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Due autori d'eccezione: 1) Raimon Panikar

Ultimo Aggiornamento: 31/07/2007 20:33
30/07/2007 19:57
 
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una volta lessi 2 articoli su due autori di eccezione postati da Andrea sul suo sito.

Ecco il primo articolo

da ---> www.animelibere.net/modules.php?name=Forums&file=viewtopic&t=132&highlight=...

Raimon Panikkar
Passaggio in Asia

Perché il Vangelo ha attecchito poco in Asia? Come superare i "dubbi" che Roma ancora nutre verso i teologi del continente? Le prospettive della riflessione ecclesiale in Oriente esaminate da uno degli esponenti più originali del dialogo tra cristianesimo e religioni asiatiche.

«Non mi considero mezzo spagnolo e mezzo indiano, mezzo cattolico e mezzo induista, ma tutto occidentale e tutto orientale. Così come, facendo un paragone irriverente, potrei dire che Gesù non è stato metà Dio e metà uomo, ma pienamente divino e totalmente umano, come afferma il Concilio di Calcedonia». Si presenta così, quando gli si chiede conto della sua storia familiare e della sua fede, Raimon Panikkar. Nato a Barcellona da madre cattolica e padre induista, ordinato sacerdote nel 1946 e incardinato nella diocesi di Varanasi, in India, è famoso come filosofo cattolico impegnato da una vita nel dialogo interreligioso. Di lui, ottantatreenne, colpiscono non solo il viso incredibilmente giovane e sorridente, ma soprattutto le parole, dense di una spiritualità che, mentre si richiama costantemente ai Padri, sembra sempre annunciare il futuro.

«Sono convinto che la grande sfida del terzo millennio per la Chiesa sia l’Asia», dice, «perché il cristianesimo in questa parte del mondo si trova, forse per la prima volta, di fronte a una provocazione metafisica, mistica, di profondità. Il cristianesimo ha avuto grande successo – umanamente parlando – in Africa e America latina, ma non in Asia, perché le culture di questo continente costituiscono una sfida al filone abramico in cui finora esso si è sviluppato. La tradizione abramica è forse la più profonda della storia dell’umanità, ma non è l’unica, e, per avere qualche ragion d’essere al di fuori di essa, il cristianesimo deve rinunciarvi e morire alla sua pretesa di verità assoluta, confidando nella risurrezione. È lo Spirito Santo che dice: "Se vuoi risorgere, muori a te stesso, alla tua occidentalità, che non è tutto". Se Cristo è per tutto il mondo, come io credo, allora il cristianesimo deve ripensare sé stesso in profondità».

Ma il cristianesimo può sganciarsi dalla matrice abramica?

«Nel Vangelo è detto: "Voi siete il sale del mondo". Vogliamo che tutto diventi sale o che il pesce e il riso siano più saporiti? Dice Gesù: "Prima di Abramo io ero". Quindi Cristo è nato anche in Oriente, in una forma certo misteriosa, non storica, perché io non nego che Gesù fosse un ebreo, figlio di Maria, venuto alla luce a Betlemme duemila anni fa. Però il Gesù risorto è il Cristo, e in Cristo, come ricorda Paolo, non c’è giudeo né greco, né uomo né donna. Il mistero di Cristo supera le nostre mentalità, anche quella cristiana, e noi cristiani non dobbiamo ridurre il suo messaggio alla nostra misura, appropriandocene».

Qual è il contributo specifico che l’Asia può offrire al cristianesimo?

«L’opzione per la mistica, per la terza dimensione della realtà, per il superamento del mito della storia. Bisogna aprire il terzo occhio, come dicevano i teologi del 1200, e non ridurre tutto a un illuminismo con sopra una verniciatura di fede. Questa è la sfida».

Con l’opzione per la mistica non si rischia la fuga dai problemi concreti? Le grandi tradizioni culturali e religiose asiatiche non paiono in grado di risolvere gli enormi squilibri sociali del continente.

