltanto questo: l’istituto confina con un ambulatorio medico e a quanto pare gli anziani erano spaventati dal cane. Quale sarà ora il destino di Lilly? I responsabili dell’Istituto assicurano: «Starà molto meglio ora di quanto potesse stare da noi, all’aperto. Nessuno deve pensare che siamo senza cuore.
Tre anni fa quando è stata abbandonata l’abbiamo adottata e salvata dall’accalappiacani per evitarle il canile. I ragazzi erano stati informati anche in presenza della psicologa che la cagnetta sarebbe stata trasferita. Se hanno sofferto? No, per loro Lilly era semplicemente un “giocattolo”».

Come ha fatto adorientarsi?

Come fanno i cani a tornare a casa? L’ipotesi più accreditata è che usino «riferimenti stellari», come i marinai studiano la posizione degli astri e si orientano. Si dice di solito che usano l’olfatto, questo è vero se la distanza che lo separa da casa è stata compiuta dall’animale, ma se il cane è stato trasportato in auto - e per tratti molto lunghi - non può avere nessun riferimento di quel genere.

Ci sono molti altri animali che utilizzano il cielo stellato per orientarsi come gli uccelli migratori. Nelle oche e nei piccioni infatti sono stati trovati recettori magnetici che indicano all’animale i punti cardinali. Oche e piccioni funzionano come vere e proprie bussole viventi.






Nounou
*^*^*^*^*^*^*^*^*^*^*^*^*^*^*^*^*^*^*
Il cuore ha delle ragioni che la ragione non conosce.
Blaise Pascal


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Cara Nounou,

[SM=x1061918]

Che bei racconti!!

In settembre ho in programma di fare alcuni approfondimenti sugli animali.
Purtroppo ad Agosto è tutto chiuso e non sono riuscita ad avere le pubblicazioni che ho richiesto.
Ti ringrazio di tenere vivo questo spazio che si occupa dei nostri amici più sinceri.

[SM=x1061917]



Marina
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frutto del pazzo incrocio tra un cane lupo e un volpino

[SM=x1061920] [SM=x1061946]

siccome è furbo il volpino avrà usato una scala
non posso immaginare il contrario, però potrebbe essere stato piu furbo il cane lupo che si è sdraiato [SM=x1061946] [SM=x1061908] [SM=x1061946]


bello il racconto , [SM=x1061917] [SM=x1061918]
[Modificato da animhatua 24/08/2007 17:06]



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*°*°* Se il Sole oggi non si decide a sorgere
accenderò una lampada abbronzante *°*°*

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Re:
animhatua, 24/08/2007 17.00:


frutto del pazzo incrocio tra un cane lupo e un volpino

[SM=x1061920] [SM=x1061946]

siccome è furbo il volpino avrà usato una scala
non posso immaginare il contrario, però potrebbe essere stato piu furbo il cane lupo che si è sdraiato [SM=x1061946] [SM=x1061908] [SM=x1061946]


bello il racconto , [SM=x1061917] [SM=x1061918]




il mio cane avrebbe preso l'elicottero [SM=g27987] [SM=x1061946]



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Re: Re:
animhatua, 24/08/2007 17.08:




il mio cane avrebbe preso l'elicottero [SM=g27987] [SM=x1061946]





CLICCA SULL'IMMAGINE!!!





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