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Le donne Albanesi.

Ultimo Aggiornamento: 02/07/2007 21:21
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Carissimi amici,

vorrei portare la vostra attenzione su un' argomento che, in Italia, stà diventando ogni giorno più attuale : l' immigrazione degli Albanesi.
Ciò che si legge o ciò che si scrive su questo evento è piuttosto comune e standardizzato.
L' idea che ci siamo fatti degli immigrati albanesi è, talvolta, simile e, talaltra, dissimile dalla realtà.
Nel paese in cui vivo con la mia famiglia, la popolazione di fuoriusciti, sia clandestini che non, è in costante aumento.
Nella mia frazione, per la precisione, la mia è una delle poche famiglie italiane.
In pratica....gli stranieri siamo noi!
Grazie a questa circostanza ho, però, potuto osservare molto da vicino, i rapporti che intercorrono tra gli uomini e le donne dei paesi dell' est europeo.
Ben lungi dal fare, oggi, un analisi dettagliata del problema, mi limito a comunicare il vissuto quotidiano delle nostre sorelle albanesi, dell' incomunicabilità delle loro emozioni inespresse, della solitudine in cui lavorano alacremente per provvedere ai loro uomini, della totale alienazione dalla vita sociale del loro gruppo e del paese ospite.
Perchè, queste brave ragazze silenziose ed obbedienti, vanno guardate con gentilezza e rispetto, e con la piena consapevolezza che, pur, a loro modo tenute in palmo di mano dagli uomini, un detto albanese cita :" La donna e il cane sono animali domestici".
A questo proposito, avendo io, ottimi rapporti con i miei vicini stranieri, ho, educatamente, approfondito questo argomento.
Ma posso sicuramente affermare che ho imparato più da ciò che ho osservato piuttosto che da ciò che ho ascoltato.
Nè uomo, né, tantomeno donna, hanno la minima apertura al dialogo. A parte alcuni che tentano di snaturare la loro appartenenza, ci sono pochi argomenti comuni.
L' unica volta che mi sono permessa di comunicare il mio disappunto e la mia preoccupazione alla mia vicina che, con un ritardo di due settimane dalla data del parto, continuava a provvedere, senza sosta, ai bisogni del gruppo di uomini che fa capo ai suoi servizi, mi sono vista guardare con uno sguardo di così intenso imbarazzo, che ho creduto meglio soprassedere.
Eppure, da alcune ricerche sul Web, mi sono resa conto che qualcosa si muove nel cuore di qualche paladina del rinnovamento.
E, in Albania, le donne si stanno evolvendo.
Queste piccole schiave, che lavorano senza sosta, sfornando figli e passando la loro umile vita aspettando i loro uomini fino a sera inoltrata, ci appartengono.
Anche se non comunicano, se non ci guardano, se sfuggono alle nostre attenzioni, dobbiamo ricordarle, al di sopra delle dicerie razziste, delle generalizzazioni meschine, della presunta superiorità intellettuale, sociale o razziale.
Perchè, molto spesso, le vittime sono le più silenziose.

[SM=x1061916] [SM=x1061917]



Marina
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