«Chi ha creato questo divario tra i ricchi e i poveri? Non certo gli asiatici. Forse è vero che l’Asia non si preoccupa del sociale, ma è falso che lo faccia l’Occidente. Chi spende ogni giorno 100 milioni di dollari in armamenti? Un secolo fa il 78% degli abitanti degli Stati Uniti erano agricoltori, oggi lo è solo il 2%, che però potrebbe nutrire tutta l’umanità. Ma non lo fa. Perché non è redditizio. Il messaggio di Gesù è attuale: "Non si possono servire due padroni, Dio e il denaro". Optare per la mistica non vuol dire non optare per i poveri, ma non assolutizzare il sociale».

Le Chiese asiatiche sono davvero ancora troppo ricalcate su quelle occidentali?

«Nelle Chiese dell’Asia c’è un disagio, anche se un po’ inconsapevole. Tutti vogliamo essere cristiani, cattolici, apostolici, romani, ma il vestito ci risulta un po’ scomodo. Tuttavia lo "strip tease" non va bene. D’altra parte anche il Vangelo dice che non serve rattoppare l’abito logoro. La teologia asiatica sottolinea molto la kenosis, l’annichilimento di Cristo. Optare per la mistica significa accettare che la realtà non si esaurisce con la storia. Finora non abbiamo preso sul serio le tradizioni asiatiche, che sono mistiche e metafisiche. E questo vuol dire meditazione, contemplazione, amore, superamento – non negazione – della ragione, che in fondo è il vero significato della metànoia».


Nelle Chiese d’Asia ci sono esperienze in cui questo si realizza?

«Ci sono gli ashram cristiani, dove paradossalmente si dimostra che quanto più ci si separa da schemi importati, tanto più si incontrano le radici stesse del cristianesimo. Parlando di contemplazione, infatti, riscopriamo i Padri della Chiesa. Poi c’è la riflessione teologica, soprattutto in Corea, India, Sri Lanka e Thailandia. Purtroppo i teologi asiatici avvertono una sfiducia nei loro confronti, per cui non riescono né osano dire tutto quel che pensano. Oggi è molto importante fidarci gli uni degli altri. Perché devi diffidare della mia fede cristiana se non parlo come te? Magari sbaglio, ma se mi dai un po’ di fiducia, prima sbaglierò meno, poi entreremo in un dialogo nel quale ci correggeremo e feconderemo a vicenda. Ciò vale per le culture, per le religioni e dentro lo stesso cattolicesimo».

La dichiarazione Dominus Jesus pare rivolta ai teologi asiatici, quando critica «le teorie di tipo relativistico che giustificano il pluralismo religioso...».

«Perché c’è questa paura? Se io, come cattolico, credo che la Pasqua è già venuta, e non solo Cristo, ma il mondo è risorto, non dovrei avere paura. Il pericolo del relativismo esiste, ma la vita stessa è un rischio. Solo chi è morto non corre rischi. E il rischio è parte della scelta cristiana: quando gli apostoli lasciarono tutto per seguire Gesù, decisero di rischiare. La fede è rischio, è il coraggio della vita. Certo, poi serve la prudenza dell’autorità. Io ho bisogno che essa mi consigli e mi corregga, ma non ho bisogno della sua sfiducia, perché mi scoraggia; o del suo controllo repressivo, perché non mi fa sentire libero e mi spinge a estremizzare le mie posizioni. C’è una bellissima preghiera di Tagore che dice: «Dio, tu mi hai legato con la mia libertà». Questo è il cristianesimo. E se il teologo non è libero, non è un teologo. Se c’è un dialogo effettivo, si dà spazio alla creatività. Certo, la novità fa paura, ma davanti a una svolta ci vuole "magnanimità", come diceva Gandhi».


Come vede la diffusione nei nostri Paesi di nuovi movimenti religiosi che si richiamano all’Oriente, vanno sotto il nome di New Age e sono forse alla base delle critiche postume rivolte dalla Santa Sede alle opere del gesuita Anthony De Mello?

