Caro MauriF,
forse non è sufficientemente chiaro il mio pensiero riguardo alla semplicità, all' amore ed alla capacità di condividere con ogni essere il proprio pensiero, od il proprio cuore, o l'anima che ci unisce ad un livello di consapevolezza che la mera conoscenza o la proprietà di linguaggio, non hanno possibilità di raggiungere.
Rendere le Scritture prolisse, pedanti, terreno esclusivo di esercizi retorici o verbosi, appannaggio di una cultura che non implica, necessariamente la Conoscenza, poichè si muove per strutture rigide e compatte, in un labirinto insondabile di affermazioni e regole che esulano totalmente dal movimento intrinseco, dal divenire costruttivo, dall' adattamento delle stesse Scritture al momento storico, al singolo, qualunque sia il suo stato di consapevolezza e di istruzione, significa tradire l' essenza stessa del Messaggio.
Questo è un gioco pericoloso.
Che consente alla persona che "spadroneggia" la supposta "Verità" che enuncia, di rendere lettera morta la conoscenza di cui si fregia.
Ma questo atteggiamento pseudoculturale va anche al di là della fede.
Si addentra in un disagio che si trasmette all' interlocutore più umile, allontanandolo e demotivandolo nella ricerca e nella crescita personale.
Chi parla troppo, sovente riempie il silenzio che ha dentro.
Ed, a leggere tra le righe della tua lungaggine retorica, non si riesce a vedere uno spirito libero, una fede vitale, un' aderenza alla figura del Cristo che sorregge e sostiene gli "ultimi".
Non intendo fare psicologia spicciola, ma trasmetti un disagio interiore, una forzata appartenenza a qualcosa che, lungi dall' essere quella al Cristo, è più un' essere posseduto da un "ipercubo" in cui sostituisci il tuo essere unico e speciale, ad un labirinto di costruzioni obsolete in cui la tua stessa essenza è, ormai introvabile.
Quando il messaggio della Fede, viene trasmesso a queste condizioni, non può trovare altro che opposizione.
Perchè è arroccato in una posizione difensiva ed irragiungibile.
Dove neppure chi lo comunica, riesce più ad elevarsi dalla megastruttura che si è costruito.
Gesù avvicinava le folle, tu allontani chi ha la sventura di porsi innanzi a te semplicemente per come è, o per come ama, o per ciò in cui crede.
Mi spiace per te, MauriF.
Invece di aprirti all' amore, costruisci barriere.
Invece di mettere a disposizione la tua conoscenza, la rendi un' arma.
Invece di donare il Messaggio, lo rendi strumento per colpire te stesso masochisticamente.
E per escludere gli altri.
Non è necessario farsi del male, non è indispensabile rimanere soli per salvaguardare se stessi.
Non è saggio fare del Cristo uno strumento di oppressione.
Tra le uniche cose che citi (le Scritture) che, peraltro sono già state stese dai profeti e dagli apostoli, senza bisogno di essere riviste in modo opprimente, non riesco a trovare MauriF....
Quello che potrebbe correre incontro a Gesù, quello con quei bellissimi occhi di bimbo, quello che sa ridere, piangere, amare e farsi amare, quello gentile, delicato, che può conquistare il cuore semplicemente con il suo essere.
Probabilmente ha ragione Omega...
Pur poco ortodosso e casinista, semplice e diretto, come è .....
Questo lo sa solo Dio.
Spero per te che tu cominci ad amarti.
Altrimenti non arriverai mai ad amare il tuo prossimo come te stesso.
Marina