«Come filosofo sono consapevole della fragilità concettuale delle opere di De Mello. Se si prendono queste storielle come una formulazione dogmatica, la Chiesa ha ragione a dire che il risultato è superficiale o fuorviante. Ma se si utilizza la conoscenza simbolica, queste storielle toccano il cuore e forse cambiano la vita. Anche Gesù non parlava con "idee chiare e distinte", ma in parabole. Dobbiamo reimparare la conoscenza simbolica. Non per niente la fede è detta il "simbolo" degli apostoli, non la dottrina. I concetti hanno il loro valore, ma la "concettolatria" è la più sottile delle idolatrie. Non fa riflettere che questo Occidente, considerato così razionalista, abbia reagito tanto positivamente a un uomo che raccontava storielle? Nella New Age si sente un’influenza dell’Oriente sull’Occidente, ma ci siamo mai preoccupati dell’influenza dell’Occidente sull’Oriente? Per ogni mille buddhisti in Occidente, ci sono milioni di cristiani in Oriente, e questo, visto da là, crea problemi. Non si deve aver paura della diversità. In Italia oggi si temono i musulmani, ma in India hanno paura dei cristiani. Dobbiamo liberarci dall’eurocentrismo e dall’etnocentrismo».

Ma che cosa c’è, a suo parere, dietro questa ricerca "a Oriente"?

«C’è un bisogno insoddisfatto di spiritualità, di gioia; c’è la ricerca di qualcosa che tocchi davvero il cuore... A queste domande non si può rispondere esclusivamente con precetti morali o dogmi dottrinali, che a tanti risultano incomprensibili. Non sarà forse uno schiaffo dello Spirito Santo per risvegliare tanti cristiani?».

Se credo di possedere la verità, come posso realizzare un dialogo interreligioso autentico, non diplomatico o irenistico, ma che non sia neppure votato all’eclettismo?

«Io non sono favorevole ai "cocktail di religioni". Condivido la critica al relativismo, ma altra cosa è la relatività, cioè la consapevolezza che qualsiasi affermazione io faccia ha un senso in relazione a un contesto. Io non posso giudicare i testi della filosofia e teologia indiane senza conoscere il loro contesto. Chi pensa di possedere tutta la verità non è tomista né cristiano: san Tommaso d’Aquino afferma che noi non possediamo la verità, semmai la verità possiede noi. Il pluralismo è l’ammissione della mia contingenza, per cui io non ho il monopolio della verità né posso capirla tutta: il mistero di Dio ci supera infinitamente. Il pluralismo è la guarigione dall’assolutizzazione, cioè dall’idolatria. È il riconoscimento della relatività e della bellezza straordinaria di tutte le tradizioni, per cui ciascuno deve seguire il proprio cammino. La Bibbia racconta che quando gli uomini vollero creare una religione unica, un governo mondiale, Jhwh distrusse la torre di Babele. Non serve una sola elefantiaca istituzione, ma piccole capanne, dove possiamo conversare e arricchirci reciprocamente. Eppure la globalizzazione, cui non credono più né i cristiani né i seguaci delle altre religioni ("Un Dio, una patria, un re"), oggi viene proposta dai cosiddetti laici: una democrazia mondiale, un capitalismo mondiale, una Banca mondiale. Qui vedo il senso storico del risveglio dell’Asia: in un continente vittima dell’invasione tecnocratica, forse tocca a quei piccoli gruppi secondo cui la vita ha un’altra dimensione resistere a questa omologazione della realtà e salvare il mondo dalla catastrofe».

Raimon Panikkar è autore di una quarantina di libri, tra cui Il Cristo sconosciuto dell’induismo, La Trinità e le religioni del mondo e Il silenzio del Buddha. Per molti anni docente di Studi religiosi all’Università di Santa Barbara, in California, oggi vive in Catalogna. Poche settimane fa ha ricevuto in Italia il "Premio Nonino".

Convinto difensore della pace, Panikkar ha affrontato il tema da un punto di vista filosofico nel libro La torre di Babele. Pace e pluralismo (edizioni Cultura della pace, 1990). In esso l’autore polemizza contro quello che definisce "pacifismo colonialista", prodotto dalla "ragione armata" dei Paesi ricchi. Secondo Panikkar, a offrire una soluzione potrà essere soltanto un modello culturale complesso e pluralista.
Gli sviluppi della teologia asiatica postconciliare hanno preoccupato spesso, in anni recenti, la Congregazione per la dottrina della fede, spingendola a mantenere sotto osservazione alcuni autori, quando non a prendere provvedimenti disciplinari. L’accusa, formulata dal cardinale Joseph Ratzinger soprattutto a partire dal 1996, fino al documento Dominus Jesus dello scorso settembre, è quella di un relativismo che negherebbe l’unicità del ruolo di Cristo nella storia della salvezza.
Tra i teologi asiatici colpiti da misure disciplinari da parte del Vaticano, il più noto è forse Tissa Balasuriya, dello Sri Lanka, scomunicato nel 1997 e riammesso alla comunione ecclesiale l’anno successivo. A suscitare perplessità sono state inoltre le opere di pensatori come Aloysius Pieris, Michael Amaladoss, Samuel Rayan. Anche taluni europei che si sono confrontati con la questione della salvezza nelle religioni non cristiane sono finiti nel mirino dell’ex Sant’Uffizio. L’ultimo caso è quello del gesuita Jacques Dupuis.
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31/07/2007 00:28
 
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...OVVIO RELATIVISMO... [SM=g27988]



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Diceva Rabbi Yeudà in nome di Rav:"Dodici ore ci sono nel giorno: nelle prime tre il Santo, benedetto sia, si dedica alla Torà; nelle seconde tre giudica tutto il mondo e, quando vede che questo meriterebbe la distruzione, si alza dal trono del Giudizio e si siede su quello della Misericordia...(b'Avodà zarà 3b)
31/07/2007 01:12
 
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Ho idea che il tuo cervello bacato non arrivi a percepire il vero significato del termine relativismo,visto che nella filosofia,nell'antropologia culturale,nella linguistica,nell'etica (con Maurizio Mori e Veronesi) e addirittura nel campo della ricerca scientifica,viene utilizzato con un senso diverso da quello peggiorativo di cui ne fa uso il vigliacco tedesco.


E se io bollassi di relativismo lo stesso ecumenismo?

[Modificato da pcerini 31/07/2007 1.47]

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Re: re

Scritto da: pcerini 31/07/2007 1.12
Ho idea che il tuo cervello bacato non arrivi a percepire il vero significato del termine relativismo,visto che nella filosofia,nell'antropologia culturale,nella linguistica,nell'etica (con Maurizio Mori e Veronesi) e addirittura nel campo della ricerca scientifica,viene utilizzato con un senso diverso da quello peggiorativo di cui ne fa uso il vigliacco tedesco.


E se io bollassi di relativismo lo stesso ecumenismo?

[Modificato da pcerini 31/07/2007 1.47]




Giustissimo!!!!! omega [SM=x1061912]



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Se la vita ti sorride,ha una paresi.(Paco D'Alcatraz)

Il sonno della ragione genera mostri. (Goya)

Apocalisse Laica

Querdenker evangelico anticonvenzionale del 1° secolo. "Maiori forsan cum timore sententiam in me fertis quam ego accipiam!" g.b.--In nece renascor integer ./Satis sunt mihi pauci,satis est unus,satis est nullus. Seneca-Ep.VII,11


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Che cavolo centrano Maurizio Mori e Veronesi con il dialogo interreligioso...

Non preoccuparti che so bene che cos'è il relativismo e so bene di che relativismo sto parlando.

L'ecumenismo può scadere in "tentativo di relativizzare"...il fatto è che non c'è alcuna "parte in causa" disposta a fare in modo che questo accada.

Per questo precisazioni del Papa sulla Lumen Gentium, come quella sulla quale si è discusso, hanno suscitato critiche positive da parte ortodossa...
Che era la prima, delle parti in causa, che temeva che la Chiesa Cattolica cercasse (nell'avvicinamento ecumenico), dei falsi compromessi (che comunque non sarebbero stati reale relativismo).

Che ne sai, poi, della mia religione...
Devi farne di strada...bimbo.

Ciao
Mauri



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31/07/2007 08:52
 
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re x Maurif
Sei solo un politicante religioso e di bassa lega!!!!
E togli la parola Vangelo dalla scritta finale!!!!
Tu fai tutto è vero,ma per la chiesa cattolica. La scrofa è tornata a rivoltolarsi nel suo vomito!!! omega [SM=x1061912] [SM=x1061912] [SM=x1061912]



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31/07/2007 09:27
 
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Maurif,come al solito dici delle cavolate,non conosci il vero senso del termine relativismo,visto che lo "bolli" anche tu in senso negativo alla stessa stregua del bombardiere tedesco!


Se ti appelli a relativo piuttosto che relativismo,sappi che questa differenza non toglie quelli che sono stati i "benefici" che un tale "orientamento metodologico" (antropologia culturale,linguistica,....) ha apportato alla cultura.

Li tiro in ballo io Mori e Veronesi,visto che sono degli alfieri del relativismo in campo etico,e visto che tu tiri in ballo il relativismo bollandolo come spazzatura,allora ti cito questi autori "famosi" che ne sono degli alfieri nel campo etico ma ti potrei citare autori anche nel campo della linguistica che ne parlano in senso strettamente tecnico,per non parlare del "vero senso" del termine nel campo della antropologia culturale.!

Se tu bolli di relativismo il lavoro degli autori che ti ho citato potrei fare la stessa cosa con il termine "ecumenismo" dimostrandolo con dei banali ragionamenti!

E adesso fammi un favore! Sparisci dalla circolazione!

[Modificato da pcerini 31/07/2007 9.27]

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Re:

Scritto da: pcerini 31/07/2007 9.27
Maurif,come al solito dici delle cavolate,non conosci il vero senso del termine relativismo,visto che lo "bolli" anche tu in senso negativo alla stessa stregua del bombardiere tedesco!


Se ti appelli a relativo piuttosto che relativismo,sappi che questa differenza non toglie quelli che sono stati i "benefici" che un tale "orientamento metodologico" (antropologia culturale,linguistica,....) ha apportato alla cultura.

Li tiro in ballo io Mori e Veronesi,visto che sono degli alfieri del relativismo in campo etico,e visto che tu tiri in ballo il relativismo bollandolo come spazzatura,allora ti cito questi autori "famosi" che ne sono degli alfieri nel campo etico ma ti potrei citare autori anche nel campo della linguistica che ne parlano in senso strettamente tecnico,per non parlare del "vero senso" del termine nel campo della antropologia culturale.!

Se tu bolli di relativismo il lavoro degli autori che ti ho citato potrei fare la stessa cosa con il termine "ecumenismo" dimostrandolo con dei banali ragionamenti!

E adesso fammi un favore! Sparisci dalla circolazione!



Senti pcerini,

A me non interessa la tua lode del concetto di "relativismo" in senso etico o negli altri contesti nei quali ti interessa lodarlo...

Relativamente al dialogo inter-religioso il relativismo, dal punto di vista cattolico (e non solo), è qualcosa di negativo.
Infatti tale tipo di dialogo non serve per MESCOLARE e FARE MINESTRONI in maniera che si possa creare una sorta di unica grande religione...
Il dialogo inter-religioso ha come obbiettivo l'evidenziare le differenze ed i punti in comune per potersi conoscere meglio e rispettare.

Hai mai letto l'anticristo di Soloviev? Te l'ho già riportato svariate volte...
Se avrai la forza psicologica di leggerlo (magari sostituendolo alla lettura di tutta quella marea di cavolate presenti su siti quali uaar et similia...), capirai che cosa si intende per relativismo (quello che propone l'anticristo) e capirai i motivi per i quali i tre personaggi che rappresentano la cristianità si oppongono ad esso.



Capirai altresì i motivi che spingono San Paolo a scrivere:


Galati 1:6 Mi meraviglio che così in fretta da colui che vi ha chiamati con la grazia di Cristo passiate ad un altro vangelo.
Galati 1:7 In realtà, però, non ce n'è un altro; solo che vi sono alcuni che vi turbano e vogliono sovvertire il vangelo di Cristo.
Galati 1:8 Orbene, se anche noi stessi o un angelo dal cielo vi predicasse un vangelo diverso da quello che vi abbiamo predicato, sia anàtema!
Galati 1:9 L'abbiamo già detto e ora lo ripeto: se qualcuno vi predica un vangelo diverso da quello che avete ricevuto, sia anàtema!
Galati 1:10 Infatti, è forse il favore degli uomini che intendo guadagnarmi, o non piuttosto quello di Dio? Oppure cerco di piacere agli uomini? Se ancora io piacessi agli uomini, non sarei più servitore di Cristo!

Galati 1:11 Vi dichiaro dunque, fratelli, che il vangelo da me annunziato non è modellato sull'uomo;
Galati 1:12 infatti io non l'ho ricevuto né l'ho imparato da uomini, ma per rivelazione di Gesù Cristo.



Ed anche:

2Timoteo 4:3 Verrà giorno, infatti, in cui non si sopporterà più la sana dottrina, ma, per il prurito di udire qualcosa, gli uomini si circonderanno di maestri secondo le proprie voglie,
2Timoteo 4:4 rifiutando di dare ascolto alla verità per volgersi alle favole.



Il dialogo ecumenico, in particolare, fa leva su un auspicio profetico di Gesù Cristo..
Auspicio che non può mancare nel cuore di ogni cristiano.
Nel dialogo ecumenico non c'è relativismo.

PS:Non sparisco, mi dispiace...lo so che ti do fastidio perchè metto i bastoni fra le ruote alla tua disinformazione anticlericale...
Ma, purtroppo, ti sono capitato giusto fra i piedi e ci rimango.

Ciao
Mauri








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Diceva Rabbi Yeudà in nome di Rav:"Dodici ore ci sono nel giorno: nelle prime tre il Santo, benedetto sia, si dedica alla Torà; nelle seconde tre giudica tutto il mondo e, quando vede che questo meriterebbe la distruzione, si alza dal trono del Giudizio e si siede su quello della Misericordia...(b'Avodà zarà 3b)
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Re: re x Maurif

Scritto da: =omegabible= 31/07/2007 8.52
Sei solo un politicante religioso e di bassa lega!!!!
E togli la parola Vangelo dalla scritta finale!!!!
Tu fai tutto è vero,ma per la chiesa cattolica. La scrofa è tornata a rivoltolarsi nel suo vomito!!! omega [SM=x1061912] [SM=x1061912] [SM=x1061912]



Te lo ripeto, siccome vedo che sei restio a rendertene conto.

Il Vangelo te l'ha portato la mia Chiesa, altrimenti adesso saresti qui a cercare di far credere alla gente che Gesù è un eone...un'emanazione...

...e magari che il corpo era la prigione dello spirito... [SM=x1061946]



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Re: Re: re x Maurif

Scritto da: MauriF 31/07/2007 12.56


Te lo ripeto, siccome vedo che sei restio a rendertene conto.

Il Vangelo te l'ha portato la mia Chiesa, altrimenti adesso saresti qui a cercare di far credere alla gente che Gesù è un eone...un'emanazione...

...e magari che il corpo era la prigione dello spirito... [SM=x1061946]



Non sai dire altro ed è una tua opinione come le altre..... [SM=x1061943] [SM=x1061943] [SM=x1061943] omega [SM=x1061912] [SM=x1061912] [SM=x1061912]



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Quali altre? LOL...

Che altre opinioni ci sarebbero relativamente al canone? [SM=x1061920]



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Re:

Scritto da: MauriF 31/07/2007 20.03
Quali altre? LOL...

Che altre opinioni ci sarebbero relativamente al canone? [SM=x1061920]



SI,quello della televisione!!!! Ma vaffanculo.... omega [SM=x1061912] [SM=x1061912] [SM=x1061912]



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